Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: PONYORULES    19/04/2017    1 recensioni
« Facciamo cinquecento grammi? ».
« No, stavolta non funzionerà ».
« Ok, cinquecento grammi di mandorle e duecento di fichi secchi » continua imperterrito.
Taehyung lo spinge via, usando l'unica mano libera. Nonostante ci sia poco spazio, per un attimo vede sparire la testa dell'amico mischiarsi alla folla che sta aspettando pazientemente la metro.
« Ti ripeto che non serve a farmi cambiare idea ».
« .. e una bottiglia da tre litri di succo al kiwi » conclude JungKook, mentre entra con fare distratto nel vagone. L'amico lo affianca, si siedono accanto e per dieci minuti non si parlano tra loro.
Potrebbero essere scambiati per perfetti sconosciuti, anche se con divise uguali continuano a sostenere ognuno il proprio cipiglio. Si guardano attorno: l'uno fissa la mappa delle linee metropolitane, l'altro conta le fermate che mancano, controlla di non aver sbagliato come è solito fare anche se scende alla stessa da che ne ha memoria.
« Due ».
« Mh? ».
« Hai capito benissimo ».
« No, affatto » sul viso del più giovane si apre un sorriso accattivante. « Due cosa? ».
« Due bottiglie, sei litri in totale » ora è il più grande a sorridere. « Prendere o lasciare ».
[Pairing: YoonKook/TaeJin] [Cameo: Block B, Apink]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A tutti voi,
che mi sostenete e mi apprezzate anche se
sono così storta, ammaccata e ritardataria.
Siete sempre nei miei pensieri,
Ponyo

The X Place
The X Story

Seokjin conosce molto bene cosa significa la parola "famiglia". Ricorda di averla avuta, ricorda di essere stato felice per tanti anni. Sa anche che i genitori non li si sceglie; in confronto, gli amici son più preziosi. 
Suo padre e sua madre sono gente per bene, lo sa per certo. La loro intenzione di maritarlo con una ragazza che non ha mai visto non li ha mai resi ai suoi occhi cattivi, subdoli o addirittura malvagi. 
Ha detto loro di essere omosessuale, ammette a se stesso di averlo fatto con grande ritardo. Ciò che ha fatto male non sono stati i loro sguardi compassionevoli; né le loro lacrime o i loro silenzi. É stata unicamente la loro intenzione a obbligarlo a contrarre matrimonio, senza una base su cui costruirlo quali l'amore, la fiducia, l'attrazione fisica.
« Io non credo di farcela, Omma. Ti prego, non costringermi ».
« Quante storie! Prendi tuo fratello: anche lui non conosceva quella che sarebbe diventata la sua futura moglie. E adesso guardali! Si amano, conducono una vita agiata e lei é rimasta incinta! ».
Seokjin però non crede nei miracoli, non crede neanche nelle favole. Non ha mai creduto a Babbo Natale né ai Tre Spiriti che ha creato Dickens. Seokjin, al compimento dei suoi diciotto anni, crede solo in se stesso e tanto gli basta.
Per scappare da una situazione che sta diventandogli troppo stretta, decide di iscriversi in segreto alla leva militare. Ma poi, mentre tiene sospesa la penna sul foglio ancora da compilare, le lacrime affollano i suoi occhi e non ha le forze per fare nient'altro che salutare l'impiegata in modo educato e correre via. 
Le continue pressioni dei suoi genitori non lo aiutano, comincia a vivere la propria quotidianità al di fuori di quelle quattro mura in cui è cresciuto. Non sa niente delle donne, sa solo che non solo loro ciò che sta cercando. 
« Ehi, ma con un fisico come il tuo hai mai pensato di tirare qualche pugno ad un sacco? ».
« Per chi mi prendi? Pensi che non lo stia già facendo? ».
« Bravo, figliolo! Allora ho una proposta per te: che ne dici di guadagnare qualche soldo? Fanno sempre comodo. Alla tua età non facevo altro che rubare dal portafogli di mio padre ».

Seokjin diventa più semplicemente "Jin" e così facendo si spoglia di molti aspetti di sé come la dignità e la compassione. Non ha più forze quando si trascina sul materasso malmesso di un suo amico o quando spegne il cellulare all'ennesima chiamata di suo fratello. 
Non gli importa più di se stesso perché gli piace quella sensazione che lo trascina verso il fondo. Sceglie di farsi pestare su un ring da qualche esaltato. Se esce più sangue del dovuto dal suo labbro spaccato in più punti finge di essere K.O e i giochi si fermano. 
All'inizio fa male; i mal di testa si fanno sentire, come le prime costole incrinate. 
Ma dopo qualche mese, Jin si abitua a questo stile di vita: capisce che non potrà farlo per sempre e quindi la sceglie e la etichetta come soluzione temporanea all'interno della sua testa.
« Ehi sfigato! » si sente appellare una sera, mentre sta finendo di allacciarsi il giaccone in prossimità del collo. « Sto parlando con te!! » la voce si fa più grossa e prepotente.
« C'è qualche problema? ».
« Tu sei quello che tira di boxe, vero? » a domandare é un uomo molto più grande di SeokJin. Ha i capelli completamente bianchi, che vanno a posarsi su un viso che ha poche rughe. 
« Sì, sono io » sbuffa fuori il ragazzo, dandogli le spalle. « Non ti conosco » continua, mentre si incammina verso la metropolitana.
« É vero, non mi conosci. Se ti do qualche soldo, che ne dici di farti picchiare? Oggi non ho avuto una bella giornata ».

Il ragazzo interpellato si ferma sul posto, ha un tizzone ardente nel petto e tanta é la rabbia e l'indignazione. Ma non capisce verso chi possa indirizzarla: se ad uno sconosciuto incontrato per caso, oppure verso se stesso.
« Non sono la puttana di nessuno. Tolgo il disturbo ».
« Non lo faresti neanche per un bel po' di soldi? Mi sembra possano tornarti utili ».
« Ti ho già detto che non vendo il mio corpo, neanche per incassare un gancio da uno come te che » ora gli sta ridendo in piena faccia « lascia che te lo dica, non sei minaccioso ».
« Hai ragione » alza le mani l'altro in segno di resa. « Non ho mai messo le mani addosso a nessuno in vita mia » e ora, sorride. « Sono contento tu non abbia accettato, figliolo. Sei messo meglio di quanto credessi ».
« Cosa intendi dire? ».
« Ti va di venire a cena a casa mia? ».
« Credo di non aver capito ».
« Stasera pensavo di cucinare qualcosa di speciale. Degno di un ospite! ».
« Prima vuoi pagarmi per gonfiarmi di botte e sfogarti ed ora mi stai invitando.. a mangiare assieme? Hai uno strano modo di corteggiare, lasciatelo dire ».
L'uomo che si trova davanti continua a sorridere e sembra non smettere. « Hai frainteso le mie intenzioni, ti chiedo scusa! Sono un uomo sposato ».
« Ok ».
« Sono contento!! Ora vieni, a piedi ci impiegheremo di meno » lo prende a braccetto e lo trascina verso l'attraversamento pedonale. 
Jin cerca di divincolarsi. « No, aspetta! Non ho detto che vengo con te! ».
« Se mi dici che avevi altri progetti per stasera ti lascio andare » lo guarda divertito. « Per caso ti ho detto che ho un figlio che ha la tua stessa età? Andrete sicuramente d'accordo! Si chiama Yoongi! ».

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: PONYORULES