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Autore: Despicable Meggs    19/04/2017    1 recensioni
Una bella casa.
Una fantastica moglie e due figli.
Un ottimo lavoro.
Ma poi le cose cambiano.
Tony e Ziva sono sposati, hanno una famiglia felice e le cose vanno bene. Finché Tony non viene richiamato dall'esercito per servire la patria. Come evolveranno le cose? Riuscirà la coppia a sopravvivere nonostante la separazione?
Storia TIVA (al solito io scrivo solo quelle XD), con tanto family e tanto love... E ANGST. Senza angst non è una mia storia XD
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24

 

Era passato più di un mese da quando Tony si era svegliato e aveva ripreso a parlare. 

Da quel momento in poi aveva fatto progressi molto velocemente, determinato a tornare in forma come prima dell’incidente per poter tornare a casa dalla sua famiglia.

La fisioterapia lo stava aiutando tantissimo, si liberò dalla sedia a rotelle in meno di due settimane e stava per fare lo stesso con le stampelle. Nonostante avesse ancora male in alcuni momenti voleva dimostrare ai medici di essere in grado di poter camminare da solo così da lasciare quella stanza di ospedale, che ora iniziava ad andargli veramente stretta.

 

Ormai Tony sapeva che mancava davvero poco al giorno in cui avrebbe lasciato l’ospedale. E anche Ziva lo sapeva, così come lo sapeva Senior e lo sapevano tutti i suoi colleghi.

E infatti si stavano dando da fare per organizzargli una festa di bentornato a casa. Alla festa non ci sarebbero stati Eli e Malachi che erano dovuti tornare in Israele per continuare il loro lavoro. Eli aveva promesso a Ziva che sarebbe tornato in America per le feste di Natale, per passare un po’ di tempo con loro.

Prima che ripartissero Tony ringraziò sia Eli che Malachi per non aver mollato e aver continuato a cercare dandogli così la possibilità di vivere. Non pensava che avrebbe mai detto grazie ad Eli, dopo tutto quello che era successo tra lui e Ziva non gli era particolarmente simpatico. Ma ora aveva dovuto ricredersi, visto tutto quello che era successo.

 

Era inizio ottobre quando i medici dissero che Tony poteva tornare a casa. Sia lui che Ziva quasi piansero dalla gioia, ma nel suo cervello Ziva aveva già organizzato tutto.

Quando la sera seguente Tony sarebbe rientrato in casa, avrebbe trovato tutti i suoi amici e i suoi bambini ad aspettarlo. Aveva pensato ad una cena a base di pizza e chiacchiere in compagnia, era da quando si era risvegliato che Tony desiderava una pizza ma in ospedale non era prevista nel menù.

 

Quella sera, si fece aiutare dai figli a preparare un bello striscione per il papà. Lo appese il mattino seguente, dopo aver lasciato i figli a scuola e prima di andare a trovare Tony.

La sera arrivò velocemente e Tony venne dimesso, anche per i dottori era abbastanza in forma da non aver più bisogno di stare in ospedale.

 

“Occhioni belli, guidi tu per tornare a casa perché in realtà vuoi che mi ricoverino di nuovo subito per non avermi tra i piedi?” le chiese ridendo.

“Simpatico, Tony. Ma guiderò in modo molto responsabile e tranquillo, come faccio sempre d’altronde” commentò lei mettendo in moto la macchina.

“Dimmi la verità, quante multe hai preso da quando sono partito?” le chiese stuzzicandola.

“Una” rispose lei.

“Quante?” insistette lui.

 

Ziva non rispose, odiava dargli ragione.

 

“Chiedo a McGee?” aggiunse.

“Ok, cinque. Ma una non per colpa mia” disse scocciata.

“Mia moglie è un pericolo alla guida” ridacchiò lui. 

 

Mentre Ziva guidava, questa volta andando davvero con calma e facendo attenzione, Tony guardava la sua città dal finestrino. Gli era mancata.

 

“Mi sembra di non essere mai partito, ma allo stesso tempo di non aver percorso queste strade per secoli” commentò felice.

“Se vuoi domani ti porto a fare un altro giro in macchina” propose lei.

“Tutto dipende da come guidi oggi, se mi porti a casa intero posso anche accettare la tua offerta” rispose Tony prendendole la mano e baciandogliela.

 

Arrivarono a casa velocemente, non c’era molto traffico.

Ziva provò ad aiutare Tony ad uscire dalla macchina, ma aveva già fatto tutto da solo. Si sentiva in forma ed era esaltato di rientrare in casa sua.

Aprì la porta e rimase senza parole nel vedere tutti i suoi amici e i suoi figli urlare bentornato.

 

“Sorpresa!” disse Ziva alle sue spalle mentre richiedeva la porta.

“È opera tua?” le chiese.

“Nostra” rispose indicando tutti gli altri.

 

Proprio in quel momento sia Lily che Noah corsero incontro al padre, felici e saltellanti.

 

“Lo abbiamo fatto noi lo striscione” disse Noah orgoglioso.

“Che bello che sei tornato” aggiunse Lily abbracciandogli le gambe.

“Grazie. Grazie a tutti” rispose Tony commosso dal loro gesto.

 

Avevano sistemato molte sedie in salotto, così avrebbero potuto mangiare la pizza insieme in tutta comodità.

Tony notò che anche Jerry era lì. Non che non avesse avuto modo di vederlo, era andato a trovarlo spesso nel periodo in cui era stato ricoverato.  Ma fu davvero felice di vederlo insieme a tutti loro, ne avevano passate tante assieme anche se si conoscevano da poco.

Si sedettero tutti assieme e iniziarono a parlare finché non arrivò il fattorino della pizza.

 

“Finalmente una bella pizza come piace a me. Non vedevo l’ora” disse Tony mentre addentava uno spicchio.

“Quando tu eri via, io, Noah e la mamma abbiamo fatto la pizza assieme una volta” iniziò Lily.

“Ma poi ci siamo distratti e l’abbiamo bruciata” aggiunse ridendo.

“Allora la mamma ha chiamato e ci hanno portato una pizza calda e buona a casa” intervenne Noah.

 

Tony rise, immaginando la delusione e il nervoso di Ziva quando aveva visto la sua pizza carbonizzata.

 

“Ti diverti delle mie disgrazie, Tony?” chiese lei.

“Un po’ si” disse sinceramente, ancora ridendo.

 

Passarono tutta la serata così, ognuno aveva qualcosa da raccontare o qualcosa per cui ridere.

Non rimasero solo fino a prima di mezzanotte; proprio mentre anche Jerry stava uscendo Tony lo fermò, voleva parlargli.

 

 

“Hey, amico mio. Grazie per essere venuto qui” gli disse.

“Non potevo mancare, non dopo tutto quello che era successo” rispose.

“Senti… Non abbiamo avuto modo di parlarne prima di oggi, anche se sei passato da me spesso. Però grazie davvero per essere rimasto, Ziva mi ha detto che ti sei reso molto utile e l’hai aiutata in questo mese” disse Tony.

“Beh, è questo che fanno gli amici no? In più dopo che ti ho riaccompagnato in America mi hanno congedato, non devo più tornare là. Così ho deciso di rimanere qui e dare un mano” spiegò.

“Poi non si sa mai… Metti che non ti riprendevi più? Ci avrei pensato io alla bella mogliettina israeliana. Che per la cronaca dal vivo è ancora più bella che in foto” ridacchiò lui.

 

Tony lo guardò e rise.

 

“Jerry, Jerry. Ti perdono quest’affermazione solo perché hai aiutato la mia famiglia e perché ora non sono al 100% della forma per suonartele” commentò Tony.

 

Poi tornò serio.

 

“Comunque, se ora cerchi un lavoro e non sai dove andare posso mettere una buona parola per te all’NCIS. C’è sempre bisogno di personale preparato come te” propose Tony.

“Grazie amico, terrò in considerazione questa proposta” rispose lui.

 

Si salutarono e Tony tornò da Ziva, che aveva appena messo a letto i figli. 

 

“Ti aspettano per la buona notte” gli disse.

“Preparati perché Lily non vede l’ora che tu le legga una favola, ha già scelto il libro” aggiunse.

“Allora vado subito, così dopo io e te potremo passare un po’ di tempo assieme” rispose iniziando a salire le scale.

“Tony, non correre per le scale” disse lei preoccupata.

“Si mammina, faccio il bravo” la prese in giro.

 

Nonostante vedesse Tony in forma era sempre preoccupata che succedesse qualcosa e che stesse male. Era ancora così sconvolta per quello che era successo che non voleva perdere di vista il marito nemmeno per un attimo.

 

Tony passò a salutare prima Noah, che a stento riusciva a tenere gli occhi aperti, dal sonno che aveva. Diede un rapido saluto a Joe, che dormiva beato dopo che Ziva lo aveva allattato e poi andò in camera di Lily.

 

“Papà, eccoti! Mi leggi la storia?” gli chiese mentre entrava.

“Sono qui per questo. Fammi spazio, principessa” le disse sdraiandosi accanto a lei.

“Cosa leggiamo?” chiese guardando la copertina del libro.

“Harry Potter” rispose la figlia.

“Me lo ha comprato mamma, ma io leggo lenta e voglio sapere come finisce. Perciò ora me lo leggi tu la sera, che sei più veloce” spiegò. 

 

Lesse per meno di una decina di minuti, poi si accorse che la figlia stava cedendo.

 

“Chiudi gli occhi amore e dormi” le disse chiudendo il libro.

“Domani sarai ancora qui, vero papà?” gli domandò.

“Certo” disse lui.

“Non parti mai più per la guerra vero?” chiese ancora.

“Lily, non andrò più da nessuna parte se non al lavoro e in vacanza con voi” spiegò lui.

 

La bambina chiuse gli occhi soddisfatta e sorridendo si addormentò.

 

Quando uscì dalla camera della figlia vide che Ziva era già in camera, così la raggiunse.

La vide di schiena mentre si toglieva la maglietta, per mettersi il pigiama e si avvicinò a lei abbracciandola da dietro.

 

“Sei sempre così sexy, guanciotte dolci” le disse dandole un bacio sul collo.

“E a me era mancato questo” disse riferendosi al gesto di Tony.

 

Si voltò e lo baciò con passione sulle labbra, come non facevano da un bel po’ di tempo. Si guardarono negli occhi in silenzio, apprezzando l’uno la presenza dell’altro, poi si sdraiarono nel loro letto di nuovo insieme.

 

“È bello poter stare di nuovo vicina a te mentre dormiamo” commentò Ziva felice.

“È bello sentire di nuovo il profumo dei tuoi capelli mentre ti abbraccio” rispose lui.

 

Rimasero abbracciati per un po’, mentre Tony coccolava Ziva.

Stavano per addormentarsi entrambi quando Ziva parlò.

 

“Tony, se hai bisogno stanotte svegliami” disse.

“Non preoccuparti, Zee. E dormi” rispose lui.

 

Quella notte Ziva dormì come non aveva mai dormito.

Era da quando Tony era andato via che non passava una notte di sonno così tranquilla. Solo quando la mattina suonò la sveglia e lei aprì gli occhi si rese conto che non si era alzata per allattare Joe.

Si sedette d’istinto sul letto, preoccupata.

 

“Amore, che c’è?” le chiese Tony confuso.

“Non mi sono alzata per Joe” rispose.

“Perché l’ho fatto io. Aveva iniziato a piangere e non volevo che ti svegliasse. Così gli ho dato il suo latte che era in frigorifero e l’ho cambiato. E ha dormito come un angioletto” spiegò.

 

Si rilassò per un attimo nel sentire che Joe stava bene, finché non si rese conto di quello che aveva fatto Tony.

 

“Tony! Tu devi riposare, avresti dovuto svegliarmi” si lamentò.

“Hey, primo non sono invalido sono solo leggermente ammaccato. Secondo è figlio di entrambi, il che vuol dire che si fa a turno e ho deciso che questa notte era il mio turno” spiegò.

“E poi hai visto? Sono ancora capace a cambiare pannolini, dieci punti per me” aggiunse.

 

Ziva rise della faccia che aveva Tony mentre parlava. Sembrava un bambino che aveva appena ricevuto il regalo che desiderava da tanto.

Il regalo per lui era essere ancora vivo. 

 

Un paio di mesi dopo: 

 

Erano passati due mesi da quando Tony era tornato a casa dall’ospedale, Ziva era ancora a casa in maternità mentre Tony era rientrato a lavoro da poco. Per il momento era obbligato al lavoro di scrivania, ma con l’anno nuovo e il ritorno di Ziva in ufficio sarebbe tornato sul campo.

 

Mancavano pochi giorni a Natale, più o meno una settimana, e l’attesa saliva. Amavano tutti il Natale, in più quell’anno avrebbero festeggiato con la famiglia al completo. Sia Senior che Eli li avrebbero raggiunti per passare assieme le feste. 

 

Era un lunedì il giorno in cui si svegliarono e videro la città ricoperta di neve.

In quel momento Ziva non riuscì a dire chi era più infantile tra tutti, se Tony o i suoi figli. Quello di cui era certa era che quel pomeriggio una volta che i figli fossero tornati da scuola e il marito dal lavoro si sarebbe consumata una battaglia di neve nel loro giardino. 

 

“Mamma possiamo stare a casa da scuola e costruire un enorme pupazzo di neve?” chiese Lily speranzosa.

“No signorina, dovete andare a scuola e nel pomeriggio potrete giocare” rispose Ziva.

“Papà?” riprovò Lily sperando che Tony gliela desse vinta.

“Mi dispiace principessa, mamma ha ragione” ribadì lui.

“Ok… Però mentre andiamo a scuola posso toccare la neve?” chiese.

“Si, basta che non ti bagni i vestiti o rischi di ammalarti e non poter giocare nella neve oggi pomeriggio” si raccomandò lei.

 

Mentre sia Tony che i figli uscirono, lei rimase in casa con il piccolo Joe, che ora stava crescendo a vista d’occhio.  

 

“Amore, questa è la tua prima nevicata. Ti piace?” gli chiese avvicinandosi alla finestra per mostrargliela.

 

Ovviamente non avrebbe risposto, né avrebbe reagito in alcuno modo visto stava dormendo tra le braccia di Ziva dopo aver preso il latte. Ma a Ziva piaceva parlare con suo figlio, lo aveva sempre fatto. Anche con Lily e Noah, la faceva sentire meno solo mentre passava le sue giornate in casa.

 

Siccome faceva troppo freddo per uscire con un neonato, Ziva decise di rendere la sua giornata produttiva preparando dei biscotti per Tony e i figli.

Preparò anche le decorazioni e l’albero di Natale, sapendo che nel pomeriggio dopo la battaglia di palle di neve avrebbero tutti voluto fare l’albero.

 

Ne aveva voglia anche lei, quello era il primo Natale da quando Tony era tornato in cui era sicura di non doversi preoccupare nel rivederlo partire.

Il pomeriggio arrivò più in fretta del previsto e tutti tornarono a casa, felicissimi. Aveva nevicato tutto il giorno e c’era così tanta neve che avrebbe potuto ricoprire completamente il piccolo Noah.

Come promesso, Tony, Lily e Noah, corsero nel giardino della loro casa per divertirsi un po’. Ziva non poté fare a meno di mettersi alla porta e scattare qualche foto. Era una scena così bella che voleva immortalarla. 

 

“Mamma, hai fatto i miei biscotti preferiti” esclamò Lily dopo essersi cambiata i vestiti bagnati dalla neve ed essere scesa per la merenda.

“Si. E ora facciamo merenda tutti assieme mangiandoli insieme ad una bella cioccolata calda” propose.

 

Fecero l’albero di Natale e dopo cena misero a letto i figli, stremati dalla giornata di neve.

Tony e Ziva rimasero con Joe in salotto a fissare il risultato delle loro fatiche. Un albero di Natale di due metri, pieno di luci e palline, che presto sarebbe stato preso d’assalto dai regali per i figli.

 

“Che bello poter passare il Natale tutti insieme, di nuovo come prima” commentò Tony.

“Che regalo vorresti?” chiese a Ziva.

“Nulla. Il regalo che ho avuto nel non perderti mi andrà bene per tutta la vita. Non voglio chiedere altro” commentò lei.

 

Rimasero per un attimo in silenzio, entrambi consapevoli che il dolore che avevano provato nell’ultimo periodo non sarebbe sparito tanto velocemente.

 

“Mi dispiace, Zee. Per tutto quello che è successo, non volevo farti stare così male” disse lui all’improvviso.

 

Anche se avevano già accennato al discorso in ospedale, Tony ancora non sentiva di essersi scusato abbastanza.

 

“Tony” iniziò Ziva prendendogli le mani.

“Non è colpa tua. Non ti sei mica lanciato dall’elicottero di tua volontà. Non sei partito perché volevi tu e non l’hai fatto per farci soffrire. Smetti di scusarti” gli disse.

“Quando stavo disteso a terra, disperso pensavo a voi e al fatto che non vi avrei più rivisti. Che non avrei potuto dirvi addio e che tu, e anche i nostri bambini, sareste stati distrutti. E pensavo che non avrei mai potuto vedere Joe. E mi odiavo. Per non aver fatto abbastanza per non partire per quella stupida missione” rispose.

“Beh, non devi odiarti. Qui non ti ha mai odiato nessuno. Eravamo solo devastati nel sapere di aver perso una persona a cui eravamo tutti affezionati, io più di tutti. Ed eravamo arrabbiati che fosse toccato proprio a te” spiegò Ziva.

 

Tony rimase in silenzio, Ziva non sapeva se si fosse convinto.

 

“Ti amo” disse lui baciandola.

“Anche io” rispose lei.

“Penso di avere una buona idea, tra l’altro” le disse.

“illuminami” rispose Ziva.

“Se tu metti a letto il nostro piccolo ometto, io poi ti do un’anticipazione del mio regalo di Natale per te” commentò Tony.

“Ah, davvero?” rispose maliziosa.

“Si. E ti faccio anche scegliere. Preferisci il divano, il letto o la doccia?” disse lui baciandola di nuovo.

“Li preferisco tutti, esattamente nell’ordine in cui li hai elencati” commentò Ziva.

“Agente David, lei mi vuole proprio far stancare. Sono ancora convalescente” disse lui scherzando.

“Conosco un modo per farti guarire del tutto, che applicherò sotto la doccia. Vedrai che ti rimette al mondo” rispose Ziva.

“Aspetto con ansia” disse lui.

 

Ziva ci mise un attimo a cambiare Joe e a metterlo nel suo lettino. Si assicurò velocemente che i suoi figli dormissero e tornò da Tony in salotto.

Era da tanto che non facevano l’amore così, da quando Tony era tornato a casa avevano avuto solo un’occasione. Ma quella volta davvero lui era ancora convalescente e non avevano potuto fare tutto quello che avrebbero voluto.

Ma questa volta fu diverso, era finalmente tornato tutto normale. Potevano dimenticare quello che era successo e tornare alla normalità e quello era il modo più bello con cui farlo.

 




 Note dell'autrice:

 Perdonate il ritardo, le vacanze di Pasqua mi hanno fatto perdere un giorno ops...

Comunque il prossimo sarà l'ultimo capitolo e poi fine storia :) però vi dico già che probabilmente non pubblicherò prossima settimana ma quella dopo.


Kiss, Maggie.

 

 







  
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