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Autore: Kaimy_11    21/04/2017    2 recensioni
La vita fra gli Intrepidi sa essere ricca di avventure ed emozioni forti. Può farti sentire indistruttibile, ma è anche carica di prove estenuanti, impegni e doveri.
E, prima regola, mai avere paura. Mai.
Questo è il mondo che inizia per gli ultimi iniziati, in una realtà dove la guerra contro gli Abneganti non è mai scoppiata, dove Jeanine è unicamente il capo degli Eruditi e dove essere Divergenti non significa rischiare la vita ma soltanto essere considerati bizzarri.
Quattro non ha mia perso Tris e Christina può ancora crescere con il suo Will.
Ed Eric, lo spietato capofazione dagli occhi di ghiaccio, dovrà scoprire se Aria, giovane trasfazione appena ammessa, è realmente la guerriera che cercava e se sarà degna della sua stima.
E potrà verificare che sia forte. Forte abbastanza da appartenergli.
Tra nuovi nemici e vecchi amici, semplici scene di vita quotidiana nei meandri di un amore perso tra logica e forza, dritto dentro il cuore degli Intrepidi.
[Storia singola, collegata alla saga “the reason”, ma NON è necessario aver letto le altre storie per seguire questa nuova FanFinc.]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The reason '
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1. Semplicemente

 

 

 

 

 

 

 

-Non è del tutto vero che i ragni fanno paura solo alle ragazze!- Precisa Will, trattenendo una risata. -E poi non è che mi fanno paura, mi infastidiscono!-

Christina scuote la testa e gli da un live pugno sugli addominali. -Se erano nel tuo scenario della paura, vuol dire che non ti fanno solo schifo!-

-Devo concordare con lei!- Dichiaro, sollevando la bottiglia di birra che ho in mano per berne un sorso.

-Ti ci metti anche tu?- Mi ammonisce il mio amico. -È vero: non mi piacciono! Piccoli e con tutte quelle zampe, sono orribili!-

Rido, soprattutto quando Christina imita goffamente l’espressione seria del ragazzo.

Will è il migliore amico che avevo fra gli Eruditi, anzi l’unico. Sono nata nella fazione degli intelligenti, ma il mio spirito contro corrente non mi ha mai reso conforme alle loro regole, impedendomi di ambientarmi e di trovare qualcuno che mi accettasse. A scuola mi tenevano preventivamente a distanza, ma Will era diverso. Lui ha sempre preso le mie difese e mi è stato vicino anche quando non sapevo di avere bisogno di lui.

Ne abbiamo combinate tante insieme e, quando anche lui ha capito di voler cambiare fazione e passare agli Intrepidi, ci siamo promessi di non allontanarci.

Durante la nostra iniziazione, che si è appena conclusa dopo il test finale, lui ha legato molto con Christina, una ex Candida, ed è evidente che tra loro stia nascendo qualcosa di più di una semplice amicizia. Sono felice per lui, stanno bene insieme e finalmente siamo tutti dei veri Intrepidi, senza dover sostenere altre prove estenuanti per dimostrare la nostra forza o il nostro coraggio.

-Sei agitata per domani?-

Mi volto appena a guardare la mia amica Sasha, appoggiata alla ringhiera accanto a me.

Non so cosa abbia spinto una ragazza cresciuta tra le campagne dei Pacifici a vedere in me la sua ideale compagna di scorribande, so solo che è da quando ci siamo lanciate dal tetto per accedere alla nostra nuova residenza che non mi molla più. Non mi dispiace, con il mio caratteraccio, davo per scontato di ritrovarmi sola contro tutti. Invece è arrivata lei, che come follia mi supera decisamente, ed è sempre allegra, anche se ignoro come ci riesca.

-Noi andiamo!- Ci saluta Will, mentre si allontana con Christina. Lo saluto con la mano e torno a guardare Sasha.

-Per cosa dovrei essere preoccupata?- Le chiedo, stringendomi nelle spalle.

Lei alza gli occhi al cielo. -Forse perché domani decideremo il lavoro che faremo per il resto della nostra vita?-

Effettivamente non ha tutti i torti, ma non voglio pensarci adesso.

-So già cosa farò!- Le dico.

-Beata te!- Sbuffa. -Essendo arrivata quinta in classifica, puoi scegliere. Ma io che sono finita ultima, mi dovrò accontentare di quello che trovo!-

Inizio a far dondolare la bottiglia che tengo in mano e mi mordicchio il labbro inferiore. Siamo ancora vicine alla ringhiera e il Pozzo è stracolmo di gente in visibilio. L’iniziazione è finita e festeggiano tutti, non solo i nuovi ammessi, c’è chi ride e scherza mentre altri si sfidano in duelli amichevoli.

È quasi completamente buio e le poche luci sono soffuse, per via delle leggi cittadine sul risparmio energetico nelle ore serali, e c’è talmente tanto baccano che fatico a sentire la mia stessa voce.

-Non mi sembri felice, quando in realtà dovresti esserlo. Voglio dire, sei stata forte!- Mi dice.

-Se lo dici tu...-

La verità è che non ho dovuto aspettare il risultato del mio test attitudinale per capire che sarei diventata un’Intrepida, dato la prima volta che ho rotto il naso ad un mio compagno di scuola avevo sei anni. Peccato che la nostra città ha regole ferree sulla divisione in fazione, ed è inammissibile che un bambino dica apertamente che sarà un trasfazione. Perciò, dopo tutti i rimproveri che ho dovuto sorbirmi e dopo tutte le ostilità, mi aspettavo un maggiore successo durante l’iniziazione nella fazione che ho sempre sognato.

-Su col morale, abbiamo superato l’iniziazione più difficile di tutte!-

Sto per risponderle ma, senza preavviso, Sasha fa una faccia strana e devia lo sguardo dal punto in cui guardava.

-Devo fare una cosa, ci vediamo al dormitorio!- Mi avvisa, avvicinandosi al mio orecchio.

Faccio un cenno e bevo un altro sorso di birra.

Quando la vedo divincolarsi fra la folla per allontanarsi di tutta fretta, come se stessa fuggendo da un fantasma, sospiro e decido di spostarmi anch’ io, dato che sono rimasta da sola. Il mio errore sta nel distaccarmi dalla ringhiera troppo in fretta e senza nemmeno guardare in avanti.

Urto contro qualcuno decisamente più forte e alto di me e rimbalzo indietro barcollando. Quando sollevo lo sguardo, il mio cuore manca un battito e perdo per un attimo il fiato.

Il ragazzo contro cui sono finita non è un Intrepido qualunque, ma bensì il più giovane dei capofazione. Chiunque tremerebbe al suo cospetto, tanto più dopo essergli finito rovinosamente addosso, ma non è per paura che smetto di respirare.

Eric ha supervisionato l’iniziazione di quest’anno e, per quanto mi scocci ammetterlo, ho sempre cercato di dimostrarmi all’altezza di ogni suo sguardo. Cercavo di dimostrargli che ero forte e, quando mi indirizzava un’ occhiata compiaciuta dopo avermi visto vincere un combattimento, ne ero entusiasta.

È stato lui a scoprire che ero particolarmente brava a sparare e mi ha inserito in un addestramento speciale per le armi da fuoco. Certo, mi ha anche promesso un biglietto in omaggio di sola andata per il primo treno verso gli Esclusi nel caso gli avessi fatto fare una figuraccia con l’istruttore a cui mi aveva personalmente raccomandata, ma alla fine è andato tutto bene. Non so ancora per quale motivo si sia preso il disturbo di seguire i miei allenamenti, ma avevamo iniziamo ad incontrarci quasi tutte le sere al poligono e, tra un colpo di pistola andato a segno e l’altro, qualcosa è cambiato dentro di me.

Il rispetto che provavo per lui si è trasformato in apprezzamento e la voglia che avevo di mettermi in mostra è subito diventata un disperato bisogno di attenzioni.

-Questa la prendo io!- Afferma, togliendomi dalle mani la bottiglia di birra.

Lo guardo di traverso e arriccio le labbra.

Eric è prepotente e bastardo nella maggior parte delle volte, non sa cosa sia la gentilezza e mi ha sempre trattata a suo piacimento. Basti pensare al modo decisamente poco convenzionale in cui mi ha baciata per la prima volta. Si è presentato una sera al poligono mentre mi esercitavo e, senza dire una sola parola e senza darmi la possibilità di oppormi, mi ha presa con la forza e ha iniziato a baciarmi con rabbia. Sono stata tanto debole e patetica che, invece di cacciarlo via all’istante, mi sono sciolta come un ghiacciolo al sole e ho per giunta ricambiato.

Ma almeno non mi sono illusa, ed è stato un bene, considerando che dopo quell’attimo di passione rubata, non mi ha rivolto più la parola per giorni, quasi come se non esistessi più.

-Quella era mia!- Preciso, riferendomi alla bottiglia.

-Era!- Sogghigna e beve un po’ di birra senza togliermi gli occhi di dosso.

Lo sguardo di Eric è perennemente ardente, inflessibile e duro come una roccia, ha le iridi di un particolare grigio azzurro che la scarsa luminosità della residenza fa sembrare neri. C’è qualcosa nella sua mascella, tremendamente mascolina e abilmente serrata, che avvalora la sua espressione decisa e scoraggia chiunque a contraddirlo. E, nella rigidità dei suoi muscoli pressanti da sotto la giacca, è rinchiusa la fierezza del capofazione più crudele degli Intrepidi.

Forse per scoraggiare ogni mia possibile ribellione, mi mette un braccio attorno alle spalle e mi conduce via.

-Non sei già stanca di tutto questo schifoso casino?- Mi chiede, guardandosi intorno con aria infastidita.

Scuoto la testa, Eric rispecchia il lato violento e irascibile della nostra fazione, ma odia la mischia e sceglie sempre di estraniarsi.

-Ho appena superato l’iniziazione, dovrei festeggiare!- Affermo, ancora stretta dal suo braccio.

Eric fa una smorfia prima di bere qualche altro sorso. -Ed è davvero questo che vuoi?-

Sollevo il viso per cercare il suo sguardo, trovando un angolo della sua bocca arricciato per il fastidio, ma è troppo impegnato a riservare occhiate velenose a tutti quelli che gli passano accanto per considerarmi.

-Hai un’idea migliore?-

Dal modo agghiacciante in cui sogghigna, capisco subito che gli stanno passando per la mente mille idee sicuramente dannose per me. Svuota la bottiglia con un unico sorso e la getta in un contenitore quando ci passiamo accanto.

Mi conduce tra la folla e noto con una certa soddisfazione che tutti si spostano per fare passare il capofazione, ma colgo anche le eccessive attenzioni su di me.

-Non ti preoccupa che ci vedano insieme?- Chiedo, dovendo urlare per far sì che la mia voce raggiunga il suo orecchio, troppo in alto.

Le regole della fazione vietano relazione tra iniziati e membri effettivi, soprattutto se si tratta dei loro istruttori. Fino ad ora, io ed Eric abbiamo dovuto tenere nascosto il nostro legame, anche se alla fine siamo stati scoperti ugualmente e ne abbiamo subito le conseguenze.

-Sei una vera Intrepida adesso e posso farti quello che voglio!-

Non è esattamente il tipo di dichiarazione che una ragazza vorrebbe sentirsi dire, ma è questo che posso aspettarmi da lui, e non è detto che la sua arroganza mi dispiaccia. Faccio un sorrisino e alzo gli occhi al cielo.

-Sarebbe un modo carino per dire che non dobbiamo più vederci di nascosto?-

-E il mio modo per scoraggiare qualsiasi altro ragazzo a toccare ciò che è mio!-

-Stai marcando il territorio?- Indago, alludendo al suo braccio ancora ancorato alle mie spalle.

Eric si ferma, mi libera lentamente dal suo abbraccio e si passa la lingua sul labbro inferiore, mentre il suo sguardo si affila come una lama. Quando i suoi occhi infuocati si posano su di me, mi sembra quasi che possa attraversarmi ed incendiarmi dall’interno.

Mentre le sue dita si posano sotto il mio mento e lo sollevano, il suo pollice mi accarezza prepotentemente la bocca, mentre avverto un vuoto allo stomaco.

-Stai cercando di fare la furba con me?-

La sua voce è un vibrante sussurro che mi avrà fatto sicuramente arrossare le guance. Odio dargliela vinta avvampando come una ragazzina alle prime cotte ma, dal modo in cui sorride di soddisfazione, direi che ormai è troppo tardi.

Decido comunque di provare a ribaltare la situazione.

-Perché,- Inizio, maliziosa. -Non ti piace?- 

Il suo ghigno da cacciatore si amplifica spaventosamente ed io, che non sono altro che la sua preda, mi ritrovo a sopprimere un fremito. Fulmineo come un tuono, Eric mi afferra dalla giacca e mi attira contro di se, mi prende il viso con una mano e mi costringe a baciarlo. Mi stringe tanto forte che mi manca il respiro e, quando schiudo le labbra, la sua lingua pretende la mia.

Sono quasi senza fiato, soffocata dall’ondata di calore che mi assale, ma mi lascio guidare dal mio istinto e gli intreccio le mani dietro la nuca.

Eric interrompe il bacio quando vuole, senza aspettarmi e lasciandomi insoddisfatta, mi accarezza una guancia e mi sussurra all’orecchio.

-È meglio che ce ne andiamo da qui!- Soffia sul mio collo, dandomi i brividi. -E lo dico per il tuo bene!-

Nascondo un sorriso, mentre Eric mi mette una mano dietro la schiena e mi conduce verso un corridoio tra le rocce.

Tuttavia, mentre lo seguo, una particolare coppietta che si scambia effusioni cattura la mia attenzione. Sono in disparte e il bacio che si scambiano è molto casto e decisamente meno infuocato di quello che ci siamo dati io ed Eric.

La ragazza è bionda ed era un’iniziata trasfazione dagli Abneganti, mentre il ragazzo è Quattro, il nostro istruttore.

-Hai visto?- Chiedo ad Eric, indicandogli i due con il mento.

Lui si volta a guardarli e scopre i denti dal disgusto. Da quello che mi ha raccontato, lui è Quattro si sono sempre detestati. Per di più, è evidente che non eravamo gli unici ad avere una relazione proibita, ma Quattro non è stato né scoperto né punito, a differenza nostra.

-Vuoi scherzare? Rigidi che si accoppiano pubblicamente?- Enfatizza.

-È una cosa grave?-

-Decisamente!- Conferma, coprendomi gli occhi con entrambe le mani. -E non guardare, o potresti diventare cieca!-

Rido mentre mi spinge frettolosamente via, lasciamo il Pozzo e mi libera dalle sue mani.

-Spero per te che ti piacciano i veri uomini!-

Mi stringo nelle spalle ma gli nego una risposta.

-E poi, sai…- Sogghigna e la sua voce si fa sottile e pungente. -Magari potrei avere anch’io qualcosa di rigido…-

Mi si smorza l’aria nei polmoni mi mordo il labbro ma, sapendo già di aver cambiato tonalità delle guance, deciso di starmene zitta e buona. Ovviamente non mi lascio sfuggire il sorriso puramente bastardo che si disegna sul volto arrogante di Eric.

Appuntandomi mentalmente di fargliela pagare per la sua battutaccia volgare, lo seguo fino ai piani più alti della residenza, abbassando la testa quando incrociamo qualcuno che ci fissa troppo a lungo. Eric non se ne preoccupa, ma so che guardano me proprio perché sono da sola con lui nonostante io sia semplicemente una ragazzina appena arrivata. Credo che il capofazione abbia abbastanza notorietà fra gli Intrepidi e, per mia sfortuna, significa che presto tutti inizieranno a notare che passiamo del tempo insieme.

Nascondo le mani nelle tasche e cerco di non incupirmi, quando mi chiedo cosa siamo davvero Eric ed io.

Arriviamo davanti alla porta del suo appartamento e lui estrae le chiavi e apre la porta, facendomi entrare. Dovrei essere imbarazza, ma non è la prima volta che vengo qui e che rimaniamo da soli.

La sera dell’esercitazione a ruba bandiera era il mio compleanno e lui, scoprendolo, mi ha portata nella sua stanza e mi ha chiesto di passare la notte con lui. Abbiamo solo dormito, non mi chiesto nulla in cambio, ma la mattina seguente l’ho raggiunto sotto la doccia e mi sono spogliata senza vergona davanti a un uomo per la prima volta. Ci sono state anche altre notti in cui non è successo nulla di serio, in cui ci siamo solo provocati e scoperti con baci e carezze. Eppure, una sera di non molto tempo fa, ho lasciato che mi venisse a prendere al poligono per portarmi nella sua camera per passare la notte con lui.

Il problema è che, andando contro ogni ragionamento logico, mi sono totalmente concessa e ho fatto per la prima volta l’amore con un capofazione spietato che conoscevo da meno di due settimane, senza sapere nemmeno se sarei rimasta nella sua fazione.

Molto spesso, pensandoci, mi vergono della frivolezza con cui ho accelerato le cose, ripetendomi che avrei dovuto essere più cauta. Però, quando ripenso ad Eric e al modo in cui mi prende e a come riesce a farmi dimenticare di tutto il resto, so per certo che aspettare non avrebbe avuto alcun senso.

Lui mi desiderava ed io volevo lui, o meglio, volevo essere sua. E non mi importa se non durerà, se ci lasceremo presto, perché in quel momento ogni sentimento provato era vero e nessuno ha mai saputo farmi sentire in pace con me stessa come ci è riuscito lui con semplici sguardi e in così poco tempo.

Ho sempre avuto paura degli altri, cercando di non affezionarmi mai davvero a nessuno, ma Eric non ha mai finto di essere gentile, ed è esattamente per questo che posso abbandonarmi e staccare la mente quando sono con lui.

Non devo combattere, perché perderei, e non devo avere paura che mi abbandoni perché non mi ha mai promesso che sarebbe rimasto, pur ripetendomi più volte che gli appartengo.

Mi arriva alle spalle e mi abbraccia, o forse mi immobilizza, spingendo la mia schiena contro il suo petto e iniziando a baciarmi dietro l’orecchio, sul mio tatuaggio, mentre mi fa scivolare giù la cerniera della giacca. Le sua mani, ardenti come la lava che ha appena iniziato a scorrermi in petto, si arpionano sui miei fianchi senza preoccuparsi del mio volere, mi sollevano la maglia e iniziano a stuzzicarmi la pelle. Mi muore in gola il respiro quando una sua mano sale imprudentemente verso il mio seno, ci arriva e lo avvolge come se fosse una sua proprietà. L’istante dopo mi costringe a voltarmi e con uno scatto mi trovo faccia a faccia con il lupo affamato, bramoso di divorarmi lentamente. Le sua labbra si schiudono in un sorriso che non riesco ad ammirare fino in fondo, poiché mi afferra dalla nuca, stringendo i miei capelli corvini in un pugno che mi costringe ad un lamento che tuttavia non sento perché con un bacio mi zittisce. Sento il calore aumentare, continua baciarmi ed io lo seguo, non potrei fare altro adesso, fino a quando mi morde il labbro ed io mi ritraggo istintivamente. Mi stringe a sé e lancia la mia giacca sul pavimento, anche se non ricordo come o quanto me l’abbia tolta di preciso. Per un attimo cerco di spostarlo da me, ma è così difficile e non so se lo voglio davvero, di certo non più quando mi solleva da terra e mi stende sul letto, sovrastandomi. Cattura i miei polsi e me li blocca sopra la testa, mi dona solo un piccolo sguardo d’intesa, profondo, prima di tuffarsi sul mio collo per ricoprirlo di baci e morsi. La sua lingua percorre la linea immaginaria che congiunge il mio orecchio alla clavicola e, abbandonata a danzare tra le fiamme dell’inferno, una vocina dentro di me mi ricorda che potrei fermarlo.

Certo, mi basterebbe dirgli di no e riprenderei in mano il controllo, ma sono certa che non lo farò. 

Non voglio farlo.

Contro Eric, semplicemente, io voglio perdere.

 

Mi risveglio perché qualcuno sta insistentemente chiamando il mio nome ma, quando batto le palpebre per aprirle, sono ancora profondamente assonnata.

-Vuoi fare tardi proprio oggi, ragazzina?-

Schiudo gli occhi e metto a fuoco il profilo di Eric, seduto sul bordo del letto a petto nudo. Mi da le spalle ma, visto che non so come sono finita nella sua metà del letto, gli sono abbastanza vicina.

Si volta per lanciarmi un’occhiataccia particolarmente ostile. -E allora?-

Mormoro un lamento e mi giro dall’altra parte, stringendomi sotto la coperta e strofinando la guancia sul cuscino ancora caldo, ad occhi chiusi.

-Bene!-

L’istante dopo vengo privata della coperta e mi ritrovo totalmente esposta, mi chiudo su me stessa portandomi le ginocchia al petto e le braccia davanti al viso. Il problema è che non sono del tutto vestita, ho solo la mia biancheria intima addosso e fa freddo, ancora di più quando sento che Eric mi mette le braccia ai lati del corpo per tenersi sollevato su di me. Il suo respiro bollente mi solletica la fronte, quando mi disegna con la punta del naso una scia che va dalla mia tempia fino al collo.

Rabbrividisco.

-Alzati da questo letto,- Mi avvisa. -O ti ci terrò per altri motivi e farai tardi davvero…-

Non mi da il tempo di riprendermi che si alza rapidamente dal letto e va a chiudersi in bagno. Prendo un respiro profondo e guardo il soffitto, sono ancora piuttosto stanca e vorrei poter restare ancora sotto le coperte, soprattutto se penso a quanto bello è stato poter dormire stretta alla schiena di Eric. Non mi permette mai di abbracciarlo quando dormiamo ma, se lui sta già ronfando, posso sempre stringermi contro le sue spalle senza che mi allontani a calci.

Ho già dormito con lui, è vero, ma dovevo sempre sgattaiolare via alle prime ore del mattino per rientrare al dormitorio prima che gli altri iniziati notassero la mia assenza. Per di più sta volta è stato tutto diverso, ho percepito una sensazione nuova sulla pelle, probabilmente perché possiamo stare insieme liberamente senza doverci più nascondere.

Adesso mi sento libera.

Stiracchio le braccia e mi metto seduta, massaggiandomi la testa e cercando di togliermi i ciuffi di capelli dalla fronte. Noto una macchia nera al centro della stanza e, ad una seconda occhiata, capisco che è la gatta randagia che spesso si intrufola dalla finestra e che ha fatto della stanza di Eric casa sua. Lui ha finto di non preoccuparsene, ma credo che non gli dispiaccia veramente la compagnia di questo essere peloso. Non gli ha mai dato un nome, così mi sono presa il permesso di chiamarla Luna, per via della macchia tonda e bianca che la gatta ha sul petto.

Picchietto con le mani davanti a me e Luna mi osserva pigramente, fino a quando non decide di strisciare sinuosamente fino ai piedi del letto, poi fa un salto elegante e si siede vicino alle mie gambe. Le accarezzo dietro le orecchie e la sento fare le fusa.

Non ho mai avuto un animale domestico, gli Eruditi non ne hanno perché considerano illogico accudire un animale che non da nulla in cambio del cibo sprecato per lui, perciò non so bene come comportarmi con questa bestiolina. I gatti, da quanto ne so, sono animali molto discreti e autonomi e questo mi piace.

La porta del bagno si apre ed Eric avanza verso di me, ha addosso solo i pantaloni con cui ha dormito e non sembra poi tanto di buon umore.

-Sei ancora lì?- Mi ammonisce.

Mi stringo nelle spalle. -Non è colpa mia se ieri sera non mi hai lasciata dormire!-

Qualcosa nel suo sguardo severo cambia e un sorrisino intrigante gli solleva le labbra. -Ti ho lasciata dormire, dopo!-

Scuoto la testa e continuo ad accarezzare la gatta, senza osare ricambiare il suo sguardo perché so già che il suo ghigno malizioso mi farebbe vergognosamente arrossire.

Si avvicina pericolosamente al mio viso e il suo alito caldo mi soffia sulla nuca, quando si china per sussurrarmi qualcosa all’orecchio.

-Abituati, tesoruccio!- Mi dice prima di mordicchiarmi il lobo.

Lo spingo via e sbuffo, scivolando via dal letto prima che mi attacchi ancora, e poi ho bisogno di un attimo di privacy per riprendermi. Non sono ancora del tutto abituata a svegliarmi con un uomo, o ad avere un ragazzo, ed Eric è decisamene un caso particolare.

Lui non è tipo da smancerie, è possessivo e sfrontato, però riesce a prendersi cura di me anche con la sua cattiveria.

Esco dal bagno quando sono pronta, dovendo raccattare i miei indumenti che sono sparsi un po’ ovunque. Rindosso i miei pantaloni stretti e la mia maglietta, mentre saltello per infilarmi gli stivaletti.

Nel frattempo Eric si è rivestito di tutto punto e sembra pronto per uscire, però mi sta fissando con un’intensità che mi ammutolisce. Le sue sopracciglia sono incurvate e il labbro inferiore sporge in avanti, mentre mi analizza in silenzio.

-Che c’è?- Chiedo.

Ma lui non mi risponde, mi raggiunge in pochi passi e in un battito di ciglia mi afferra dalla nuca e mi spinge contro di lui, mi stampa un bacio sulle labbra per poi scacciarmi letteralmente via.

-Per stamattina vai avanti tu, forse non è il caso di farci vedere insieme proprio oggi che devi scegliere la tua carriera.- Mi dice, andando a cercare qualcosa nel suo armadio.

Io sono ancora intontita, quasi mi gira la testa. Batto più volte le palpebre e mi sforzo di ritrovare un contatto con la realtà, dopo il suo selvaggio bacio che sarà sì durato poco, ma è bastato a lanciarmi scariche di corrente per tutto il corpo. Smetterà mai di avere un tale effetto su di me?

Eppure, per quanto tutto questo sia strano e nuovo, non mi sono mai sentita meglio.

-Va bene!- Gli concedo.

Ringrazio di dargli le spalle, perché so che il sorrisino ebete che ho stampato in faccia non mi fa molto onore, eppure non voglio arrendermi, non se posso giocare il suo stesso gioco. Raggiungo la porta e faccio per uscire, ma mi fermo con la mano sulla maniglia.

-Comunque sia, non mi dispiace poi tanto se non mi lasci dormire…-Soffio maliziosamente.

Lui si immobilizza, si volta a guardarmi, assottiglia lo sguardo e si passa sensualmente una mano tra i capelli, con uno sguardo che sembra capace di assorbirmi.

-E questo è solo l’inizio!-

Un fremito mi scuote quando la vibrazione della sua voce grave mi assale, mi mordo il labbro per seppellire l’imbarazzo e scappo via prima di diventare dello stesso colore di una fragola.

Alla fine di ogni gioco, semplicemente, vince sempre lui.

 

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

Benvenuti ai nuovi e ai vecchi lettori. Spendo giusto due parole per questo mio ritorno in scena!

 

Per i nuovi lettori, non abbiate paura, se lo desiderate, potete proseguire con questa FanFic senza conoscere le altre storielle.

In ogni capitolo spiegherò tutto quello che c’è da sapere, rievocando, se necessario, dettagli base sui protagonisti di cui posso aver parlato nella storia “the Reason to Fight”.

Se vi fa piacere, leggetela, parla dell’arrivo di Aria, Tris e compagnia al covo degli Intrepidi e della loro iniziazione, finendo subito dopo la simulazione di massa contro gli Abnegati.

Se invece non vi va, nessun problema, troverete tra questi nuovi capitoli tutto il necessario per seguire la FanFic senza buchi o altre mancanze di trama.

 

Per chi ha già letto le altre storie della saga, c’è poco da dire, stessi protagonisti ma trama diversa. Attenzione però, il fatto stesso che non ci sia mai stata una guerra, che tutto abbia sempre filato liscio e che i Divergenti siano ritenuti “normali” potrebbe mutare lievemente il carattere dei personaggi… diciamo che potrebbero essere più “sereni” e meno induriti dalle circostanze avverse che, in questo caso, non si sono mai verificate. Ma leggermente, non temete.

So che manco da davvero tanto tempo ma, se vi ricordate ancora di Aria ed Eric, piano piano, anche se con una nuova Fic, vi riporterò nel loro mondo, promesso!

 

Per tutti quelli che vorranno seguirmi e, speriamo, lasciarmi i loro graditissimi commenti, un grande grazie e a presto! <3

Baci!

 

 

   
 
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