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Autore: Khailea    14/04/2017    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Attenzione tutti i personaggi utilizzati e l'ambiente in cui si muovono sono creazioni dei membri del gruppo di role Werewolf's Shadow 2.0

Personaggi in questo capitolo:
Hope
Alexander
Khal
Ailea
Zell
Lighneers
Richardson
Daimonas
Seraph




Per i corridoi della scuola non si sentiva alcun suono, tutti erano ancora chiusi nelle proprie aule, tutti ad eccezione di una ragazza dai capelli marroni e dal viso tremendamente dolce che era rimasta bloccata sul terrazzo.
Hope aveva sempre amato i posti in cui poteva vedere con calma il cielo senza che nessuno la disturbasse e spesso andava lì prima delle lezioni, non si era mai sentita completamente una parte di quel mondo, così violento e freddo oltre i limiti, sapeva cavarsela ma spesso avrebbe preferito trovarsi altrove.
Quando l'imponente campana aveva segnato l'inizio della lezione con molta calma si era alzata dirigendosi verso la porta di ferro, quando però fece per aprirla scoprì che questa era bloccata, non che fosse particolarmente sorpresa, infondo quella era talmente vecchia che era ovvio accadesse, non per questo però riuscì a mantenere completamente la calma, infondo era il primo giorno di scuola.
Provò a picchiare per sbloccarla, tirare calci e far leva col proprio peso ma fu tutto inutile.
-Accidenti...poco male però, alla fine qualcuno arriverà, nel frattempo io posso rilassarmi.-
Il più delle volte riusciva a trovare il bello delle cose anche quando non c'era, forse anche per questo era riuscita a sopravvivere in quel posto. Appoggiandosi contro la fredda porta tornò ad osservare il cielo, quel giorno era particolarmente bello, poche nuvole in un mare azzurro, il sole che batteva dolcemente sulla sua pelle ed il vento che la rinfrescava.
Socchiudendo gli occhi si mise delle cuffiette e iniziò ad ascoltare della musica, per quanto la riguardava aveva tutto il tempo del mondo.



Alexander sospirò annoiato spostando lo sguardo dal professor Richardson alla finestra accanto a sè. Quell'uomo era spesso una fonte inesauribile di noia, come ogni prete che abbia mai visto d'altronde, le sue lezioni di storia spesso erano poco attendibili e troppo soggettive, soprattutto dal punto di vista della chiesa, solo in particolari momenti ascoltarlo ne valeva completamente la pena.
Il ragazzo si metteva sempre accanto alla finestra in modo d'avere così uno spazio tutto per sè in cui perdersi, ed almeno accanto aveva sempre il fratello, Khal.
Entrambi erano due ragazzi alti e biondi, con dei profondi occhi azzurri, lui però aveva dei capelli lunghi quasi fino alle spalle mentre il fratello li aveva rasati ai lati e tirati su con il gel, per la loro bellezza erano, purtroppo, spesso soggetti a varie attenzioni femminili, il più delle volte sgradevoli.
Assieme a Khal avevano deciso che mettersi vicino ai banchi era la soluzione migliore, in questo modo avevano sempre qualcuno sano di mente e silenzioso come vicino, e ogni giorno si alternavano di posto, un giorno era uno a stare vicino alla finestra mentre l'altro no.
Quando era il suo turno stava sempre ad osservare la finestra con sguardo assente, non riusciva a capire perché tutte le persone che lo circondavano fossero dei tali idioti, i maschi volevano solo fare a botte mentre alle ragazze importava solo il sesso, trovava i loro modi di fare disgustosi.
Spesso restava ad osservare il cielo, senza badare a ciò che lo circondava, almeno là non c'erano degli idioti.
Un piccolo foglio di carta attirò la sua attenzione, qualcuna doveva probabilmente averglielo lanciato, non appena lo aprì lesse l'ennesima dichiarazione d'amore. Senza nemmeno girarsi lo cacciò via.
Quello che provavano non era amore, era solo un interesse superficiale.
-Signorino Moore la lezione la annoia?-
La voce sacerdotale del professore gli fece alzare lo sguardo, l'uomo lo fissava con un gigantesco righello con una lama al lato in mano, uno dei suoi amati strumenti per ottenere attenzione.
-Certo che no, adoro le sue lezioni, sono così esaltanti.-
-Vorrà allora farmi un breve riassunto.-
-Lo faccio io lo faccio io!-
Una ragazza dal senso prosperoso e con il viso coperto da uno spesso strato di trucco si alzò urlando, sicuramente desiderava che Alexander la ringraziasse per essersi offerta volontaria, tutto ciò che però ottenne fu un’occhiata fulminante del professore.
-Zitta!-
-Aaah mi scusi!-
Dal tono che aveva usato non era sicuramente dispiaciuta, anzi era stato solo un modo d'attirare ancor di più l'attenzione, questo assieme al fatto che stava muovendo i fianchi facendo ondeggiare la cortissima gonna che le scopriva i glutei.
-A fine lezione verrà nel mio ufficio signorina, ha bisogno di avvicinarsi notevolmente a nostro signore, e il suo modo di vestirsi non la farà certamente avvicinare.-
La ragazza tornò a sedersi sbuffando irritata, sia per la punizione sia perché nessuna delle sue "prede “le aveva minimamente prestato attenzione.
-Posso fare il mio riassunto se desidera professore.-
Disse Alexander alzandosi e prendendo parola.
-Certo, è quello che le ho chiesto infondo.-




Non appena la lezione fu terminata la signorina Mustang uscì dalla classe, ripetendo un ultima volta ai propri studenti quanto tutti fossero degli incapaci rifiuti umani.
-Quella si che sa come motivarci.-
-Piantala Lighneers, ti sei quasi fatto spaccare un labbro non ti basta?-
-Quella non mi ha fatto neanche un graffio, mi stavo mordendo le labbra ed ho tirato troppo la pelle.-
-Certo come me, tu sei un po’ troppo interessato alla pelle.-
-Ad uno dei due deve pur importare Zell, e più una donna la mette in mostra più è giusto notarla.-
Era quasi incredibile che quei due non si scannassero ogni volta che aprivano bocca, eppure ogni volta riuscivano a sopravvivere, Zell e Lighneers erano spesso i due ragazzi più casinisti ed in mostra della classe e finivano altrettanto spesso a fare a botte.
Persino quando Zell, capitano della squadra di arti marziali, aveva un incontro riuscivano a dare spettacolo in campo, c'erano volte però in cui il loro umore era talmente nero che il solo incrociarsi scatenava il finimondo.
-Che prof abbiamo adesso?-
-Oh mr. Lighneers è diventato talmente secchione che gli importa a quali professori dovrà fare il filo per avere buoni voti?-
-Non tutti possiamo essere idioti come te, qualcuno deve compensare alla tua mancanza di cervello.-
Prima che riuscisse a ridere Zell lo afferrò per la collottola e con una precisa mossa lo fece ribaltare contro il banco del ragazzo dietro di loro. Massaggiandosi la testa sogghignando cupamente il ragazzo si rialzò, non ascoltando le imprecazioni del poveretto su cui era caduto.
-Vuoi fare a botte galletto?-
Zell non rispose, velocemente gli assestò un pugno dritto sul naso, nella stanza risuonò un forte schiocco, il suo rivale però non batté ciglio, restava fermo con le nocche sul suo naso sanguinante sorridendo, dopo qualche istante leccò il sangue che gli era arrivato alla bocca. Scivolando dietro di lui Lighneers lo colpì con il gomito dritto alla schiena, facendo gemere di dolore l'altro e colpendolo poi con un calcio dritto sul fianco.
Prima di toccare terra Zell trovò nuovamente l'equilibrio, fece una veloce finta al viso dell'altro colpendolo poi al ginocchio e facendolo piegare, afferrandolo per i capelli e tirandogli delle ginocchiate in faccia, facendo schizzare il sangue sui banchi vicini.
La scena però non durò a lungo, con i denti Lighneers riuscì ad azzannargli il ginocchio, facendo sprofondare i canini nella carne superando il tessuto dei pantaloni, per liberarsi l'altro iniziò a tirargli vari pugni alla testa, come se stesse cercando di spaccargliela. Lighneers gli afferrò così il pugno scivolando poi dietro di lui storcendogli il braccio, per un campione d'arti marziali però quella mossa era facile da superare, in una manciata di secondi riuscì a capovolgere la situazione facendogli sbattere la faccia contro la lavagna.
Spingendo il piede contro il muro il verde riuscì a fare abbastanza pressione da distanziarsi e, con un calcio allo stomaco, far mollare la presa al biondo.
Nessuno dei due era intenzionato a far vincere l'altro, nessuno dei due abbastanza debole da farsi sopraffare.
Nell'esatto istante in cui i due stavano per riprendere la lotta, però Ailea a passo pesante si mise in mezzo ai due, nessuno l'aveva vista alzarsi ed avvicinarsi alla porta, la ragazza aveva uno sguardo cupo e non alzava gli occhi dal pavimento, Daimonas che aveva osservato tutta la scena in silenzio, abituato a passare inosservato, non poté non notare quel particolare, e probabilmente ne conosceva la causa.
Il rapporto che aveva con la ragazza non era molto chiaro, lei non lo insultava, disprezzava o picchiava, ma non avevano mai avuto nessun contatto particolare, eppure qualcosa li univa, il dolore.
E lui conosceva molto bene quell'emozione, lo aveva provato da quando era nato e chissà quante altre volte avrebbe dovuto farci i conti, nessuno poteva immaginare tutto ciò che aveva passato e se l'avesse fatto probabilmente sarebbe impazzito.
Era quasi tentato d'alzarsi e raggiungerla ma qualcosa dentro di sé lo costrinse a restare immobile, la solita ombra che non era mai notata se non quando doveva essere calpestata, a fermarlo era la consapevolezza che se si fosse avvicinato l'avrebbe deriso, un mostro come lui che provava ad avere un contatto con qualcuno, pietoso. Portando nuovamente lo sguardo contro la parete però non poté non sentire, grazie al suo incredibile udito, le parole di alcuni ragazzi che dall'altra parte dell'aula stavano parlando di lui...
Le immagini che stavano già formandosi nella sua mente vennero però interrotte quando qualcosa di grosso e morbido gli coprì gli occhi.
-Nya nya Daimo-chan!-
Lacie approfittando dell'assenza dei professori si era alzata andando vicino al ragazzo ed abbracciandolo, vista la differenza d'altezza però rischiava quasi di soffocarlo tra i suoi seni, per liberarsi il ragazzo dovette premere su quelle morbide forme ed allontanarla, non amava il contatto con la gente ma quella ragazza non sembrava capirlo, dopo pochi secondi infatti tornò all'attacco con un nuovo abbraccio.
Con la coda dell’occhio Daimonas notò gli sguardi furiosi dei suoi compagni di classe, se avesse potuto ne avrebbe volentieri fatto a meno, non che avesse qualcosa contro Lacie, ma le donne non lo interessavano particolarmente, né ciò che il corpo di una qualsiasi persona aveva da offrirgli, la ragazza era molto dolce tuttavia a causa delle sue attenzioni scatenava la furia degli altri su di lui, e nonostante fosse abituato ad essere il bersaglio di molti non amava attirare così tanto l'attenzione.
Scivolando sotto il banco, facendosi ancora più piccolo, riuscì a sfuggire alla ragazza e ad avviarsi verso la porta passando tra i vari banchi, qualcosa però lo colpì al fianco, fortunatamente solamente un astuccio.
-Ehi feccia dove credi d'andare.-
Alcuni dei compagni di classe gli si erano avvicinati, era evidente che nei suoi confronti provassero solo disprezzo, non aveva intenzione però di dare altro spettacolo, silenziosamente e velocemente uscì dalla classe, cercando di seminare quel piccolo gruppo che lo stava seguendo.
-Nya dove vai Daimo-chan!-
-Lacie lascia stare quel poveretto.-
Astral con aria stanca si era avvicinato alla sorella, prendendola in braccio e riportandola al suo posto, era talmente forte che per lui era uno scherzo farlo, purtroppo la sorella consumava quasi tutte le sue energie tenendolo sveglio la notte per giocare. Tra i compagni si era sparsa la diceria che i due erano amanti, ma erano solo menzogne, il ragazzo non avrebbe mai potuto toccarla, provava si un infinito amore per lei ma era quello di un fratello per la sorellina da proteggere.
-Nyaaaa Astral io volevo abbracciarloooo.-
Lacie desiderosa di abbracciare qualcuno si mise sulle ginocchia del fratello stringendogli il collo tra le braccia, decidendo così che la prossima vittima sarebbe stato lui, Astral di rimando le accarezzò dolcemente la testa, non badando agli sguardi invidiosi dei ragazzi e delle ragazze, anche lui aveva un discreto successo tra di loro.
-Non puoi costringere la gente a farsi abbracciare.-
-Si che posso nya!-
Non c'era assolutamente verso di discutere razionalmente con lei, nonostante fosse ormai grande si comportava sempre come una giocosa bambina, ma alla fine anche per questo le voleva così tanto bene.


Mentre la classe cercava di sistemare il sangue prima che arrivasse il nuovo professore un altro studente si era allontanato, Seraph.
La ragazza camminava a passo svelto tra i corridoi che piano piano stavano iniziando a riempirsi, scivolava abilmente tra la gente scansando chi si metteva sulla sua strada, il suo obbiettivo era semplice, trovare Ailea.
Le due si conoscevano ormai da tantissimi anni, si erano incontrate la prima volta per strada, in un evento che Seraph preferiva non ricordare, e così era iniziata la loro "amicizia".
In ogni cosa che faceva lei c'era sempre, era la sua rivale in tutto, il motivo se ogni sfida era così eccitante, allo stesso tempo però erano arrivate a conoscersi sempre più profondamente instaurando così un rapporto di reciproco rispetto, non lo avrebbe mai ammesso ma in un certo senso si era quasi affezionata a lei, e tutti questi forse e quasi erano solo aggiunte per evitare di sembrare una sciocca caramella.
Lei era una ragazza dura, forte ed indipendente, non poteva provare affetto o essere amichevole, l'unico motivo per cui si era alzata era perché voleva assicurarsi la sua rivale fosse in forma per qualsiasi altra sfida futura.
Sapeva bene perché il suo atteggiamento era cambiato così repentinamente, e sapeva anche che c'erano vari posti in cui sarebbe potuta andare, quello più probabile e sicuro però era certamente in mezzo alla gente.
Arrivando ad uno dei giardini della scuola la ragazza non si fermò nemmeno per un istante a cercare una porta, poiché fuori aveva individuato la ragazza. Era a qualche metro di distanza da uno degli alberi all'ombra dell'edificio e stava lanciando i vari coltelli contro la dura corteccia, da quando la conosceva aveva dovuto ammettere che era brava con quelle lame, quando glielo aveva detto lei l'aveva presa in giro dicendo che le aveva fatto un complimento, avevano così ingaggiato una furiosa battaglia.
Aprendo la finestra Seraph uscì con un elegante salto, non badando alla gonna che si alzava, tanto non c'era nessuno che potesse vederla. Arrivata vicino ad Ailea estrasse la lama della sua spada e prima che il pugnale dell'altra toccasse il legno lo colpì dirottandone il tiro.
Ailea che non si era minimamente accorta di lei sbuffò irritata.
-Ma devi sempre starmi appiccicata?-
-Devo assicurarmi che la mia rivale non si deprima.-
-Certo, ammettilo tenerona, sei preoccupata per la tua amata best friend forever.-
Rispose lei in tono canzonatorio, Seraph divenne leggermente rossa ed il suo viso divenne carico di rabbia.
-Non dire sciocchezze o ti taglio la lingua!-
Ailea che si divertiva a provocarla tirò fuori la sottile lingua, aggiungendoci un dito medio, ridendo poi andò a recuperare i propri pugnali, Seraph rimase ferma dov'era senza però smetterla di fissarla con sguardo truce.
Sospirando Ailea si mise poi a sedere sotto all'albero, iniziando a rimettere i pugnali al loro posto, di tanto in tanto senza volerlo si graffiava lasciandosi dei segni rossi sulle cosce, i più profondi sanguinavano appena fortunatamente.
-Ti è venuto il ciclo?-
-Ha-ha spiritosona...-
Capendo che l'aria si era fatta pesante Seraph abbandonò il suo modo di fare aggressivo avvicinandosi a lei e sedendosi a sua volta.
-Non puoi evitarlo?-
-Credi non ci abbia provato?-
Ogni volta che toccavano quell'argomento Ailea diventava più minacciosa del solito, non come quando scherzavano, diventava seriamente pericolosa e non era il caso di spingersi troppo oltre.
-Non andare alla punizione allora.-
-Non è l'unico posto dove mi trova.-
Non era un problema facile da risolversi, anche se ci avevano provato, il punto non era quello però e lo sapeva bene, forse l'unica soluzione era distrarla, quando sarebbe arrivato quel momento Ailea avrebbe fatto come tutte le altre volte, avrebbe lasciato che il tempo passasse.
-Cero che Astral è proprio scemo, non sa muoversi.-
Tentò di dire la ragazza per attirare la sua attenzione.
-Però era carino il nuovo soprannome, potresti farti chiamare principessa dei gatti.-
-Non dire cretinate!-
Il viso di Seraph divenne rosso e per nascondersi si rannicchiò su se stessa, fingendosi più offesa di quanto fosse.
-Hahahaha scherzo, però ti starebbe bene.-
-A te starebbe bene il naso rotto.-
-Nah, il colore non mi dona.-
Almeno per il momento la sua rivale sembrava essere tornata alla normalità, adesso guardava il cielo nascosto tra le varie foglie, le piaceva guardare le cose dalle diverse angolazioni, tuttavia non era certa di cosa stesse veramente pensando in quel momento.
-Che dici torniamo in classe? Non mi va di avere un’altra ora nella classe speciale.-
-Si direi che è meglio, che professore abbiamo adesso?-
-Il prof...-
Nell'istante in cui realizzò quel nome e le conseguenze di ciò che avrebbe portato il viso di Ailea sbiancò nuovamente.
-Richardson....-
Non era quel prete da quattro soldi a spaventarla, era solo l'ennesimo fanatico della chiesa in grado solamente di dare aria alla bocca, ciò che la preoccupava era la classe in cui sarebbero dovute andare, e sapeva fin troppo bene che arrivando in ritardo sarebbe dovuta sedersi in "quel posto".
-Merda Ailea...ma possibile che tu non rifletti mai sulle conseguenze.-
Alzandosi di scatto Seraph la costrinse ad alzarsi prendendo poi a correre il più velocemente possibile.
-Come potevo sapere che a causa del magico duo ci avrebbero messo in castigo e che sarei venuta qua!-
-Potevi immaginare che se fossi venuta qua avresti fatto tardi a lezione! Diavolo quella classe è dall'altra parte dell'edificio.-
-Allora evita di dar fiato alla bocca e corri più velocemente!-



I corridoi nuovamente si erano fatti deserti, Daimonas era miracolosamente riuscito a sfuggire ai suoi inseguitori, fortunatamente conosceva alla perfezione quella scuola quindi poteva trovare tutte le scorciatoie. Nel frattempo che lui tentava di ricordare dove dovesse andare anche Ailea e Seraph facevano del loro meglio per tornare nella loro precedente classe, recuperare gli zaini e dirigersi in quella della seconda ora.
Hope ignara di tutto si era quasi assopita ascoltando quella meravigliosa musica che l'aveva accompagnata per quel tempo che sembrava non voler passare.
Ironico come per alcune persone questo sembra andare troppo piano mentre per altre è fin troppo veloce.


   
 
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