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Autore: Ms Mary Santiago    15/04/2017    11 recensioni
[STORIA A OC – Conclusa]
Hogwarts 1944
L’ultimo anno di Tom O. Riddle è destinato a cambiare per sempre la realtà del mondo magico.
L’anno in cui i futuri Mangiamorte cominciarono ad associarsi.
L’anno in cui gli studenti di Hogwarts protestarono contro il terrore Grindelwaldiano.
L’anno in cui bene e male finirono quasi con il combaciare.
Genere: Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Mangiamorte, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'XO XO, Hogwarts with love'
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Nda:

Qui sotto trovate il capitolo e la selezione degli OC che, vi avviso, non è ancora completa perché mi mancano le schede di due autrici quindi potrebbero esseri aggiunti altri OC. Oltre a ciò invito chi lo desidera a partecipare visto che sono in carenza di maschietti. Per la precisione me ne servono 2 e uno dovrebbe essere Corvonero mentre per l’altro avete piena libertà di scelta.

 

 

 

Capitolo 1

 

 

 

 

 

Katherine varcò l’ingresso della Sala Grande a passo deciso, ignorando risolutamente gli sguardi su di sé.
Del resto c’era abituata. Non capitava spesso che una Purosangue inglese venisse mandata a studiare a Durmstrang e che, all’inizio del suo quinto anno, si trasferisse nuovamente in terra natia per completare la sua istruzione magica.
Fosse stato per lei sarebbe rimasta più che volentieri a Durmstrang, ma sua madre aveva strepitato e pianto in modo tanto estenuante e convincente che suo padre aveva finito con l’accontentarla e riportarla a casa.
Tutto per quell’assurda credenza che aveva sua madre che vedeva lei protagonista di uno scenario apocalittico in cui Gellert Grindelwald prendeva d’assalto la scuola e la faceva fuori.
Come se un aspirante dominatore del mondo magico non avesse nulla di meglio da fare nella vita che dare la caccia agli studenti della sua ex scuola.
Aveva rinunciato a capire quella donna da anni, troppo apprensiva e iperprotettiva per i suoi gusti.
Raggiunse il tavolo verde argento e folgorò con un’occhiataccia una studentessa del terzo anno che aveva occupato il suo consueto posto.
La ragazzina scalò lungo la panca, liberando la destra di Tom.
- Complimenti, adesso fai scappare anche le ragazzine? –
Rivolse un sorrisetto beffardo all’indirizzo di Renford, allontanando una ciocca castano scuro dal bel volto.
- Perché, avevi intenzione di provarci anche con lei? –
Tom stirò le labbra in un sorriso divertito davanti all’espressione seccata dell’amico, per poi rivolgere lo sguardo verso Abraxas che gli stava seduto di fronte.
- Si può sapere a cosa stai pensando? Sei con la testa da tutt’altra parte. –
 - Elaboro teorie. –
- Non un’altra volta, Abraxas -, sbuffò a metà tra l’esasperato e il divertito, - Renford non ti ha già detto che non c’è nulla d’interessante nella sua piccola avventura? –
- Lo ha detto -, confermò, - ma io non gli credo. –
Allungandosi a prendere la brocca con il succo di zucca, Katherine osservò la scena con interesse.
Non era la prima volta che Abraxas si concentrava su pettegolezzi amorosi o sessuali, ma quella volta doveva esserci davvero un grande mistero se si ostinava così tanto nel voler sapere la verità.
- Perché il biondastro è così sospettoso? –
- Perché -, replicò il diretto interessato con un’occhiata poco amichevole, - Renford non vuole rivelare di chi si tratti quindi sono giunto a due possibili conclusioni: o è una ragazza già impegnata oppure è qualcuna di davvero molto imbarazzante. –
- E a questa brillante deduzione sei giunto perché? –
- Perché è fuori di testa –, intervenne Ren, - e sessualmente frustrato visto che nelle ultime settimane non ha avuto neanche mezza ragazza sotto mano. Pensa a riempire il tuo letto, Malfoy, e non a quelle che entrano nel mio. –
- Di quello che vuoi, Lestrange, ma prima o poi scoprirò di chi si tratta. –
- Se mettessi anche solo un decimo di questa determinazione in Trasfigurazione a quest’ora avresti ben più che una misera A – osservò Tom.
Katherine ridacchiò. – Colpito e affondato. –
Abraxas sbuffò in modo molto poco regale e incrociò le braccia al petto, contrariato.
- Giuro che non vi coinvolgerò mai più nelle mie teorie, siete impossibili. –
Tom lo fissò di rimando, sfoggiando un cipiglio serio e impassibile.
- È una promessa? Perché in questo caso ti prendo in parola. –
Stoicamente, Abraxas non replicò e si mise a mangiare.
Lo stavano prendendo in giro e non avrebbe di certo fatto nulla che potesse facilitare il compito a quei suoi spudoratamente irriverenti amici.
Insomma, era un Malfoy, non poteva certo farsi prendere in giro a quel modo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Perché guardi Adhara in quel modo? –
Azalea infilzò con vigore la patata alla brace nel suo piatto, lanciando l’ennesima occhiata truce all’indirizzo della compagna di Casa.
- La spilla. –
- Quella da Capitano? –
- Perché, le vedi altre spille appuntate al petto? –
Azalea notò lo sguardo lievemente risentito dell’amico.
Clay era probabilmente la persona più sensibile e delicata che conoscesse, un’anima candida che tendeva a essere ferito da commenti beffardi e taglienti.
E lei aveva lasciato che la rabbia e il desiderio di rivalsa che provava nei confronti di Adhara Rosier le offuscassero il giudizio.
- Scusami, è che non riesco proprio a farmi andare giù la cosa -, ammise, - ho aspettato quella spilla per tutta l’estate e appena sono arrivata sul treno ho saputo che l’avevano data a lei. –
Clay annuì, indeciso su quale fosse la risposta migliore.
Non era un granchè con le relazioni interpersonali; per come la vedeva lui i libri erano molto più semplici, con loro non sbagliavi e non ti mettevano sotto pressione perché era pressoché impossibile che fraintendessero una tua affermazione.
E a lui capitava spesso di essere frainteso.
Certe volte avrebbe voluto essere un po’ più come Renford Lestrange, il tipo di persona che diceva dritto in faccia quello che pensava e che mandava al diavolo chiunque avesse qualcosa da ridire su di lui.
Lui non ci riusciva.
Il giudizio di chi lo circondava finiva inevitabilmente con il ferirlo; non importava con quanta ostinazione si sforzasse di non darlo a vedere, chi lo conosceva bene sapeva leggere i segnali che il suo corpo mandava.
- Non preoccuparti, posso capirlo – assicurò.
Sapevano entrambi che non era così.
Clay non aveva mai avuto velleità sportive né era mai stato particolarmente competitivo.
- È solo che mi sembra che si prenda sempre tutto quello che vuole senza fare il minimo sforzo. È intelligente, bella, popolare e particolarmente apprezzata dai professori … adesso anche la spilla. È semplicemente troppo. –
- Già, certe volte è un pensiero che passa per la testa anche a me quando guardo alcuni nostri compagni; confesso di invidiarli un po’ per la semplicità con cui adottano comportamenti popolari e vincenti -, ammise, - ma suppongo che non importi poi chissà quanto chi sia il Capitano della squadra. Alla fine l’importante è che vinciate le partite, no? –
Azalea annuì distrattamente.
In linea di principio era vero, ma la sua indole battagliera protestava a gran voce per quella che ai suoi occhi era una vera e propria ingiustizia.
Entrambe erano entrate nella squadra nello stesso anno e, sebbene in ruoli differenti, avevano dato il loro contributo a più riprese. Cosa aveva spinto Vitious a metterla in secondo piano?

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Abraxas raggiunse il tavolo di Corvonero poco dopo la fine dei pasti, quando i Prefetti e i Caposcuola stavano cominciando a radunare gli studenti del primo anno attorno a loro per condurli nei rispettivi dormitori.
Adhara fu la prima ad accorgersi di lui, dando leggermente di gomito a Sophie.
- Ed ecco il figliol prodigo che ritorna all’ovile. Che c’è, troppa influenza Serpeverde ti ha spinto a scappare via? –
- È la loro ironia che mi ha fatto scappare, quindi vedete di non cominciare anche voi -, borbottò mettendo su un adorabile broncio da cucciolo bastonato, - non potrei proprio sopportare un’altra presa in giro. –
- L’indistruttibile ego dei Malfoy deve aver preso una bella batosta durante la cena -, osservò Sophie sorridendo divertita, - Si può sapere cosa hai combinato, Abraxas? –
- Io non ho combinato proprio un bel niente -, sbuffò indignato, - ho solo fatto ipotesi sulla nuova scappatella di Renford … ma sembra che a quel tavolo la curiosità sia morta e sepolta. –
- Beh, ti annuncio ufficialmente che se riguarda Lestrange io non voglio saperne nulla. Meno lo sento nominare e meglio sto – lo interruppe Sophie.
- Un giorno mi spiegherai perché tutta questa ostilità nei suoi confronti e in quelli di Tom? –
- Lestrange è ego narcisista a livelli esponenziali e ha dato il tormento a Minerva per anni, quanto a Riddle … beh, è Riddle. –
- Il che la dice lunga – convenne Adhara.
- Comunque se hai proprio bisogno di condividere teorie vi lascio soli e vado a cercare Tobias – concluse Sophie, mentre le guance le si tingevano di una lieve sfumatura di rosa al nominare il Grifondoro del settimo anno.
Adhara ammiccò leggermente.
- Vai pure, mi sorbisco io le crisi da prima donna di Abe. –
Augurò loro la buonanotte e si avviò allegra verso il ragazzo che l’attendeva davanti alla porta in quercia della Sala.
- Continuo a non capire cosa ci trovi in quel Grifondoro … insomma, è un Grifondoro. –
- Noi ci interroghiamo da anni su cosa trovi in Riddle … Insomma, è Riddle -, gli fece il verso, - Perciò credo proprio che tu sia l’ultima persona sulla faccia della terra che può esprimere giudizi sulle scelte sentimentali di chicchessia. –
- Deve esserci qualcosa di guasto nel banchetto di questa sera perché siete tutti inspiegabilmente acidi nei miei confronti; se fossi un pizzico emotivo potrei sentirmi offeso. –
- Quindi è una fortuna che tu sia completamente insensibile alle offese –, ironizzò, - Adesso dimmi cosa ha teorizzato il tuo cervello malato prima che perda qualsiasi interesse per tutto ciò che non ha le sembianze di un letto a baldacchino. –
- Io credo che Renford nasconda una ragazza che per qualche motivo non deve venire assolutamente fuori o si scatenerebbe un bel putiferio. Lui lo nega, ma io so che è così. La Selwyn è in gamba con queste cose … potresti chiederle di indagare un po’ in giro. –
Si accigliò.
D’accordo la curiosità, ma lì si sfociava quasi nel patologico.
- Cosa speri di ottenere? –
- La soddisfazione di sentirmi dire: “avevi ragione, Abraxas, non dovremmo mai mettere in dubbio ciò che le tue sovrumane capacità intellettive captano”. –
- Vedrò cosa riesco a scoprire -, cedette, - ma scordati di sentirmi pronunciare una frase del genere. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Dovremmo smetterla di vederci così – mormorò, interrompendo quello scambio di baci, con il fiato corto.
Vide gli occhi blu lampeggiare nella semi oscurità dell’arazzo che li proteggeva da occhi indiscreti.
Un sorriso divertito increspava le labbra del ragazzo.
Minerva gli rivolse un’occhiataccia, frapponendo le mani tra lei e il corpo del Serpeverde.
Non le piaceva quando qualcuno si prendeva gioco di lei, così come non le piaceva quell’espressione.
- Ho detto qualcosa di divertente? –
La domanda le uscì più acidamente di quanto avesse voluto, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
- No, affatto, ma mi era sembrato che fossi d’accordo sul non pubblicizzare troppo la cosa per il momento. Insomma, ti immagini le reazioni? –
- Vuoi dire le reazioni dei tuoi amici –, lo rimbeccò, - Perché è inammissibile che Renford Lestrange frequenti una Mezzosangue, vero? –
Il sorriso scomparve dal volto di Renford, sostituito da un’espressione glaciale.
- Dei miei amici? Come se Grifondoro non fosse la culla dei prevenuti ab eternum quando si tratta di noi Serpeverde. Com’è che ci chiamate … ah, sì, la progenie di Satana. Molto politicamente corretto, non c’è che dire. –
- È diverso, nessuno di loro ti giudicherebbe indegno se provassi a mostrare il lato del tuo carattere che hai mostrato a me. Per Riddle e la sua cricca, invece, io non valgo abbastanza a livello biologico … una Mezzosangue che si mischia tra di voi è inaccettabile – concluse aspramente.
Non sapeva neanche lei cosa si aspettava di sentirgli dire, forse che negasse la loro retrograda chiusura mentale o che le dicesse che nel suo caso sarebbe stato diverso … ma nulla di tutto questo uscì dalle labbra di Renford.
- Lo sai come la pensano -, convenne, - ma magari con un po’ di tempo per prepararli all’idea non reagirebbero nemmeno così male. –
Le iridi verdi lampeggiarono furiose.
- Intendi dire che così non se la prenderebbero troppo con te e non ti considererebbero un Traditore del tuo sangue. –
Scosse la testa con risolutezza. – Non intendevo questo. Sono un Lestrange, l’erede universale della famiglia, anche volendo non potrebbero tagliarmi fuori. L’unica cosa di cui mi preoccupo sei tu … Non hai una famiglia come la mia a proteggerti, non si farebbero scrupoli a prendersela con te – concluse.
Forse era una sciocca, ma gli credette.
Aveva imparato a conoscere Renford Lestrange in un modo del tutto nuovo quando durante l’estate, in vacanza a Parigi, lo aveva incontrato per caso.
Lontani dalla scuola e dalle chiacchiere frequentarsi era stato semplice e naturale come respirare.
Era venuto fuori che le frecciatine altro non erano che un maldestro tentativo di attirare la sua attenzione senza esporsi troppo in una società che, ancora per la maggior parte, non vedeva bene la relazione tra un Purosangue e una Mezzosangue.
E poi c’era stato quel bacio all’ombra della Tour Eiffel che aveva spazzato via le sue ultime resistenze.
Il Renford della scuola era solo una maschera, qualcosa dietro cui nascondersi, con lei era veramente se stesso.
Ma la scuola era ricominciata e vederlo tornare a trincerarsi dietro quel suo modo di fare per nascondere ciò che veramente gli passava per la testa era qualcosa d’insopportabile ai suoi occhi.
- D’accordo -, cedette, - aspettiamo ancora un po’. –
Ren parve improvvisamente risollevato.
- Sarà per poco, lo giuro, il tempo di spiegare ai ragazzi come stanno le cose. –
Si chinò a baciarla per l’ultima volta, per poi svicolare fuori dall’arazzo stando attento a non incrociare nessuno.
- Lo spero – mormorò, osservandolo sparire lungo la rampa di scale.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Erano circa dieci minuti che l’intera squadra di Grifondoro si era radunata nella Sala Comune … o meglio, l’intera squadra meno uno dei loro Cacciatori.
Tobias era infatti ancora fuori dal quadro della Signora Grassa, teneva stretta tra le braccia muscolose Sophie e sembrava molto poco propenso a lasciarla tornare al dormitorio di Corvonero.
Fleamont Potter, il loro Capitano, li osservava con un’espressione vagamente divertita dipinta sul volto ma Kara era di tutt’altro avviso.
Era contenta che quei due stessero insieme e che si amassero, erano una splendida coppia e tutto il resto, ma il Quidditch non doveva passare in secondo piano.
Soprattutto quando la prima partita di campionato, come da tradizione, avrebbe visto fronteggiarsi Grifondoro e Serpeverde.
- Brooks, piantala di fare l’appiccicoso e datti una mossa. Sophie non fuggirà solo perché rientri nel dormitorio, ma ti assicuro che se non ti decidi a unirti alla riunione il mio piede impatterà contro il tuo fondoschiena. –
Fleamont ridacchiò, scuotendo la testa.
- Sei sempre la solita, Kara. Non è un problema se cominciamo con qualche minuto di ritardo. –
- Ma, Capitano …. –, provò a protestare, - la riunione. –
Sophie si sottrasse dalla presa del ragazzo con una risatina, scoccandogli un ultimo bacio a fior di labbra e sgattaiolando via.
Tobias rientrò nella Sala Comune con un sorriso gigantesco stampato sul volto per poi essere letteralmente assalito da Kara, che l’afferrò per la mano e lo trascinò verso le poltrone su cui si era accomodata il resto della squadra.
- Non credo serva rimarcare quanto sia cruciale la prima partita di campionato -, esordì la ragazza, - ma il punto focale è uno solo: annientare i Serpeverde. Mi assicurerò personalmente che Abraxas Malfoy non sfiori il Boccino nemmeno con il manico della sua scopa a costo di buttarlo giù a suon di Bolidi. –
C’era un luccichio battagliero nello sguardo della ragazza che fece impallidire leggermente i compagni di Casa.
Quando si trattava di Quidditch non c’era persona in tutta la scuola più agguerrita di lei.
- Ehm, Kara, va tutto bene ma non ti sembra di dimenticare un punto fondamentale? – intervenne ridendo Tobias.
- E sarebbe? –
- Il capitano è Flaemont, dovrebbe essere lui a tenere il discorso, non tu. –
- Giusto, ma credo che sia d’accordo con quanto ho detto … non è vero, Capitano? –
Flaemont sentì gli sguardi della squadra puntati su di lui e non gli rimase altro da fare se non stringersi nelle spalle e annuire.
In fin dei conti i suoi genitori gli avevano sempre ripetuto che i pazzi andavano assecondati senza fare troppe storie.
Mayra King, la più giovane della lunga dinastia di King che aveva affollato Hogwarts negli ultimi sette anni, osservava la scena comodamente acciambellata sulla poltrona più distante e sbocconcellava Cioccorane come se stesse assistendo allo spettacolo più interessante della sua vita.
Distolse lo sguardo solo quando sentì il rumore del quadro della Signora Grassa che ruotava nuovamente su se stesso e mostrava una Minerva McGranitt decisamente diversa dal solito.
Gli occhi verdi erano persi nel vuoto e camminava a passo lento lungo il corridoio principale; era più che evidente che ci fosse qualcosa che le frullava per la testa.
La raggiunse, sfiorandole un braccio e facendola quasi sussultare tanto l’aveva colta alla sprovvista.
- Minerva, stai bene? –
- Certo. –
- Sicura? –
Annuì. – Non preoccuparti, Mayra, sono solo stanca. –
C’era qualcosa che non la convinceva nella compagna di Casa, ma decisamente saggiamente di lasciar perdere.
Minerva era leale e comprensiva con i suoi amici, ma tendeva a perdere la calma quando le venivano poste troppe domande su un argomento che non le andava di affrontare.
Conoscendola si sarebbe aperta se e quando se la fosse sentita senza bisogno di alcuna ulteriore sollecitazione.
- D’accordo, ma se avessi voglia di parlarne sai dove trovarmi – cedette infine.
- lo terrò a mente; ora scusami, ma ho davvero bisogno di farmi una bella dormita – tagliò corto la Prefetto, incamminandosi verso la scalinata che conduceva al dormitorio femminile.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Sembra che tu sia stata assunta ufficialmente da Abraxas Malfoy per indagare su certi movimenti strani in Casa Serpeverde – constatò timidamente Alya, sistemando nel suo lato dell’armadio gli indumenti accuratamente ripiegati.
Laura, che aveva già finito da un bel pezzo e camminava in giro per la stanza come se fosse incapace di mettersi a letto finchè non avesse esaurito la scorta di energia giornaliera, emise uno sbuffo incredulo.
- Come se non ci fosse nulla di più importante al momento, tipo un pazzo esagitato con manie di dominio mondiale, del sapere chi si porta a letto Lestrange. –
- Malfoy ha le sue strane fisse -, riconobbe Drusilla, - ma a quanto dice Adhara il mio lavoro sarà lautamente ricompensato con un rifornimento annuale direttamente da Mielandia. –
- Ah, ora sì che capisco perché hai accettato di fargli un favore. –
Scoppiarono a ridere all’unisono.
- E hai già qualche idea sull’identità della misteriosa ragazza? –
Scosse la testa, terminando di riporre l’ultima busta di dolciumi all’interno del baule ormai completamente privo di abiti.
- Neppure mezza, ma la scuola è grande e stiamo parlando di un tipo che piace a molte … penso di potermi concentrare sulle studentesse tra il quinto e il settimo anno delle varie Case, escludendo il resto. –
- Conoscendolo dovresti escludere anche tutti coloro che non sono di sangue puro … non sia mai che si “contamini” – bofonchiò Alya, che più di tutte era toccata dall’argomento essendo una Nata Babbana.
Drusilla corrugò la fronte, pensierosa.
- Se fosse Purosangue dubito che si farebbe problemi a rivelarne l’identità. –
- Dru, pensi sul serio che Lestrange se la faccia con una Mezzosangue? Stiamo parlando di Lestrange, sii realistica. –
- Già, magari si tratta solo della promessa sposa di qualche ricco rampollo o di qualche ragazza con un fidanzato geloso e violento. –
Stiracchiandosi pigramente, Alya soffocò uno sbadiglio.
- Non so voi, ma al momento l’unica cosa a cui riesco a pensare è la voglia di andarmene dritta a letto. –
- Condivido in pieno … Laura? –
- Sì, tra poco mi sdraio anche io … devo solo riuscire a prendere sonno. –
Il che era una vera e propria impresa considerando la sua iperattività sfrenata.
- D’accordo, allora spegni tu la luce – mormorò Drusilla, affondando la testa sul cuscino e raggomitolandosi come un gattino sotto le coperte di patchwork.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Devon si lasciò ricadere sul letto di peso, sbuffando mentre allentava la cravatta con i colori dei Tassorosso.
- Questi ragazzini diventano sempre più insopportabili di anno in anno. –
- È in momenti come questi che sono grato di non essere un Prefetto –, sentenziò Stephen, - non riuscirei mai a gestire un branco di undicenni esagitati. –
- Il non gestirli credo sia il minore dei mali nel tuo caso, più che altro mi preoccuperei del fatto che potresti strangolarli. –
- Ehy, ho una sorella minore, so gestire i mocciosi – protestò.
Devon sorrise ironico.
- Già, infatti tu e Mayra non passate mica tutto il tempo a litigare … oh, aspetta, e invece è esattamente quello che fate ogni volta che vi incontrate. –
Stephen emise una risata secca prima di tirargli addosso un cuscino in patchwork.
- Con una mira come questa non centrerai neppure un tiro durante la prossima partita – lo sfottè mentre schivava il colpo all’ultimo secondo.
Il cuscino successivo lo colpì in piena fronte prima ancora che avesse il tempo di mettersi in guardia.
- Ehy, non ero pronto! –
- Certo, Bones, perché non usi la stessa scusa la prossima volta che sbagli un passaggio? – lo rimbeccò.
Rimasero a fissarsi in silenzio finchè entrambi non scoppiarono a ridere.
Ci voleva una discreta pazienza nel sopportare Stephen e una tolleranza particolarmente alta alle battute e alle frecciatine per andare d’accordo con Devon.
Per alcuni quella sarebbe stata la più improbabile delle coppie d’amici, ma il loro rapporto funzionava alla grande fin dal loro primo anno.
Era come se i loro caratteri si compensassero a vicenda e vederli aggirarsi da soli per il castello era ormai praticamente impossibile.
- Piuttosto, che turni di ronde ti sono stati assegnati? –
Devon lo osservò dalla testa ai piedi, sorridendo con l’aria di chi la sapeva lunga.
- Questa domanda è dovuta solo al tuo desiderio incontrollabile di passare il maggior tempo possibile con me oppure ha un secondo fine? –
- Imbecille -, rise, - era semplice curiosità. –
- Certo. Ti sembro forse stupido, King? –
Arricciò il labbro in un sogghigno. – Cos’è una domanda a trabocchetto? –
- Sei veramente simpatico. Mi premurerò di far presente a Drusilla quanto tu sia divertente quando martedì sera avremo la ronda insieme. –
Stephen si raddrizzò all’istante.
- Non oseresti mai. –
Venne il suo turno di sogghignare. – Oh, King, credimi oserei eccome. Ma, per tua immensa fortuna, sei il mio migliore amico e non ti metterei mai in difficoltà con lei … anche perché riesci a farti odiare benissimo da solo. –
- Potresti anche mettere una buona parola per me. –
- Potrei -, convenne, - e lo farei se ricevessi un incentivo. –
Stephen sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
Certe volte dimenticava che il suo migliore amico era un Testurbante tra Tassorosso e Serpeverde.
I Testurbante erano rari, ma ancora di più quella particolare combinazione.
Tassi e Serpi erano agli antipodi per definizione.
Quindi Devon era sì leale e sincero, ma allo stesso tempo cercava sempre un proprio tornaconto personale ed era profondamente ambizioso.
- D’accordo -, cedette, - cosa vuoi in cambio? –
- Ti farò una tariffa da vero amico … diciamo una mano con i compiti di Divinazione da qui alla fine dell’anno? –
- Fino alla vacanze di Natale – rilanciò.
- Mi era sembrato che Drusilla ti piacesse parecchio … e il lavoro da fare sarà lungo e complicato visto che ti sei premurato ampiamente di farle credere di essere un insopportabile e completo idiota. –
- Saresti dovuto finire a Serpeverde, lo sai vero? –
- Lo so. Allora, accetti? –
Strinse la mano che Devon gli tendeva. – Accetto. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Come dicevo nelle Nda le iscrizioni sono ancora aperte per 2 OC di sesso maschile tra il V e il VII anno preferibilmente uno dei due Corvonero mentre per l’altro avete totale libertà.

Passando poi a un’altra questione, ho notato che alcune persone tendono a sparire dalle interattive e pertanto vi chiederei di farvi sentire almeno ogni due capitoli anche per non bloccare lo scorrere della storia quando a termine capitolo vi pongo delle domande fini alla trama.
Infine, proprio per rimanere in tema, vi pongo due domande che mi erano sfuggite al momento della creazione della scheda:

- in che giorno compie gli anni il vostro OC?

- cosa vorrebbe fare da adulto? Questa domanda riguarda gli studenti del VI e VII anno. Tenete presente che mi baserò su questo per inserirlo nelle varie classi visto che per i M.A.G.O. il programma scolastico è differenziato.

Per ora è tutto.
Al prossimo capitolo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary

 

 

Serpeverde

Katherine Nott (PV Nina Dobrev) – VII anno, Cacciatrice e membro del Lumaclub.

 

Corvonero

 

Azalea Chrystal Bennett (PV Emmy Rossum) – VI anno, Cercatrice e membro del Lumaclub.

Clay Montgomery (PV Logan Lerman) – VII anno, membro del Lumaclub.

Sophie Rebecca Welch (PV Peyton List) – V anno.

 

 

Grifondoro

 

Tobias William Brooks (PV Dominic Sherwood) – VII anno, Cacciatore.

Kara Victoria Dawson (PV Brec Bassinger) – VI anno, Battitrice.

Fleamont Potter (PV Josh Hartnett) – VII anno, Capitano e Portiere e membro del Lumaclub.

Mayra Daphne King (PV Nell Tiger Free) – V anno, membro del Lumaclub.

 

Tassorosso

 

Laura Alexandra Marie Neuberg (PV Genevieve Gaunt) – VI anno, Cacciatrice e membro del Lumaclub.

Alya Alice Morrison (PV Edy Ganem) – VII anno, Cacciatrice.

Stephen Andrew King (PV Devin Paisley) – VI anno, Cacciatore.

Devon Bones (PV Jensen Ackles) – VI anno, Prefetto, Capitano e Cacciatore.

 

 

   
 
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