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Autore: 9Pepe4    08/06/2009    9 recensioni
[Versione riveduta e corretta causa insoddisfazione dell'autrice]
Assistendo ad un incontro dei sinistri Gin e Vodka, Conan si vede rivelata una realtà sconvolgente: lui non è Shinichi. Ma allora qual è la sua vera identità? E che fine ha fatto il detective liceale?
Aiutato da Ai - per la quale inizia a sentire qualcosa in più - Conan cercherà di venire a capo a tali misteri. Dalla sua parte non avrà indizi materiali, ma la trama nebulosa di alcuni ricordi che riaffiorano in lui.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Chi sono?

Il sole stava iniziando il declino verso la notte quando Conan decise di tornare a casa Mori. Si sentiva come se improvvisamente il suo corpo gli fosse estraneo. Camminava barcollando, spaesato.
Anche se ci avesse messo la buona volontà che non sentiva, non poteva credere di non essere Shinichi. Era semplicemente impossibile. Gin e Vodka dovevano aver scoperto che spiava, ed avevano deciso di tirargli uno scherzo.
Eppure, nonostante lui volesse crederlo disperatamente, sapeva che quei due non erano tipi da bluffare così. Se mai lo avessero scoperto, si sarebbero semplicemente accertati di farlo sparire per sempre dalla faccia del pianeta.
Eppure la sua mente continuava ad aggrapparsi risoluta all’ipotesi, per quanto fosse improbabile. Un giorno lui aveva bevuto un liquore, che l’aveva fatto tornare grande, anche solo per poco. E tutti lo avevano riconosciuto in quanto Shinichi. Anche Ran, che lo conosceva bene.
Se fosse stato uno scherzo, poi, quei ricordi che aveva sempre creduto di avere – che aveva sempre avuto – non sarebbero stati come sul punto di sbiadire, di essere spazzati via dalla sua mente.
Quando iniziò a salire le scale per giungere all’appartamento di Mori, si rese conto di star tremando dallo shock. Cosa era successo?
Era assurdo pensare di fornire qualcuno di falsi ricordi, no?
In quel momento dovette appoggiarsi alla ringhiera, perché improvvisamente il mondo attorno a lui parve traballare. In un momento di panico, non riuscì a ricordare il proprio cognome. Strinse gli occhi – la mascella serrata tanto forte da fargli male – e si concentrò, il sudore che gli imperlava la fronte. Pensò ad Hattori. Lui lo chiamava... Kudo.
Un sospiro di sollievo gli gonfiò il petto, uscendo dalle sue labbra.
Shinichi Kudo.
«Conan?» Una voce femminile si fece strada nella cortina dei suoi pensieri confusi.
Alzò lo sguardo. Sulla soglia di casa stava ritta Ran. Aveva i capelli scuri sciolti sulle spalle. Doveva avere appena lavorato, un grembiule azzurro le cingeva la vita. I suoi occhi scrutavano ansiosi Conan.
«Cosa ti è successo?» domandò apprensiva. «Sei pallido...»
Lui inspirò bruscamente. Non si fidava molto della propria voce. «Non... non mi sento molto bene» riuscì a balbettare infine, dopo aver deglutito un paio di volte.
La ragazza si chinò a posargli una mano sulla fronte. Lui la sentì fresca.
Dopo qualche attimo, Ran si rialzò. «Scotti» mormorò. «Devi avere la febbre. E nemmeno molto bassa».
Lui annuì confusamente. Si sentiva tutto intorpidito.
«Vai a sdraiarti sul tuo letto» consigliò Ran.
«Sì» mormorò lui, sfinito.
Ran lo prese in braccio e lo portò sino in camera. «Vado a prepararti un poco di tè» annunciò, dopo averlo sistemato sul letto.
Conan annuì, grato. Quando la ragazza fu uscita, si girò e affondò la faccia nel cuscino.
Rialzò il viso quando udì tamburellare sulla porta della stanza.
Goro lo fissava. «Esco. Ho un caso» annunciò, con aria d’importanza.
«D’accordo» biascicò Conan. Le tempie gli pulsavano.
«Non vuoi venire?» domandò esterrefatto Goro.
«No» mormorò Conan. La sola idea di alzarsi gli dava la nausea, figurarsi la possibilità di dover impegnarsi sul serio.
Il padre di Ran uscì scuotendo la testa. Ma prima borbottò chiaramente: «Tanto meglio. Di solito quel marmocchio sta sempre tra i piedi». Dopo aggiunse qualcosa sull’anormalità del mondo.
Già... anormale. Non gli andava di indagare. Non ne aveva la minima voglia.
“Forse è vero” pensò, le guance accaldate. “Forse non sono affatto Shinichi Kudo”. E quel pensiero era una lama di ghiaccio, era un macigno che gravava su di lui.
Sapeva che Shinichi si sarebbe gettato più che volentieri su qualsiasi caso. Incurante della propria salute, si sarebbe messo a pensare subito ad una serie di ipotesi che avrebbero potuto far emergere la realtà.
Ma lui non ne aveva voglia.
Di colpo, si rese conto di aver smesso di pensare a sé come Shinichi Kudo. Aveva immaginato che sarebbe stato difficile. Doloroso. E invece, si sentiva solo come se si fosse tolto un gran peso dallo stomaco.
Fu come se la mente gli si fosse schiarita di colpo. Nonostante pensare alla propria identità gli facesse percepire un senso di vuoto, cominciò a pensare con un poco di razionalità. Accettando che lui non fosse Shinichi, la cosa più immediata da fare era comunicarlo ad Ai e al professor Agasa.
Era appena giunto a quella conclusione che Ran entrò con una tazza di tè bollente. Lui la ringraziò e, mentre sorseggiava la bevanda, osservò di sottecchi la ragazza.
Era gentile e carina, con quei lunghi capelli scuri, ma non gli sembrava più così speciale e attraente. “Certo” rifletté tra sé e sé, continuando a bere, “lei piace a Shinichi, non a me”.
Ora che aveva deciso di pensare di non essere Shinichi si sentiva meglio, forse anche per merito del tè. I ricordi ambientati prima della trasformazione erano ormai confusi terribilmente, si aggrovigliavano tra loro come i fili di una matassa. In compenso, delle nuove immagini stavano emergendo al loro posto. Gli sembravano famigliari, nonostante fossero elusive e indefinite. Rammendava il pelo soffice di un coniglietto bianco.
«Senti, Ran» esordì di colpo. «Shinichi ha mai avuto un coniglio?»
Lei lo osservò perplessa. «No, non mi pare... Ma perché lo hai chiesto?»
Lui si strinse nelle spalle e sfoderò un sorriso da bambino. «Così!»
“Non sono Shinichi” rifletté. “Ma allora, chi sono?”




Spazio Autrice:
Un grazie per A crazycotton, Mommika, Ninny, SoSo che hanno aggiunto la storia tra le preferite. A Genio95, Hatori e Roe per averla messa tra le seguite.

Roe: Sono felice che la storia ti incuriosisca, spero continui a piacerti. E comunque è bello avere nuovi lettori!^^
  
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