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Autore: SweetAinwen    21/04/2017    2 recensioni
- E tu? - Adrien si ritrovò il viso della piccola a pochi centimetri di distanza. - Tu sei la verità o la bugia? -
Restò dei secondi in silenzio, fissando le sue iridi oltremare che lo avevano catturato dal primo istante e sorrise. Ah, ormai era stato stregato!
Sorrise: - Adesso... sono la verità. - vide lentamente le labbra di lei andare verso l'alto e mostrare i denti, per poi trovarsi avvolto il collo dalle sue esili braccia.
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Adrien è un famoso ladro che terrorizza il mondo da ben quattro anni, denominato Chat Noir. Da quando ha compiuto diciotto anni e lasciato la casa, ha deciso che la sua vita sarà spericolata e un continuo rubare, ma... avrà la stessa opinione dopo aver incontrato due iridi oltremare, un sorriso birbante e... la dolcezza che, in un attimo, cattura il tuo cuore?
Cosa succerebbe se un ladro incontrasse la dolcezza incarnata in una bambina? Verrà sopraffatto da essa o continuerà per la sua strada?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nathanaël
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VII.






- Ehi, è successo qualcosa? - domandò Adrien al volante, ricevendo soltanto come risposta il suo viso girato dall'altra parte.
Si trovavano in macchina per accompagnarla a scuola. Come ogni mattina alle sette e mezza accostava di fronte alla villa e aspettava che Nathalie e Marinette aprissero la porta ed entrassero nell'auto.
La piccola, però, seduta accanto a lui, aveva aperto e chiuso la portiera in silenzio e con il volto triste, per poi sospirare. Lui l'aveva salutata con un sorriso e lei l'aveva guardato per un paio di secondi, dopodiché aveva spostato l'attenzione davanti a sé, lasciando cadere la schiena sullo schienale del sedile, facendogli corrugare la fronte e mancare un battito. Che gli avesse fatto qualcosa involontariamente? 
- Non ti preoccupare, Adrien. - lo rassicurò Nathalie, dietro di loro. - È così tutte le volte. Sabine e Tom rimangono solo per bere il caffè, parlando poco e niente. La trovo con la testa bassa quando varco la soglia. Ci siamo abituate, ormai. - spiegò con amarezza, il mento retto da una mano. 
Adrien diede una breve occhiata alla donna dallo specchietto retrovisore interno, in seguito osservò Marinette, con il capo poggiato sulla sua spalla, e riportò lo sguardo sulla strada.
Poteva essere una causa, sapeva benissimo cosa si provava nel vedere il proprio genitore non degnarti nemmeno di un saluto. Tuttavia non credeva affatto fosse solo quello. 



- Arrivati. - canticchiò sorridendo.
- Lo vedo. - commentò Marinette, fissando i bambini fuori dalla scuola.
- Grazie mille, Adrien. - cercò di sorridere Nathalie, in difficoltà per il comportamento di Marinette, scendendo dal veicolo.
Anche Nathalie credeva ci fosse qualcosa di più sotto. La bambina si rattristava, certo, ma la sua tristezza svaniva in fretta. Era una specie di pane quotidiano, di conseguenza non ci badava molto.
Le dispiaceva, non sapeva che fare. Aveva provato di tutto prima di uscire dalla villa, ciò nonostante era rimasta con quell'espressione. Faceva male vederla in quello stato. Perché doveva soffrire una creatura innocente?
- Di niente, Nathalie. Non devi ringraziarmi. -
Marinette aprì la portiera e scese, senza proferire parola.
- Ehi, peste, non saluti? -
Lei mosse solo la mano, voltandosi e incamminandosi, lasciando di sasso Adrien e facendo scuotere la testa a Nathalie, che si scusò con il giovane con un cenno del capo.



- Sta ancora così? - 
La donna sospirò, seduta a tavola: - Già. -
Adrien fece lo stesso. Aveva preso il cellulare e aveva chiamato Nathalie per sapere come stava, rimanendo deluso dal fatto che il suo stato d'animo era rimasto lo stesso. 
- Ho provato a parlarle, ma... - si toccò la radice del naso - sono riuscita solo a strapparle un mugugno. -
- Capisco. - abbassò lo sguardo, appoggiando la schiena sullo schienale del divano. - Tenterò io. -
- Ormai la vostra intesa ha sorpassato quella mia e di Marinette. - ridacchiò divertita, facendolo ridere. 
- Gelosa? - 
- È perché riesci a capirla, non è vero? - la risata di Adrien, a quelle parole, si smorzò. - Il tuo passato è il suo presente. Esso, però, non ti ha ancora abbandonato, giusto? Per questo le stai vicino, non vuoi che patisca le conseguenze delle azioni di Tom e Sabine. -
Sorrise. Nathalie aveva centrato il bersaglio in pieno. Si rispecchiava in Marinette, in quella dolce e tenere bambina che vedeva a stento i suoi genitori. Ferita, triste e lasciata da sola da loro. Sicuramente provava questo, per il semplice motivo che anche lui si era sentito in quella maniera. Anzi, si sentiva. 
- Già, Nathalie. - sussurrò, afono. 



La posò sul bordo del materasso, dopo averla presa sulle spalle per farla ridere, non ottenendo risultati.
Si accovacciò per vederle il volto abbassato: - Cosa c'è? È da questa mattina che sei triste. Me ne vuoi parlare? - parlò con dolcezza, appoggiando i palmi ai lati delle cosce di lei, che fece spallucce e prese il suo pupazzetto preferito rosso e dai puntini neri, stringendolo.





Marinette si trovava a tavola, con una bella tazza di latte e dei cereali integrali. Ogni volta che li mangiava tirava in fuori la lingua per il sapore amarognolo. Come facevano le altre persone a mangiare cibo del genere? Non sapeva proprio spiegarselo. A lei non piacevano proprio, preferiva più quelli al cioccolato. Un giorno la madre la vide con quella scatola tra le mani e glieli strappò senza indugi, facendole mettere il broncio.

<< No, no. Contengono troppe calorie. Devi mangiare sano se vuoi diventare un'attrice bellissima. >>
<< Ma io non voglio essere un'attrice! >>
<< Lo diventerai! Quindi niente lamentele e prendi i cereali integrali! >>


Sbuffò. Sua madre non gliela faceva passare liscia nemmeno una volta! Era così... così...
- Uffi. -   
Il suo sguardo fu attratto dall'entrata nella sala da pranzo del padre, che si sedette e afferrò il telecomando, accendendo la TV e bevendo un sorso del suo caffè.
- Buongiorno, papà. - 
- Mmh. Buongiorno. - salutò senza davvero farlo, cambiando canale e non degnandola di un'occhiata.
Marinette notò all'istante che era già vestito, pronto per andarsene. Si rattristò e inzuppò i cereali di latte. Non avevano mai tempo per lei, sempre fuori casa e nemmeno un abbraccio. Cominciava a pensare che non le volessero bene.
Lei voleva essere coccolata, ascoltata, divertirsi... voleva la sua mamma e il suo papà. Perché non lo capivano? Il lavoro era migliore di lei? Della loro figlia? 
- Chat Noir, il famoso ladro difficile da catturare, sembra abbia deciso di andare in vacanza e di dare tregua ai poveri cittadini parigini. -
Mentre la cronista parlava, Marinette ascoltava con attenzione le sue parole. Le sue orecchie si erano rizzare nel sentire in nome del suo amico e poco dopo si stranì.
"Ladro?", si domandò, osservando la TV che trasmetteva un'immagine del ragazzo, con la donna che continuava a comunicare la notizia.
Era stata scattata probabilmente da un elicottero durante la notte, la luce di esso era puntata su di lui, che sorrideva sghembo e mostrava l'indice e il medio alzati e lui in piedi su un tetto, come segno di vittoria. 
Aveva anche una faccia buffa che fece ridere Marinette. Il padre la osservò come se fosse impazzita e si coprì la bocca con una mano, ritornando a mangiare.
- Che si sia finalmente ritirato dal suo mestiere? -
- Altro che mestiere! - fece irruzione la donna, surclassando la voce della cronista. - Quello è ricavare con i viveri altrui! - si sedette, poggiando la tazza di caffè sul tavolo. - Mascalzone. - ne bevve un goccio.
- Buongiorno, mamma. - sorrise Marinette.
- Mmh. Ah, sì. Buongiorno, Marinette, buongiorno. -
Quel tono sbrigativo fece spegnere il suo sorriso. Persino la mamma... 
- Non ti alterare, Sabine. Rovini la tua pelle liscia con le rughe. -
Si toccò una guancia: - Oh! Non sia mai, Tom! Comunque... quel farabutto dovrebbe finire dietro le sbarre. Una persona sciacquetta come lui non merita di avere libertà. -
- Perché? - domandò, anche se non aveva capito l'intero discorso.
- Perché è la bugia, Marinette. - rispose Tom, guardandola e ricevendo la sua attenzione. 
- La bugia? Il ladro è la bugia? - 
- Esattamente, tesoro. - replicò Sabine questa volta, finendo il caffè insieme al marito e alzandosi, lasciandola senza parole.
"Non è vero. Chat non è la bugia. Non è vero."






Chat sospirò, si sedette accanto a lei e l'abbracciò.
- Tu lavori? - il giovane corrugò la fronte, confuso.
- Sì. Certo che lavoro. - 
- Fai il ladro? - 
Adrien l'allontanò quanto bastava per guardarla, volendo capire che cosa frullava in quella piccola testolina. Che cosa stava succedendo? Perché era così seria?
- Chi te l'ha detto questo? -
- Il telegiornale. Fa vedere la tua foto. Lo sai che non si fa? Che puoi finire in prigione? -
- Lo so, Buginette. - disse, con un senso di pesantezza improvviso al centro del petto, mentre inclinava il busto in avanti e poggiava i gomiti sulle ginocchia.
- Allora smettila! - gli ordinò, incrociando le braccia. - Devi avere un lavoro buono e non da stupido. Così sei solo scemo e non-non hai que-quello che vuoi. - scese dal letto, dandogli le spalle. - Mi deludi. Mi deludi tanto! - si girò - Sei per caso scemo? -
Chat la osservò a bocca aperta, colpito da quella lingua lunga. Però... aveva detto la verità. Quel tipo di mestiere era pericoloso, si poteva benissimo finire sparato o altro. Ci voleva una bambina per farglielo capire? Quella sua solitudine lo aveva trascinato su quella via? 
Sbuffò una risatina lieve: - Certo che... la verità, in certi casi, fa male. - 
- Non è vero che fa male. - scosse la testa Marinette, le mani sui fianchi. - Mamma e papà dicono che la verità è buona e che la bugia è cattiva. Io non voglio essere la bugia, non mi piace! - espose, il mento all'insù, fiera delle sue parole. 
"Forse... non sono poi così male come genitori.", rifletté il ragazzo, sorridendo intenerito. 
- E tu? - Adrien si ritrovò il viso della piccola a pochi centimetri di distanza. - Tu sei la verità o la bugia? -
Restò dei secondi in silenzio, fissando le sue iridi oltremare che lo avevano catturato dal primo istante e sorrise. Ah, ormai era stato stregato! 
Sorrise: - Adesso... sono la verità. - vide lentamente le labbra di lei andare verso l'alto e mostrare i denti, per poi trovarsi avvolto il collo dalle sue esili braccia.
- Lo sapevo! Sì! - gioì, successivamente gli diede un bacio sulla guancia e nascose il volto nell'incavo del suo collo.
Lui la strinse forte a sé, il cuore colmo di felicità. Quella bambina era diventata speciale per lui, e lo sarebbe stata per sempre. Se lo sentiva.
Anche se... la brutta sensazione che qualcosa sarebbe accaduto... non lo voleva lasciare.







*Angolino dell'autrice*
Aw! *--* Più si va avanti e più... aw! *--* 
Come state? ^--^ Io, dopo questo capitolo puccioso *--*, sto benone! xD Che ve ne pare? ^--^ La nostra Marinette ha tanto a cuore il nostro Adrien da imporgli di smetterla.
Che dolce! *--* E Adrien? Già... che dolce anche lui... Magari me lo trovo io davanti uno così >.< Sogna e spera, Ainwen! Sogna e spera! >.> 
Mmh... Adrien ha ancora quella brutta sensazione. *sguardo pensieroso* Mmh... bah... chissà... xD
Spero sia stato di vostro gradimento Miraculousaniani ^--^
Alla prossima!
Da: SweetAinwen.

  
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