Nda:
Qui
sotto trovate il capitolo e la selezione degli OC che, vi avviso, non
è ancora
completa perché mi mancano le schede di due autrici quindi
potrebbero esseri
aggiunti altri OC. Oltre a ciò invito chi lo desidera a
partecipare visto che sono
in carenza di maschietti. Per la precisione me ne servono 2 e uno
dovrebbe
essere Corvonero mentre per l’altro avete piena
libertà di scelta.
Capitolo
1
Katherine
varcò l’ingresso della Sala Grande a passo deciso,
ignorando risolutamente gli
sguardi su di sé.
Del
resto c’era abituata. Non capitava spesso che una Purosangue
inglese venisse
mandata a studiare a Durmstrang e che, all’inizio del suo
quinto anno, si trasferisse
nuovamente in terra natia per completare la sua istruzione magica.
Fosse
stato per lei sarebbe rimasta più che volentieri a
Durmstrang, ma sua madre
aveva strepitato e pianto in modo tanto estenuante e convincente che
suo padre
aveva finito con l’accontentarla e riportarla a casa.
Tutto
per quell’assurda credenza che aveva sua madre che vedeva lei
protagonista di
uno scenario apocalittico in cui Gellert Grindelwald prendeva
d’assalto la
scuola e la faceva fuori.
Come se
un aspirante dominatore del mondo magico non avesse nulla di meglio da
fare
nella vita che dare la caccia agli studenti della sua ex scuola.
Aveva
rinunciato a capire quella donna da anni, troppo apprensiva e
iperprotettiva
per i suoi gusti.
Raggiunse
il tavolo verde argento e folgorò con
un’occhiataccia una studentessa del terzo
anno che aveva occupato il suo consueto posto.
La
ragazzina scalò lungo la panca, liberando la destra di Tom.
-
Complimenti, adesso fai scappare anche le ragazzine? –
Rivolse
un sorrisetto beffardo all’indirizzo di Renford, allontanando
una ciocca
castano scuro dal bel volto.
-
Perché, avevi intenzione di provarci anche con lei?
–
Tom
stirò le labbra in un sorriso divertito davanti
all’espressione seccata
dell’amico, per poi rivolgere lo sguardo verso Abraxas che
gli stava seduto di
fronte.
- Si
può sapere a cosa stai pensando? Sei con la testa da
tutt’altra parte. –
- Elaboro teorie.
–
- Non
un’altra volta, Abraxas -, sbuffò a
metà tra l’esasperato e il divertito, -
Renford non ti ha già detto che non c’è
nulla d’interessante nella sua piccola
avventura? –
- Lo ha
detto -, confermò, - ma io non gli credo. –
Allungandosi
a prendere la brocca con il succo di zucca, Katherine
osservò la scena con
interesse.
Non era
la prima volta che Abraxas si concentrava su pettegolezzi amorosi o
sessuali,
ma quella volta doveva esserci davvero un grande mistero se si ostinava
così
tanto nel voler sapere la verità.
-
Perché il biondastro è così
sospettoso? –
-
Perché -, replicò il diretto interessato con
un’occhiata poco amichevole, -
Renford non vuole rivelare di chi si tratti quindi sono giunto a due
possibili
conclusioni: o è una ragazza già impegnata oppure
è qualcuna di davvero molto
imbarazzante. –
- E a
questa brillante deduzione sei giunto perché? –
-
Perché è fuori di testa –, intervenne
Ren, - e sessualmente frustrato visto che
nelle ultime settimane non ha avuto neanche mezza ragazza sotto mano.
Pensa a
riempire il tuo letto, Malfoy, e non a quelle che entrano nel mio.
–
- Di
quello che vuoi, Lestrange, ma prima o poi scoprirò di chi
si tratta. –
- Se
mettessi anche solo un decimo di questa determinazione in
Trasfigurazione a
quest’ora avresti ben più che una misera A
– osservò Tom.
Katherine
ridacchiò. – Colpito e affondato. –
Abraxas
sbuffò in modo molto poco regale e incrociò le
braccia al petto, contrariato.
- Giuro
che non vi coinvolgerò mai più nelle mie teorie,
siete impossibili. –
Tom lo
fissò di rimando, sfoggiando un cipiglio serio e impassibile.
- È una
promessa? Perché in questo caso ti prendo in parola.
–
Stoicamente,
Abraxas non replicò e si mise a mangiare.
Lo
stavano prendendo in giro e non avrebbe di certo fatto nulla che
potesse
facilitare il compito a quei suoi spudoratamente irriverenti amici.
Insomma,
era un Malfoy, non poteva certo farsi prendere in giro a quel modo.
*
-
Perché guardi Adhara in quel modo? –
Azalea
infilzò con vigore la patata alla brace nel suo piatto,
lanciando l’ennesima
occhiata truce all’indirizzo della compagna di Casa.
- La
spilla. –
-
Quella da Capitano? –
-
Perché, le vedi altre spille appuntate al petto? –
Azalea
notò lo sguardo lievemente risentito dell’amico.
Clay
era probabilmente la persona più sensibile e delicata che
conoscesse, un’anima
candida che tendeva a essere ferito da commenti beffardi e taglienti.
E lei
aveva lasciato che la rabbia e il desiderio di rivalsa che provava nei
confronti di Adhara Rosier le offuscassero il giudizio.
-
Scusami, è che non riesco proprio a farmi andare
giù la cosa -, ammise, - ho
aspettato quella spilla per tutta l’estate e appena sono
arrivata sul treno ho
saputo che l’avevano data a lei. –
Clay
annuì, indeciso su quale fosse la risposta migliore.
Non era
un granchè con le relazioni interpersonali; per come la
vedeva lui i libri
erano molto più semplici, con loro non sbagliavi e non ti
mettevano sotto
pressione perché era pressoché impossibile che
fraintendessero una tua
affermazione.
E a lui
capitava spesso di essere frainteso.
Certe
volte avrebbe voluto essere un po’ più come
Renford Lestrange, il tipo di
persona che diceva dritto in faccia quello che pensava e che mandava al
diavolo
chiunque avesse qualcosa da ridire su di lui.
Lui non
ci riusciva.
Il
giudizio di chi lo circondava finiva inevitabilmente con il ferirlo;
non
importava con quanta ostinazione si sforzasse di non darlo a vedere,
chi lo
conosceva bene sapeva leggere i segnali che il suo corpo mandava.
- Non
preoccuparti, posso capirlo – assicurò.
Sapevano
entrambi che non era così.
Clay
non aveva mai avuto velleità sportive né era mai
stato particolarmente
competitivo.
- È
solo che mi sembra che si prenda sempre tutto quello che vuole senza
fare il
minimo sforzo. È intelligente, bella, popolare e
particolarmente apprezzata dai
professori … adesso anche la spilla. È
semplicemente troppo. –
- Già,
certe volte è un pensiero che passa per la testa anche a me
quando guardo
alcuni nostri compagni; confesso di invidiarli un po’ per la
semplicità con cui
adottano comportamenti popolari e vincenti -, ammise, - ma suppongo che
non
importi poi chissà quanto chi sia il Capitano della squadra.
Alla fine
l’importante è che vinciate le partite, no?
–
Azalea
annuì distrattamente.
In
linea di principio era vero, ma la sua indole battagliera protestava a
gran
voce per quella che ai suoi occhi era una vera e propria ingiustizia.
Entrambe
erano entrate nella squadra nello stesso anno e, sebbene in ruoli
differenti,
avevano dato il loro contributo a più riprese. Cosa aveva
spinto Vitious a
metterla in secondo piano?
*
Abraxas
raggiunse il tavolo di Corvonero poco dopo la fine dei pasti, quando i
Prefetti
e i Caposcuola stavano cominciando a radunare gli studenti del primo
anno
attorno a loro per condurli nei rispettivi dormitori.
Adhara
fu la prima ad accorgersi di lui, dando leggermente di gomito a Sophie.
- Ed
ecco il figliol prodigo che ritorna all’ovile. Che
c’è, troppa influenza
Serpeverde ti ha spinto a scappare via? –
- È la
loro ironia che mi ha fatto scappare, quindi vedete di non cominciare
anche voi
-, borbottò mettendo su un adorabile broncio da cucciolo
bastonato, - non
potrei proprio sopportare un’altra presa in giro. –
-
L’indistruttibile ego dei Malfoy deve aver preso una bella
batosta durante la
cena -, osservò Sophie sorridendo divertita, - Si
può sapere cosa hai
combinato, Abraxas? –
- Io
non ho combinato proprio un bel niente -, sbuffò indignato,
- ho solo fatto
ipotesi sulla nuova scappatella di Renford … ma sembra che a
quel tavolo la
curiosità sia morta e sepolta. –
- Beh,
ti annuncio ufficialmente che se riguarda Lestrange io
non voglio saperne nulla. Meno lo sento nominare e meglio sto
–
lo interruppe Sophie.
- Un
giorno mi spiegherai perché tutta questa ostilità
nei suoi confronti e in
quelli di Tom? –
-
Lestrange è ego narcisista a livelli esponenziali e ha dato
il tormento a Minerva
per anni, quanto a Riddle … beh, è Riddle.
–
- Il
che la dice lunga – convenne Adhara.
-
Comunque se hai proprio bisogno di condividere teorie vi lascio soli e
vado a
cercare Tobias – concluse Sophie, mentre le guance le si
tingevano di una lieve
sfumatura di rosa al nominare il Grifondoro del settimo anno.
Adhara
ammiccò leggermente.
- Vai
pure, mi sorbisco io le crisi da prima donna di Abe. –
Augurò
loro la buonanotte e si avviò allegra verso il ragazzo che
l’attendeva davanti
alla porta in quercia della Sala.
-
Continuo a non capire cosa ci trovi in quel Grifondoro …
insomma, è un Grifondoro.
–
- Noi
ci interroghiamo da anni su cosa trovi in Riddle … Insomma,
è Riddle -, gli fece il
verso, - Perciò
credo proprio che tu sia l’ultima persona sulla faccia della
terra che può
esprimere giudizi sulle scelte sentimentali di chicchessia. –
- Deve
esserci qualcosa di guasto nel banchetto di questa sera
perché siete tutti
inspiegabilmente acidi nei miei confronti; se fossi un pizzico emotivo
potrei
sentirmi offeso. –
-
Quindi è una fortuna che tu sia completamente insensibile
alle offese –,
ironizzò, - Adesso dimmi cosa ha teorizzato il tuo cervello
malato prima che
perda qualsiasi interesse per tutto ciò che non ha le
sembianze di un letto a
baldacchino. –
- Io
credo che Renford nasconda una ragazza che per qualche motivo non deve
venire
assolutamente fuori o si scatenerebbe un bel putiferio. Lui lo nega, ma
io so
che è così. La Selwyn è in gamba con
queste cose … potresti chiederle di
indagare un po’ in giro. –
Si
accigliò.
D’accordo
la curiosità, ma lì si sfociava quasi nel
patologico.
- Cosa
speri di ottenere? –
- La
soddisfazione di sentirmi dire: “avevi ragione, Abraxas, non
dovremmo mai
mettere in dubbio ciò che le tue sovrumane
capacità intellettive captano”. –
- Vedrò
cosa riesco a scoprire -, cedette, - ma scordati di sentirmi
pronunciare una
frase del genere. –
*
-
Dovremmo smetterla di vederci così –
mormorò, interrompendo quello scambio di
baci, con il fiato corto.
Vide
gli occhi blu lampeggiare nella semi oscurità
dell’arazzo che li proteggeva da
occhi indiscreti.
Un
sorriso divertito increspava le labbra del ragazzo.
Minerva
gli rivolse un’occhiataccia, frapponendo le mani tra lei e il
corpo del
Serpeverde.
Non le
piaceva quando qualcuno si prendeva gioco di lei, così come
non le piaceva
quell’espressione.
- Ho
detto qualcosa di divertente? –
La
domanda le uscì più acidamente di quanto avesse
voluto, ma ormai era troppo
tardi per tornare indietro.
- No,
affatto, ma mi era sembrato che fossi d’accordo sul non
pubblicizzare troppo la
cosa per il momento. Insomma, ti immagini le reazioni? –
- Vuoi
dire le reazioni dei tuoi amici –, lo rimbeccò, -
Perché è inammissibile che
Renford Lestrange frequenti una Mezzosangue, vero? –
Il
sorriso scomparve dal volto di Renford, sostituito da
un’espressione glaciale.
- Dei
miei amici? Come se Grifondoro non fosse la culla dei prevenuti ab
eternum
quando si tratta di noi Serpeverde. Com’è che ci
chiamate … ah, sì, la progenie
di Satana. Molto politicamente corretto, non c’è
che dire. –
- È
diverso, nessuno di loro ti giudicherebbe indegno se provassi a
mostrare il
lato del tuo carattere che hai mostrato a me. Per Riddle e la sua
cricca,
invece, io non valgo abbastanza a livello biologico … una
Mezzosangue che si
mischia tra di voi è inaccettabile – concluse
aspramente.
Non
sapeva neanche lei cosa si aspettava di sentirgli dire, forse che
negasse la
loro retrograda chiusura mentale o che le dicesse che nel suo caso
sarebbe
stato diverso … ma nulla di tutto questo uscì
dalle labbra di Renford.
- Lo
sai come la pensano -, convenne, - ma magari con un po’ di
tempo per prepararli
all’idea non reagirebbero nemmeno così male.
–
Le
iridi verdi lampeggiarono furiose.
-
Intendi dire che così non se la prenderebbero troppo con te
e non ti
considererebbero un Traditore del tuo sangue. –
Scosse
la testa con risolutezza. – Non intendevo questo. Sono un
Lestrange, l’erede
universale della famiglia, anche volendo non potrebbero tagliarmi
fuori.
L’unica cosa di cui mi preoccupo sei tu … Non hai
una famiglia come la mia a
proteggerti, non si farebbero scrupoli a prendersela con te –
concluse.
Forse
era una sciocca, ma gli credette.
Aveva
imparato a conoscere Renford Lestrange in un modo del tutto nuovo
quando
durante l’estate, in vacanza a Parigi, lo aveva incontrato
per caso.
Lontani
dalla scuola e dalle chiacchiere frequentarsi era stato semplice e
naturale
come respirare.
Era
venuto fuori che le frecciatine altro non erano che un maldestro
tentativo di
attirare la sua attenzione senza esporsi troppo in una
società che, ancora per
la maggior parte, non vedeva bene la relazione tra un Purosangue e una
Mezzosangue.
E poi
c’era stato quel bacio all’ombra della Tour Eiffel
che aveva spazzato via le
sue ultime resistenze.
Il Renford
della scuola era solo una maschera, qualcosa dietro cui nascondersi,
con lei
era veramente se stesso.
Ma la
scuola era ricominciata e vederlo tornare a trincerarsi dietro quel suo
modo di
fare per nascondere ciò che veramente gli passava per la
testa era qualcosa
d’insopportabile ai suoi occhi.
-
D’accordo -, cedette, - aspettiamo ancora un po’.
–
Ren
parve improvvisamente risollevato.
- Sarà
per poco, lo giuro, il tempo di spiegare ai ragazzi come stanno le
cose. –
Si
chinò a baciarla per l’ultima volta, per poi
svicolare fuori dall’arazzo stando
attento a non incrociare nessuno.
- Lo
spero – mormorò, osservandolo sparire lungo la
rampa di scale.
*
Erano
circa dieci minuti che l’intera squadra di Grifondoro si era
radunata nella
Sala Comune … o meglio, l’intera squadra meno uno
dei loro Cacciatori.
Tobias
era infatti ancora fuori dal quadro della Signora Grassa, teneva
stretta tra le
braccia muscolose Sophie e sembrava molto poco propenso a lasciarla
tornare al
dormitorio di Corvonero.
Fleamont
Potter, il loro Capitano, li osservava con un’espressione
vagamente divertita
dipinta sul volto ma Kara era di tutt’altro avviso.
Era
contenta che quei due stessero insieme e che si amassero, erano una
splendida
coppia e tutto il resto, ma il Quidditch non doveva passare in secondo
piano.
Soprattutto
quando la prima partita di campionato, come da tradizione, avrebbe
visto
fronteggiarsi Grifondoro e Serpeverde.
-
Brooks, piantala di fare l’appiccicoso e datti una mossa.
Sophie non fuggirà
solo perché rientri nel dormitorio, ma ti assicuro che se
non ti decidi a
unirti alla riunione il mio piede impatterà contro il tuo
fondoschiena. –
Fleamont
ridacchiò, scuotendo la testa.
- Sei
sempre la solita, Kara. Non è un problema se cominciamo con
qualche minuto di
ritardo. –
- Ma,
Capitano …. –, provò a protestare, - la
riunione. –
Sophie
si sottrasse dalla presa del ragazzo con una risatina, scoccandogli un
ultimo
bacio a fior di labbra e sgattaiolando via.
Tobias
rientrò nella Sala Comune con un sorriso gigantesco stampato
sul volto per poi
essere letteralmente assalito da Kara, che
l’afferrò per la mano e lo trascinò
verso le poltrone su cui si era accomodata il resto della squadra.
- Non
credo serva rimarcare quanto sia cruciale la prima partita di
campionato -,
esordì la ragazza, - ma il punto focale è uno
solo: annientare i Serpeverde. Mi
assicurerò personalmente che Abraxas Malfoy non sfiori il
Boccino nemmeno con
il manico della sua scopa a costo di buttarlo giù a suon di
Bolidi. –
C’era
un luccichio battagliero nello sguardo della ragazza che fece
impallidire
leggermente i compagni di Casa.
Quando
si trattava di Quidditch non c’era persona in tutta la scuola
più agguerrita di
lei.
- Ehm,
Kara, va tutto bene ma non ti sembra di dimenticare un punto
fondamentale? –
intervenne ridendo Tobias.
- E
sarebbe? –
- Il
capitano è Flaemont, dovrebbe essere lui a tenere il
discorso, non tu. –
-
Giusto, ma credo che sia d’accordo con quanto ho detto
… non è vero, Capitano?
–
Flaemont
sentì gli sguardi della squadra puntati su di lui e non gli
rimase altro da
fare se non stringersi nelle spalle e annuire.
In fin
dei conti i suoi genitori gli avevano sempre ripetuto che i pazzi
andavano
assecondati senza fare troppe storie.
Mayra
King, la più giovane della lunga dinastia di King che aveva
affollato Hogwarts
negli ultimi sette anni, osservava la scena comodamente acciambellata
sulla
poltrona più distante e sbocconcellava Cioccorane come se
stesse assistendo
allo spettacolo più interessante della sua vita.
Distolse
lo sguardo solo quando sentì il rumore del quadro della
Signora Grassa che
ruotava nuovamente su se stesso e mostrava una Minerva McGranitt
decisamente
diversa dal solito.
Gli
occhi verdi erano persi nel vuoto e camminava a passo lento lungo il
corridoio
principale; era più che evidente che ci fosse qualcosa che
le frullava per la
testa.
La
raggiunse, sfiorandole un braccio e facendola quasi sussultare tanto
l’aveva
colta alla sprovvista.
-
Minerva, stai bene? –
-
Certo. –
-
Sicura? –
Annuì.
– Non preoccuparti, Mayra, sono solo stanca. –
C’era
qualcosa che non la convinceva nella compagna di Casa, ma decisamente
saggiamente di lasciar perdere.
Minerva
era leale e comprensiva con i suoi amici, ma tendeva a perdere la calma
quando
le venivano poste troppe domande su un argomento che non le andava di
affrontare.
Conoscendola
si sarebbe aperta se e quando se la fosse sentita senza bisogno di
alcuna
ulteriore sollecitazione.
-
D’accordo, ma se avessi voglia di parlarne sai dove trovarmi
– cedette infine.
- lo
terrò a mente; ora scusami, ma ho davvero bisogno di farmi
una bella dormita –
tagliò corto la Prefetto, incamminandosi verso la scalinata
che conduceva al
dormitorio femminile.
*
-
Sembra che tu sia stata assunta ufficialmente da Abraxas Malfoy per
indagare su
certi movimenti strani in Casa Serpeverde –
constatò timidamente Alya,
sistemando nel suo lato dell’armadio gli indumenti
accuratamente ripiegati.
Laura,
che aveva già finito da un bel pezzo e camminava in giro per
la stanza come se
fosse incapace di mettersi a letto finchè non avesse
esaurito la scorta di
energia giornaliera, emise uno sbuffo incredulo.
- Come
se non ci fosse nulla di più importante al momento, tipo un
pazzo esagitato con
manie di dominio mondiale, del sapere chi si porta a letto Lestrange.
–
-
Malfoy ha le sue strane fisse -, riconobbe Drusilla, - ma a quanto dice
Adhara
il mio lavoro sarà lautamente ricompensato con un
rifornimento annuale
direttamente da Mielandia. –
- Ah,
ora sì che capisco perché hai accettato di fargli
un favore. –
Scoppiarono
a ridere all’unisono.
- E hai
già qualche idea sull’identità della
misteriosa ragazza? –
Scosse
la testa, terminando di riporre l’ultima busta di dolciumi
all’interno del
baule ormai completamente privo di abiti.
-
Neppure mezza, ma la scuola è grande e stiamo parlando di un
tipo che piace a
molte … penso di potermi concentrare sulle studentesse tra
il quinto e il
settimo anno delle varie Case, escludendo il resto. –
-
Conoscendolo dovresti escludere anche tutti coloro che non sono di
sangue puro
… non sia mai che si “contamini”
– bofonchiò Alya, che più di tutte era
toccata
dall’argomento essendo una Nata Babbana.
Drusilla
corrugò la fronte, pensierosa.
- Se
fosse Purosangue dubito che si farebbe problemi a rivelarne
l’identità. –
- Dru,
pensi sul serio che Lestrange se la faccia con una Mezzosangue? Stiamo
parlando
di Lestrange, sii realistica.
–
- Già,
magari si tratta solo della promessa sposa di qualche ricco rampollo o
di
qualche ragazza con un fidanzato geloso e violento. –
Stiracchiandosi
pigramente, Alya soffocò uno sbadiglio.
- Non
so voi, ma al momento l’unica cosa a cui riesco a pensare
è la voglia di
andarmene dritta a letto. –
-
Condivido in pieno … Laura? –
- Sì,
tra poco mi sdraio anche io … devo solo riuscire a prendere
sonno. –
Il che
era una vera e propria impresa considerando la sua
iperattività sfrenata.
-
D’accordo, allora spegni tu la luce –
mormorò Drusilla, affondando la testa sul
cuscino e raggomitolandosi come un gattino sotto le coperte di
patchwork.
*
Devon
si lasciò ricadere sul letto di peso, sbuffando mentre
allentava la cravatta
con i colori dei Tassorosso.
-
Questi ragazzini diventano sempre più insopportabili di anno
in anno. –
- È in
momenti come questi che sono grato di non essere un Prefetto
–, sentenziò
Stephen, - non riuscirei mai a gestire un branco di undicenni
esagitati. –
- Il
non gestirli credo sia il minore dei mali nel tuo caso, più
che altro mi
preoccuperei del fatto che potresti strangolarli. –
- Ehy,
ho una sorella minore, so gestire i mocciosi –
protestò.
Devon
sorrise ironico.
- Già,
infatti tu e Mayra non passate mica tutto il tempo a litigare
… oh, aspetta, e
invece è esattamente quello che fate ogni volta che vi
incontrate. –
Stephen
emise una risata secca prima di tirargli addosso un cuscino in
patchwork.
- Con
una mira come questa non centrerai neppure un tiro durante la prossima
partita
– lo sfottè mentre schivava il colpo
all’ultimo secondo.
Il
cuscino successivo lo colpì in piena fronte prima ancora che
avesse il tempo di
mettersi in guardia.
- Ehy,
non ero pronto! –
-
Certo, Bones, perché non usi la stessa scusa la prossima
volta che sbagli un
passaggio? – lo rimbeccò.
Rimasero
a fissarsi in silenzio finchè entrambi non scoppiarono a
ridere.
Ci
voleva una discreta pazienza nel sopportare Stephen e una tolleranza
particolarmente alta alle battute e alle frecciatine per andare
d’accordo con
Devon.
Per
alcuni quella sarebbe stata la più improbabile delle coppie
d’amici, ma il loro
rapporto funzionava alla grande fin dal loro primo anno.
Era
come se i loro caratteri si compensassero a vicenda e vederli aggirarsi
da soli
per il castello era ormai praticamente impossibile.
- Piuttosto,
che turni di ronde ti sono stati assegnati? –
Devon
lo osservò dalla testa ai piedi, sorridendo con
l’aria di chi la sapeva lunga.
-
Questa domanda è dovuta solo al tuo desiderio
incontrollabile di passare il
maggior tempo possibile con me oppure ha un secondo fine? –
-
Imbecille -, rise, - era semplice curiosità. –
-
Certo. Ti sembro forse stupido, King? –
Arricciò
il labbro in un sogghigno. – Cos’è una
domanda a trabocchetto? –
- Sei
veramente simpatico. Mi premurerò di far presente a Drusilla
quanto tu sia
divertente quando martedì sera avremo la ronda insieme.
–
Stephen
si raddrizzò all’istante.
- Non
oseresti mai. –
Venne
il suo turno di sogghignare. – Oh, King, credimi oserei
eccome. Ma, per tua
immensa fortuna, sei il mio migliore amico e non ti metterei mai in
difficoltà
con lei … anche perché riesci a farti odiare
benissimo da solo. –
-
Potresti anche mettere una buona parola per me. –
-
Potrei -, convenne, - e lo farei se ricevessi un incentivo. –
Stephen
sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
Certe
volte dimenticava che il suo migliore amico era un Testurbante tra
Tassorosso e
Serpeverde.
I
Testurbante erano rari, ma ancora di più quella particolare
combinazione.
Tassi e
Serpi erano agli antipodi per definizione.
Quindi
Devon era sì leale e sincero, ma allo stesso tempo cercava
sempre un proprio
tornaconto personale ed era profondamente ambizioso.
-
D’accordo -, cedette, - cosa vuoi in cambio? –
- Ti
farò una tariffa da vero amico … diciamo una mano
con i compiti di Divinazione
da qui alla fine dell’anno? –
- Fino
alla vacanze di Natale – rilanciò.
- Mi
era sembrato che Drusilla ti piacesse parecchio … e il
lavoro da fare sarà
lungo e complicato visto che ti sei premurato ampiamente di farle
credere di
essere un insopportabile e completo idiota. –
-
Saresti dovuto finire a Serpeverde, lo sai vero? –
- Lo
so. Allora, accetti? –
Strinse
la mano che Devon gli tendeva. – Accetto. –
Spazio
autrice:
Come
dicevo nelle Nda le iscrizioni sono ancora aperte per 2 OC di sesso
maschile
tra il V e il VII anno preferibilmente uno dei due Corvonero mentre per
l’altro
avete totale libertà.
Passando
poi a un’altra questione, ho notato che alcune
persone tendono a sparire dalle interattive e pertanto vi chiederei di
farvi
sentire almeno ogni due capitoli anche per non bloccare lo scorrere
della
storia quando a termine capitolo vi pongo delle domande fini alla
trama.
Infine, proprio per rimanere in tema, vi pongo due domande
che mi erano sfuggite al momento della creazione della scheda:
-
in che giorno compie gli anni il vostro OC?
-
cosa vorrebbe fare da adulto? Questa domanda riguarda gli
studenti del VI e VII anno. Tenete presente che mi baserò su
questo per
inserirlo nelle varie classi visto che per i M.A.G.O. il programma
scolastico è
differenziato.
Per
ora è tutto.
Al prossimo capitolo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary
Serpeverde
Katherine Nott (PV Nina Dobrev) – VII anno, Cacciatrice e membro del Lumaclub.
Corvonero
Azalea Chrystal Bennett (PV Emmy Rossum) – VI anno, Cercatrice e membro del Lumaclub.
Clay Montgomery (PV Logan Lerman) – VII anno, membro del Lumaclub.
Sophie
Rebecca Welch
(PV
Peyton List) – V anno.
Grifondoro
Tobias William Brooks (PV Dominic Sherwood) – VII anno, Cacciatore.
Kara Victoria Dawson (PV Brec Bassinger) – VI anno, Battitrice.
Fleamont Potter (PV Josh Hartnett) – VII anno, Capitano e Portiere e membro del Lumaclub.
Mayra
Daphne King
(PV Nell
Tiger Free) – V anno, membro del Lumaclub.
Tassorosso
Laura Alexandra Marie Neuberg (PV Genevieve Gaunt) – VI anno, Cacciatrice e membro del Lumaclub.
Alya Alice Morrison (PV Edy Ganem) – VII anno, Cacciatrice.
Stephen Andrew King (PV Devin Paisley) – VI anno, Cacciatore.
Devon Bones (PV Jensen Ackles) – VI anno, Prefetto, Capitano e Cacciatore.