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Autore: Wolverine00    16/04/2017    0 recensioni
TRADUZIONE! Fanfiction di: ChloeRhiannonX
In un futuro dove i robot vengono utilizzati come domestici solo una ragazza non riesce a sopportarli. Courtney odia i robot per il modo in cui le hanno rovinato la vita. Tuttavia, intenzionata a rivivere una vita come quella di prima, incontra un nuovo ragazzo a scuola, il quale custodisce il più oscuro e profondo segreto.
Presa da: Fanfiction.net
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Ci ho provato. Davvero, ci ho provato. Tutto quello che volevo era piangere e provai a trattenermi fino a quando sarei tornata a casa. Volevo tenermi tutto dentro e non dare altri motivi per fare ulteriore gossip su di me. Ma appena la lezione di storia finì corsi disperatamente in bagno e scoppiai in un mare di lacrime. Era troppo. Solo appena prima della crisi in bagno ero in classe a lavorare al progetto di storia con il mio partner, al quale non ho rivolto la parola per tutta l'ora. Ce ne stavamo seduti li, leggendo, ognuno per conto proprio. Io cercando di non pensare al mio trauma e ai miei sensi di colpa. Ha funzionato... più o meno. Non era il ragazzo nuovo a infastidirmi. Era il fatto che si sedesse nel posto di Trent a mandarmi fuori di testa. Era l'unica sedia vuota della classe, lo sapevo. Le scelte erano due: la mia vita o la sua. E mentre io tornavo alla mia solita vita, Trent non poteva. Non più. Forse è stato quel pensiero a farmi piangere. Alla fine della seconda ora ricevetti un biglietto dalla psicologa della scuola dove chiedeva di vedermi dopo la quarta ora, durante l'ora di pranzo. La psicologa non era nulla che mi interessasse particolarmente al momento. Non ero nemmeno sicura di riuscire a parlare dell'incidente a qualcuno. Non ne ho parlato nemmeno con i medici all'ospedale, nemmeno alla polizia che cercava di ricavare delle informazioni utili. Dettagli che non riuscivo a dare. "Ti tengo il posto" mi disse Bridgette dandomi un piccolo abbraccio appena ci fermammo davanti all'ufficio della psicologa. Ha insistito tanto per accompagnarmi qui, ma ho rifiutato alla sua offerta di aspettarmi fuori dall'ufficio. Volevo andare da sola alla mensa, per stare un pò con me stessa. Ne avevo bisogno. Ero passata dallo stare isolata in camera mia per dodici settimane all'essere perennemente circondata da una folla di studenti. Guardai Bridgette voltare l'angolo prima di bussare alla porta e la psicologa non esitò all'invitarmi dentro. Una donna piuttosto giovane mi sorrideva da dietro una scrivania di vetro. Mi sembrava abbastanza familiare, dopotutto lavorava nella scuola da prima che arrivassi. Tutto di quella donna la faceva apparire come una persona dolce e gentile. Il suo ufficio era pulito, profumato e allo stesso tempo accogliente. I suoi biondi capelli corti e la sua camicia rosa erano perfetti, aveva un'aura rassicurante attorno a se. "Ciao, Courtney" Mi disse dolcemente. "Il mio nome è Laura e sono la psicologa della scuola. Come ti senti oggi?" Mi diede tutto il tempo per rispondere, non come facevano i miei genitori, ma non risposi lo stesso. "Il tuo dottore mi ha chiamato una settimana fa, poco dopo essere stata dimessa dall'ospedale. Mi ha chiesto di fissare un appuntamento con te appena possibile e sei tornata giusto oggi." Come se non fosse ovvio. Questo era il primo segno, pensava fossi pazza. "Come hai passato le ultime settimane?" "Bene." Mentii. "Bene? Ne sei sicura?" Mi chiese. "Si." "Non ne vuoi parlare? Di quello che è accaduto?" Mi fermai un momento per poi scuotere la testa. "Ne se sicura? Puoi dirmi tutto." "Quello che è accaduto quell-... quella notte è stat-" Cercai di dire, ma mi fermai per non dire qualcosa di cui mi sarei sicuramente pentita. "Non è stata colpa tua, Courtney" "Si invece, Trent avrebbe visto quel camion se io non- non lo avessi distratto." Risposi. "Non è vero. Quel camion stava sbandando. Non c'era modo di evitare che colpisse l'auto." Mi disse. "Ma avrebbe potuto frenare!" La mia voce cominciò a calare. "Se non mi fossi comportata come una stupida adolescente in preda agli ormoni Trent avrebbe frenato prima, avremmo schivato il camion e lui- lui sarebbe ancora qui." Le lacrime cominciarono a scendere ancora prima di accorgermi. Laura mi offrì una scatola di fazzoletti, ne presi uno e mi asciugai le lacrime. Non lo avevo mai ammesso prima, ma era la verità. Trent sarebbe ancora vivo se non mi fossi comportata come una stupida ragazzina. Avrebbe visto il camion, frenato e noi saremmo ancora insieme. "Non dovresti incolparti per quello che è accaduto. Era fuori dal tuo controllo." Non risposi. Non riuscii nemmeno ad annuire perchè dentro di me credevo ancora di essere responsabile. Invece mi alzai finendo di asciugarmi le lacrime e le chiesi di uscire. Laura non mi fermo. Prima di uscire diedi un'occhiata veloce allo specchio, i miei occhi non erano così male e potevo andare diretta alla mensa. Non ne avevo voglia, ma non volevo preoccupare Bridgette. La trovai in fretta. Era seduta in un tavolo con Geoff, alcuni sui amici della squadra di football e le loro ragazze cheerleader. Il solito gruppo... fatta eccezione per uno. Mi colpì il cuore vedere un posto vuoto, ma ci sarebbe sempre stato d'ora in poi. "Hey Court!" Mi chiamò DJ. "Hey Dj." Lo salutai dandogli un breve abbraccio. Era l'unica persona che riuscisse a tirarmi un pò su. E' il ragazzo più dolce che una persona possa incontrare, mai una cattiveria da dire. Un cuore d'oro. E appena mi sedetti al tavolo a parlare, mi accorsi che tutti avevano seguito il suo esempio. Nessuno mi tartassava più come sta mattina. Non che prima gli avessi permesso di infastidirmi, ma sapevo che non ci avrebbero più provato. Un brivido mi percorse tutta la schiena e seppi che qualcuno mi stava guardando. Provai a spostare il mio sguardo in giro per la stanza e fu immediatamente catturato dagli occhi azzurri del mio partner di storia. "Hey Katie." Chiesi alla ragazza di fronte a me. "Cosa sai dirmi di Mr. Cresta-verde laggiù?" Se c'era una persona sempre al corrente di tutto, quella era Katie Garcia. "Il tuo partner di storia?" Mi chiese, girandosi per guardarlo. Il suo sguardo ora era rivolto al suo telefono. "Si chiama Duncan Langielas, viene a scuola da circa nove-otto settimane e condivide con te almeno la metà dei corsi. Credo. Nessuno sa effettivamente qualcosa su di lui. E' uno che si impegna molto, ma non ha mai provato a iscriversi in una delle squadre e non si è fatto nemmeno un amico. E' un mistero." Annuii per mostrarle che avevo capito. Non mi interessava come persona, solo come partner di storia e come ragazzo con il quale avrei speso parte del mio tempo nelle successive settimane. Angolo traduttrice: Ho appena guardato l'anteprima del capitolo e viene tutto appiccicato. Non so come mai. Scusate il disagio, vedrò di risolvere il problema. Ma per adesso: Enjoy :D
   
 
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