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Autore: ArtistaMaeda    25/04/2017    0 recensioni
Il mondo è in ginocchio per l'apparizione dei Titani, colossi biomeccanici di origine sconosciuta, prodotti di una tecnologia molto più avanzata di quella esistente. L'unica speranza è una versione speciale di velivoli militari, le Dragonfly, Libellule, con tecnologia all'avanguardia che permette di combattere questi mostri se non ad armi pari per lo meno con qualche chance di successo.
Genere: Azione, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Reed chiude il rubinetto del lavandino del bagno pubblico. Ha fatto defluire il sangue che le sporcava le mani, ma la sua tuta da pilota ne è ancora un po’ sporca, dovrà cambiarsi e metterla a lavare. Si guarda allo specchio. Dio. Ha un aspetto provato: occhiaie, occhi lucidi e pieni di capillari infiammati, capelli unti e spettinati, e labbra secche. Riapre il rubinetto, fa coppa d’acqua con le mani e si inonda la faccia. Va meglio. Ma non proprio.

Dopo essersi data una migliore ripulita esce fuori, nel corridoio della caserma. Si festeggia il rientro dello squadrone e l’accompimento della missione, ma i piloti che marciano nel corridoio tutto sembrano tranne che in parata, specialmente l’ultimo, il più corpulento, che si trascina a forza e sbatte la porta con aggressività. Reed si unisce al corteo e viene intercettata da un’amica in divisa, sistemata, pettinata, con gli occhiali da vista. Profuma di fiori.

“Reed! Dov’eri sparita? Ti devo parlare del tuo debriefing. Hai un minuto?”

“Non può aspettare?” risponde Reed, evitando apposta lo sguardo dell’ufficiale più giovane di lei.

No, che non può aspettare… Ho trovato piuttosto singolare quello che hai dichiarato nelle note. Ho bisogno di discuterne con te in privato!”

La ragazza prova a posare la mano sulla spalla di Reed, ma questa improvvisamente si ferma, si gira, e le blocca la mano, avvicinandosi al suo volto per parlare più discretamente ma con tono serio:

“Tenente Kase. Mi sta parlando da ufficiale di pari livello o da amica?”

“Ma ovviamente da amica…” risponde Kase, serena, se pur interrogandosi sugli occhi rabbiosi di Reed.

“Allora può aspettare…” ribatte definitivamente Reed, lasciando andare Kase e continuando poi per il corridoio, a seguito del corteo. Incrocia l’omone di prima, anche lui un ufficiale di volo in rientro dalla missione, e si scambiano un sorriso forzato e uno sguardo di rassegnazione. Poi si ritirano ognuno nelle proprie cucce.

Una voce anziana al telefono:

“Ha parlato con la tenente Reed?”

“Sì…” risponde Kase, un po’ delusa e imbarazzata.

“E…?”

“… E… niente. Non ha voluto parlarmi subito. Dovremo forse aspettare che si sia ripo—”

“È vitale che parliamo con lei il prima possibile. Tenente Kase, mi affido al suo giudizio.”

“Ma certo dottor Yakamura! Farò del mio meglio, come sempre…”

Sospira. Si guarda attorno. La sua stanza è molto più dignitosa delle cucce dei piloti. Sta giochicchiando con una penna su un foglio, sulla scrivania, mentre parla al telefono. Si fa coraggio:

“E per quanto riguarda il giovane Ferraro?”

“Stia tranquilla, tenente Kase. Il ragazzo è in buone mani. So che l’unità di trasporto è partita stamattina per il centro della città.”

Kase si preoccupa,

“Sarà rischioso. Rimarranno bloccati nel traffico con l’evacuazione—”

“No, no, no… Non si preoccupi. Ho provveduto a rendere disponibile un elicottero qualora la situazione si facesse calda”

Kase si tranquillizza con un sorriso timido.

“Ha pensato a tutto, allora, dottor Yakamura…”

“Voglio sperare di sì.”

Poi Kase riattacca.

   
 
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