I want to belive
Beth mi ha preso alla sprovvista con quella domanda, e
così quel sempre mi è uscito di getto senza ragionarci troppo su, anche il
bacio non era ragionato, però è successo ed ora dovrò farci i conti. “Cristo”,
se mi è piaciuto baciarla, stringerla a me, sentire il suo corpo risvegliarsi
sotto le mie dita. È stato come il miglior trip che mi sia mai fatto, sparato
diritto al cervello, senza le conseguenze nefaste del down. “Cazzo” e chi se
l’aspettava che Beth fosse così… L’osservo
di sottecchi mentre tiene sottotiro Aaron, le sue guance sono ancora arrossate
e le sue labbra recano ancora le tracce del mio passaggio. Lei si volta per un
nano secondo e mi sorride, poi ritorna con lo sguardo fisso sul nostro
prigioniero. Ok, sono fottuto, lei mi ha incredibilmente fottuto e la cosa
buffa è che ne sono contento, tutti dovrebbero fottersi così. Ora però non è il
momento, devo rimanere concentrato prima che la situazione ci sfugga di mano.
Mi sento come un fottuto adolescente in preda agli ormoni, “frena i bollori
Dixon”. Beth mi guarda aspettando un mio ordine, le dico di mettersi dietro di
me e ordino ad Aaron di precederci mentre lo tengo sempre sotto tiro, fidarsi è
bene ma…
Ci mettiamo circa dieci minuti ad arrivare
all’accampamento, verso est comincia ad albeggiare, Rick è già sveglio insieme
a Carol e Michonne, gli altri dormono ancora, non fa nessun commento sul fatto
che io sia in compagnia della ragazzina, e fissa immediatamente il suo sguardo
sullo sconosciuto. Mi sa che mi tocca fare le presentazioni, guardo Rick e
dico:
-“Lui è Aaron ed ha una proposta per noi!”- Nel frattempo
anche Glenn e Maggie si sono svegliati, insieme a Carl. Rosita arriva poco dopo
con un paio di opossum legati alla cintura, mi guarda sorridente ed esclama:
-“Bhe già che c’ero…”- poi il suo sguardo cade sullo
sconosciuto e ammutolisce, guarda verso Rick e parte di gran carriera a
svegliare Abraham, più siamo a decidere meglio è penso. Ne va del nostro futuro
dopotutto. Il gruppo arriva, 15 adulti e una bambina stretti intorno ad un uomo
che potrebbe rappresentare molte cose. C’è un momento di stallo dove tutti ci
guardiamo silenziosamente senza sapere bene cosa fare. Prima che Aaron
spiccichi parola Rick si avventa su di lui con un destro, che lo manda diretto
al tappeto, l’uomo reggendosi la mascella esclama:
-“Devo ammettere che ho ricevuto accoglienze migliori,
dovete fidarvi di me non ho cattive intenzioni, te lo giuro Rick ho una
proposta che sarà…”- mossa sbagliata, infatti Rick infierisce con un calcio
negli stinchi che lo fa sussultare nuovamente.
-“Come cazzo sai il mio nome? Chi sei? Cosa vuoi?”- l’uomo
ora sembra spaventato e guarda Rick negli occhi, che devo ammettere sembrano
quelli di un pazzo, da quanto sono spiritati. Credo che dovrei intervenire, non
vorrei che facesse qualcosa di cui poi potrebbe pentirsi, infatti sfodera la
pistola e la punta su Aaron.
-“Rick, ti prego lascialo parlare”- non è uscita da me
questa voce però, è uscita da Beth che con mosse lente e decise si è avvicinata
allo sceriffo, è come se si avvicinasse ad un animale ferito, non smette mai di
fissarlo negli occhi e di guardarlo in modo… “amorevole”, non so nemmeno io spiegare cosa provo nel vedere quegli sguardi
silenziosi tra lei e la follia di Rick. So solo che sono terrorizzato, sembra
che mio fratello sia teso come una corda in procinto di spezzarsi, e quando lo
farà l’onda d’urto sarà devastante. Ma sembra anche che Beth riesca a tenerlo
sotto controllo in qualche modo che non capisco. Anche Maggie è tesa, guarda
alternativamente Beth e poi Rick mentre Glen cerca di confortarla, la ragazzina
si e messa tra loro due, o meglio tra la pistola di Rick e la testa di Aaron
–“Beth spostati”- le intima Rick con voce spezzata – “non posso”- risponde
semplicemente Beth, il loro dialogo silenzioso continua per svariati secondi
che mi sembrano talmente dilatati nel tempo da durare ore.
-“Portala via di qui, anzi intanto che ci siete
controllate che questo stronzo non abbia amici nei paraggi”- non ho bisogno di
sentire il mio nome per capire che si sta rivolgendo a me, mi avvicino a Beth e
lei si volta guardandomi male:
-“Non provarci… come...? Hai detto che ti fidavi di me”- i
suoi occhi mandano lampi e saette e io non posso che pensare che è magnifica,
mentre risplende di rabbia ma che ancora deve capire come funziona il mondo.
-“Io e Aaron dobbiamo fare quattro chiacchere, non gli
farò troppo male te lo prometto Beth ma in un modo o nell’altro mi dirà la
verità”- continua Rick, prendo Beth di peso e la trascino via, lei scalcia e
urla ma riesco a contenerla agevolmente.
-“ Rick è impazzito, lo ucciderà”- dice in un singhiozzo
accasciandosi.
-“No, non credo”- rispondo accendendomi una sigaretta “tu
l’hai calmato” –“Maggie e Glenn non lo permetteranno, e comunque Rick non ha
tutti i torti”- la ragazzina fa per ribattere ma io la zittisco alzando una
mano –“forse hai ragione tu, “e io
voglio crederci” ed Aaron è una brava persona, in qual caso ci perdonerà, ma
forse non è così, e ne abbiamo viste troppe per farci fregare come pivelli,
dovresti averlo capito ormai, non tutti sono buoni come te Beth. Perlustriamo i
dintorni e sinceriamoci che il tuo amico dica la verità.”- La ragazzina fissa i
suoi occhi lucidi nei miei, rilascia un ultimo sospiro e poi si alza,
avvicinandosi si appoggia al mio braccio e intreccia le sue dita con le mie,
sfiora le mie labbra e poi passa delicata come un alito di vento, fa un paio di
passi e si volta a guardarmi. Non c’è più esitazione nei suoi occhi, siamo
pronti alla missione, perlustriamo i dintorni.
∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞
Rick l’ha pestato per bene non c’è che dire, prima che
Carol e Michonne insieme a Maggie lo fermassero, quasi quanto Abraham ha
pestato me. Aaron a differenza mia non ha mai ceduto, ha ripetuto fino allo
stremo delle sue forze che è qui per condurci in un posto sicuro, che loro sono
brave persone, e che reclutano non obbligano nessuno a stare con loro, e che
per questo devono proteggersi e quindi ascoltano per capire chi avvicinare e
chi no, dal mio punto di vista ha totalmente senso ma non so se gli altri
apprezzino il mio punto di vista. In fin dei conti, sono il fottuto bastardo, e
aggiungiamo pure vigliacco che li ha ingannati, facendogli credere che esiste
una cura, solo per salvarsi la pelle. L’unica cosa positiva è che alla fine ci
avevo visto giusto, qualcuno ci stava davvero ascoltando e avevo anche trovato
il modo di farlo capire in modo semplice agli altri, senza entrare troppo nei
dettagli delle onde radio, campi di sublimazione e cose che comunque non
avrebbero inteso, se Aaron fosse arrivato all’ultimo cambio di guardia, avrei
avuto il tempo, infatti avevo deciso di rendere Rick partecipe della mia
scoperta, magari sarei riuscito ad evitargli le botte. Sono troppo vigliacco
comunque per andare a porgergli le mie scuse e parlare agli altri delle mie
scoperte adesso, è del tutto inutile, inutile come me, e menomale che avevo
deciso di riscattarmi. Eugene fai schifo, mi ripeto sconsolato mentre osservo
le ultime braci spegnersi -“ti vedo
pensieroso, che succede? Stai cercando di imbrigliare la forza del fuoco?”-
Rosita si è seduta accanto a me e mi ha dato una pacca sulla spalla,
strappandomi un mezzo sorriso.
Prima di tutto questo casino, io cercavo davvero un
carburante inesauribile potente come il FUOCO ma pulito ed efficiente, senza
ottenere nessun risultato oserei dire se non qualche dato statistico degno di
poco interesse. Era il mio tentativo di emergere, se avesse funzionato non
sarei più stato il nerd di periferia, il professore di scienze sfigato, ma
sarei stato il salvatore del mondo, ok, lo so fa tanto Harry Potter, ora ho
pure la cicatrice che mi ha fatto Abraham, lo so sono patetico, grasso,
patetico e inutile. Mi volto e monocorde le rispondo:
-“Magari ne fossi capace, avremmo risolto tutti i nostri
problemi, almeno quelli più imminenti, come il bisogno di carburante e un
armamento potente in grado di raggiungere un posto sicuro dove poter
ricominciare.”-
-“È quello che ci sta offrendo Aaron, un posto dove
ricominciare”-
-“già!”- Tante cose mi passano per la mente mentre
continuo ad osservare le braci che guizzano tentando di rimanere vive, rubando
le ultime molecole di ossigeno fino a consumarsi inesorabilmente. Credo che
passino anche per la mente di Rosita, anche il suo sguardo, solitamente così
sicuro, è perso nelle braci morenti come il mio. Senza una speranza per un
futuro migliore cosa siamo? Le abbiamo viste tutti le foto, le foto di
Alexandria l’ultimo baluardo della civiltà, in quei pochi scatti ci sono così
tante “potenzialità” che… Dobbiamo solo avere il coraggio di buttarci, ma la
domanda sta proprio qui, abbiamo quel coraggio? Io ho quel coraggio? Voglio
credere di si.
-“E quindi che hai intenzione di fare?”- Mi domanda a
bruciapelo guardandomi negli occhi, ve l’ho detto che ho una cotta per lei da
quando l’ho vista la prima volta? No? Bhè ho una cotta per lei e so di non
avere speranze però, “mamma mia quant’è bella”.
-“Io che ho intenzione di fare? Che domande… cosa vuoi
che… non ho intenzione di fare niente”-
-“perché?”- Domanda ancora guardandomi negli occhi, sembra
quasi che stia flirtando con me anche se so che non è un opzione plausibile,
non sono così stupido da illudermi.
-“Bhè, per delle ovvie ragioni, chi sono io per dire cosa
è meglio per il gruppo? Non ho particolari abilità se non quella di mentire e
di essere un vigliacco, sono solo una zavorra.”-
-“Tu avevi capito che ci stavano ascoltando”- la sua non è
una domanda.
-“Si”- ammetto arrossendo un poco, dopotutto il tono della
sua voce mi è sembrato un complimento, e io non sono abituato ai complimenti,
soprattutto quelli delle belle donne.
-“ Ti ho visto armeggiare con quella radio. Soprattutto
questa notte, tu hai cervello Eugene, non è una dote da sottovalutare, è vero
sei un vigliacco e sei troppo grasso”- dice ridacchiando facendo un gesto con
la mano che sembra voglia dire che si può sempre rimediare, o sono io che lo
spero?
-“Però, fai parte
del gruppo, ci hai salvato la pelle con quei condensatori per l’acqua, il tuo
posto tra i sopravvissuti te lo sei guadagnato, non sminuirti più di quanto
serva, è vero hai sbagliato. Ma chi di noi non l’ha fatto! Dì la tua se
serve.”- Rosita ha ragione stanno tutti parlando con Rick, perché io non
dovrei? Poi il mio sguardo cade su Aaron che nel frattempo, Beth che è tornata
dal suo giro perlustrativo con Daryl sta medicando con apprensione insieme a
Maggie e Carol. Mi avvicino all’uomo semidisteso e mezzo incosciente, se devo
parlare con Rick ho bisogno di più dati oggettivi su Alexandria, voglio
presentargli i fatti in modo migliore.
Daryl sta facendo il suo resoconto a Rick sui dintorni
perlustrati e dalla faccia che fa il vicesceriffo deduco che Aaron ha detto la
verità, il suo unico compagno per la precisione Eric, lo aspetta a circa 30
miglia da qui, in un luogo che entrambi hanno precedentemente sgombrato proprio
per accogliere i nuovi cittadini di Alexandria, nei dintorni non ci sono ne
pericoli ne minacce se non quelle causate dagli erranti. A parer mio è già un
passo avanti, mi scappa uno sbuffo di sollievo che Beth, impegnata a lavare via
il sangue rappreso dalla faccia di Aaron coglie immediatamente.
-“È bello fidarsi di qualcuno che non faccia parte del
gruppo vero? Insomma ti da speranza, è come se il mondo girasse ancora per il
verso giusto vero? Insomma fidarsi del prossimo cose così… se mio padre…”- d’improvviso la ragazzina si blocca e io non
so cosa dire, non avevo mai conosciuto suo padre, da quello che avevo colto nei
discorsi degli altri era un uomo buono, un uomo rispettabile.
-“Scusami non avrei dovuto, non è stato opportuno da parte
mia”- dice Beth alzandosi portando con
se il catino d’acqua ormai sporca del sangue di Aaron. Finalmente sono solo con
lui è ancora provato dal trattamento duro che gli ha riservato Rick ma è
abbastanza lucido per rispondere alle mie domande e ne ho molte da fargli.
Dopo molti quesiti e altrettante risposte devo accettare
il fatto che Aaron abbia una mente davvero brillante, ovviamente non è alla mia
altezza ma per essere un semplice laureato d’ingegneria il suo processo
deduttivo non è niente male, ho bene inteso le potenzialità di Alexandria e
credo proprio che facciano al caso nostro, il solo ostacolo è convincere Rick
che a quanto pare ancora, nonostante le parole di speranza di tutti, non è
convinto. Probabilmente quello che non hanno capito è che Rick non ha più
bisogno di speranza, quella ce l’ha già di suo, lui ha speranza, lui crede in
un futuro migliore quello che non sa è quanto oggettivamente questo sia
possibile in breve tempo.
-“Rick”- mi permetto di chiamarlo, lui si volta appena e
confuso mi fa cenno di avvicinarmi:
-“Che c’è Eugene, spero per te che sia importante
altrimenti…”-
-“so che ti risulterà difficile credermi dopo, beh, dopo
tutto quello che c’è stato, ma ho studiato a lungo le carte topografiche della
zona e analizzato ogni fotogramma delle foto prodotte da Aaron, l’ho
interrogato minuziosamente, e quel posto ha potenzialità enormi, potremmo
davvero ricominciare, nei dintorni ci sono fabbriche che con un po’ d’aiuto
potrei rimettere in funzione, insomma sarebbe…”- Rick alza una mano per
stoppare il mio fiume interrotto di parole:
-“Credi che non lo sappia… solo che…”- forse ho capito il
tormento di Rick, lui è un uomo buono, un eroe e quindi non accetta del tutto
quello che potremmo essere costretti a fare, ma io non sono un uomo buono, non
sono un eroe. Io sono un pragmatico scientifico, figlio di puttana che non si è
minimamente preoccupato di mentire pur di salvarsi la pelle.
-“La proposta di Aaron è allettante, una collaborazione
potrebbe essere proficua, e comunque se non dovesse funzionare al meglio. Noi
siamo più forti, Alexandria ci serve e in un modo o nell’altro sarà nostra,
serve solo avere una buona conoscenza del posto, e questa la otterremo
facilmente una volta entrati, basterà nascondere qualche arma, dubito che ce le
facciano tenere fin da subito, e il gioco sarà fatto”-
-“stai suggerendo di conquistarli?”-
-“Solo se sarà strettamente necessario.”-
Continua…