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Autore: Rebecca_Daniels    12/04/2017    1 recensioni
*DISCLAIMER: i nomi sono cambiati, ma i personaggi sono chiaramente appartenenti ai One Direction"
E' il 20 Agosto 2013 quando Lexi Golder, ventiduenne londinese per adozione, quasi dottoressa in Storia e fan sfegatata dei The Rush, vede la sua vita cambiare radicalmente. Che cosa potrebbe accadere se una pazza decidesse di sparare al suo grande amore risalente alle scuole medie, nonché cantante della band di cui è innamorata, durante il red carpet per il loro docu-film? Che cosa potrebbe riservarle il destino se per una volta decidesse di fare davvero qualcosa della sua vita? - Un viaggio ironico e introspettivo nella vita di una ragazza più o meno normale che forse capirà come non basta respirare per vivere. Buona lettura & Grazie xx
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15th October 2013



- Ma ti rendi conto?! Mi spieghi come faccio io, da sola, senza l'aiuto di nessun altro, a fare sette costumi di scena?! E per di più da cigno, capisci?! Da cigno, per l'amor di dio!!! Implica quantitativi esorbitanti di piume, piumette, piumone, tulle e brillantini che tu non hai nemmeno idea!!! Non ce la farò mai...
Lexi aveva passato gli ultimi venti minuti  a subirsi l'infinito e lagnoso monologo di Mia sulla cattiveria e “stronzaggine” della capo costumista, per non parlare della “poca stabilità mentale” (sempre testuali parole) della direttrice del balletto, che cambiava idea sui costumi di scena almeno tre volte al giorno, costringendola a fare e disfare lo stesso tutù di continuo.
A dire il vero, la mente di Lexi era tutto fuorché concentrata sulla sua migliore amica in crisi esistenziale, che continuava a torturarsi le punte blu dei capelli, mentre faceva ciondolare le gambe dalla solita poltrona, ormai infossata per le troppe persone che vi si erano sedute sopra. Lexi non riusciva a smettere di pensare a come poche ore prima, durante la chiamata, Nate le forse parso strano, come se ci fosse qualcosa a turbarlo, ma l'unico modo che aveva per scoprirlo, dato che non poteva chiederlo direttamente a lui, era sperare che Hugh ne parlasse con Mia e che quella ciarlona le riferisse tutto. Ma le sembrava altamente improbabile, dato che era così concentrata a parlare del suo lavoro, da non essersi nemmeno resa conto che qualcuno fosse entrato nella stanza.
“E non un qualcuno qualsiasi, direi... Si prevedono fuochi d'artificio...”.
-Sono sicuro che ce la farai...
Ci mancò veramente poco che Mia non cadesse dalla poltrona: era così tanto concentrata nel narrare la sua epopea lavorativa, che non aveva visto entrare David nella stanza dove si trovava sua sorella. O almeno, quel ragazzo le sembrava David, ma non era completamente sicura. La barba castano chiara incolta, la maglietta bianca che si vedeva spuntare da una camicia in flanella a quadrettoni blu e rossi, i jeans leggermente larghi, che cadevano perfettamente sui fianchi magri. I capelli del colore della sabbia bagnata, così diversi da quelli di Lexi, erano appoggiati delicatamente sulla sua fronte, ad incorniciare uno sguardo che Mia non gli aveva mai visto prima, se non forse due mesi prima, mentre la consolava sulle scomode sedie di un anonimo corridoio di quello stesso ospedale. Ma allora era solo un pallido riflesso di quello che aveva di fronte in quel momento: il blu dei suoi occhi era a tal punto liquido che Mia credette potesse tramutarsi in un oceano in cui si sarebbe volentieri tuffata per esplorarne le profondità e scovarne i tesori. Vi poteva scorgere un fuoco ed una determinazione che quasi la misero in soggezione, ma quella nota di dolcezza mescolata ad interesse le fecero invece provare un brivido alla base della schiena che la lasciò completamente senza parole.
David riconobbe lo stupore nello sguardo delle stesse tonalità del suo e seppe di aver fatto breccia nel muro di pregiudizi che lo separavano da Mia da troppo tempo: ora doveva solo lasciare che il nuovo David, o meglio, che il vero David parlasse.
“Ragazzi, ci siete?? Che è tutto sto silenzio??... E se si fossero uccisi con uno sguardo?!...”.
- Allora... Come stai Mia?
La ragazza si riprese dallo shock iniziale e, dopo essersi seduta in maniera normale sulla poltrona ed aver accavallato le gambe fasciate da un paio di jeans neri, si prese tutto il tempo per tornare al suo atteggiamento usuale nei confronti di David.
- Al massimo dovrei chiedertelo io, dato che sei tu quello che è sparito per quasi un mese, mentre sua sorella era da sola su un letto d'ospedale!
David stava per ribattere nella stessa maniera piccata, ma si morse la lingua dicendosi che così non sarebbe andato lontano e che doveva solo lasciare che Mia finisse di sfogare tutta la sua cattiveria nei suoi confronti.
- Dove diamine sei stato in tutto questo tempo, eh David?!
Quello era il momento adatto per dare l'affondo e nulla avrebbe fermato David dal raggiungere il suo obbiettivo: cancellare il risentimento e la freddezza che lo separavano da Mia.
- Sono stato a Samarong, Cambogia... Ho trascorso tre settimane lì, aiutando la gente del posto, facendo quello di cui c'era bisogno...
L'espressione di shock e di incredulità che si dipinse sul volto di Mia fece esplodere dentro di lui una bomba che era stata innescata molto tempo prima e che non aspettava che un piccolo gesto da parte di quella ragazza per brillare in tutta la sua potenza e farlo sentire ancora vivo.
“Vai così fratello!! Questo sì che si chiama sganciare la bomba al momento giusto!”.
- Tu sei stato...
- Sì, Mia e sono cambiato... No, non mi rispondere che sono le solite cose che si dicono dopo un'esperienza del genere, perché io sono partito da qui senza sapere nemmeno per quale motivazione dovessi alzarmi la mattina e sono tornato con uno scopo, un progetto e un'incredibile voglia di realizzarlo...
Non si era sbagliata quando aveva pensato che quello non fosse il solito David, quello che conosceva da quando era piccola e che per anni non aveva fatto altro che criticare. L'uomo che Mia stava fronteggiando era una persona nuova che sembrava intendere ogni singola parola che usciva dalla sua bocca e la cosa la stava lasciando senza parole, come ipnotizzata dalla storia che le stava raccontando.
“Wow... Okay, mi hai spiazzato David... Chissà la faccia che ha Mia in questo momento”.
- Ho capito che stavo sbagliando praticamente tutto... Non avevo un vero amico, né una passione sincera che mi spingesse a fare il mio lavoro... Ma soprattutto non avevo una persona con cui condividere le mie giornate...
Lexi poteva benissimo immaginare nella sua testa quella scena surreale che si stava svolgendo attorno a lei: una camera, un tempo asettica e fredda, ora ricolma di regali, pupazzi e fiori; lei distesa su un letto candido, nella sua ineluttabile immobilità; Mia seduta sulla poltrona di pelle marrone, cercando di tenere a bada le gambe che sicuramente si stavano muovendo in maniera frenetica, sbattendo gli immancabili stivali sul pavimento; e David in piedi, a pochi passi dal suo letto, con le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans per cercare di non torturarle davanti a Mia, come era solito fare quando era estremamente nervoso. I loro occhi della stessa tonalità che si scontravano in maniera talmente tanto profonda e significativa che se qualcun altro fosse stato presente all'interno della stanza, si sarebbe sentito tremendamente di troppo.
“Un po' mi ci sento pure io, in più... Ma non ho molte alternative... A meno che non mi svegli proprio ora e dica: Oh, scusate! Vi lascio subito soli... Oddio!! Questo sì che sarebbe divertente!..  Ma che cavolo penso? Focalizzati Lexi, focalizzati!!”.
- Credo che sia il caso di dirtelo Mia... Non importa quello che deciderai di fare o come reagirai. Capirei anche se volessi rimanere con quel tipo lì...
- David, che cosa stai dicendo??
- Dico che sono innamorato di te, Mia... Dico che non posso più far finta di non aver bisogno del tuo sorriso la mattina per svegliarmi... Dico che non riesco a trovare un senso nella mia giornata se non so che avrò la possibilità di litigare con te... Dico che non so più chi sono senza la tua voce che mi riempie di insulti e critiche, mostrandomi dove sbaglio... Almeno secondo te...
Nonostante tutte quelle parole che stava sentendo le sembrassero assolutamente surreali, Mia non poté trattenersi dal fare una leggera risata che subito fece sorridere anche David, perché d'altra parte, se lei rideva lui non poteva far altro che sorridere di rimando. Erano un po' come le maree con le fasi lunari: si attraevano e si respingevano, rimanendo comunque fatalmente legate le une alle altre. David aveva cominciato a gesticolare, incapace di sfogare il nervosismo e l'ansia in altra maniera: e se Mia gli avesse detto che era pazzo, matto da legare? O peggio, che non provava lo stesso per lui, cosa che, obbiettivamente, era più che plausibile dato che stava assieme a quel tipo perfetto.
- Io ho bisogno di te Mia... E sono serio. Quando ho visto le prime foto di te con quello lì...
- Si chiama Hugh... Non voleva contraddirlo o fargli perdere la pazienza, anche perché voleva che continuasse a parlare, ma si sentiva lo stesso in debito con Hugh e tutte le meravigliose emozioni che le aveva regalato fino a quel momento.
L'unica cosa che David si sentì di fare fu prendere un bel respiro profondo e lasciare che quella frecciatina gli scivolasse addosso: non poteva sprecare anche quell'occasione. “Ma quella cos'era?? Incertezza? Rassegnazione? Mia, non starai per caso cedendo?? Balla la samba mentalmente... Oddio, no, sto di nuovo parlando in terza persona!!”.
- Quando ho visto le tue prime foto con lui, beh... Ho pensato che non me ne importasse nulla... Ma poi la mia attenzione è caduta sulle vostre mani intrecciate... Sullo sguardo con cui ti stava guardando... Sul sorriso bellissimo che avevi tu... E mi sono incazzo... Chiedi a Lexi!! Sono corso qui ed ero fuori di testa, perché volevo esserci io al suo posto!! Volevo essere io a farti sorridere così!! Non un tipo sbucato fuori dal nulla che non sa un cazzo di te!! Dimmi: sa che hai paura dei ragni?! Che non sopporti quando la gente ti parla senza guardarti negli occhi?! Che quando non riesci a disegnare, ti metti ad ascoltare Ed Sheeran anche se non lo ammetteresti nemmeno sotto tortura?! Lo sa che da piccola venivi da me, quando quel bulletto a scuola ti diceva che eri strana?
Avrebbe tanto voluto che stesse zitto, che non dicesse nessuna di quelle verità che le stava mettendo sotto gli occhi, non voleva che le facesse capire come anche lei avesse sempre saputo che a Hugh mancasse qualcosa. Ma non qualche qualità o qualche dote particolare, semplicemente non era David. Mia non voleva sentirlo, perché quello avrebbe complicato ogni cosa ed avrebbe fatto tremare tutto il suo mondo.
- Io ti amo Mia e ti ho sempre amata... C'ho solo messo diciannove fottutissimi anni per capirlo... Ma ora sono qui e ci sarò per sempre...
Quando le prime lacrime scesero sulla sua guancia, mischiandosi con i capelli che le nascondevano il volto, Mia non si stupì: le stava aspettando e sapeva che presto sarebbero arrivate. Aveva passato la sua vita a far finta di nulla, che quel ragazzino impertinente, spocchioso ed estremamente carino, nonché fratello della sua migliore amica, fosse la persona più lontana da lei sulla faccia della terra. Aveva sprecato così tante energie nell'auto-convincersi di non poter provare nulla di più per lui che non fosse insofferenza e nervosismo, ma la realtà era che si sentiva attratta da David come le calamite a forma di cuore, sul frigo della cucina. Lo sapeva da quel primo San Valentino di undici anni prima: Lexi si era appena presa da qualche mese la sua epocale cotta per Lucas ed anche quel pomeriggio stavano parlando di lui e di come avesse regalato dei cioccolatini a Brittany, senza ricevere il bigliettino che Lexi gli aveva lasciato sul banco e che il suo amico Andy aveva gettato nel cestino. In quel momento era entrato nella sua cameretta, senza bussare, David e aveva detto ad entrambe che erano delle sciocche a sperare che uno così fosse il ragazzo giusto per loro e che dovevano aspirare a qualcuno di meglio, qualcuno che le facesse sentire importanti ogni giorno. Poi se ne era andato, sbattendo la porta e comportandosi come se nulla fosse successo. Solo con il passare degli anni, Mia aveva capito che quella frecciatina era indirizzata a lei e che quello era stato uno dei rari momenti in cui aveva potuto vedere il vero David: quello premuroso, che combatteva per ciò che amava e che sapeva anche ragionare. Ma non aveva dato ascolto a quella vocina nella sua testa che le diceva come, forse, il fratello della sua migliore amica fosse quello giusto per lei e non l'aveva fatto molte altre volte, nel corso degli anni, specialmente quando, per qualche caso del destino, si ritrovavano solo loro due a parlare, spogliandosi quasi involontariamente di ogni maschera che indossavano. E non le aveva dato retta nemmeno due mesi prima, appena dopo il ricovero di Lexi, quando lui l'aveva rincorsa fuori, in corridoio, per accertarsi di come stesse. Avevano parlato ed erano di nuovo solo loro due: Mia e David. Nessun ruolo da rivestire, nessuna bugia. Solo loro due. Poi era arrivato Hugh e tutto si era fatto più complicato, facendole credere che lui fosse la persona giusta con cui creare un futuro, almeno nell'immediato, e ne era ancora convinta, nonostante quelle lacrime che le rigavano il volto.
David si sarebbe aspettato qualsiasi reazione, ma non quel pianto sommesso che lo stava letteralmente distruggendo. Voleva abbracciarla, dirle che sarebbe andato tutto bene, che lui era lì, ora, ma qualcosa, nella sua testa, gli diceva che fosse meglio starle lontano e lasciare che si sfogasse.
Alzò la testa per osservare quel ragazzo che era sempre stato parte della sua vita ma che solo in quel momento aveva deciso di metterla sotto sopra, come un uragano d'estate sulle coste di Miami, lasciando che il nero, del mascara colato, si fondesse con il blu, delle punte dei suoi capelli appiccicati al volto. Le aveva detto che l'amava e che ci sarebbe sempre stato per lei: ma avrebbe aspettato tutto il tempo che Mia avrebbe impiegato per capire che cosa stesse succedendo e che cosa volesse veramente dalla sua vita? E Mia era pronta per mettere tutto in discussione e rischiare di perdersi nel caos dei suoi sentimenti, senza, questa volta, avere Lexi al suo fianco a farle da guida?
Gli occhi di David la guardavano preoccupati ma con una sicurezza di ciò che le aveva appena detto che la fecero sentire protetta.
- Dammi solo un po' di tempo...
David rimase a bocca aperta, un po' per la consapevolezza di aver fatto breccia nel muro che Mia aveva costruito attorno al suo cuore per non permettergli di entrare e un po' per la sorpresa nel sentire quelle parole: ci avrebbe pensato, ma non era detto che avrebbe scelto lui, alla fine.
- Tutto il tempo che vuoi... Io sono qui... Ti aspetto...
L'amore che riconobbe nelle note della sua voce, in quell'aprire le braccia per accoglierla in un abbraccio che si accorse di desiderare con tutta sé stessa, quel celeste liquido carico di promesse e di aspettative, fecero crollare Mia definitivamente. Fu costretta a prendere la borsa e correre fuori da quella stanza, lungo i corridoi, nel parcheggio, senza fermarsi fino a quando non fu nella sua auto. Se solo fosse rimasta un secondo di più lì dentro sarebbe finita tra quelle braccia forti e tutto sarebbe finito: non avrebbe ragionato, avrebbe agito d'impulso e, benché l'avesse fatto per tutta una vita, quella volta non poteva permetterselo. Amava entrambi, non c'erano dubbi: doveva solo capire senza chi non poteva continuare a vivere.




16th October 2013


La mente di Lexi stava ancora scansionando le parole che David aveva detto, forse più a sé stesso che a lei, dopo che Mia se ne era andata via, piangendo: “Aspetterò anche per sempre...”.
Lexi credeva di sapere che cosa significasse aspettare qualcuno per sempre, dato che lei aveva speso gli ultimi undici anni della sua esistenza ad attendere qualcuno che non si era mai nemmeno accorto della sua presenza sulla superficie terrestre. Ma quando aveva sentito quelle parole uscire dalla bocca di David aveva capito che possedevano tutto un altro significato, estremamente lontano da quello che lei vi aveva sempre attribuito. Ciò che David intendeva, andava oltre quello che ogni persona non innamorata avrebbe mai potuto concepire: implicava un'attesa nonostante tutto, nonostante le brutte giornate o i momenti di sconforto; implicava un aspettare anche quando la vita dava tutte le possibilità di andare avanti; implicava attendere non solo con il pensiero sempre puntato sull'altra persona, ma soprattutto con il cuore... Implicava che, prima o poi, la metà della mela sarebbe arrivata e tutto avrebbe trovato il proprio posto.
Mentre per lei non era stato così.
Quegli undici anni li aveva spesi sognando epocali incroci di sguardi che non erano mai avvenuti, immaginando primi baci che non potevano esistere neanche nel mondo delle fiabe, ancorandosi al ricordo di qualcosa che non c'era mai stato. Perché lei, con Lucas, non aveva condiviso nulla se non la stessa aria durante le lezioni a scuola o lo stesso fuso orario, quando non era in giro ad esibirsi per il mondo. Lexi non era mai stata sotto la stessa luce di Lucas, non avrebbe mai potuto dire di possedere un momento in cui le loro vite si erano realmente incrociate e che sarebbe potuto essere l'inizio di tutto. Fino al giorno della premieré. Fino a quell'incidente che le aveva cambiato la vita.
“Ho sperato così tanto che Lucas fosse il ragazzo giusto per me, convinta di amarlo, da non rendermi mai conto di che cosa sia il vero amore... Poi, un giorno, entra mio fratello nella mia camera d'ospedale e dice tutte le cose che io avrei voluto sentirmi dire in un'intera vita... E la mia migliore amica si mette a piangere perché, insomma, ammettiamolo: anche lei è pazza di lui... Le loro vite si sono incrociate davvero, perché hanno parlato, hanno condiviso qualcosa insieme... E se ora sarà destino, allora vivranno una favolosa storia d'amore, e se non dovesse andare così... Beh: pazienza! Ma almeno ci hanno provato... Io invece... Io pensavo di sapere che cosa fosse l'amore e che cosa volesse dire aspettare qualcuno per sempre, invece non ho fatto altro che escludermi qualsiasi possibilità di scoprirlo davvero...”.
Ma Lexi non poteva sapere che spesso, in amore, non bisognava per forza essere in coppia ad aspettare per sempre: bastava che uno dei due lo facesse e che l'altro, al momento giusto, si desse la possibilità di vedere tutto quello che l'altra persona aveva fatto per lui. Ed ormai era indubbio che Nate stesse aspettando da tanto, troppo tempo, di parlare con lei.




24th October 2013


- E così, piccola... Ah, a proposito: torniamo tra sette giorni!! Non vedo l'ora! Il tour qui è stato assolutamente pazzesco, però ho una voglia matta di rivedere il mio letto, riabbracciare Theo, il mio meraviglioso nipotino e, soprattutto, di stringere la tua mano... No, non prendermi per pazzo, è solo che ci stavo pensando giusto questa mattina: è più di un mese che non ti vedo di persona e mi manca sentire le tue dita tra le mie... Mi facevano capire che esisti davvero... Non che tu non esista, non era questo quello che volevo dire... Cazzo, ma perché ogni volta che cerco di fare un discorso serio, finisco sempre per dire delle stupidate colossali?!
“Perché sei tenero fuori dalle maniere ed io sto cominciando a ragionare come un'adolescente alla sua prima cotta, aiuto! Qualcuno mi salvi!!”.
Ogni volta che riuscivano a collegarsi via Skype, Lexi e Nate creavano il loro mondo personale: lui le raccontava letteralmente di tutto e lei cercava di farsi sentire presente con la sua frequenza cardiaca, per quanto poco le fosse possibile. Tutto il resto spariva ed ogni interferenza da parte di qualcuno (ormai Nate doveva nascondersi nei luoghi più improbabili per non essere rintracciato da uno dei quattro energumeni, anzi, tre, perché Lucas non aveva mai insistito per parlare con lei), diventasse motivo di stizza per entrambi. Volevano rimanere loro due e basta, tutto il resto era solo d'impiccio.
Ma quel giorno, Lexi doveva fare la risonanza magnetica settimanale per controllare lo stato di riassorbimento dell'ematoma, così Sarah entrò nella stanza senza farsi troppi problemi e si sporse davanti lo schermo per annunciare la sua apparizione anche a Nate.
- Buongiorno biondino! Come va oggi?
- Ciao Sarah! Bene, grazie... Te?
- Non c'è male, dai... Dove ti esibirai tra un po'?
- Oggi siamo di nuovo a Sidney, per il secondo concerto di fila qui... Ne mancano pochi, prima che possa tornare a casa.
- Ah sì?? E quando dovresti tornare? Che così mi faccio dare il turno di notte, in caso volessi fare qualche altra improvvisata...
Nate rise, osservando la faccia complice della donna che lo scrutava dall'altra parte dello schermo: se la ricordava anche lui, quella notte. Era stata una vera pazzia presentarsi alle due del mattino, appena tornato dall'America, con una faccia da invasato, sperando di poter vedere Lexi, ma fortunatamente aveva incontrato Sarah, che aveva  letto nei suoi occhi la sua esigenza e le sue buone intenzioni. Ancora non credeva a tutte le pazzie che aveva fatto e che stava facendo per quella ragazza con cui non aveva mai neanche parlato, eppure gli sembra tutto assolutamente normale se si trattava di Lexi.
- No, no prometto di venire ad un orario decente, questa volta... Anche se non vedo l'ora di stringere la sua mano tra le mie...
Sapeva che quelle cose potevano suonare piuttosto smielate alle orecchie di chiunque, ma sapeva anche che di Sarah si poteva fidare, specialmente perché aveva come l'impressione che lei sapesse molto più di quanto lasciava intendere. Era stata lei , la prima a dirgli qualche parola di supporto per convincerlo a parlare con Lexi ed era sempre lei che lo aiutava a mantenersi in contatto con la ragazza anche quando Mia non poteva.
- Credo che ne senta la mancanza anche lei... Qui, come al solito, sono tutti troppo convinti che bastino le parole per farle sapere che sono presenti ma, alle volte, una stretta di mano o un bacio sulla fronte sono molto più di un intero poema in rima...
“Sai Sarah: comincio a credere che tu abbia ragione... Se ripenso a tutto il tempo che ho trascorso qui le cose che più mi sono rimaste impresse, oltre alla canzone di Nate e alla prima visita dei ragazzi, sono state le carezze e i baci che mi lasciavano quelli che venivano a trovarmi... Era come avere un contatto vero, più profondo e sincero con loro... E beh, le labbra di Nate sono una cosa stupenda...”.
Improvvisamente il cuore di Lexi fece un balzo e tutti se ne accorso, tanto che Sarah non poté trattenersi dal ridacchiare sommessamente: se sul serio Lexi poteva sentire e percepire tutto, come sostenevano i medici e come lei sperava, allora quella ragazza si era presa un'enorme cotta per il bel cantante irlandese dal sorriso allegro e, senza ombra di dubbio, il sentimento era più che ricambiato.
- Va bene... Credo sia ora di andare... Tornerò tra un po' per portarla a fare la risonanza.
Detto questo, uscì di nuovo dalla stanza stando ben attenta a chiudere la porta, dato che era capitato spesso che qualche fan si infiltrasse nel reparto per andare a trovare Lexi e sperare di trovarci qualcuno dei ragazzi. Era una situazione piuttosto surreale, ad essere sinceri e Sarah era abbastanza preoccupata di come Lexi avrebbe affrontato tutto quello, una volta svegliata. Nonostante tutto, però, sperava tantissimo che quel momento arrivasse il prima possibile.

 
     
Hi sweethearts!
Mi ero detta: ma sì, pubblichiamo tre capitoletti assieme dato che non sono lunghissimi... Solo che mi sono accorta dopo che genere di fardello emotivo si portasse dietro il primo! Sorry ** Ammetto che, mentre scrivevo questa storia, ho cominciato ad affezionarmi davvero troppo a qualsiasi personaggio e scrivere questa scena tra David e Mia è stata quasi una liberazione... Spero davvero che vi abbia trasmesso almeno un po' del sollievo provato da David nel confessarsi e un pizzico dello stravolgimento che ha sconvolto Mia ^^
Per quanto riguarda Lexi, lei è sempre intenta nelle sue elucubrazioni mentali circa il significato della vita e dell'amore e dei massimi sistemi del mondo... Fortuna che c'è Nate a tenerla con i piedi per terra. Ma per quanto ancora?
Spoiler: preparatevi al primo terremoto.
Grazie a chiunque legga questa storia e a chi dona un po' del suo tempo per recensirla: siete speciali **
Lots Of Love xx
  
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