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Autore: Midluuna    19/04/2017    2 recensioni
"Cosa ne sarà di me, d'ora in poi?"
Questa era l'unica cosa che fui in grado di pensare, poco di perdere la mia coscienza e anche me stessa. Morire è incredibilmente triste e, probabilmente, la peggior cosa è che non hai nemmeno il tempo di rendertene conto.
Un grido soffocato mi fece riacquisire la coscienza.
Sentii il suo piccolo corpo affondare giù.
"Così... il mio sacrificio, la mia battaglia sono stati inutili? No... no! Non voglio diventare la sua tomba! Non lo permetterò!"
In pochi istanti, tutto divenne nero. L'unica cosa che riuscii a vedere, era un volto bianco sorridermi in modo inquietante.
E la bambina aprì gli occhi.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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“Cosa ne sarà di me d'ora in poi?”

Questa fu l'ultima cosa che riuscii a pensare, mentre perdevo la mia coscienza e anche me stessa. Tutto divenne un ondeggiante nulla ed io divenni una cosa sola con esso. Morire è incredibilmente triste e, probabilmente, la cosa peggiore è che non hai neanche il tempo di accorgertene. Ho reaIizzato quanto possa essere triste quando un grido soffocato mi fece riacquisire la coscienza. Sentii il suo piccolo corpo affondare.

“No!” – avrei gridato, se solo avessi avuto una bocca. La sentii cercare di resistere al dolore, portandosi le mani al petto.Cercai disperatamente di allungare il braccio verso di lei, ma la mia mano non sarebbe mai riuscita a raggiungerla. Il mio marcio cadavere era diventato un tutt'uno con la mia fossa, ormai. Ora io ero l'acqua e tutto ciò che potevo fare era sentirla annegare in me stessa, e al tempo stesso realizzare la dolorosa verità.

"Quindi... la mia battaglia e il mio sacrificio sono stati inutili? Non ho potuto salvare la vita di un solo mostro... Non sono riuscita neanche lei...?” Pensai, mentre lei, con i polmoni in fiamme, si stava graffiando la gola.

“No... No! Non voglio diventare la sua tomba!! Non posso accettarlo... non voglio accettarlo!” Gridai dimenandomi, sopraffatta da un opprimente senso di impotenza. "Non voglio che muoia anche lei! Io NON lascerò che ciò accada!"

In pochi istanti, tutto divenne nero. Tutto ciò che fui in grado di scorgere nell'oscurità era un volto bianco, sorridermi in modo inquietante.

La bambina aprì gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco ciò che era davanti a sé, però era buio e la sua vista troppo sfuocata per capire perfettamente ciò che era intorno a lei. Così lei raccolse le forze per cambiare posizione e si mise seduta, iniziando a strofinarsi gli occhi: la luce sopra di lei era davvero fastidiosa.

“Dove mi trovo...?” pensò mentre cercava gli occhiali sul suolo. Questo era stranamente fresco e soffice. Quando finalmente li trovò, notò che c'era una crepa sopra una delle due lenti. Serrò i denti, per poi indossare gli occhiali rotti. Allungando lo sguardo, lei vide un letto di fiori blu sotto il suo corpo e quando alzò gli occhi capì di essere caduta molto in basso. La ragazzina si alzò in piedi e si guardò attorno incredula. Non ricordava come aveva fatto a cadere e a finire in quel posto, ma una cosa era certa: doveva assolutamente trovare un modo per tornare su. Ma come? Attorno non sembrava esserci nulla di utile per tornare sulla superfice. In quell'istante, sentì la paura attanagliarle il cuore ed i suoi occhi divennero umidi. Poi però strinse i pugni e si morse il labbro con i suoi due denti sporgenti, cercando di essere coraggiosa, come gli eroi dei cartoni animati e dei fumetti che le piacevano tanto.

La bambina rimosse la polvere dal suo vecchio maglione a strisce ed iniziò a camminare avanti, spostando un ciuffo di capelli rossi dai suoi occhi. Forse più tardi avrebbe trovato un modo per tornare in superficie. Mentre si guardava attorno speranzosa, un fruscio catturò la sua attenzione, così lei voltò la testa verso la fonte del rumore. Vide qualcosa di piccolo e azzurro sparire dietro l'angolo della grotta. Incuriosita, lei seguì l'ombra.Quando girò l'angolo, lei vide un fiore al centro della grotta. Un fiore, blu come gli altri, ma era più grande e la stava fissando con i suoi piccoli occhi.

- Heylà, il mio nome è Flowey. - disse il fiore, studiando la ragazzina con lo sguardo. La sua voce era acuta come quella di un bambino, ma anche tagliente come una lama.

La bambina spalancò gli occhi, sorpresa di aver sentito il fiore parlare.

-Tu hai... appena parlato? – lei domandò, confusa.

Il fiore sospirò abbassando la corolla, come se stesse tentando di restare calmo. Poi alzò il capo, guardando nuovamente la ragazzina con un espressione alterata.

- Bene, mi sembri un po'... confusa. No, anzi. MOLTO confusa. E questo significa che devo spiegarti come le cose funzionano qui nel Sottosuolo.

- Il... Sottosuolo? - domandò, incnlinando la testa d'un lato. In quel momento, dei strani proiettili bianchi apparvero a mezz'aria, circondandola.

- C... Che cosa?! - lei disse appena, col fiato mozzato e corrucciando la fronte.

Il fiore chinò nuovamente il capo. La bambina poté vedere un largo e sinistro sorriso sotto i suoi petali blu.

-In questo mondo... è uccidere o essere uccisi. E' così che funziona nel sottosuolo.- lui disse, dondolandosi lentamente, mentre quelle parole stavano facendo impallidire la bambina. - Ed ora che ne sei al corrente... devi imparare questa lezione di vita!

I proiettili iniziarono a farsi vicini. Lei iniziò a tremare, guardandosi attorno con gli occhi sgranati. Cercò di scappare, ma era completamente circondata.
Non aveva scampo.

- Sei senza speranza, ragazzina! Non puoi scappare! - disse Flowey, ridacchiando. - Però... Tu lo sai cosa devi fare in una situazione come questa, huh? Sai qual'è la soluzione a questo, mocciosa?! 

La bambina stava fissando il fiore a bocca aperta e con gli occhi pieni di paura.

– No... No! Non... non può essere, è tutto un sogno, ne sono sicura! - disse stringendo i pugni ancora una volta. – Non esiste nessun fiore parlante e non mi trovo in questa strana caverna!

- Oooh, ne sei sicura, tesoruccio? - Flowey sorrise alzando un sopracciglio, mentre i proiettili iniziarono a rallentare fino a fermarsi.

- Sì che lo sono! - la bimba gridò, portandosi la mano alla bocca.
La morse.
Poi emise un gridolino di dolore, scuotendo la mano, mentre Flowey rideva divertito.

- Aspetta, cosa?! – disse, guardandosi la mano e poi guardandosi attorno con un espressione shockata. – Come è possibile?!

- Hahahah... questo non è un sogno, mia cara! Ed ora, se non farai ciò che dovrai per sopravvivere, io ti ucc-

- Perché... perché mi trovo ancora qui?! E' TEORICAMENTE IMPOSSIBILE sopravvivere ad una caduta del genere! - la ragazzina gridò con un espressione folle sul suo viso. – DEVO PROVARE A SVEGLIARMI IN UN ALTRO MODO! FORSE DEVO SOLTANTO MORDERIM TUTTO IL BRACCIO!

Flowey osservò la scena con gli occhi sgranati, strabuzzando gli occhi e alzando il labbro, osservando la bambina mordicchiarsi il braccio ripetutamente. Poi serrò i denti, facendo un espressione veramente arrabbiata, e strillò all'umana. – COSA DIAVOLO STAI FACENDO?! PAZZA! SMETTILA DI COMPORTARTI COME UNA PERDENTE E COMBAT-

Il fiore non riuscì a completare la frase perché una fiamma azzurra lo investì colpendolo, facendo scomparire i proiettili che avevanoo circondato la bambina. Lui si rialzò e iniziò a correre via,  evitando le altre fiamme che la sagoma misteriosa gli stava lanciando. La ragazzina restò ammutolita, guardando il fiore scappare e sparire sotto il terreno. Poi, si voltò verso la creatura che l'aveva salvata.

- Sì, è meglio che corri via, creatura miserabile! Non tornare mai più! - la figura disse con rabbia. La voce era profonda e femminile, e indossava un lungo mantello nero. Quando la figura si voltò verso la bambina, quest'ultima rimase senza parole: la sua salvatrice era una capra antropomorfa. Era alta, il suo pelo era bianco e aveva degli strani segni azzurri sotto i suoi occhi marroni e sulle sue palpebre. La capra guardò la bimba con un espressione sorpresa, e dopo pochi istanti il suo muso si fece preoccupato.

- Santo cielo! Ti sei fatta male? - domandò con preoccupazione.

- Huh? - la ragazzina guardò la sua mano ed il suo braccio. Poi scosse lievemente la testa. - No, no... I'm okay, g-grazie.

Continuò a guardare quella strana creatura parlante con un espressione shockata e confusa. In che razza di posto era finita? Un fiore parlante aveva tentato di ucciderla e adesso era stata appena salvata da una capra in costume. “Questo sogno è davvero strano...” pensò, sorridendo nervosamente.

- Grazie al cielo. - la capra bipede sospirò sollevata. –Fortunatamente sono arrivata in tempo. Mi dispiace molto per ciò che ti è appena accaduto. Quel fiore è così malvagio.

- G... Gia... Però... chi sei? – chiese con voce tremante. Lei si sentiva al sicuro in quel momento, e quella strana creatura davanti a sé non sembrava affatto una minaccia, però… era ancora nervosa per ciò che era accaduto poco prima.

- Il mio nome è Toriel, e sono la guardiana delle rovine. Sono qui per prendermi cura dei bambini che cadono qua giù. -rispose rivolgendole un sorriso rassicurante. – Il tuo invece?

La ragazzina alzò il dito, pronta a rispondere, ma la voce le morì in gola.

Nulla.

Si portò le mani alla testa, iniziando a grattare, corrucciata. “No... questo è impossibile... !”

- Huh... Stai bene? Hai un mal di testa? - Toriel domandò preoccupata.

- Io... - lei provò a parlare, fissando il vuoto con un espressione spaventata. I suoi occhi iniziarono a farsi lucidi. - N-Non riesco...a ricordare... il mio nome...

La bambina cominciò a singhiozzare, E subito dopo Toriel posò la mano sulla sua spalla.

- Non preoccuparti, è normale. E' stata una brutta caduta e sei stato appena attaccato da un fiore. Sei ancora sotto shock...

- U... Un fiore parlante! - lei corresse la capra,mentre i suoi occhiali iniziavano a bagnarsi delle sue lacrime, tornando a tremare. – Uno spaventoso, fiore parlante! Lo detesto!

Toriel le asciugò gentilmente gli occhi, sorridendo appena. - Va tutto bene adesso, non preoccuparti piccolina. Su, su, vieni con me nella mia casa, Ti darò qualcosa da mangiare e un posto dove riposare. Devi essere stanca e confusa.

Lei annuì, togliendosi gli occhiali e provando ad asciugarsi le guance con la manica, mentre continuava a singhiozzare. Toriel allungò la mano verso quella della bambina e l'afferrò senza pensarci. Il pelo era soffice, e il suo sorriso caloroso. In quel momento, lei capiì che quella strana donna era sua amica, e subito si sentì al sicuro.

Toriel sbuffò, senza smettere di sorridere, e si voltò verso la porta dietro di lei, porta che la ragazzina non aveva notato. Camminarono verso di essa, lasciando alle spalle, il luogo dove la bambina era caduta.

 

"Tu non hai mai voluto questo, tu non hai mai voluto questa fine. Ora sei sola, qui ci siamo solo te ed io, in questo assoluto nulla. Ma forse... con ciò che rimane di te... puoi ancora fare qualcosa. Quindi... dimmi... Vuoi essere la regina del mio ultimo esperimento?"

   
 
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