Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    12/04/2017    1 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 61 – Brutte notizie




Si prende del tempo, Pitch. Tempo che forse non ha, ma che gli serve comunque per radunare e rimettere ordine nei suoi ricordi sparsi. Sono tutti lì, ora; premono insistenti nella sua mente, sembrano decisi a uscire, infine, dopo tanto tempo segregati nell’oscurità. I ricordi di Pitch somigliano molto al loro proprietario, dopo tutto: un confuso ammasso fuligginoso alla ricerca di un ordine e di un poco di luce.


Piano, a bassa voce, Pitch inizia a farli uscire, dar loro la luce che cercano, un poco d’aria e di libertà. Racconta, cercando di non tralasciare nulla, nonostante alcuni di loro facciano ancora male. È giusto così, in fondo; che lei conosca ciò che è stato e che non è più possibile cambiare. Passato.


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Ore intere sono state necessarie per portare a compimento il compito di narrarle gran parte di quanto accaduto fino a quel momento. Ora lei sa e non c’è altro che possa fare, al momento, a parte osservare le sagome degli alberi secolari, ancora visibili nonostante il crepuscolo sia già giunto. I suoi occhi si attardano ancora sulla bruma che inizia a sollevarsi dal terreno umido; c’è un velo di tristezza, nel fondo, che non ha la forza di scacciare, proprio come non trova la forza per muoversi da lì, nonostante sappia di doverlo fare. Sospira.


Labbra, morbide e tiepide, si posano gentili sul suo zigomo appuntito. Odore di foglie secche e resina, il profumo del vento greve di pioggia. L’umidore improvviso di una lacrima che rotola fino al suo volto dall’incarnato quasi spettrale.


«Ti voglio bene anch’io, papà» soffia sulla sua guancia la bassa voce di Emily Jane.



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Emily Jane e Pitch sono accoccolati l’uno all’altra, intenti a confortarsi a vicenda, al riparo dal freddo della notte sotto un grosso tronco cavo, quando un’abbagliante luce mette per un momento in fuga il buio tutto intorno.


Pitch spalanca gli occhi, sorpreso e agitato, e avvolge più strettamente la figlia fra le braccia, scrutando attento il bagliore che lentamente si affievolisce, fino a scomparire del tutto. Ciò che rimane è Akh, le grandi ali blu spiegate al cielo e ancora frementi.


Quando lo spirito della Luce solleva il volto verso di lui, Pitch si irrigidisce, notando l’angoscia visibile nei suoi lineamenti eternamente giovani già da quella distanza.


«Che cosa succede?» lo interroga Pitch senza preamboli.


Akh, invece di rispondere immediatamente, fa qualche incerto passo avanti. I suoi occhi blu, fissi su di lui, riescono a inquietarlo come poche cose al mondo.


Spazientito dal prolungato silenzio, infine prorompe «Akh, dimmi cosa sta succedendo. Adesso» ordina.


Le labbra di Akh fremono brevemente, prima di socchiudersi incerte e permettere a una voce stranamente roca di scorrere liberamente.


«È… scomparsa, Pitch».


Pitch aggrotta le sopracciglia, confuso. «Di cosa parli?».


«Katherine. È scomparsa. Svanita, nel nulla. Non sono riuscito a ritrovarne le tracce». Akh lo scruta, incerto. «Pitch?» sussurra, preoccupato dal pallore cadaverico assunto dal suo viso.


«Sc-scomparsa? Ma… come…?» incespica Pitch.


Cauto, Akh si accosta all’altro, accovacciandosi al suo fianco.


«Sono stato a casa sua, ma non c’era. Ho scoperto che sua nonna ne ha denunciato la scomparsa due giorni fa. Ma pare che nessuno l’abbia vista né sappia dove possa essere. Non riesco a sentirla, Pitch. Potrebbe…».


«Non dirlo!» ringhia Pitch, afferrando malamente la sua blusa e strattonandolo a sé. Scuote la testa, nel tentativo di schiarirsi le idee. «Devo trovarla» riflette a voce alta. Poi lo fissa duramente negli occhi e digrigna i denti, arrabbiato. «E tu vieni con me» comanda.


«D’accordo» soffia Akh, per nulla intenzionato a contraddirlo; non in un momento simile.


«Verrò anch’io con voi» si intromette la voce risoluta di Emily Jane, inducendo i due spiriti a voltarsi verso di lei.


«Non sono certo sia una buona idea» tentenna Pitch, nervoso.


«Forse no» sogghigna lei «ma non è che tu abbia poi molte alternative».


Pitch assottiglia pericolosamente lo sguardo, poi sbuffa, seccato.


«Molto bene» sputa, pensando l’esatto contrario. «Ma fai in modo di non intralciarmi mai. Altrimenti, figlia o non figlia, sarà mia premura fartene pentire amaramente».


Emily Jane abbozza un sorriso e annuisce. «Messaggio ricevuto. Posso assicurarti che non ho alcun desiderio di darti problemi».


«Andiamo, allora» si affretta, sempre più nervoso. «Akh!» sbotta, guardandosi attorno senza riuscire a trovarlo. «Ma perché diavolo sparisce sempre in questo modo?» si lagna, strappando inconsapevolmente un sorriso alla figlia.


«Sono qui. Arrivo subito» annuncia Akh, planando leggero sopra le loro teste e toccando terra proprio di fronte agli altri due.


«Odio che tu sparisca in questo modo» bercia Pitch, infastidito.


«Sei solo invidioso perché io posso permettermelo» lo apostrofa Akh, guadagnandosi un’occhiata truce da Pitch.


«Muoviamoci» sibila, drammaticamente a corto di pazienza e di tempo.


Afferra saldamente un braccio dello spirito della Luce e fa impazientemente segno a Emily Jane di fare altrettanto, poi pianta gli occhi in quelli interdetti di Akh.


«Adesso» ordina.


Il terzetto svanisce dal regno di Madre Natura in uno sfolgorio di luce dorata, lasciandosi indietro solo il buio della notte e il suo silenzio ovattato.



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Akh li ha condotti fino al parco, il medesimo luogo nel quale ha incontrato per la prima volta l’ex Nightmare King. Un buon posto, a suo avviso, da cui partire per le ricerche. Tuttavia Pitch non sembra propriamente dello stesso avviso: non appare infatti per nulla interessato a quel luogo; il tempo di ambientarsi e subito riprende la strada, camminando veloce senza degnare d’un ulteriore sguardo ciò che lo circonda.


«Pitch, dove stiamo andando?» chiede a quel punto Akh, volandogli a fianco.


«A cercare Katherine, mi pare ovvio» sbotta Pitch senza accennare a rallentare il passo.


«Sì, ma…» ritenta, incerto.


«Chiudi il becco» sibila per tutta risposta, affatto intenzionato a fornire ulteriori dettagli.


Akh sbuffa, scocciato, ma decide di rimanere in silenzio, almeno per il momento.


Improvvisamente, nel bel mezzo di una strada a prima vista identica a qualunque altra, Pitch si blocca e lì rimane. Sembra occupato ad ascoltare qualcosa, ma deve trattarsi di un qualcosa che è in grado di udire solo lui, dato che né Akh né Emily Jane sembrano avvertire nulla di particolare.


In realtà non sono le orecchie di Pitch a sentire, ma si tratta nuovamente di quella curiosa capacità di individuare la strana luminosità azzurra che rappresenta, almeno nella sua testa, l’anima della bambina. Questa volta, tuttavia, è stato molto più difficile ritrovarla ed è inoltre preoccupantemente più fioca e tremolante, come la fiammella di una candela in mezzo al vento.


«Akh» bisbiglia d’un tratto Pitch.


L’interpellato si avvicina, suo malgrado incuriosito.


«Dimmi».


«L’ho trovata» annuncia Pitch.


Ma il suo tono è tutt’altro che esultante; sembra, al contrario, spaventato.


«Beh, bene, no?» offre incerto Akh. «Dove si trova?».


«Nella foresta» risponde Pitch con un filo di voce.



"Ho cercato di non barcollare; ho fatto passi falsi lungo il cammino. Ma ho imparato che solo dopo aver scalato una grande collina, uno scopre che ci sono molte altre colline da scalare. Mi sono preso un momento per ammirare il panorama glorioso che mi circondava, per dare un’occhiata da dove ero venuto. Ma posso riposarmi solo un momento, perché con la libertà arrivano le responsabilità e non voglio indugiare, il mio lungo cammino non è finito." (Nelson Mandela)


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"La mia famiglia è la mia forza e la mia debolezza." (Aishwarya Rai).


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"Avere paura è una delle tante naturali funzioni umane, come respirare. È come si reagisce alla paura quello che veramente conta. Può perdere la testa, nascondersi sotto il letto oppure controllare le emozioni e ragionare." (The Twilight Zone)


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"Le ombre celano un'oscurità in cui dimora un potere malvagio." (The Legend of Zelda: Twilight Princess)






  
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