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Autore: Wolverine00    13/04/2017    0 recensioni
TRADUZIONE! Fanfiction di: ChloeRhiannonX
In un futuro dove i robot vengono utilizzati come domestici solo una ragazza non riesce a sopportarli. Courtney odia i robot per il modo in cui le hanno rovinato la vita. Tuttavia, intenzionata a rivivere una vita come quella di prima, incontra un nuovo ragazzo a scuola, il quale custodisce il più oscuro e profondo segreto.
Presa da: Fanfiction.net
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Capitolo 1: I robot

Le mattinate erano le peggiori. O, almeno così credevo, fino all'arrivo delle notte. D'allora la notte diventava la peggiore. Era stata la solitudine a farmi capire che non c'era nessun'altro là fuori. Mi sentivo intrappolata in un'insignificante routine che mi avrebbe accompagnato per il resto della mia vita. Nessuno avrebbe mai capito quello che avevo passato e come mi sentivo adesso.
"Buongiorno, signorina." Le tende si aprirono colorando le mie palpebre di una strana sfumatura. Non volevo aprire gli occhi per vedere quella... cosa. "Fuori è una splendida giornata, signorina."
"Beh, non potrebbe esserci una splendida giornata dentro casa, no?" Mormorai in risposta, sapendo che mi avrebbe sentito. Udito super-sensibile. Aprii gli occhi, vedendo il sorriso sulla sua faccia attraverso le ciglia. Era la faccia che lo rendeva così realistico. Se non ne avesse una non sarebbe altro che un'altro ammasso di ferraglia con cui convivere. Ma non sono più riuscita a sopportarli dopo quello che è accaduto.
" La signora vorrebbe sapere se ha intenzione di andare a scuola oggi, signorina." A quelle parole sbattei le palpebre, paralizzata. Non sono più andata a scuola da quando è successo. Non volevo vedere nessuno dopo che la notizia ormai era su tutti i giornali. Ovviamente tutti ne avevano almeno sentito parlare e sapevano che ero coinvolta. Io ero li, quando ci fu l'incidente. Ero in quell'auto. Io sarei dovuta morire, non Trent.
"Signorina?" Provai a volgere lo sguardo verso quella dannata cosa, ma ormai la mia vista era offuscata dalle mie stesse lacrime. Capita ogni volta in cui ci penso. Erano passati solo tre mesi. Tre mesi in cui non ho fatto altro che stare a letto piangendo, soffocata dai sensi di colpa. 
"Dille di sì, ci andrò" I robot non percepiscono le emozioni. Non provano quello che provano gli umani. Ed è perchè Giorgio non capirà mai come mai piango così tanto. Lui è sempre stato li per me. Ogni giorno perchè i miei genitori non potrebbero mai togliere tanto tempo al lavoro. Lo fecero, per la prima settimana, ma dopo dovettero tornare al loro impiego. Diversamente da me che avevo dieci giorni di scuola da buttare prima che cominciassero a farsi domande su di me. Mia madre provò a parlarne, spiegargli quanto stessi soffrendo, ma non la ascoltarono e per dieci settimane sono rimasta a casa senza un apparente motivo. Il che è stupido perchè tutti sapevano per certo dove fossi e il mio reddito scolastico ne risentì, il che avrebbe dovuto preoccuparmi, ma non lo fece. Non mi importava più di nulla ormai. 
Il primo anno è sempre il più difficile e il miei genitori me lo hanno costantemente ricordato. Non che mi aspettassi che tutto diventasse più facile, ma speravo di poter ricominciare una nuova vita, di voltare pagina, dopo il primo anniversario.
Ancora nove mesi.
Giorgio non stette nella mia stanza per molto. Non so neanche perchè mia madre lo faccia stare anche solo in casa. Lo odio. Non mi è mai piaciuto. Aveva l'abitudine di guardarmi quando ero piccola. I miei genitori lo comprarono dopo il mio sesto compleanno, era la mia babysitter inizialmente. Era programmato per pulire e cucinare. Era l'aggeggio ideale da avere per casa, con due adulti impegnati nel lavoro sette giorni su sette e una bambina occupata con la scuola la maggior parte del tempo.
Ma entrambi i miei genitori sanno quello che accadde quel giorno. E sanno anche che il mio odio per i robot non ha fatto che crescere. I robot sono stupidi e inutili, ma sono anche la ragione del mio amore per la nostra storia. Sapevate che nel passato le case non avevano nemmeno un modello standard di XP 2057? E' difficile da credere, lo so. Avevamo un XP 2045, ma non ricordo di aver mai vissuto senza di loro. Ormai ogni casa possiede un robot e quando un modello passa di moda, ne esce subito un altro. Ne creano sempre di nuovi, ma non li mettono mai in saldo. Ci sono sempre errori e bug.  Penso ci siano errori anche con il modello XP 2057...
Mio padre, al contrario, dice che sono solo sciocchezze: 'Non c'è nessun problema con il modello XP 2057! Sono il top!' , ma io non ne sono molto convinta. Mia madre, invece, è d'accordo con lui, come al solito, dicendomi che dovrei concentrarmi su altro e non su cosa passa per la mente di un robot. Anche perchè, in realtà, non ne hanno una.
Quando ormai fui pronta per prendere l'autobus i miei erano già partiti da un pezzo. Eravamo solo io e Giorgio che stava preparando la colazione in cucina. Ero pronta per tornare, o almeno pretendevo di esserlo. Non sarei mai stata pronta per tornare alla mia vecchia vita. I miei amici avrebbero detto che capivano come mi sentivo, ma non era vero, nessuno capiva come mi sentissi davvero. Non ero altro che la ragazza che ha perso il ragazzo per uno stupido errore.
"Signorina." Sbattei le palpebre un pò di volte cercando di trattenere le lacrime e guardai Giorgio che teneva in mano un bauletto con il mio pranzo.
"Mangerò qualcosa a scuola." Dissi, senza guardare nella sua direzione, ma riuscii a intravedere l'altra mano che teneva una banconota da dieci dollari. Esitai per un momento, spostando lo sguardo sul suo viso. Nessuna emozione. Senza vita. Completamente. Il che era brutto da guardare così rivolsi nuovamente il mio sguardo al pavimento prendendo la banconota e uscii dalla porta d'ingresso sbattendola dietro di me. 
Mia madre mi dice sempre di non essere sgarbata, al contrario, di ringraziare sempre e di mostrarsi cortesi con i robot. Non ne ho mai capito il motivo. Perchè dovrei dare a quelle lattine vuote anche solo un briciolo del mio rispetto? In tutta la mia vita non hanno mai fatto niente di buono per me.
Aspettai alla fermata dell'autobus e mi appoggiai al palo pensando a Giorgio che cerca di guadagnarsi il mio rispetto. Sapevo che nessun studente si sarebbe presentato alla mia stessa fermata. Ero sempre da sola. Non volevo prendere l'autobus, ma non sono ancora in grado di mettere piede in un'auto dall'incidente e non ho intenzione di ricominciare ora. Gli autobus non erano molto meglio, ma devo andare a scuola in qualche modo e camminare per 24 miglia non è un'opzione saggia al momento.
"Courtney!" Una voce familiare mi chiamò appena misi piede nell'autobus. Mi sono mancati gli abbracci e i gossip della mia migliore amica Bridgette. Mi ha scritto molto negli ultimi tre mesi, ma non ho mai risposto. Il mio telefono è stato danneggiato dall'acqua, funziona ancora, ma cercavo di convincermi del contrario.
Mi sedetti sul sedile di fronte a Bridgette e al suo ragazzo, la quale si spostò per posizionarsi vicino a me. Fui soffocata da un suo abbraccio prima che cominciasse a riempirmi di domande e a dirmi quanto le fossi mancata in questi mesi. Insieme a lei molti altri nell'autobus fecero lo stesso e tutti cercando di non parlare di un'argomento del quale tutti avrebbero voluto discutere. Era palese dalle occhiate che ricevevo quando volgevo lo sguardo altrove. Questo è stato solo il tragitto per arrivare a scuola. Da questo potei prevedere che la giornata non sarebbe stata facile per me, così feci un respiro profondo e mi preparai per quello che sarebbe potuto succedere.
Niente avrebbe potuto prepararmi al mio ritorno a scuola senza lui al mio fianco. Trent è stato il mio tutto per così tanto tempo, ma non posso piangere, non qui, non ora. La scuola non era il posto in cui sarei scoppiata. L'ho fatto per le passate 12 settimane in camera mia ed è li che tornerò a farlo.
Bridgette era molto più protettiva nei miei confronti. Non mi lasciava mai, neanche quando Geoff provò a trattenerla in un bacio più appassionato dopo essere usciti dall'autobus. Si staccò dicendo che si sarebbero visti più tardi, tutto perchè non voleva lasciarmi da sola. Voglio bene a Bridgette. E' la mia migliore amica, lo è sempre stata dalla prima settimana di scuola quando avevamo cinque anni. Siamo sempre state unite, fianco a fianco.
Anche quando mi accompagnò alla prima lezione di storia, che per la cronaca è la mia materia preferita, i perenni sensi di colpa non mi abbandonarono. Rimanemmo lì, per un pò, davanti alla porta, io mentre fissavo il mio banco vuoto, rifiutandomi di guardare altrove nell'aula perchè sapevo che se lo avessi fatto il mio sguardo sarebbe caduto su un'altra sedia vuota, la sua. Dovevo assicurarmi di non pensare a lui adesso.
Ci prese un pò di tempo ma Bridgette riuscì a farmi sedere nel momento in cui suonò la campanella. Bridgette si sedette di fronte a me, ma io sapevo che questa si sarebbe rivelata una pessima giornata.
"Courtney, che piacere riaverti tra noi." Disse pacatamente il mio insegnante di storia Mr. Brooks. Il che era diverso dal suo atteggiamento usuale, un pò sfrenato, era anche il motivo per cui amavo le sue lezioni di storia. Era senza dubbio il mio insegnante preferito.
"Grazie" Mormorai, facendolo proseguire con la lezione. Non dissi: 'Sono contenta di essere tornata' come avrei dovuto perchè non lo ero. Non volevo tornare. Se non avessi i normali bisogni umani sarei rimasta volentieri nella mia camera per sempre. Avrei nascosto la mia faccia sotto le coperte per non mostrarmi più nuovamente al mondo, non c'è nient'altro che preferirei fare. Non ho più ragioni per continuare a vivere.
"Ehm... Scusami?" Mi girai verso destra istintivamente, immaginando Trent accanto a me, come sarebbe dovuto essere, ma non c'era. Al suo posto non c'era uno sguardo pieno rancore come ci sarebbe dovuto essere. "Stavi almeno ascoltando?" Al suo posto c'erano due bellissimi occhi celesti che catturarono la mia attenzione per poi non lasciarla più andare. "Fantastico, il mio primo partner ed è apparentemente un'idiota."
"Scusami?!" Risposi irritata a quel commento. 
"Ascoltami, tesoro, posso capire che questo è il tuo primo giorno dopo una lunga assenza, ma non ti converrebbe prestare più attenzione così il nostro progetto di storia non sarà un completo fallimento?" Disse. A quel punto avrei voluto solo urlargli contro e prendere a schiaffi quella sua faccia perfet-Sua cosa?!
"Vorrei farti sapere che sono la prima della classe. Ho studiato l'intero libro e lo conosco come il il palmo della mia mano, idiota. So benissimo quello che sto facendo quindi smattila e cerca di capire cosa dobbiamo fare." Ovvio che non stavo mostrando attenzione, ero troppo impegnata a non piangere. Da quello che quel cretino ha detto, ora siamo compagni per il progetto di storia. Mi girai verso Bridgette, ma lei stava chiacchierando animatamente con la sua compagna per il progetto, così riportai la mia attenzione sul ragazzo di fianco a me, il quale si era appropriato del posto di Trent. Aveva un sorrisetto stampato in faccia e un luccichio negli occhi mentre mi guardava come un cane guarda la sua cena. E intanto storia perdeva il primato nella lista delle materie preferite.

Angolo Traduttrice: Hey! Spero vi sia piaciuta! Ripeto, la storia non è mia, io mi sono limitata a tradurla. Spero vi piaccia perchè sarò felice di continuarla. :D 
Vi assicuro che già dai prossimi capitoli si farà più interessante. E' la prima FF che traduco/ scrivo quindi i consigli sono ben accetti. Enjoy :P
   
 
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