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Autore: Lunaticalene    13/04/2017    1 recensioni
Cosa accadrebbe se una sera, per caso, Victor Nikiforov urtasse la spalla di una vecchietta e questa, anzichè prendere l'urto come una svista decidesse di insegnare al piccolo Zar una lezione davvero importante?
«Una fata non sarebbe così magnanima da concederti l'opportunità di imparare.»
« Imparare che cosa?» deglutisce, il sapore aspro e secco del gelo della steppa che si condensa all'interno della trachea.
« Che le apparenze sono capaci di nascondere anche la persona che più amiamo. Da questo momento l'amore della tua vita non sarà più al tuo fianco. Da adesso vivrà in un regno d'incanto e se tu desideri riaverlo dovrai trovarlo. Cercarlo. E forse perderlo di nuovo. »
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Michele Crispino, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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The Dark One

Come affondare in una vasca di mercurio. La stessa sensazione viscida e corrosiva, come se la pelle stessa venisse raschiata via dai muscoli e da quanto sostiene lo scheletro. Un moto di resistenza fino a quando non si cade. Scivolando in picchiata, ad occhi necessariamente chiusi, per contrastare il senso di nausea che atterra nel poco soffice “crack” che sottende un osso rotto o una costola incrinata.
Bestemmie, scambiate in un italiano colorito e un russo decisamente efficace prima di aprire gli occhi ai profumi e agli odori di una foresta impossibile. Foglie cadute a terra, nei colori eterni d'autunno e boccioli di primavera e bacche d'estate sui rami più bassi.
«...ma le fragole non crescono sugli alberi»
« Victor, santa pazienza. Ancora stai cercando una logica in tutto questo?» lo riprovare il cavaliere della Stella con indosso un'armatura nera come la notte e bordata d'argento.
« ...ma hai addosso il tuo costume dello short?» sbatte le palpebre il russo, mettendosi a sedere.
« Meglio un'armatura che quella giacchina rosa. Ma un costume più utile no? » rimbecca il cavaliere. Una stella d'argento brilla, circondata da ghirigori lungo la guancia sinistra di Michele, laddove la fata lo ha sfiorato. Sul corpo del Russo spicca la giacca del suo ultimo libero. Più preziosa nella stoffa e nelle rifiniture. Cosparsa di quelli che sembrano frammenti di stelle e cristalli. Talmente dorate le mostrine da apparire come tessute di quello stesso metallo prezioso. Comode le calzature che ricalcano un paio di pattini senza avere le lame al termine. Al dito brilla la fascia d'oro. Un sospiro, mentre scuote dai pantaloni scuri le foglie e comprende che a spezzarsi è stato solo il sottobosco e non lui.
« Bene...quindi dove andiamo? »
« Ihihihiihihih fossi in voi, da nessuna parte » una risata e quello che appare come il trillo di un diavolo imbevuto d'oro fluido. Sobbalzano, cavaliere e zar, voltandosi in direzione del niente. È Michele a cacciare un urlo e fare un passo indietro, trattenendo a stento l'equilibrio, quando le dita di un uomo dalla pelle colore dell'oro si muovono a sfiorare la guancia.
« Uhm. Un cavaliere delle fate. Non li sopporto. Non si può mai fare affari con voi. » occhi enormi che raccolgono Victor, che lo inglobano nello spalancarsi « Oh. Ma qui invece abbiamo qualcosa di interessante. Ti serve una mano per raggiungere il tuo amato, non è vero piccolo Zar? »
« In effetti non mi farebbe schifo un dsjdakhsjhdkajshda » la mano dell'italiano, guantata di cuoio si posa sulla bocca cesellata del russo.
« Non ci serve niente. E tu non aprire bocca con tutti quelli che incontri. Quante maledizioni ti servono per capirlo? »
« Una maledizione? Oh, capisco, Yaga è sempre così...fantasiosa. Ad ogni modo, Cavaliere, non andrete lontano senza il mio aiuto. Questa foresta è nata per ingannare chiunque vi si addentra senza sapere in che direzione andare e io posso indicarvi la giusta via »
« Ma se ci vuole fare un favore non lo possiamo ascoltare perchè » sbiascica il Russo, poggiando le dita contro il polso di Michele, per allontanare la sua mano dalle labbra.
« Perchè lui non fa favori ma chiede qualcosa in cambio. ASCOLTA ME, IMBECILLE »

« Poco ortodosso il vostro cavaliere. Se volete ve lo cambio. »
« Ehm...no. Davvero, va bene lui. Non è così male »
« Quanto sei idiota. »
« Ma se ho appena detto che mi vai bene. »
« ...Se avete finito io avrei un accordo da proporvi. »
« Noi non facciamo accordi con te Tremotino. »
« Conosci il mio nome. La tua fata deve averti educato davvero bene allora. Guardati intorno allora Cavaliere delle Fate. Pensi davvero di poter uscire da qui senza il mio aiuto? »
Lo sguardo di Michele vaga nella foresta, in cerca di qualcosa. Di un segno che gli permetta di orientarsi. Le labbra si increspano.
« Oh oh. Il cavaliere delle fate è in difficoltà a quanto vedo. Il mio aiuto è sempre valido al prezzo...del vostro anello piccolo Zar » una risatina, mentre lo sguardo azzurro del russo si spalanca e le dita corrono a stringersi contro la fascetta d'oro.
« Io...io questo non posso darvelo. Se non riesco più a trovare Yuuri è l'unica cosa che mi rimane di lui »
« Yuuri » il nome che viene masticato, come saggiato dalla lingua dell'uomo che schiocca poi contro il palato « dimmi anche il tuo nome Piccolo Zar. Il nome con cui il tuo amore ti chiama »
Non fa in tempo, il cavaliere, a fermare la lingua del russo. Con innocenza e sciocchezza pronuncia a chiare lettere il proprio nome « Victor. Il mio nome è Victor. »
« Victor. Che bel nome » commenta ridendo. « Lo accetto come pagamento del mio aiuto. Da qui in avanti non potrai mai più pronunciarlo. Nè il tuo nome né quello dell'uomo che ami » le braccia avvolte di pelle scricchiolano e tira mentre le solleva, in una mossa a metà tra la danza e l'improprio « Hai detto che il tuo anello ti è sufficiente a trovarlo no? E poi adesso avrai il mio aiuto. »
L'eco di cavalli al galoppo. « Oh. Sembra che abbiate visite. »
« Fermati Tremotino, lo hai ingannato! » replica Michele, sfoderando una spada che fino all'attimo prima non sembrava nemmeno possedere. Tenta di colpire ma l'aria è quello che incontra quando in uno sbuffo di fumo, la figura ridente scompare.
« Cazzo … » le labbra che si sforzano di pronunciare il nome del russo senza riuscirci « Favoloso imbecille di uno Zar. Ti sei fatto portare via il nome da Tremotino. »
« Io...ma adesso ha promesso di aiutarci ad uscire dalla foresta! » replica mordendo il labbro inferiore prima di allungare la mano, improvvisamente, verso la guancia di Michele. « Michele la stella » pigola piano. L'argento sembra volare via, sbiadire, regalando al posto dei decori una cicatrice nera e sottile.
« Significa che abbiamo meno tempo di prima di … Piccolo Zar. Spera che i cavalli che ci vengano incontro siano ciò per cui ti sei venduto il nome e non l'ennesima sfiga portata da questa foresta maledetta. »

   
 
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