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Autore: Mimithe_Moonlight    11/04/2017    2 recensioni
E se le avventure di Elisabeth e delle sue sorelle si svolgessero nel presente mentre le ragazze frequentano il liceo?
E' iniziato un nuovo anno alla PRIDE HIGH SCHOOL e le giovani Bennet si preparano a fare incontri che cambieranno le loro vite.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Bingley, Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy, Jane Bennet, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era passata una settimana dal ballo di inverno e Elizabeth ancora cercava di capire cosa William volesse dirle con quelle parole.
Non si erano più incontrati da allora o per meglio dire avevano sempre cercato di evitarlo. Jane dopo averla vista scappare via dalla festa con George aveva chiesto informazioni al suo cavaliere ma Charles non aveva potuto dirle niente anche perché William nel frattempo era scomparso dalla festa. Quando era arrivata a casa aveva trovato Elizabeth in lacrime sdraiata sul letto, il cuscino premuto sul viso per soffocare i singhiozzi.
Non aveva voluto parlarle allora e Jane non aveva cercato di costringerla limitandosi ad abbracciarla in silenzio accarezzandole i capelli. Non era una persona che piangeva facilmente sua sorella e vederla in quello stato era terribile per lei. Quando Elizabeth si era addormentata, aveva chiamato George per chiedergli se sapesse qualcosa ma il ragazzo sapeva solo di averla vista discutere con William prima che lui la raggiungesse.
Non aveva sentito cosa si stessero dicendo ma quando era arrivato da lei, Lizzy era in lacrime e tremava. Il giorno dopo Elizabeth si comportava come se niente fosse successo ma Jane riusciva a vedere che la sua mente era altrove, sembrava distante e da quella sera sempre più spesso rimaneva persa nei suoi pensieri mentre gli altri le parlavano. A scuola spesso rimaneva da sola in classe a scarabocchiare su un vecchio quaderno, senza parlare con nessuno. Solo George riusciva in qualche modo a scuoterla dal suo torpore. Quasi a forza la trascinava in cortile a prendere aria o in giro per la città durante il pomeriggio. Il loro posto preferito era il vecchio parco abbandonato e spesso ci andavano per starsene un poco in pace lontano dagli occhi dei curiosi che spettegolavano sulla loro relazione così inaspettata.
I due ignoravano le voci fastidiose degli altri e si chiudevano nel loro luogo sicuro. Presto sarebbe iniziata la stagione sportiva e George era quasi sempre ad allenamento ma trovava sempre un poco di tempo per stare con la sua fidanzata che aveva iniziato a frequentare stabilmente le gradinate dello stadio dove il ragazzo si allenava. In tutto questo i più pettegoli si interrogavano sull’atteggiamento del giovane ragazzo dai capelli corvini.
William Darcy era diventato ancora più scostante di prima, sempre impegnato e nervoso aveva iniziato ad evitare il resto dei suoi compagni di scuola limitandosi a passare il tempo con il suo migliore amico che aveva confessato Jane di essere piuttosto preoccupato. Non aveva mai visto l’amico così nervoso e soprattutto così chiuso in sé stesso. Non voleva confidarsi nemmeno con lui e aveva rifiutato ogni tentativo di Caroline di tirarlo su di morale. Aveva anche smesso di tentare di trattenere a lingua e le sue risposte erano diventate brusche e amare. Elizabeth ignorava ogni cosa che le riferivano sul ragazzo e ogni volta che l’argomento veniva tirato fuori con la sorella e la migliore amica sembrava diventare all’improvviso sorda mentre il suo sguardo si faceva scuro tradendo che in realtà sapeva qualcosa ma non ne voleva parlare.  
La primavera si stava avvicinando e la gita scolastica era alle porte. Per la prima volta le classi di Jane ed Elizabeth erano state accoppiate e le due saltellavano dalla gioia alla prospettiva di poter passare una settimana con sua sorella lontano dalla pazzia della loro famiglia. Il signor Bennet si aggirava tristemente per casa preso dallo sconforto all’idea di essere lasciato solo con la moglie e le figlie minori, in preda alle crisi di nervi delle quattro donne. Aveva richiesto turni extra in biblioteca e aveva progettato la settimana successiva in modo tale da rimanere il più possibile lontano da casa ma sapeva che sarebbe stato tutto inutile, l’unica possibilità di sfuggire alle quattro sarebbe stato ritirarsi in un eremo in mezzo ai boschi e circondato da filo spinato e anche se aveva riflettuto seriamente su questa possibile soluzione l’aveva poi trovata irrealizzabile e si era rassegnato.
 L’unica ragione che metteva Elizabeth a disagio al pensiero della gita era che in classe con Jane c’era anche William e sarebbe stato impossibile evitarlo. George ra stato dda poco spostato in classe con il vecchio amico e ora la classe era ormai spaccata in due parti, una che sosteneva il solare e simpatico George e l’altra che difendeva William, la situazione fra i due era sempre piuttosto tesa ma era mantenuta sotto controllo dal fatto che nessuno dei due aveva intenzione di avere contatti con l’altro e quando succedeva tentavano di mantenerli freddi e professionali. Sembrava la Guerra Fredda, secondo Jane, solo che in scala ridotta. Sarebbe stata una gita difficile per tutti.  
Pochi giorni prima della partenza Charles e sua sorella seguirono William in città per aiutarlo a risolvere degli affari. Il fatto che il ragazzo controllasse metà delle quote dell’azienda di famiglia lasciava Elizabeth a bocca aperta e nonostante non sopportasse quel ragazzo non poteva negare che lo ammirava per la dedizione che dimostrava in affari così difficili come quelli che dirigeva. Charles promise che avrebbe telefonato a Jane ogni giorno ma doveva partire ora che il suo amico aveva così tanto bisogno di lui. Elizabeth si chiedeva quale fosse il motivo che richiedeva la presenza di entrambi i ragazzi e iniziò a sospettare che fosse solo un modo escogitato da William o da Caroline per allontanare i due che stavano diventando sempre più intimi. Ancora non parlavano di relazione ma agli occhi di tutti era quello che stavano vendo sebbene fossero troppo timidi per ammetterlo. Quindi nell’attesa della gita le due ragazze passavano il proprio tempo spettegolando e ridendo, ancora non sapevano che non sarebbe andata come si avevano immaginato.

Il giorno della partenza, la piazzola davanti alla scuola era gremita di studenti e accompagnatori. Alcuni studenti osservavano con invidia i compagni in partenza mentre si trascinavano verso le loro aule. Le sorelle Bennet erano appena arrivate e stavano consegnando le proprie valigie all’autista prima di salire anche loro sul pullman ormai prossimo alla partenza. Si sedettero con Charlotte in fondo all’autobus e presto George raggiunse la fidanzata e dopo averle posato un bacio leggero sulle labbra si sedette al suo fianco. La temperatura sembrò abbassarsi quando William Darcy salì sul mezzo. I suoi occhi incontrarono quelli di George e intorno a loro tutti ammutolirono. Il braccio di Wickham si strinse intorno alla vita di Elizabeth e il corvino non poté non notare quel gesto. Con una smorfia si accomodò nel sedile di fronte al loro in modo che Charles potesse stare vicino a Jane e chiacchierare con la sua cotta ormai non tanto segreta. Elizabeth silenziosa fece scorrere lo sguardo fra il fidanzato e William che si era appoggiato al finestrino e aveva indossato le cuffiette, palesemente deciso a non rivolgere la parola a nessuno. Si chiedeva se i due avrebbero mai risolto le questioni che li legavano ma non riusciva proprio ad immaginare. Quando il pullman si mise in moto Elizabeth si riscosse dai suoi pensieri e si unì ai suoi amici in una lunga serie di cori goliardici, ridendo senza pensieri.  

Arrivarono all’hotel che era ormai già calata la sera. Le luci della grande città che avrebbero visitato l’indomani illuminavano la notte tersa. Le stelle si confondevano con gli areoplani che volavano in alto nel cielo. Elizabeth si guardava intorno a bocca aperta mentre trascinava la sua valigia mano nella mano con il suo ragazzo. George sorrise teneramente a vedere l’espressione da bambina che aveva la sua ragazza mentre osservava la città intorno a lei. Erano anni che Elizabeth non metteva piede in un posto del genere. Da quando si erano trasferiti nel nuovo quartiere dopo gli avvenimenti di quella notte. George non ne sapeva niente, Elizabeth non glielo aveva ancora raccontato e anche lei non sapeva spiegarsene il motivo. Imbarazzo forse, oppure semplice paura al pensiero di tirare fuori quell’argomento. Restava il fatto che dopo più di un mese di relazione ancora non aveva avuto il coraggio di parlarne con lui. Alzò lo sguardo verso il ragazzo e gli sorrise lievemente, forse in quella settimana avrebbe trovato il momento adatto. 

Elizabeth era esausta. Quella sera dopo essere arrivata in hotel si era accodata ad un gruppo di amici ed erano andati a farsi un giro per locali in cerca di un poco di divertimento. George aveva voluto restare in camera perché troppo stanco e Elizabeth l’aveva lasciato fare. William Darcy al suo fianco camminava un poco distanziato dagli altri dando ogni tanto un’occhiata al cellulare. Dietro di loro Jane e Charles camminavano abbastanza vicini da far in modo che le loro dita si sfiorassero sotto lo sguardo contrariato di Caroline che dopo aver tentato con aria civettuola di attaccare discorso con William aveva deciso di tornare in hotel. Lizzy si avvicinò al ragazzo tenendo la sigaretta fra le labbra mentre la accendeva. 

-Ehi-disse e William sollevò lo sguardo da terra incontrando quello di Elizabeth.
-Ciao- rispose lui con aria stupita -Pensavo mi evitassi-
-Infatti lo facevo, lo faccio-
-E allora perché stai parlando con me?-
-Perché ho bisogno di capire- 
-A me pare che tu sia stata abbastanza chiara l’ultima volta che ci siamo parlati. Pensi che io sia solo un egoista bastardo e direi che questo punto lo hai chiarito molto bene. Cos’altro c’è da dire quindi?-
-Perché fai così?-
-Così come?- 
-Ogni volta che provo ad avvicinarmi a te, a capire chi sei davvero fai duecento passi indietro. Sto solo cercando di comprendere come tu abbia potuto fare certe cose!-
-Ah ecco stiamo tornando a parlare di George- 
-Smettila di dire il suo nome in quel modo, come se fosse solo un insetto spiaccicato rimasto sotto la tua scarpa- 
-Non mi rovinerei mai le scarpe pestandolo stanne certa- commentò William con un sorriso ironico.
-Si può sapere che cosa ti ha fatto?!- esclamò Elizabeth spalancando le braccia.
-Non è quello che ha fatto a me il problema. E’ quello che ha fatto a mia sorella che non posso perdonare-
-Da quello che so, tu non ci sei andato per il sottile quella volta-
-Fammi indovinare George ti ha raccontato di come io, bastardo che non sono altro ho diviso due giovani innamorati senza alcuna ragione impedendo al divino cavaliere dalla scintillante armatura di salvare la principessina Georgiana Darcy dal perfido fratello. Non è così?- 
-Lo neghi forse?- 
-Con tutto me stesso, Elizabeth, perché tu hai conosciuto solo quella parte della storia-
-Perché c’è altro che dovrei sapere?-
-In ogni storia ci sono sempre due versioni- rispose William con voce più dolce. 
-E allora raccontamela- 
-Ne sei sicura?- Elizabeth annuì e William raddrizzò la schiena.
-Va bene, allora vieni con me-
Senza pensarci prese Elizabeth per mano e la condusse fino ad una panchina del parco in cui stavano camminando. Gli altri si erano riuniti poco distante e chiacchieravano tranquilli, ridendo e sollevando le bottiglie di birra al cielo notturno. 

-Credo che tu sappia che io e George eravamo amici quando eravamo piccoli, cresciuti insieme e mai separati fino a quando lui non decise che voleva provare ad entrare nell’esercito. Fu un duro colpo per la nostra amicizia e ci divise per molto tempo. Nel frattempo i miei genitori erano morti ed io e Georgiana vivevamo con mia zia Catherine. Quando George tornò ero al settimo cielo. Da molto ormai non facevo altro che pensare agli affari e occuparmi di mia sorella, avevo bisogno di stare un poco col mio vecchio amico. Mi raccontò delle sue avventure al campo di addestramento e di come si fosse abituato ormai alla rigida vita militare. Poi iniziò a frequentare mia sorella che ormai aveva quindici anni ed era una bella ragazza, gentile e solare. Conoscevo George e lo avevo visto alle prese con decine di ragazze, il che non mi rendeva entusiasta all’idea di vederlo uscire con mia sorella ma comunque chiusi un occhio e lasciai che la loro storia fiorisse. Poi un giorno vidi George ad una festa mentre se la spassava con una ragazza della nostra classe. Non potevo sopportarlo, da quel momento cercai in tutti i modi di tenerlo lontano da Georgiana senza però spiegare a mia sorella il motivo per paura che la facesse soffrire troppo. Quando seppi da una mia amica che continuavano a vedersi decisi di agire. Quel giorno mi dissero che volevano partire e andarsene, Georgiana convinta che lui la amasse era pronta a lasciare tutto per seguirlo ma io non potevo permetterglielo. Lo ammetto quella volta persi il controllo. Preso dalla rabbia colpii George ancora e ancora prima che riuscissero a dividerci. Avevo la mano tumefatta ma almeno riuscii a far andare via quel verme. Quella sera stessa raccontai tutto quello che sapevo a Georgiana che ne fu distrutta. Quando George lasciò la città non potevo esserne più felice. Nel frattempo mia sorella si stava riprendendo da quella prima grande delusione e tentava di recuperare il sorriso. E’ per questo che io e George abbiamo chiuso qualsiasi rapporto. E’ per questo che lo odio e non ho intenzione di smettere. Non dopo quello che ha fatto a Georgiana- 
Elizabeth lo guardava a bocca spalancata, il cuore scombussolato non sapeva più di chi fidarsi. George era il suo ragazzo e si era dimostrato da subito incline a dirle tutta la verità e lei non aveva pensato un secondo al fatto che potesse esserci un’altra versione attendibile di quella storia. Ora si sentiva così stupida per aver preso posizione così in fretta, in effetti William non aveva fatto nulla per far sì che lei non gli credesse. Si passò una mano fra i capelli sciolti nel vento leggero appoggiandosi allo schienale della panchina.
-Non è possibile…- sussurrò piano.
-Non mi aspetto che tu mi creda così, da un momento all’altro, ma devi sapere tutta la storia prima di continuare a stare con uno come lui. Io so cosa di capace, non potrei sopportare di vederlo fare quello che ha fatto a Georgiana anche a te-
-Perché? Perché ti preoccupi così tanto per me? Non ho fatto niente per meritarmi le tue attenzioni, ti ho solo trattata malissimo e mi dispiace, non sai quanto mi dispiace…-Elizabeth sollevò gli occhi e incontrò quelli blu mare di William che la guardava sorridendo dolcemente. 
-Diciamo che forse me lo sono un po’ meritato-
-Già, in effetti non sono abbastanza bella da tentare nessuno, nemmeno per un singolo ballo, non è vero?-
William rise sollevando gli occhi verso le stelle.
-Credo di non aver mai detto nulla di altrettanto stupido in vita mia- Elizabeth sorrise e guardò il cellulare. Era tardissimo, dovevano rientrare e la cosa che la preoccupava di più era il fatto che George non l’aveva ancora richiamata quella sera. 
-Forse è meglio se torniamo all’hotel. Devo parlare con George- 
-Spero che sia cambiato Elizabeth, lo spero davvero per il tuo bene- disse serio William alzandosi e porgendole una mano per aiutarla a fare lo stesso. Lei sospirò prima di afferrarla in quel secondo le parve di sentire una scintilla scorrere sulla sua pelle. Scosse il capo e si riunì agli altri per tornare alle loro stanze mentre nella sua testa i pensieri si affollavano. Cosa doveva fare? Chi stava dicendo la verità? Chi le stava mentendo?

Elizabeth camminava sola per i corridoi dell’hotel. Sua sorella aveva già raggiunto la loro stanza ma prima Lizzy doveva incontrare George e parlargli di quello che le aveva detto William. Camminava a testa bassa sulla moquette rosso scuro giocherellando con la chiave elettronica della sua stanza. Arrivo alla porta di George e bussò piano. Nessuna risposta. Elizabeth stava per ritornare alla sua stanza rinunciando a parlargli per quella sera quando un suono proveniente da dietro la porta attirò la sua attenzione.
Si pietrificò sul posto mentre un sospetto iniziava a farsi strada nella sua mente. Avvicinò lentamente la mano alla maniglia e la abbassò. La porta era aperta. Spinse in avanti il pannello di legno e ciò che vide la raggelò. Nel letto c’erano due figure seminascoste dalle coperte. Il rumore della porta che si apriva aveva attirato la loro attenzione e una delle due figure aveva sollevato il lenzuolo per guardare chi fosse.
Gli occhi color ghiaccio di George si fermarono un secondo in quelli castani di Elizabeth che a stento tratteneva le lacrime di rabbia e dolore per quel tradimento. Il ragazzo spalancò gli occhi stupito e aprì la bocca per dire qualcosa ma da sotto le coperte spuntò un altro viso.
Caroline Bingley le sorrise stringendosi il lenzuolo intorno al corpo nudo. La rabbia crebbe a dismisura nel cuore di Elizabeth che senza dire una parola voltò le spalle ai due e senza preoccuparsi di chiudersi la porta alle spalle, si diresse verso la sua stanza le mani tremanti che ancora stringevano la chiave elettronica. Sentì il rumore dei passi di George che si affrettava per seguirla ma non aveva intenzione di ascoltare qualche stupida scusa. La parola “Bastardo” rimbombava nella sua mente all’infinito mentre tentava di trattenere le lacrime che ormai le scorrevano lungo il viso. Adesso sapeva benissimo chi le aveva mentito. Sapeva benissimo che William aveva avuto ragione su George tutto quel tempo e lei era stata così stupida da cadere nella rete di inganni di quel ragazzo. Spalancò la porta della stanza che condivideva con la sorella e si gettò sul letto soffocando i singhiozzi nel cuscino. Jane preoccupatissima si precipitò subito dalla sorella tentando di capire cosa fosse successo in quei pochi minuti che avevano passato separate.  Elizabeth fra i singhiozzi non riusciva a spiegarsi perché soffrisse così tanto per una storia durata poco più di un mese e tentava invano di spiegare alla sorella cosa fosse successo. 
-William…aveva ragione…ha sempre avuto ragione- disse poi fra un singhiozzo e l’altro. Jane non riusciva a comprendere di cosa parlasse la sorella e stringendola a sé prese il cellulare mandando un veloce messaggio a Charles e William. 

“Elizabeth è in lacrime, non so cosa stia succedendo. Ho bisogno di aiuto”

I due ragazzi non ci misero molto ad arrivare, bussarono alla porta ed entrarono, i capelli scarmigliati e i pigiami stropicciati addosso. William osservò un secondo Elizabeth e si avvicinò a lei lentamente. La ragazza si copriva il viso con le mani ma non oppose resistenza quando dolcemente lui gliele spostò per guardarla negli occhi arrossati dal pianto. 

-Lizzy, che succede?- domandò permettendosi quel nomignolo così intimo e affettuoso. 
-Avevi ragione William, avevi ragione su tutto- singhiozzò lei. Charles si avvicinò a Jane e le mise una mano sula spalla convincendola ad allontanarsi per un po’. 
-Cos’è successo?- chiese il corvino accarezzandole distrattamente il dorso della mano.
-Sono andata a parlare con lui e l’ho trovato a letto con un’altra…Era lì e mi guardava con quello stupido sorrisetto. L'ha fatto solo per ferirmi...E’ stato orribile…-rispose lei tentando di calmare il respiro. 
-Caroline non è vero?- domandò Charles intervenendo per la prima volta nella situazione. Elizabeth sollevò gli occhi verso il ragazzo ed esitò prima di annuire piano. Charles si passò una mano sul viso con fare stanco. 
-Mi dispiace così tanto, Caroline sa essere  una vera stronza quando vuole. Mi dispiace, davvero-
-Non è colpa tua, George avrebbe potuto tirarsi indietro. Avrebbe dovuto. Io quel bastardo lo uccido- sibilò William  alzandosi ma Elizabeth lo trattenne tenendolo per un polso. 
-Non ne vale la pena- sussurrò con le lacrime che scorrevano mute lungo le sue guance. William si chinò sulle ginocchia e le sorrise dolcemente prima di avvicinarsi e stringerla in un abbraccio lieve, come se avesse paura di farle male stringendola troppo forte. Elizabeth nascose il viso nell’incavo del suo collo singhiozzando piano. 
-Avevi ragione tu…hai sempre avuto ragione…mi dispiace di non averti lasciato spiegare- sussurrò la ragazza mentre William con meno imbarazzo le accarezzava dolcemente la schiena e i capelli scarmigliati. 
-Non importa Elizabeth, va tutto bene…andrà bene vedrai- 
Jane si voltò verso Charles e gli fece cenno di seguirla fuori un secondo mentre William tentava di calmare Elizabeth. Solo quando la ragazza fu finalmente addormentata il corvino lasciò la stanza con il suo amico per lasciare alle due sorelle la loro privacy. Più volte i pensieri del giovane Darcy andarono a quella ragazza dai capelli scuri che gli aveva mostrato un altro lato di sé, ancora una volta l’aveva sorpreso. Quel lato di lei così fragile e delicato che William voleva solo proteggere. Proteggere a tutti i costi.





ANGOLO DELL’AUTRICE
Eccomi dopo troppo tempo. Innanzitutto scusate se ho saltato l’ultimo aggiornamento ma non ho proprio avuto tempo e quindi questo mese penso di aggiornare due volte. Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo. Alla prossima.
Darkalyce
   
 
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