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Autore: Emmastory    15/04/2017    4 recensioni
Dieci anni. Questo l'esatto lasso di tempo trascorso dall'ultima battaglia contro i famigerati Ladri, esseri ignobili che paiono aver preso di mira la bella e umile Aveiron, città ormai divenuta l'ombra di sè stessa poichè messa in ginocchio da fame, miseria, dolore e distruzione. Per pura fortuna, Rain e il suo gruppo hanno trovato rifugio nella vicina Ascantha, riuscendo a riprendere a vivere una vita nuova e regolare, anche se, secondo alcune indecisioni del suo intero gruppo, tutto ciò non durerà per sempre. Come tutti ben sanno, la guerra continua, e ora non ci sono che vittime e complici. (Seguito di: "Le cronache di Aveiron: La guerra continua)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VI-mod
 
 
Capitolo II

Il gentil tempo

E così, inizia un nuovo giorno. L’inverno ha da poco bussato alla nostra porta, e in modo quasi arrogante, ha preso possesso dell’intera città. È strano ammetterlo, ma in ben dieci anni, moltissime cose sono cambiate. I Ladri sembrano averci dato tregua, Rose e Terra sono cresciute, Chance è ormai avanti con l’età, e cosa più importante, ben due miracoli hanno avuto luogo. Il primo riguarda la mia amica Samira e il suo tanto amato Soren, in quanto il loro piccolo Isaac ce l’ha fatta. Sì,ce l’ha fatta. Ha vinto la sua personale e ardua battaglia contro la morte, e benché questo abbia anche un risvolto negativo, la cosa non li tocca. Quel che per loro conta è aver riavuto indietro il loro unico figlio, che ora, all’età di dieci anni, è il ritratto della salute, sempre che si escluda il suo attuale problema. Sfortuna vuole infatti, che nonostante la completa ripresa, Isaac abbia ereditato i problemi cardiaci di sua madre. Scoprendolo, Samira ne è rimasta colpita, ma volendo rimanere ottimista come me nonostante ogni avversità, si mostra felice, pensando esclusivamente a qualcosa di completamente diverso. Isaac è malato, certo, ma vivo, e in un momento del genere, caratterizzato dalla quiete che tanto aspettavamo, questa è l’unica cosa a contare davvero. Per quanto riguarda il secondo miracolo, io stessa ne sono l’orgogliosa protagonista. Non credevo che sarebbe davvero potuto accadere, eppure è stato così. Poco dopo la fortunata tregua concessaci dai Ladri, Stefan ed io ci siamo amati, e seppur inaspettatamente, sono rimasta incinta. Nonostante l’andar del tempo, ricordo ancora cosa successe in quel fatidico giorno. Ero stanca, nervosa e sul punto di spezzarmi come un fragile ramoscello, e una volta sdraiatami nel letto, avevo provato a dormire, ma senza successo. In completo e perfetto silenzio, nascondevo la realtà non dicendo una parola, ma voltandosi, Stefan mi guardò negli occhi, e di lì a poco, un abbraccio ci avvicinò l’uno all’altra. Questo fu seguito da un bacio, e poi da mille altri. Il loro dolce sapore mi fece letteralmente capitolare, così come ogni azione compiuta da lui. Mi finì di baci e carezze, e lasciandolo fare, lottavo contro me stessa per contenere un piacere che in quel momento non desideravo che liberare. A bocca chiusa, mi morsi con forza le labbra, ma fu inutile. Un gemito d’amore mi sfuggì assieme a molti altri, che appena dopo il primo, non mi curai né preoccupai di nascondere. Sicuro di sé e di come mi sentissi a riguardo, Stefan non accennò a fermarsi, e una volta raggiunto il vero apice del piacere, mi accasciai al suo fianco, sfinita da una notte d’amore che desiderai non avesse mai fine. Nove mesi dopo, con il termine di una gravidanza accettata con un sorriso sia da me che dai miei genitori, diventai ancora mamma, avendo la fortuna di accogliere nella famiglia che avevo creato al fianco di Stefan anche il nostro terzo figlio. Aaron. Per certi versi, un anagramma del nome di mio padre Ronan, e un grande orgoglio per Stefan, entusiasta all’idea di diventarlo per la terza volta. Ad essere sincera, speravo che accadesse ancora, perché come ammetto soltanto adesso, a distanza di anni, la vista di Samira mentre dava alla luce Isaac, e la felicità di Soren mentre lo teneva in braccio e stringeva la mano della moglie, aveva fatto nascere in me un nuovo desiderio di maternità, finalmente esaudito con l’arrivo in famiglia di Aaron. Il figlio maschio che Stefan tanto aspettava, in modo da avere qualcuno a cui insegnare l’arte del combattimento e della lotta, abilità che non aveva fatto mancare neanche alle nostre figlie. Sempre felice e ottimista, ammiro la mia immagine riflessa in uno specchio, e sorridendo, so bene di essere fortunata, poiché tutto questo è potuto accadere soltanto ad opera di un fato benevolo e allo scorrere del crudele ma gentil tempo.
   
 
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