Capitolo
32
(COSI’
STANNO LE COSE)
Mitch
e gli altri giovani mezzi lupi con i quali Nickj aveva fatto gruppo
nell’accampamento di mezzi lupi erano ancora molto scossi, sebbene cercassero
di non darlo troppo a vedere. Così, anche se si tenevano in disparte rispetto
agli altri numerosi mezzi lupi che si trovavano all’attendamento, a guardarli
superficialmente non si sarebbe detto che qualcosa fosse cambiato da quando,
fino a quasi ventiquattr’ore prima, se ne stavano per conto loro in un angolo
piuttosto che in un altro dell’accampamento.
Tuttavia,
raramente un mezzo lupo può essere veramente superficiale dal punto di vista
dell’osservazione dell’ambiente e degli individui che lo circondano,
specialmente se si tratta di altri mezzi lupi; anche volendolo, non è mai in
grado di ignorare completamente tutte le informazioni che la parte più
istintiva del suo essere gli porta continuamente all’attenzione. E per quanto
riguardava il gruppetto di Mitch, esso spandeva tutt’attorno da ore un sentore
di nervosismo sottile e disperatamente tenuto represso che non poteva non
risultare per tutti gli altri mezzi lupi lì radunati evidente come un segnale intermittente
di intensa luce colorata in una notte nebbiosa. Per questo tutti gli altri dell’attendamento
ne subivano per riflesso un innervosimento generale, insistente e pressante;
solo la paura e il tentativo di razionalizzare allo stremo il contesto della
situazione impediva loro di abbandonarsi a quello che urlava loro l’istinto in
risposta a quella sensazione così acuta: allontanarsi dalla fonte di quella
tensione palpabile nell’aria, oppure attaccarla nel tentativo di eliminarne
l’effetto nocivo.
Se
Mara avesse lasciato l’accampamento, sospettò Badlands mentre lo attraversava a
passi pesanti, non potendo fare a meno di percepire chiaramente quella
ragnatela di fili di nervosismo sospeso che tagliavano l’aria da parte a parte,
e che parevano l’equivalente di chili di una polveriera pronta a saltare in
aria in un battito di ciglia al minimo pallido fantasma di qualcosa che potesse
assomigliare ad una scintilla, probabilmente si sarebbe scatenato l’inferno.
Non osava immaginare che cosa avrebbero potuto fare tutti quei mezzi lupi che
si costringevano a non darsela a gambe in cerca di un po’ di respiro da tutta
quella tensione compressa in un luogo chiaramente troppo stretto. Forse si
sarebbero scannati tra di loro, o forse sarebbero fuggiti il più lontano
possibile; probabilmente avrebbero fatto entrambe le cose, qualcuno o l’una o
l’altra, qualcuno prima l’una e poi l’altra.
Così
persino Badlands, che era abituato a sentirsi tranquillo come in una botte di
ferro quando si muoveva in un qualsiasi contesto, in parte grazie alla sua
grossa mole naturale e in parte grazie alla sicurezza in se stesso, ora si
sentiva anch’egli innervosito, al punto da tenere l’espressione fermamente
aggrottata, e che il mal di testa stava diventando una costante nelle ultime
ore. Forse era anche a causa del fatto che mentre camminava per l’accampamento
sentiva chiaramente che tutta l’attenzione dei mezzi lupi si concentrava
immediatamente su di lui come mai era successo nei giorni precedenti, al punto
che molti smettevano di parlare, o si interrompevano nel bel mezzo di qualsiasi
altra cosa stessero facendo, solo per guardarlo con nervosa massima attenzione,
nemmeno sospettassero che lui potesse aggredirli da un momento all’altro e
senza alcun motivo.
Prima
non era affatto così tra quelle tende, Badlands lo poteva ben dire. Sì, era pur
vero che fin dall’inizio nell’accampamento non era mai regnata una vera e
propria calma assoluta, qualcosa come una sorta di sentore di fratellanza e
pace collettiva. Ma lui sapeva che questo era perfettamente normale; diavolo,
non erano certo una specie di comune hippy! E lui alle filosofie “pace e amore”
non aveva mai creduto, anzi, gli avevano sempre dato un senso misto tra la rabbia
e la nausea. Invece, dal momento che per i mezzi lupi non era certo naturale
riunirsi in una massa di individui costretti a restare per giorni nello stesso
luogo in convivenza almeno di base neutra, quel sottofondo di angustia era più
che normale; e comunque non era che qualcosa di temporaneo: un effetto
collaterale che si poteva ben sopportare per un poco, quando si stava
aspettando di mettere in atto qualcosa di ben più grande del semplice “vivere
come meglio piace”.
Ma
ora le cose erano totalmente diverse. E Badlands, nel ragionare con impegno per
ricostruire l’avvicendarsi degli accadimenti degli ultimi giorni, realizzò che
Mara aveva perfettamente ragione: la causa di tutto quello era quel mezzo lupo
abbassatosi a scodinzolare come un cane qualsiasi appresso alle caviglie di un
ridicolo pugno di esseri umani dediti ad uccidere proprio i mezzi lupi, tra le
altre creature che cacciavano. Era indubbiamente solo e tutta colpa di Danny.
Per questo Badlands era tanto più dispiaciuto e tormentato dal fatto che le
conseguenze dovessero ora ricadere su Mitch, quel giovane mezzo lupo in gamba,
anche se ancora un po’ troppo scapestrato e indisciplinato sì, ma era tutto
normale quando si era ancora così giovani e nel pieno delle forze.
Da
quando era uscito dalla tenda di Mara e aveva iniziato ad attraversare
l’accampamento alla sua ricerca, la tensione sembrava aver segnato un nuovo
punto di apice, acutizzandosi e concentrandosi ad imbuto totalmente su di lui.
Non era difficile indovinarne il motivo: tutti sapevano che Badlands era il
braccio destro di Mara, e tutti sapevano che in quel momento lei doveva essere
assai alterata per quanto era accaduto con Nickj. Dunque, dopotutto forse non
esageravano nell’essere così timorosi – rifletté Badlands – perché anche per
gli altri mezzi lupi, che a differenza sua avevano meno confidenza con lei, era
ormai già evidente a tutti come Mara reagiva quando era alterata. Il fatto che
lui fosse uscito dalla sua tenda dopo aver conversato con lei e stesse
camminando dunque con tanta ferma intenzione, senza perdere tempo nemmeno nel
lanciarsi troppe occhiate intorno, doveva essere per tutti coloro lì riuniti
segno evidente che Mara gli aveva assegnato un compito preciso, che non poteva
essere qualcosa di particolarmente innocuo considerando in che stato d’animo
lei doveva trovarsi per quanto ne potevano arguire loro.
Badlands
non poteva certo dare loro torto, e il fatto che tentasse di passare quasi
inosservato, chiuso nel suo fare professionale eppure evidentemente combattuto
e impensierito, non poteva che metterli ancora più in allarme. Se solo avesse
potuto farsi venire in mente un modo per tranquillizzare tutti quei mezzi lupi
che lo guardavano come se ogni suo passo potesse essere un passo in meno verso
la pena di morte di qualcuno di loro, Badlands lo avrebbe senz’altro messo in
atto. Ma la verità era che lui sapeva benissimo che l’impressione che loro
avevano non si discostava affatto dalla realtà; realtà che si stava svolgendo e
con la quale lui stesso era ancora molto impegnato nel tentare di venirci a
patti pur stando collaborando attivamente nel realizzarla. Dopotutto, sembrava
futile cercare di tranquillizzare in qualsiasi modo qualcuno, quando si stava
trattenendo nei paraggi di una tenda che ospitava una Mara decisamente furiosa.
Lui stesso non avrebbe scommesso nulla sul fatto che da un momento all’altro
lei non potesse decidere che il modo migliore per sfogarsi era uscire e
iniziare come niente fosse ad aprire il collo dei mezzi lupi che avesse trovato
più vicini. A dare l’idea di quanto l’istinto di un mezzo lupo potesse essere
efficiente, dunque, sarebbe bastato il fatto che tutti i mezzi lupi dell’accampamento
si stessero tenendo il più lontano possibile dalla tenda dove si trovava Mara,
nemmeno la zona fosse stata minata.
Badlands
non incontrò alcuna fatica ad attraversare l’attendamento; tutti i mezzi lupi,
oltre a semi-paralizzarsi al suo passaggio e a incollargli lo sguardo addosso
tendendo i muscoli come se si tenessero pronti a fronteggiare un’aggressione o
a mettere in atto una pronta fuga, si discostavano quando lui era ancora
lontano dal punto dove si trovavano, sgomberandogli il cammino con efficienza
così perfetta che si sarebbe quasi detto che fosse una regola dell’accampamento
e che tutti avessero seguito un lungo periodo di allenamento per imparare a
metterla in atto così automaticamente.
Nessuno
degli altri mezzi lupi parve stupirsi nel realizzare infine che Badlands si
stava dirigendo verso il punto dove si trovavano raggruppati Mitch e i suoi
amici. Ma, e questo per Badlands fu la cosa peggiore per qualche motivo che lui
stesso non riuscì a comprendere, nemmeno Mitch e gli altri giovani mezzi lupi
parvero stupiti da questo; anzi, si limitarono a guardarlo avvicinarsi senza
muovere un muscolo, senza nemmeno tentare in alcun modo di assumere un contegno
più raccolto e difensivo, e nello sguardo che alzarono su di lui egli non lesse
altro che un impallidito ma completamente rassegnato presagio assai micidiale
quanto definitivamente inevitabile.
Badlands
realizzò di colpo, mentre si fermava davanti a loro, che aveva già visto
qualcosa di simile a quello sguardo in un condannato a morte, molto tempo
prima, quando era ancora un essere umano. Quell’associazione improvvisa lo
destabilizzò, cogliendolo di sorpresa, perché pensava che non fosse rimasta
ormai più nessuna traccia di tutte le cose che riguardavano la sua vita prima
di diventare un mezzo lupo. Ma non ebbe il tempo di realizzare che a colpirlo ancora
maggiormente avrebbe potuto essere il fatto che poteva tranquillamente
associare qualcosa che regnava nelle società degli esseri umani con ciò che
succedeva ora lì tra mezzi lupi, perché il tempo stava scorrendo, lui aveva un
compito preciso, e Mara non avrebbe aspettato a lungo senza magari considerare
l’opzione di passare direttamente allo sfogarsi sul primo mezzo lupo che le
fosse capitato a tiro appena messo piede fuori dalla tenda.
Badlands
trattenne all’ultimo un pesante sospiro, e concentrandosi sul mantenere un’aria
sufficientemente decisa e competentemente efficiente, incominciò con una sola
parola, con la sua voce profonda e tuonante per natura, sebbene al momento
priva della solita sicurezza in se stesso.
«Mitch.»
disse semplicemente.
Il
nominato rimase a fissarlo con sguardo vacuo, assai simile a quello di un
fantasma, come se stesse guardando attraverso Badlands, attraverso tutto
quanto, molto oltre, probabilmente oltre i confini del territorio dei viventi.
Ma gli altri giovani mezzi lupi che fino a quel momento erano rimasti fermi
intorno a lui, guardando Badlands con sguardi assai sottomessi e impauriti, si
mossero come un sol uomo. Con movimenti acciaccati, poiché gli effetti della
batosta punitiva che Badlands aveva loro somministrato solo poche ore prima non
erano certo ancora svaniti, si scostarono piano, con la tipica attenzione
istintiva a non fare movimenti bruschi in un momento di tensione come quello, e
strisciarono sempre più lontano da Mitch, facendogli il vuoto attorno.
Nel
vedere quella scena, a Badlands sfuggì una smorfia di disgusto, e volentieri si
sarebbe immediatamente impegnato nell’insegnare a quei giovani mezzi lupi
qual’era la differenza tra la lealtà e la codardia. Ma non poteva permettersi
di perdere tempo con loro al momento.
«Mitch.»
ripeté solamente perciò «Alzati e vieni con me. Ora.»
Il
nominato si tirò in piedi senza fretta, i movimenti messi in successione con
un’automaticità che aveva qualcosa più tipico di un fantoccio che di qualcosa
di animato, e Badlands non poté trattenere una smorfia di fastidio. Sebbene
avrebbe preferito non dover fare ciò che stava facendo, non poteva esimersi dal
ritenere che quel giovane Mitch avrebbe potuto almeno dimostrare un po’ più di
dignità, tanto più che probabilmente stava immaginando molto bene che quelle
potevano essere le ultime mosse della sua vita. Nessun mezzo lupo che si
rispettasse, per come Badlands la vedeva, si sarebbe assoggettato così al suo
destino, salvo fosse qualcosa che aveva scelto; ogni mezzo lupo degno di tal
nome si sarebbe ribellato, e avrebbe combattuto fino allo stremo quando si
trattava di certe cose, tra le quali soprattutto la sua stessa sopravvivenza.
Eppure, sembrava che quel Mitch avesse perso ogni oncia del suo istinto, e
persino quell’energia vitale e un po’ boriosa, tipicamente giovanile, che gli
sprizzava da ogni poro solo fino a poche ore prima.
Badlands
si riscosse, poiché la situazione richiedeva decisamente che lui non si
distraesse: Mitch era in piedi immobile davanti a lui, le braccia penzolanti
lungo i fianchi, la testa un poco abbassata e il contegno generale di un morto
che cammina. Gli altri mezzi lupi, compresi gli amici di Mitch, restavano in
disparte, altrettanto fermi come congelati sul posto, in ansiosa attesa sospesa
di vedere che cosa sarebbe seguito. Badlands si concesse di sospirare
pesantemente a quel punto, lanciando un ultimo accurato sguardo a Mitch: in
qualche modo, era il suo modo di prendere congedo, perché dubitava che avrebbe
avuto altra occasione di guardarlo ancora da vivo. Dopodiché, si girò su se
stesso e iniziò a camminare, con l’assoluta certezza di non aver nemmeno
bisogno di lanciarsi uno sguardo alle spalle per accertarsi che Mitch lo stava
a tutti gli effetti seguendo senza requie, come un pacifico agnello condotto al
macello senza nemmeno bisogno di essere tenuto con una corda legata al collo.
Il
percorso di ritorno non risultò a Badlands meno spiacevole, semmai ancora più
fastidioso. La tensione aveva cambiato natura: ora tutti i mezzi lupi avevano
la certezza che non sarebbe toccato a loro ma solo a Mitch subire direttamente
sulla sua pelle le ire di Mara, perciò c’era un che di leggermente sollevato,
ma era un sollievo che non celava in alcun modo il suo carattere di momentaneo.
Chi avrebbe detto che Mara si sarebbe limitata a Mitch e che nessun’altro lo
avrebbe seguito? Badlands non si sarebbe sentito di sbilanciarsi in proposito,
e non aveva certo voglia di far presente che tutto quel che sapeva con certezza
era che il prossimo da punire sulla lista di Mara era proprio lui, e che la
domanda più corretta da porsi sarebbe stata quindi non chi avrebbe seguito
Mitch, ma chi avrebbe seguito lui. Dopotutto, dubitava che per i mezzi lupi lì
presenti avrebbe fatto tutta questa differenza dopo di chi sarebbero venuti nell’ordine
di Mara.
Badlands
ebbe un solo breve momento di dubbio, proprio quando stava per entrare nella
tenda di Mara: e il dubbio riguardava il fatto se a quel punto Mitch sarebbe
riuscito a seguirlo persino lì dentro, ovvero a mettere in fila proprio gli
ultimi suoi passi in assoluto. L’ora della verità in proposito passò molto
rapidamente, nonostante la sua capitale importanza, quando Badlands si voltò,
ormai all’interno della tenda e dopo aver lanciato una veloce occhiata a Mara,
e vide Mitch entrare a sua volta e lasciar ricadere dietro di sé il drappo di spesso
tessuto che fungeva da porta.
Mara
era in piedi al centro della tenda, ritta in tutta la sua altezza, le braccia
incrociate davanti al petto, e lo sguardo placidamente sicuro di sé che aveva sempre,
ma un sorrisetto in qualche modo serio e decisamente preannunciante niente di
buono le incurvava un angolo delle labbra dandole un che di estremamente
soddisfatto.
«Molto
bene, Badlands. Ora, lasciaci soli. Aspetta fuori dalla tenda, perché ti richiamerò
tra poco.» disse, il tono piatto e conciso, perfettamente pragmatico.
Badlands
esitò solo un istante prima di muoversi, ma lei lo notò immediatamente e con
precisione, e il suo sguardo lasciò Mitch per puntarsi dritto su di lui,
dandogli la netta impressione che stesse sondando esattamente una sola cosa: se
lui le avrebbe dato motivo di attaccare lui per primo. Badlands non ristette
oltre, e dopo un sommario cenno di assenso con la testa, si voltò su se stesso
e uscì, appena un po’ più frettolosamente di quanto non avrebbe fatto in
normali circostanze. Lo seguì alle spalle la sensazione che lei avesse notato
anche quello, la minima ma significativa variazione dei suoi ritmi di
movimento, e che questo le avesse detto molto più di quanto non avesse bisogno
di chiedere ad alta voce. Oh, sì, Badlands sapeva bene che Mara era in grado di
leggere molte persone e cose e situazioni come se per lei fossero un libro
aperto, esattamente quanto sapeva che lui non sarebbe mai stato in grado di
sfuggire a quella lettura, di nasconderle alcuna cosa che lo riguardasse. Era
sempre stato così, da che la conosceva.
Una
volta fuori dalla tenda, Badlands fu stupito da due sottili ma immediate
sensazioni: quella di sollievo per non dover rimanere ad assistere a che cosa
ne avrebbe fatto Mara di Mitch, e il desiderio di allontanarsi molto di più da
quella tenda. Entrambe lo fecero sentire deluso da se stesso, e provvide
immediatamente a ricacciare giù in fondo quelle sensazioni inopportune,
esattamente come se dovesse inghiottire un boccone amaro, prima di mettersi ben
dritto lì fuori dalla tenda. Non che ci fosse bisogno di fare la guardia alla
tenda di Mara; era quanto mai evidente che nessuno dei mezzi lupi
dell’attendamento avrebbe mai osato per nessun motivo alcuno entrare in quella
tenda, e che potendo molti l’avrebbero evitato anche se fosse stato loro
ordinato esplicitamente. Tuttavia, la sua posa sembrava in tutto e per tutto
quella di una guardia del corpo diligentemente fissa sul posto di lavoro e nel
pieno dell’esplicazione della sua funzione.
Badlands
non dovette aspettare a lungo, e non restò stupito né dalla rapidità con cui
Mara provvide a dare a Mitch quella che riteneva fosse un’opportuna lezione per
ciò che era successo, né tantomeno dal fatto che dalla tenda non giunse
praticamente alcun suono: niente più che qualche sommesso gemito di dolore
sfuggito al disperato tentativo di Mitch di trattenersi dall’urlare dal dolore.
Per quanto riguardava Mara, Badlands sapeva benissimo quanto lei potesse essere
altrettanto silenziosa quanto efficientemente e rapidamente letale quando
voleva.
Non
erano passati che pochissimi minuti da che si trovava lì fuori, quando Badlands
si sentì apostrofare dalla voce perfettamente calibrata e autoritaria di Mara,
che disse una sola cosa, abbastanza a voce alta affinché giusto lui la potesse
udire: chiamò il suo nome.
Badlands
raccolse tutta la sua forza di auto-disciplina per assecondare il chiaro ordine
di rientrare nella tenda. Scostò i lembi dell’ingresso ed entrò. Le sue narici
furono immediatamente dell’odore metallico e vivo del sangue, ma lui si guardò
bene dal fissare qualsiasi altra cosa che non fosse Mara: sedeva sull’unica
sedia presente all’interno della tenda, una banale ma solida sedia da giardino
di plastica che – così come quasi tutto quello che si trovava nell’attendamento
– era stata rimediata di fortuna, con piccoli furti o cercando tra gli oggetti
scartati dagli esseri umani e abbandonati nella spazzatura. Le gambe
accavallate, la schiena ben dritta benché in posa rilassata appoggiata allo
schienale e le braccia poggiate sui braccioli, Mara stupì Badlands una volta di
più con la naturalezza con cui riusciva a tenere una posizione in qualche
maniera rilassatamente regale, come se nulla potesse turbarla, inquietarla o metterla
in dubbio, mai.
Sotto
lo sguardo freddamente contemplativo di Mara, che per una volta sembrava
onestamente piena di grave serietà, Badlands esitò, chiedendosi automaticamente
se forse avesse già dovuto sapere – secondo lei – che cosa avrebbe dovuto dire
o fare a quel punto. Ma a toglierlo dallo stallo fu lei stessa, che gli si
rivolse con piatta imperiosità.
«Puoi
riportarlo dai suoi amici, ora.» fu tutto ciò che gli disse.
A
quel punto, per quanto avrebbe
volentieri fatto qualsiasi cosa per evitarlo, Badlands dovette decidersi
ad abbassare gli occhi sul terreno della tenda, dove sapeva che avrebbe trovato
Mitch, o quel che ne restava di lui; e lo sapeva così bene non solo perché con
la coda dell’occhio non aveva notato nessun’altra sagoma né in piedi né seduta,
ma anche e soprattutto perché era certo che qualsiasi cosa Mara gli avesse
fatto non c’era alcuna possibilità che Mitch potesse essere in quel momento in
nessun’altro luogo o posizione che quella: riverso sul pavimento.
Lo
trovò subito con lo sguardo, il corpo riverso sul terreno, completamente
abbandonato e immobile, martoriato da diverse ferite ampie e abbondantemente
sanguinanti, gli occhi chiusi e completamente esanime. Badlands fu certo che
doveva essere morto. Prese allora brevemente fiato, come raccogliendo di nuovo
e più cospicuamente le forze, e quindi si avvicinò al corpo e si chinò per
raccoglierlo. Ma non appena lo ebbe afferrato per le braccia per trascinarlo,
sussultò e si bloccò per la sorpresa nel realizzare qualcosa: Mitch sembrava
ancora vivo. Badlands rimase fermo, incerto e incredulo per qualche istante,
corrucciando le sopracciglia, cercando di non farsi prendere da nessuna di
quelle emozioni troppo complesse che cercavano di averla vinta su di lui, e che
avevano qualcosa a che fare con un sollievo mischiato ad un pressante senso di
smarrimento dovuto allo stupore. Perché se Mara aveva appena fallito
nell’uccidere qualcuno pur avendone ogni intenzione e ogni possibilità, allora
certamente il mondo doveva essersi scaravoltato completamente.
Badlands
si ritrovò incastrato in una spinosa situazione: sebbene sapesse benissimo che
la cosa più sensata da fare a quel punto era accertarsi che Mitch fosse ancora
vivo cercando i classici segni vitali come il respiro e il battito cardiaco,
sapeva altrettanto bene che gli occhi di Mara in quel momento erano
perfettamente fissi su di lui. C’erano anche alcune considerazioni secondarie,
che riguardavano quello che avrebbe potuto dire a Mara a quel punto, e che
erano se possibile ancora più spinose. Doveva forse farle notare che Mitch era
ancora vivo? Non osava immaginare come avrebbe potuto reagire lei a quel punto:
sgozzare anche lui semplicemente per evitare che potesse raccontare che aveva
mancato di uccidere qualcuno sbagliandosi così grandiosamente? Oppure lei lo
sapeva benissimo. Ma se non lo sapeva, e se non avesse deciso di sgozzare anche
lui, il farglielo notare avrebbe significato che avrebbe subito rimediato
all’errore e il povero Mitch, attualmente semi-vivo per miracolo, sarebbe a quel
punto sicuramente morto? D’altro canto, se Mara non lo sapeva e Badlands lo
avesse trascinato fuori dalla tenda ancora vivo senza dirle niente, c’era
scarso bisogno di essere dotati di chissà quale fantasia per immaginare come
lei si sarebbe vendicata su di lui per averglielo taciuto.
«Badlands?»
disse Mara, con voce annoiata e leggermente irritata.
Il
nominato sussultò di nuovo un poco, e infine voltò lo sguardo su di lei,
dedicandole tutta la sua più vivida attenzione.
Mara
alzò appena un sopracciglio. «Qualcosa ti turba, forse?» domandò, con chiara
ironia.
Badlands
deglutì e poi richiamò altra saliva per inumidirsi un poco la gola
improvvisamente secca. «No, niente.»
Mara
inclinò un angolo delle labbra in un sorriso sottile e taglientemente storto,
crudelmente divertito. «Suvvia, Badlands. Non dire sciocchezze. Se anche non
fosse evidente che sei turbato, e se anche io non sapessi che basta ben poco
per confonderti le idee, potremmo tranquillamente sul fatto che so anche cosa
ti sta turbando. Sì, è ancora vivo. Non vale la pena ucciderlo. È così inutile
che nemmeno da morto potrebbe esserlo maggiormente. Inoltre, come puoi ben
immaginare, io non uccido altri mezzi lupi se non me ne danno un ottimo motivo.
Mitch ha fatto del suo meglio per arrivare a tal punto. Ma nella situazione in
cui siamo, non credo che sarebbe molto utile metterci a scannarci tra di noi,
non ti pare? Abbiamo tante cose da fare, e sono sicura che quando anche gli
altri noteranno che Mitch nonostante tutto ha persino ottenuto una seconda
possibilità per farmi irritare, sempre se sopravviverà alle prossime ore dopo
questo nostro chiarimento, vorranno ricordarsi che qui le cose vengono fatte
seriamente e che voi tutti mi aiuterete ad andare a chiarire con qualcun altro
qualcosa di molto importante. Ma visto che nel prossimo chiarimento di cui sto
parlando non sarò così disposta a perdonare o lasciar correre, ci terrei
affinché gli altri dei nostri notassero la differenza.»
Ora,
per quanto Badlands avesse ascoltato ogni singola parola come se provenisse dal
suo dio improvvisamente materializzatosi davanti a lui con tutte le verità di
questo mondo da spiegargli in voce chiaramente e perfettamente udibile, non
aveva capito assolutamente nulla di quello che Mara volesse dire, anche se
aveva un sospetto o due in proposito. Sospetti che non potevano creare qualcosa
di simile ad una spiegazione, in nessun modo si cercasse di farli incollare tra
di loro.
«Capisco.»
disse ad ogni modo Badlands, perché perlomeno aveva capito almeno ciò che gli
serviva sapere in quel momento: Mitch era ancora vivo e Mara lo sapeva
benissimo perché era stata sua intenzione evitare di ucciderlo, anche se ci era
andata appositamente molto vicina.
Mara
emise una breve ma sonora risata a piena voce, priva di gioia e colma di
scherno. «Ne dubito.» commentò caustica «Comunque, tutto ti sarà più chiaro. Ti
spiegherò meglio. Stanotte abbiamo una visita a cui tengo particolarmente da
fare. Per ora, tutto quello che devi fare è riportare Mitch dai suoi amici e
tornare qui da me. Questo lo puoi fare, no?»
«Certo.
Subito.» rispose prontamente e ubbidientemente Badlands, lasciando andare le
braccia di Mitch e chinandosi per caricarselo sulle spalle. Aveva pensato di
dover trascinare un cadavere, ma dal momento che il giovane mezzo lupo era
dopotutto ancora vivo, andava da sé che doveva trasportarlo con un po’ più di
riguardo, specialmente considerato quanto fosse conciato male.
«Badlands.»
lo richiamò con placida calma Mara.
E
quando lui tornò a guardarla, lei era tornata seria, anche se un freddo
luccichio di soddisfazione dava una sfumatura tagliente al suo sguardo.
«Non
c’è bisogno di portarlo in braccio. Portalo bene, in modo che tutti possano
vederlo mentre attraversi il campo.» disse.
Badlands
esitò, forse per la prima volta così tanto dopo aver ricevuto un ordine da lei.
Stavolta aveva capito benissimo cosa aveva detto, e anzi ne comprendeva più che
bene persino le implicazioni. Mitch avrebbe dovuto essere trascinato esanime
per terra lungo tutto l’attendamento ed essere lasciato ai piedi dei suoi
amici, senza alcun particolare rispetto né cura per lo stato in cui si trovava,
proprio come se si trattasse di un corpo trascurabile, di qualcuno di
trascurabile.
Ma
alla fine della forse in assoluto sua più lunga esitazione a seguire un ordine
di Mara, Badlands si risolse a tornare a prendere Mitch per le braccia. Lo
trascinò fuori dalla tenda, mentre Mara si limitava a guardarlo con occhi
annoiati e in buona parte assenti, come se fosse presa da pensieri
completamente altri in quel momento.
Badlands
sospettava che lei stesse riflettendo sulla sua prossima vittima, e dal momento
che aveva parlato di ‘una visita a cui teneva particolarmente’, credeva che
stavolta poteva indovinare abbastanza facilmente chi sarebbe stata.
Soundtrack: Run boy run
(Woodkid)
Note dello scribacchiatore: questo è uno di quei capitoli che auto-definirei
‘densi’. Sia per il contenuto che per come mi è venuto scritto. A volte la
leggerezza nella scribacchiatura non è il mio forte. (qui è dove la parte di me
che ci tende a chiarire al resto di me che sto eufemizzando fin troppo
tossicchia a proposito della scelta delle parole ‘a volte’). Comunque sia, ho
tentato di alleggerirlo, ma ad un certo punto mi è mancato il tempo di tentare
di farlo fino in fondo al capitolo, e visto che il tempo passa e passa…
insomma, al momento non trovo modo di cercare di sistemarlo meglio, quindi
sorry, mi tocca somministrarvelo così.
Come se non bastasse, ho la sensazione che
preferireste sapere che cosa ne sarà degli altri due, quelli rinchiusi nella
cantina, piuttosto che di queste faccende da “campeggio coi mezzi lupi
impazziti”, maaaaa… chiedo perdono: questo capitolo doveva assolutamente
esserci, fa parte dell’ordine dell’universo per quanto riguarda questa storia.
Per cercare di farmi un po’ perdonare… no,
okay, più che altro perché non mi piace sentirmi come se stessi infierendo
(naturalmente tranne quando VOGLIO infierire), farò del mio meglio per
pubblicare il prossimo capitolo il prima possibile! Ho la sensazione che il
prossimo capitolo sarà più apprezzabile. Per diversi motivi. ;)
Quindi… abbiate pazienza (oppure no) e al
prossimo capitolo!