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Autore: Eevaa    18/04/2017    5 recensioni
Dopo alcuni mesi dalla grande battaglia contro Majin-Bu, gli abitanti della Terra sembrano vivere un armonioso periodo di pace. Ma, con il ritorno di Mirai Trunks, un nuovo pericolo incombe prepotentemente sulle vite dei nostri eroi e non solo.
Una particolare richiesta da parte del saiyan del futuro potrebbe sconvolgere per sempre il corso degli eventi, di cosa si tratta? Riusciranno i combattenti a far fronte ad una catastrofe apparentemente silenziosa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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DRAGON BALL GA : GAME OF AGES



CAPITOLO 9 - REGALI PERICOLOSI



La mattina seguente alle richieste della madre, il giovane Trunks fu nuovamente pronto a partire per l'altra dimensione, dopo meno di un mese dalla missione precedente. L'aria era fresca e frizzante, un piacevole venticello gli scompigliava i capelli lilla, creando così un perfetto contrasto con le foglie gialle che abbandonavano i loro rami alla volta del terreno. 
«Sei pronto, tesoro?» sussurrò Bulma porgendogli lo zaino contenente la capsula con la macchina del tempo e lo speciale telefono destinato all'altra epoca. 
Vegeta si trovava in disparte, appoggiato al tronco di un albero com'era consueto fare, incuriosito dal funzionamento di quella macchina del tempo che non aveva mai avuto occasione di vedere. Non era pienamente d'accordo di dover conoscere un'esatta fotocopia di sé più forte, però decise comunque di lasciar partire il figlio. Era però più che convinto che il loro aiuto non sarebbe affatto servito. 
«Sono prontissimo, sono contento di tornare a portare loro la buona notizia. Il piccolo Trunks sarà entusiasta» disse il giovane saltando all'interno della macchina, solo dopo aver dato un bacio sulla guancia alla madre.
«Ne sono certa! Ricordati di chiamarci appena arrivi».
«Sicuro» gridò Trunks schiacciando il pulsante per chiudere la cupola di vetro, azionando poi la macchina del tempo. Sparì tra le nuvole in un soffio di vento.

 

Come aveva appunto immaginato, il suo arrivo nell'altra dimensione fu tutt'altro che malvoluto: il piccolo Trunks non aveva perso tempo a saltargli in braccio, così come la giovane madre si era commossa come era consueta fare ad ogni suo ritorno. Persino il padre dell'epoca passata sembrava contento di rivederlo e, a differenza del Vegeta del futuro, questi gli sembrò mite come agnellino. I suoi occhi erano più buoni e anche il suo modo di fare sembrava molto più pacato e accondiscendente. Trunks sapeva bene che avrebbe dovuto portare un po' di pazienza per far sì che il suo vero padre diventasse più buono; il corso degli eventi, inoltre, non sarebbe mai stato lo stesso e ci sarebbe stato il rischio che il Vegeta del futuro avrebbe sviluppato un carettere ancora differente da quello dell'epoca in cui si trovava, tutto sarebbe dipeso da come sarebbero andate le cose da quel momento in poi. 
Tutta la famiglia rimase piacevolmente sorpresa di sapere che le sfere avevano funzionato e che tutto si fosse risolto per il meglio. Trunks non perse tempo nello spiegargli che, non appena le sfere sarebbero tornate attive, lui si sarebbe immediatamente precipitato a cercarle per riportarle indietro. Mancavano però ancora undici mesi.
«Quindi mi stai dicendo che ce l'ho fatta subito a trasformarmi?» domandò il principe con sorriso beffardo, piuttosto orgoglioso della conquista ottenuta da sé stesso nell'altra dimensione. 
«Già, sapevo che ce l'avresti fatta. Anche se per farlo hai riferito di odiarmi» ammise con l'amaro in bocca il giovane saiyan, guardando poi il padre arrossire leggermente sulle gote. Non riuscì mai a decifrare quell'imbarazzo, non avrebbe mai scoperto se si trattasse di vergogna, senso di colpa o semplicemente noia per la reazione sentimentale del figlio.
«Chissà com'è felice Bulma del futuro di aver ritrovato il compagno. Non ti sembra una storia romanticissima, tesoro?» si intromise la donna rivolgendo uno sguardo mieloso al marito, il quale divenne ancor più rosso in viso.
«Si, è molto contenta. Ascoltate, so che avete già fatto tanto per noi, ma avrei bisogno di un altro favore».
La famiglia si zittì immediatamente al suono della richiesta del ragazzo. Vegeta sembrò improvvisamente turbato dalla richiesta del ragazzo, sospettoso che sotto tutta quella felicità che stava dimostrando per il ricongiungimento con i defunti amici, qualcosa fosse andato storto.
«Dicci tutto, caro» lo invitò Bulma, accendendosi una sigaretta com'era consueta fare nei momenti di nervoso o di curiosità.
Trunks prese tra le mani lo zaino blu contenente gli oggetti che aveva portato con sé dal futuro, sospirando rumorosamente prima di spiegare il motivo per cui si trovasse lì.
«Vi ho portato due regali» annunciò compiaciuto aprendo la zip, un poco ostacolato dalla curiosità del piccolo Trunks, il quale tentò di spiare cosa contenesse lo zaino. Rovistò dentro rumorosamente, alla ricerca di quella piccola capsula contente un oggetto così di grande valore.
«Due regali! Che bello, che bello! Cosa sono?»
«Non essere così impaziente, Trunks» lo ammonì severamente Vegeta, il quale prese il bambino per la maglietta riponendolo sul divano al proprio fianco. Il piccolo sbuffò incrociando le braccia, osservato dallo sguardo accigliato del padre. 
«Il primo è una macchina del tempo. Per ogni evenienza potrete usarla e, mamma, potrai studiarla in modo da poterla riprodurre».
Gli occhi di Bulma si spalancarono e si illuminarono di luce radiosa; di certo la bella scienziata non si aspettava un tale regalo, ella aveva spesso tentato creare una macchina del tempo ma, probabilmente, i tempi non erano ancora maturi per farlo. Il giovane posò sul tavolo in vetro la piccola capsula contenente la navicella, iniziando poi nuovamente a rovistare nello zaino.
«E l'altro regalo è un telefono speciale che permette di comunicare addirittura tra due epoche diverse, così possiamo tenerci in contatto!» spiegò con cura il grande Trunks, ascoltato attentamente da tutta la famigliola. 
«Oh, tesoro! Ma è una cosa splendida!» gridò Bulma eccitata abbracciando il ragazzo.
Ella non ci mise molto a capire come far funzionare quello strano marchingegno, esattamente come previsto dalla Bulma del futuro. Quest'ultima, infatti, non aveva mai dubitato della perspicacia e dell'intelligenza di se stessa.
«Ma quindi ora possiamo videochiamarci tra le epoche?! Che bello! Sono curioso di vedere quanto sei invecchiata, mamma!» urlò di gioia il piccolino, ammonito immediatamente dalla madre. Lei era già piuttosto spaventata di potersi vedere da più vecchia. Vegeta, al contrario, dovette sforzarsi all'inverosimile per non scoppiare in una cinica risata.
«Ehm... in realtà la mamma ha preferito utilizzare uno dei tre desideri per tornare trentenne. Quindi tecnicamente è persino più giovane di te» sussurrò Trunks, piuttosto divertito dalla reazione di quella donna che, nonostante non fosse poi vero biologicamente, poteva chiamare "mamma". Bulma si sentì ugualmente (se non di più) spaventata di rivedersi qualche anno più giovane, temendo che quello scimmione con poco tatto di suo marito potesse evidenziare le differenze. 
Arrivò addirittura a pensare di invocare il drago Shenron per chiedere la stessa cosa una volta riavute le sfere, ma si convinse che, forse, disturbare il drago solamente per un motivo tanto futile non sarebbe stato corretto, quindi decise di aspettare di avere un desiderio ben più importante per approfittarne. 
«Hai parlato di favori, ma per ora mi pare che sia stato tu a farne a noi» commentò acidamente Vegeta interrompendo così le farneticazioni della moglie, mostrando il suo singolare modo di dire "grazie". 
Trunks si ricompose immediatamente, osservando con sguardo preoccupato e misterioso il padre.
II ragazzo, poi, raccontò tutte le preoccupazioni della madre e tutto ciò che era accaduto subito dopo aver riportato in vita i suoi amici.


«Così questo è quanto... saresti disposto ad aiutarci se ce ne fosse bisogno?»  domandò il ragazzo del futuro, mostrandosi piuttosto pudico riguardo alla richiesta di sua madre. Sperava che non ce ne sarebbe mai stata l'occasione, in cuor suo. 
Vegeta prese tra le mani la piccola capsula sul tavolino rigirandosela tra le dita nervosamente, guardando poi con sguardo severo il figlio. Sentir parlare della leggenda del Padrone del Tempo, di sacre scritture, di possibili pericoli o danni arrecati alla linea temporale suscitò in lui non poca curiosità; come facilmente prevedibile non era affatto spaventato e non era nemmeno preoccupato all'idea che tutte le farneticazioni del Supremo del futuro fossero vere.
«Dovresti sapertela cavare da solo, oramai», gracchiò il principe quasi minacciosamente «ma sono sempre pronto a combattere per migliorarmi. Sono curioso di vedere questo "Padrone del Tempo", sempre ammesso che esista».
Trunks sorrise, mostrandosi particolarmente riconoscente verso il padre. Sopratutto si sentì parecchio sollevato all'idea di poter tranquillizzare sua madre e avere quindi una carta di riserva in caso di minaccia reale. «Grazie davvero, papà. Ora non ci rimane altro che provare il telefono!»
«Wooow!» urlò il piccolino iniziando a saltare sul divano, invitando poi la madre a far partire la chiamata.
«Hai detto che devo schiacciare "videochiamata" e poi "chiama gemello" vero? Proviamo» domandò Bulma posizionandosi sul divano circondata dai due Trunks e da un piuttosto contrariato Vegeta.
Passarono diversi secondi e diversi squilli prima che dall'altra parte delle dimensioni fu data una risposta, ma non appena Mirai Bulma schiacciò il tasto "rispondi", su entrambe le schermate apparvero chiari e nitidi i visi degli interlocutori.
«Funziona! Funziona! Sono un dannato genio!» gridò Bulma del futuro saltellando sul divano beige affiancata da un Mirai Vegeta annoiato, perfettamente nella stessa posizione e con la stessa aria del Vegeta del presente. «Cielo, Vegeta. Sei esattamente lo stesso!»
«Per forza, ho solo cinque anni in più di lui, visto che era morto alla nascita di Trunks» commentò il principe guardando poi il figlio più piccolo divenire serio nel pensare che avrebbe potuto crescere senza il suo adorato padre.
«È incredibile, il Vegeta del passato è più vecchio di quello del futuro. Paradossale!» constatò la donna del futuro, osservando ancora una volta il compagno e quello dell'altra epoca, spostando poi lo sguardo sul piccolo Trunks. «Ma guarda! Mi sembra ieri che eri così, tesoro!» continuò rivolgendosi al figlio grande, il quale sorrise alla donna dall'altra parte dello schermo.
«La smettiamo con queste smancerie?!» borbottò acidamente Vegeta del futuro incrociando le braccia al petto. A specchio, il principe dell'epoca attuale si mosse allo stesso modo per dargli manforte. 
«Già, ben detto».
Entrambe le Bulma e i Trunks scoppiarono in una fragorosa risata.
«Siete perfettamente identici!» commentò Bulma portandosi una mano sulla fronte, ridendo di nuovo di quella situazione alquanto bizzarra.

Dopo una breve ma divertentissima chiacchierata tra le due famiglie (accompagnata dai grugniti dei due insofferenti Vegeta), finalmente il grande Trunks riuscì a concludere la conversazione e far salutare le due donne, le quali avevano iniziato di parlare di scienza e tecnologia. Una volta attaccata la cornetta, l'ilarità andò pian piano scemando, lasciando posto solo all'immensa gratitudine da parte di Bulma per averle dato la possibilità di studiare la tecnologia del futuro.
«Credo di dover tornare a casa, a questo punto».
Il piccolo Trunks si alzò immediatamente a sua volta, afferrò quello grande per i pantaloni della tuta e lo strattonò con voce veemente.
«No! No! Devi già andare?»
«Già, Trunks. Perché non ti fermi a cena? Ci fa piacere averti qui, non è vero caro?» aggiunse Bulma sorridendo, lanciando un'occhiata a Vegeta. L'uomo grugnì in segno di approvazione, rigirandosi solo ed unicamente per non mostrare il rossore sulle gote.
Il ragazzo del futuro si portò una mano dietro alla nuca con fare disorientato e indeciso, accettando poi la proposta della madre. 
«Ok, però dopo cena scappo subito, perché... ecco... avrei un appuntamento!»
«CHE COSA?!» urlarono Bulma e il piccolo Trunks, iniziando un interrogatorio che sarebbe durato fino alla partenza. Una vera fortuna che Vegeta, mosso da pietà, corse in aiuto dell'imbarazzatissimo figlio grande, sgridando la moglie e accusandola di essere una "insopportabile ficcanaso". Così facendo, però, portò le sue attenzioni verso di sé, avviando uno dei consueti battibecchi coniugali. Tipico.


«Quindi ora vai al cinema?» domandò la donna, sistemando il ciuffo del figlio e poi il colletto della giacca in pelle, quasi più emozionata del ragazzo stesso.
«Già, però non dirlo alla mamma. Cioè, alla Bulma del futuro. Credo che inizierebbe a fare troppe domande ed è solo il primo appuntamento, capisci...»
«Te lo prometto! In bocca al lupo, tesoro!»
Trunks sorrise, arruffando poi i capelli del piccolino il quale gli schioccò un cinque alto volando fino a poter toccare la grande mano del sosia. Persino il padre, imbronciato come di consuetudine, gli fece l'occhiolino. Non gli dispiaceva affatto che il giovane figlio del futuro avesse successo con le ragazze, anche se non avrebbe di certo voluto che questo portasse via tempo ai preziosi allenamenti. Di riflesso guardò il figlio piccolo, benedicendo il fatto che quel giorno per lui era ancora parecchio lontano e avrebbe potuto godersi i pomeriggi di addestramento ancora per un bel po' di tempo.
«Ci sentiamo presto! Ora possiamo tenerci in contatto» concluse il grande Trunks saltando all'interno della navicella. Il piccolò Trunks si alzò in volo e lo accompagnò fin che non scomparve nel cielo blu della notte stellata. 

 

Atterrò a pochi isolati dalla Capsule Corporation del futuro, stando ben attento a non farsi notare dai passanti. Aveva inserito appositamente le coordinate di luogo sbagliate per non farsi scoprire dalla madre. Ripose la navicella nella capsula, iniziando a volare verso il centro guardando l'orologio: era già in ritardo di cinque minuti.
Non appena posò i piedi sul retro del cinema aprì un'altra capsula contenente una macchina sportiva dall'aria molto costosa, parcheggiandola poi davanti all'edificio. Insospettabile.
Kira, la ragazza con la quale aveva appuntamento, si trovava già in piedi di fronte all'entrata. 
«Scusami il ritardo, ho trovato traffico!» disse Trunks avvicinandosi alla meravigliosa donna dai corti capelli corvini. Era stupenda e molto provocante, non dava molto l'impressione della ragazza seria che stava cercando, ma egli decise di andare oltre le apparenze. L'aveva conosciuta su un social network pochi giorni prima e, attratto dai suoi bellissimi occhi scuri, aveva trovato il coraggio di chiederle di uscire. 
«Non ti preoccupare, caro. Non è nemmeno iniziata la pubblicità!» rispose Kira schioccandogli un bacio sulla guancia per salutarlo, invadendolo completamente con il suo profumo di rose e sporcandogli leggermente la guancia con il rossetto rosso ciliegia. «Che forza la tua automobile, sono proprio vere le cose che si dicono di te in giro».
Trunks la guardò storto, poggiandole poi un braccio intorno alle spalle per accompagnarla dentro. "Un'altra ragazza interessata a me solo per i soldi. L'ennesima" pensò lui, deluso dal primo approccio che gli aveva riservato Kira. In tanti anni non era mai riuscito a trovare una fidanzata vera, una ragazza seria che gli volesse bene per quello che era veramente, una ragazza a cui avrebbe potuto confidare tutti i suoi segreti, le sue paure, il suo passato. Una persona con la quale non avrebbe dovuto nascondersi dentro un automobile, ma che avrebbe potuto portare in volo sulle vette più alte ad osservare l'alba.
Questo non valeva solo per le ragazze, ma anche per gli amici: egli non ne aveva, o quantomeno non veri. Frequentava un gruppo di ragazzi conosciuti al liceo ma spesso finiva per annoiarsi dei soliti discorsi sullo sport, le modelle e tutte quelle cose frivole ed estremamente sessiste. Spesso si era domandato se gli androidi avessero risparmiato di proposito solo le persone peggiori, sacrificando tutta la gente per bene. 
Con completo disappunto da parte di lui, entrarono in sala dopo cinque minuti, dopo che la ragazza scelse il film più noioso e smielato dell'intero multisala. Decise che si sarebbe goduto la serata, o meglio il post serata, senza lasciarsi prendere dallo sconforto. Era già perfettamente cosciente del fatto che ci sarebbe voluta meno di una mezza promessa di un giro in auto per poterla portare in un luogo appartato; d'altronde anche un serio combattente come lui aveva alcune... necessità
Kira non aspettò nemmeno la fine dei titoli di testa per appoggiarsi alla spalla di lui, il quale la lasciò avvicinare distrattamente, ben lieto di perdersi quell'orrenda pellicola cinematografica. Tentò senza troppi complimenti un approccio ravvicinato che andò a buon fine, ma un errore di montaggio del film fece ben presto distrarre i due ragazzi dalle smancerie, lasciandoli alquanto perplessi.
La pellicola si era come riavvolta su se stessa, mandando le scene a ritroso fino a bruciarsi completamente sotto gli occhi sbigottiti del pubblico.
«Ci scusiamo per il disagio, cercheremo di risolvere immediatamente il problema» annunciarono gli operatori tramite gli altoparlanti. Il vociare delle persone indispettite si fece improvvisamente più alto di volume.
«Secondo te che è successo?» domandò Kira scontenta del fatto che avessero riacceso le luci in sala, rovinando così l'atmosfera romantica che si era creata.
«Non ne ho la minima idea, è molto strano» commentò Trunks, appoggiandosi più comodamente allo schienale della sua poltrona. 
In cuor suo sperò che gli addetti non risolvessero il problema così da poter uscire da quel posto e passare al "fine serata" più alla svelta possibile. I discorsi delle due ragazze sedute di fronte a loro, però, lo incuriosirono a tal punto da non volersene affatto andare.
«Una mia amica che era nell'altra sala a vedere un'altro film dice che è successa la stessa cosa!» disse una delle due mettendo poi nel taschino il cellulare.
Trunks sussultò e sollevò la manica della sua felpa sino al gomito, mettendo immediatamente a fuoco l'orologio al polso. In quel preciso istante si sentì come se qualcuno gli avesse appena sganciato un pugno alla bocca dello stomaco. 

22.15.56
22.15.55
22.15.54
22.15.53

 


ANGOLO AUTRICE
Boom!
Buonasera signore e signori, dopo questo finale scoppiettante sono felice di annunciarvi che i giochi sono iniziati. Vi sentite pronti ad affrontare quel che sta per accadere? Ma, esattamente, cosa diavolo sta succedendo?
Lo scoprirete molto presto, miei cari e mie care! *ride sadicamente*
Vi abbraccio e vi supplico di non odiarmi :D
Eevaa
  
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