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Autore: Arsax    13/04/2017    1 recensioni
Non sapevo come eravamo arrivati a questo, sapevo solo che faceva male. Molto male. Non riuscivo a sopportare tutto ciò. Era come se mille lame gelide mi trafiggessero il cuore, e non solo figurativamente.
Come si era arrivati fino a quel punto? Noi due, sotto il potente e scrosciante bacio della pioggia, aggrovigliati in una danza mortale. Piantai i miei occhi nei suoi e pensai che forse era il destino a volere tutte quelle cose. Tutto quel sangue e tutto quel dolore. Tutta quella morte.
Abbandonai la testa all'indietro guardando le nuvole nere sopra di me e lasciando che la pioggia lavasse via ogni mio dolore e che mi baciasse per l'ultima volta.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 7


Il mattino seguente, feci colazione col naso incollato nei registri dei due castelli. Da quando i miei genitori erano stati distrutti, zio Wilhelm aveva assunto il ruolo di reggente di entrambi i clan, ma non aveva apportato grandi modifiche.
Il clan Von Ziegler aveva parecchi fondi a disposizione, portati dalle tasse dei propri sudditi, cosa che non credevo si facesse, e dai vari investimenti in borsa, dei quali ci capivo ben poco. Il clan Vidrean, d'altro canto, riceveva ben poche tasse e attuava ancora meno investimenti.
Stavo cercando di capire quanti soldi trasferire al castello Vidrean, sorseggiando il mio cappuccino, quando zio Wilhelm entrò di corsa.
-Serena, devo parlarti urgentemente.
Congedò velocemente i servitori, per essere lontano da orecchie indiscrete. Fece cenno a me e ai miei genitori di avvicinarci e alla fine parlò.
-La gente inizia a pensare che tu non abbia ancora i canini.
Rimasi di ghiaccio. Come diavolo erano riusciti a capire che i miei canini erano ancora al sicuro e al caldo nelle mie gengive?
-I canini dei vampiri escono quando sono arrabbiati, affamati o eccitati. Ieri sera, quando hai minacciato Mirko, tutti hanno visto che eri parecchio arrabbiata, ma che i canini non c'erano!
-Sai chi può aver detto una cosa del genere?- chiese mio padre.
-Non lo so, però la cosa può essere molto svantaggiosa per noi. Potrebbe far sembrare Serena non credibile.- rispose mio zio.
Riflettei un momento, pensando ad una scappatoia. Era un bel problema, ma neanche poi così grande.
-Non dobbiamo fare niente.- affermai
-Cosa?- esclamarono sconcertati i miei familiari.
-Non faremo niente. Se dessi retta alle voci e mi alterassi, probabilmente mi chiederebbero una prova visiva e così capirebbero che questa diceria è fondata. Se non facessi assolutamente niente, tutti si dimenticherebbero di questa voce di corridoio e sicuramente si concentreranno su un'altra più nuova e succosa. Sono andata alle superiori e so come affrontare queste cose, tipiche delle bisbetiche pettegole.
-Però dobbiamo capire come mai sei così in ritardo.- affermò mio zio.
-Spero che mi spuntino presto, così potrò sembrare più credibile come vampiro. Invece, riguardo alla milizia- iniziai rivolgendomi a mio zio. -fate in modo che non si sappia molto. Quando i Lovinescu sapranno che ho riorganizzato l'esercito, saranno sorpresi, ma anche divertiti perché mi reputano un'incapace e una sprovveduta. Ho visto negli occhi di Ionut, di Lucian e di Stefan Lovinescu che lo pensano. Più mi sottovalutano, meglio è. Ora possiamo ritornare a questi dannati e incomprensibili registri, per favore?
Tutti ridacchiarono e continuarono ad aiutarmi. Mi ero mostrata forte e sicura, ma dentro di me tremavo. Se anche uno solo di loro avesse iniziato a reputarmi indegna di essere una sovrana, sarebbe stato un bel guaio. Zio Wilhelm era un angelo, ma non poteva fare miracoli e i miei genitori potevano fare ancora meno. Dovevo guadagnare punti su altri fronti e sperare che un altro pettegolezzo sostituisse quello riguardante i miei canini.

Tornati a casa, riprendemmo la vita di sempre, ma zio Wilhelm aggiunse qualche nuova disciplina per me.
-Devo imparare a suonare il piano e a cantare? E perché?- chiesi a bocca aperta.
Cantare era stato il mio sogno, ma ero stonata come una campana. Sarei riuscita a far inorridire persino un sordo.
-Perché ci possono essere occasioni nelle quali dovrai cantare e suonare il pianoforte. Non te l'ho insegnato in questo mese perché sapevo che non avresti dovuto fare nulla del genere, ma noi vogliamo arrivare preparati a tutto, no? Non dici sempre così?
Sospirai e annuii.
-Bene. Iniziamo col canto.
Zio Wilhelm si mise al piano e iniziò a suonare. La lezione andò molto peggio di quanto pensasse e io mi stavo vergognando da morire. Speravo che i vicini non chiamassero i vigili per "disturbo alla quiete pubblica".
-Non credevo che l'avrei mai detto, ma sei un disastro!
-Grazie per l'incoraggiamento, zio. So che faccio schifo e te l'avevo anche detto.- risposi incrociando le braccia al petto, imbarazzata più che mai.
-Hai la voce molto alta, ma tu vai troppo in alto. Prova a prendere questa.- suonò una nota e non la presi.
-Un po' più bassa.- disse suonandola di nuovo.
Cantai e riuscii a prenderla. Suonò un altra nota e presi anche quella. Continuammo così per tutta la lezione, fino a quando la mia voce non divenne roca e allora passammo al pianoforte. Dato che le mie dita erano lunghe e affusolate, riuscii a cavarmela molto meglio che col canto.
Finita la lezione, andai in pub per incontrare i miei amici e per cenare tutti insieme. Mi accolsero a braccia a aperte, come al solito, ma con un po' più di timore. Da quando avevano scoperto che ero la loro principessa, mi trattavano in modo diverso e a me questo non andava.
-Ragazzi, chiariamo una cosa. Quando non sono in veste di principessa, mi trattate come avete sempre fatto, mandandomi a quel paese e tutto il resto; quando sono in veste di principessa, mi trattate come dovete fare, chiaro?- dissi guardandoli uno per uno.
-D'accordo, brutta stronza.- rispose Erica, rompendo il ghiaccio.
Erica, Renzo, Marika e Simone erano vampiri, mentre Amanda, Dario e Francesco erano mezzosangue. Renzo e Amanda stavano insieme ed erano la prima coppia vampiro-mezzosangue.
-Quando ci sposeremo, la trasformerò in vampiro.- aveva detto Renzo, guardandola con dolcezza.
-E io vi do già il mio completo appoggio. Voglio portare avanti il progetto di mia madre e mio padre e far avere pari diritti ai mezzosangue.- affermai sorridendo e tutti i miei amici scoppiarono in un caloroso applauso.
-Sapevo che saresti diventata una buona principessa.- disse Erica stampandomi un bacio sulla guancia e io risi.
Era bello avere amici come loro, che mi avrebbero rispettato e appoggiato. In qualità di "ragazza comune" mi fidavo ciecamente di tutti loro, ma in qualità di principessa vampiro mi fidavo soltanto di Renzo ed Erica. Speravo vivamente che gli altri non mi avrebbero tradita nel momento del bisogno.

Passarono quasi tre mesi e riuscii ad incastrare alla perfezione i miei impegni da principessa vampiro con quelli di ragazza comune. Avevo trasferito i soldi sul conto dei Vidrean e avevo incaricato mio zio di occuparsi del rinnovo del castello, per riportarlo allo splendore originario e per l'organizzazione dell'esercito. Io intanto mi occupavo delle tenute dei Von Ziegler e mi preparavo mentalmente al mio primo incontro con il Consiglio.
Il Consiglio era un organo di governo che discuteva di politica, tasse e partecipava anche alle udienze in tribunale come giuria. Fino a quel momento c'erano due consigli dei quali facevo parte: quello Von Ziegler-Vidrean e quello Vidrean-Lovinescu; quest'ultimo si era riunito pochissime volte da quando i miei genitori erano morti.
Il Consiglio Vidrean-Lovinescu aveva richiesto di vedermi per questioni a me sconosciute e così avrei dovuto raggiungerli in Romania, nel cuore della Transilvania, nella quale si trovavano il castello Vidrean e il castello Lovinescu a poca distanza l'uno dall'altro. Ovviamente al mio fianco ci sarebbe stato zio Wilhelm, ormai nei panni di mio Consigliere, ma i miei genitori erano dovuti rimanere a casa.
-I mezzosangue non sono ben visti in Romania, non come lo sono nel regno dei Von Ziegler.- mi aveva spiegato mio padre.
Avevo scoperto che i Von Ziegler non regnavano solo in Austria, ma avevano un regno ben più ampio che comprendeva Austria, Svizzera, Italia, Germania, Danimarca, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Belgio, Slovenia, Croazia, parte della Polonia e parte della Francia.
Il regno dei Vidrean comprendeva la Romania dell'ovest, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovacchia, il sud della Polonia e l'Ucraina dell'ovest.
Il regno dei Lovinescu era composto da Romania dell'est, Moldavia, Ucraina dell'est e la parte restante della Polonia, che era la più grande.
Solo quando avevo scoperto precisamente la grandezza del mio regno, capii appieno perché Stefan mi aveva guardata come se fossi stata un dolce, la sera del gala.
Ero sull'aereo accanto a mio zio e stavo cercando di leggere un libro in rumeno con accanto il dizionario italiano-rumeno, quando zio Wilhelm mi disse di guardare fuori dal finestrino. Vidi montagne e foreste selvagge e incontaminate, con qualche piccolo paesino sparso qua e là. Sorvolammo brevemente Sighişoarae atterrammo all'aeroporto.
-Benvenuta in Romania, principessa.
Notai solo in quel momento che non ero mai stata nemmeno in Romania, nemmeno da neonata, e fui molto emozionata di trovarmi nella terra natia di mio padre, Marius Vidrean.
Uscimmo dall'aeroporto e anche lì trovammo una macchina lussuosa ad attenderci.
-Con i soldi che hai mandato, con le tasse nuovamente imposte e gli investimenti, il castello Vidrean sta ritornando al suo splendore originale.- annunciò orgoglioso zio Wilhelm, mentre l'autista caricava i bagagli in macchina.
-Non vedo l'ora di vedere il lavoro che hai fatto.- ammisi emozionata.
La macchina ci guidò attraverso un paesaggio meraviglioso e minaccioso. Se l'Austria mi aveva meravigliata, la Romania mi aveva stregata. Montagne appuntite, burroni profondi e foreste incontaminate dominavano su tutto.
-Ora passeremo davanti al castello dei Lovinescu. Ho chiesto all'autista di passarci davanti.- disse zio Wilhelm.
-Perché?
-Devi vederlo.- mi disse senza darmi spiegazioni.
Quando lo vidi, dall'altra parte del burrone che stavamo costeggiando, pensai che il castello dei Von Ziegler non fosse così minaccioso come mi era sembrato. Era completamente nero, tutto spigoli e guglie e nonostante fosse pieno pomeriggio e il sole estivo splendesse nel cielo, non rifletteva alcuna luce.Quello sì che era spaventoso. Mi vennero i brividi e mio zio mi posò la mano sulla mia.
-Da brividi, vero?- mi chiese zio Wilhelm e io annuii.
Quel castello rifletteva l'anima nera dei suoi padroni di casa e il sangue mi si ghiacciò nelle vene quando mi resi conto che il Consiglio si sarebbe riunito proprio lì.
Non staccai gli occhi dal castello fino a quando non fummo nuovamente inghiottiti dalla foresta. Dopo circa mezz'ora di viaggio, mi si presentò un altro castello molto meno minaccioso di quello dei Lovinescu, ma comunque impressionante. Era di un bianco marmoreo, bellissimo e anche questo era imponente. Era circondato dalla foresta, tranne che per la parte posteriore, nella quale si trovava un enorme giardino grande quasi come il parco Ruffini di Torino e che si affacciava su un burrone.
-E' bellissimo.- affermai guardandolo a bocca aperta.
-Aspetta di vedere l'interno.- disse passandomi la cartina del castello, che mi aveva preparato tempo prima sotto mio ordine.
Quando entrammo dall'enorme portone di pietra, rimasi meravigliata da tanta bellezza. C'erano quadri in ogni angolo che rappresentavano ogni membro della famiglia Vidrean, con sotto scritta data di nascita e di morte. C'erano Vidrean che erano vissuti per quasi un millennio e altri che erano vissuti appena cinquant'anni. Il colore rosso era il predominante in quel castello.
Zio Wilhelm mi mostrò camera mia e non appena posammo le valige, andammo a parlare col generale dell'esercito, che ci attendeva nella sala delle udienze. Quella era la stanza più minacciosa del castello. Era buia, cupa e il camino che riscaldava la stanza sembrava la bocca dell'Inferno.
-Principessa Serena, questo è il generale Andrei Sadoveanu. È stato scelto per addestrare la milizia dei Vidrean e presto andrà in Austria per valutare la milizia dei Von Ziegler.- lo presentò mio zio e questo si inchinò profondamente al mio cospetto.
-Sono lieto di fare la vostra conoscenza e sono onorato di essere stato scelto per addestrare e guidare il vostro esercito.- disse con pesante accento rumeno.
Apparentemente sembrava essere sulla quarantina, ma non seppi con certezza quale fosse la sua vera età. Aveva i capelli neri, naso dritto, occhi neri come una notte senza luna e la mandibola importante. Il fisico era asciutto e massiccio, tipico di un guerriero, e aveva innumerevoli cicatrici sparse qua e là.
-Come procede l'addestramento, generale Sadoveanu?- chiesi senza convenevoli inutili.
-Procede bene, ma siamo ancora troppo pochi e troppo deboli per riuscire a sostenere un attacco. Se posso chiedervi, come mai avete scelto di addestrare l'esercito?
-Per la difesa del regno. Siamo troppo vulnerabili ad un eventuale attacco da parte di chiunque e la cosa non mi piace affatto. Non voglio che ciò per il quale i miei antenati hanno combattuto vada perso, quindi ecco spiegato il motivo della mia decisione.- spiegai brevemente.
-Concordo appieno con voi, principessa Serena. Sono onorato di avervi finalmente conosciuta e noto con piacere che avete lo stesso spirito combattivo di vostro padre. So per certo che difenderete questo regno con coraggio e tenacia.
-Vi ringrazio per i vostri complimenti, generale Sadoveanu. Da quello che mio zio mi ha detto, state facendo un lavoro egregio. Non ruberò altro del vostro prezioso tempo, quindi vi lascio tornare al compito che vi è stato assegnato. Mi raccomando: siate discreto.
Si inchinò nuovamente e si congedò. Zio Wilhelm mi accompagnò nella mia stanza e mi disse che avevo un'ora per prepararmi, prima di partire per andare al castello Lovinescu. Mi aveva detto che dovevo vestirmi in modo piuttosto elegante e per tale motivo, aveva recuperato uno dei vestiti di mia madre. Era di un blu scuro, con ricami di pizzo neri, scollatura squadrata poco profonda e la gonna piuttosto stretta. Mi aiutò una domestica con i preparativi e un'ora dopo eravamo in viaggio verso il minaccioso e lugubre castello dei Lovinescu.

Se da fuori incuteva timore, dentro era spaventoso. Era molto buio, le finestre erano quasi perennemente coperte da pesanti tendaggi e mentre percorrevamo quei lunghi e intricati corridoi, ebbi una strana sensazione di déja-vu. Quei corridoi erano identici a quelli del mio sogno, nel quale Stefan Lovinescu mi aveva piantato un paletto nel petto in una stanza piena di specchi.
Zio Wilhelm dovette sentire la mia tensione, perché cercò di rassicurarmi in ogni modo possibile. Entrammo nella sala delle udienze e rimasi spiazzata dal vedere tutti quei vampiri chiacchierare allegramente mentre sorseggiavano del sangue. Erano circa una quindicina in tutto, esclusi me e Stefan, e notai che c'erano stati quasi tutti alla serata di gala. Scorsi Stefan Lovinescu, che mi riservò un enigmatico sorriso.
-Sono lieto di rivedervi, principessa Serena.- mi salutò Stefan baciandomi la mano. -Il viaggio è stato gradevole?
-Molto, vi ringrazio per l'interessamento.
-So che è la vostra prima volta, ma non sarà una riunione molto lunga e anche se non parlate rumeno, sono tutti d'accordo a parlare italiano.
-Siete stato davvero premuroso.- Sì, certo. Come no! -Apprezzo molto il vostro gesto.
-Direi che è venuto il momento di accomodarci.- disse Stefan mettendomi una mano sulla schiena e accompagnandomi ad una sedia posta a capotavola.
Mi aiutò a sedermi e prese posto anche lui, all'altro capo della tavola. Gli altri vampiri si sedettero e la riunione del Consiglio iniziò.

Si parlò più che altro di questioni burocratiche, tasse, resoconti dei vari castelli e la mia partecipazione fu richiesta molto poco. Quella era un'ottima occasione per imparare a comportarmi nel Consiglio. Osservai Stefan che prendeva appunti. Il padre, Ionut Lovinescu, non era presente perché affermava che ormai suo figlio fosse pronto per regnare e che dovesse imparare a cavarsela senza il suo aiuto, quindi la riunione era presieduta da lui.
-Bene. Se non ci sono altri argomenti da affrontare, direi che possiamo concludere qui.- annunciò Stefan.
Una mano si alzò e vidi che Lucian Lovinescu, fratello di Ionut Lovinescu, non aveva ancora terminato. Quegli occhietti maligni erano pronti a vedere qualunque mio errore e a rinfacciarlo, infatti per tutta la durata del gala, mi aveva guardato piuttosto incuriosito. Sospettavo che fosse stato lui a mettere in giro la voce sui miei canini.
Immaginai quale argomento volesse portare e non mi sorpresi quando parlò.
-Avrei ancora qualche domanda, principe Stefan.
-Prego, procedi pure.- concesse Stefan.
-Principessa Serena, gira voce che voi non abbiate ancora sviluppato i canini. È la verità?
Si levò un brusio in rumeno e tutti i presenti affermavano che fosse oltraggioso pormi quella domanda, ma che fremevano dalla voglia di sapere se quella diceria fosse vera o meno. Tirai fuori il ventaglio blu notte con disegno damascato nero e mi feci aria placidamente. Quel gesto mi infuse la forza necessaria a non sputargli in faccia.
-Non ho bisogno di dimostrare di essere un vampiro. Devo dimostrare ai miei sudditi di essere una sovrana degna di guidarli. Questa diceria è già arrivata alle mie orecchie molto tempo fa, quindi non mi sorprende che sia arrivata anche alle tue.- risposi guardandolo negli occhi con un misto di divertimento e sfida.
Seppi fin da subito che Lucian Lovinescu mi avrebbe dato molti problemi e avrebbe cercato dimettermi i bastoni fra le ruote, come aveva cercato di fare in quel momento.
-E invece cosa dite riguardo all'esercito che state riorganizzando?
Si levò un altro brusio e notai che Stefan Lovinescu era sorpreso, quasi divertito, e restò a guardarci godendosi la scena.
-Davvero principessa? State organizzando un esercito?- mi chiese sorpreso Damian Vidrean, un mio lontano zio e uno dei pochi Vidrean ad essere nel Consiglio.
-Un sovrano senza esercito o è un sovrano sprovveduto o uno stupido, o entrambi. Come potrei difendere i miei sudditi senza un esercito?- chiesi come se fosse la cosa più scontata del mondo.
-Difenderli da chi? Dai Lovinescu?- continuò Lucian Lovinescu, suscitando risatine maligne e facce scioccate.
-Perché mai dovreste attaccarmi?- chiesi giocherellando distrattamente col ventaglio, come se in quel momento fossi totalmente a mio agio, ma in realtà stavo sudando freddo. Quella era stata forse una minaccia velata?
-Ora stai esagerando, Lucian.- si intromise Stefan, guardandolo con occhi pieni di veleno.
-Principe Stefan, vi prego di lasciarlo continuare. Voglio sapere quale sarà la sua risposta.- dissi decisa.
Fissai Lucian Lovinescu intensamente e vidi che si stava guardando intorno alla ricerca di un suggerimento, così decisi di calcare la mano. Volevo mettere le cose in chiaro fin da subito e fare in modo che nessuno osasse prendersi gioco di me, quella era una cosa estremamente importante.
Non arrivò nessuna risposta, così mi rivolsi a Stefan Lovinescu.
-Principe Stefan, avete intenzione di iniziare una guerra contro di me?
Lui capì a che gioco stessi giocando e, non seppi il motivo, mi appoggiò sorridendo, quasi ridendo.
-Assolutamente no, principessa. Perché mai dovrei farlo?- chiese indignato.
-Se devi parlare per dare aria alla bocca- iniziai guardando Lucian Lovinescu negli occhi con freddezza e schifo, come se avessi davanti a me un verme viscido. -ti consiglio di tacere la prossima volta.
-Come osi?! Tu...
-Basta, Lucian!- tuonò Stefan alzandosi in piedi. -Ricorda che hai davanti una principessa, non una donna qualsiasi e non tollero che si parli in questo modo alla mia futura sposa. È chiaro a tutti?
Restai sorpresa al sentirlo difendermi a spada tratta e soprattutto mi ricordai solo in quel momento che io e lui dovevamo sposarci! L'avevo completamente rimosso.
Nessuno dei presenti emise un fiato fino a quando Stefan non si fu riseduto. Damian Vidrean alzò la mano lentamente e notai che era abbastanza intimorito.
-Spero che sia una domanda intelligente.- disse gelido Stefan, dando la parola a Damian.
-Vorrei sapere cosa volete fare riguardo al patto e quando si terrà il vostro matrimonio.- pigolò Damian con fare reverenziale.
-Preferirei conoscerla e corteggiarla a dovere.- rispose Stefan con tranquillità. -Con questo non sto dicendo che il patto non verrà portato a compimento, ma che ci vorrà ancora un po' tempo. È già un passo avanti che la principessa Serena sia qui tra noi oggi e che possa partecipare alle riunioni del Consiglio. Dovete solo pazientare ancora un po', ma cos'è qualche mese in confronto all'eternità che abbiamo davanti?
Stefan Lovinescu era un ottimo oratore, molto persuasivo e carismatico, difatti nessuno si oppose a quella notizia.
Quindi voleva corteggiarmi? Era una tattica per riuscire a farmi innamorare di lui e costringermi a sposarlo? Dovevo stare in guardia.
-Ci sono altre questioni sulle quali discutere?- chiese Stefan osservando ogni vampiro seduto a quel tavolo e nessuno fiatò. -Bene, possiamo terminare qui la riunione del Consiglio.
Stefan e io ci alzammo e tutti gli altri seguirono il nostro esempio, dirigendosi fuori dalla sala. Guardai mio zio Wilhelm per sapere come fosse andata, ma non fece in tempo a parlare che Stefan mi si avvicinò.
-Vi chiedo umilmente perdono per il comportamento inaccettabile di mio zio Lucian. Vi assicuro che non resterà impunito.- disse inchinandosi.
-Non ce n'è alcun bisogno, credo che abbia già recepito il messaggio.- risposi ancora sorpresa dal modo in cui mi aveva difeso.
-E invece sì. Non posso permettere un comportamento tanto irrispettoso nei vostri confronti. Vorrei discutere in privato con voi di alcune questioni, se permettete.
Mio zio mi guardò attendendo una risposta e gli feci un cenno col capo. Zio Wilhelm si inchinò davanti a noi e si congedò, lasciando me e Stefan nella sala delle udienze. Stefan si versò un po' di sangue nel proprio calice e ne prese uno pulito, versandone un po' anche a me. Mi porse il calice e sorseggiò un po' del suo sangue, studiandomi attentamente.
-Ditemi principessa, come intendete procedere riguardo alle nostre imminenti nozze? Non ho chiesto un vostro parere e me ne scuso, ma sarebbe per me un onore corteggiarvi e conoscervi prima di convolare a nozze. Siete d'accordo?
-Mi farebbe piacere conoscervi, ma non pensiate che bastino il vostro charme e il vostro bell'aspetto a farmi cadere ai vostri piedi.- risposi guardandolo con occhi pieni di sfida.
Stefan sorrise divertito, continuando a tenere i suoi occhi azzurri piantati nei miei. Ero abbastanza agitata per quell'incontro a quattr'occhi, soprattutto perché le immagini dell'ultimo sogno tornarono vivide nella mia memoria.
-E cosa riuscirebbe a farvi cadere ai miei piedi? Regali? Gioielli?- chiese sollevando un sopracciglio.
-Mi credete così superficiale, principe Stefan?
Rimase spiazzato dalla mia risposta, ma il sorriso malizioso e divertito tornò a ripresentarsi sulle sue labbra.
-Certo che no. Mi chiedevo solo che cosa potrei fare per conquistarvi.
-Questo dovete scoprirlo da solo.
Stavo davvero flirtando con lui? No, no di certo! Non gli avrei detto come avrebbe potuto conquistarmi, anche perché io non volevo sposarmi.
-Siete un mistero per me. E siete anche una sfida. Tutte le altre donne sarebbero già cadute ai miei piedi.
-Che sbruffone.- sussurrai.
-Cosa?- chiese inclinando leggermente la testa di lato, come se fosse stato un cucciolo di cane confuso.
-Niente, pensavo ad alta voce.
Iniziò a girarmi intorno, squadrandomi dalla testa ai piedi e cercai di non farmi venire la pelle d'oca mentre mi passava alle spalle. Strinsi il ventaglio di mia madre, pronta al combattimento, ma non successe niente.
-C'è qualcosa in voi che non riesco a capire. Sembra che voi stiate indossando una maschera e che questa non sia la vostra vera immagine.
-E voi non state facendo lo stesso?- chiesi guardandolo intensamente.
-Affatto. Io sono come mi vedete, ma voi siete un mistero, ve l'ho già detto. Ho come l'impressione che però stiate recitando da quando vi ho conosciuta. Forse aveva ragione quel Mirko, forse non siete affatto pronta per regnare.
-Cosa?
Mi stava provocando e lo faceva con quel sorriso strafottente che faceva venir voglia di prenderlo a ceffoni. Era irritante.
-Avete sentito bene. Forse non avete la stoffa per regnare, ma che si può pretendere da una ragazzina cresciuta circondata da fiori e cose frivole come l'università.
-L'università non è una cosa frivola.- obiettai, ma sorpresa che lui sapesse che io frequentavo l'università.
-Ah no? Allora ditemi che cosa farete con la vostra laurea in biologia. Insegnerete ai vampiri com'è fatto il mondo che li circonda? Annienterete di noia i vostri nemici con la descrizione dettagliata di una cellula animale? Non avete speranze in questo mondo. Ve la cavate piuttosto bene, ma in meno di qualche decennio questo mondo vi distruggerà e la vostra unica ancora di salvezza è il matrimonio con me. Sarei il solo in grado di non far affondare il vostro regno ancora prima di cominciare a regnare.
-Quindi è questo il vostro obiettivo: sposarmi per assumere il controllo di ben tre clan di vampiri.
A quello ci ero già arrivata da parecchio tempo, ma volevo sentire uscire quelle parole dalla bocca di Stefan.
-Non nascondo la mia sete di potere e un matrimonio con voi sarebbe perfetto, dato che i nostri avi hanno già firmato il patto. Non potete fare nient'altro se non accettare questo destino.
-Brutto sbruffone pompato che non sei altro!- Al diavolo l'etichetta e la cortesia! -Io non ti sposerò mai. Non puoi obbligarmi a farlo!- gli urlai in faccia.
Mi prese per le spalle e mi tenne stretta, col viso a pochi centimetri dal mio. Il suo sguardo era fuoco puro e la pupilla aveva quasi interamente inghiottito l'iride, facendolo diventare di un nero profondo. Mi costrinsi a non tremare di paura.
-Io forse non posso obbligarvi, ma il patto sì. Che voi lo vogliate o no diventerete mia moglie.- disse minaccioso e i canini candidi completamente fuori dalle gengive.
L'istinto mi guidò ancora prima che il mio cervello si mettesse in moto. Gli assestai una cinquina talmente forte da fargli girare il viso da una parte e lo spinsi lontano da me. Si massaggiò la guancia e mi guardò sorpreso. Probabilmente non gli avevo fatto molto male, ma supposi che nessuno avesse mai osato così tanto senza restare impunito.
-Tu prova a mettermi di nuovo le tue manacce addosso e non mi fermerò ad una semplice sberla, pezzo di idiota che non sei altro. Sarai anche stato addestrato ad essere un principe guerriero e sanguinario sin dalla nascita, ma non ti devi mai più permettere di trattarmi così.- ruggì in preda all'ira, digrignando i denti come non avevo mai fatto.
Mi guardava ancora sorpreso e visto che non accennava a muoversi, e io non volevo permettergli di avvicinarsi di nuovo, me ne andai a passo deciso, con la testa alta e senza mai voltarmi indietro.

Angolo autrice
Buonasera a tutti! Finalmente si è visto un nuovo lato di Stefan, ma sarà il vero lui? 
Vi ringrazio per essere arrivati fin qui, per aver messo la storia tra le preferite/seguite e per i commenti. Grazie mille davvero.
Un bacione
Arsax <3
  
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