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Autore: John Spangler    26/04/2017    3 recensioni
Alla fine della Ribellione di Robert, Stannis Baratheon salpò verso Roccia del Drago con l'incarico di eliminare gli ultimi Targaryen. Ma prima che lui arrivasse, questi riuscirono a scappare. Ma cosa sarebbe successo se fosse arrivato un pò prima? Scopritelo leggendo questa storia, un AU in cui Daenerys Targaryen è cresciuta sotto la protezione di Stannis Baratheon, e dove suo fratello Viserys è diventato un Guardiano della Notte.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Jon

 

Il corvo arrivò ad Approdo del Re qualche settimana dopo la partenza della nuova flotta comandata dall'erede del nuovo sovrano. Una delle guardie Arryn piazzate nei pressi della voliera aveva avvisato Jon della sua presenza, e per questo l'uomo era stato ricompensato generosamente. Il Gran Maestro Pycelle si stava rivelando sempre di più una creatura dei Lannister, e perciò il Primo Cavaliere del Re fu felice di essere stato il primo a sapere. Non sarebbe stato un bene che Tywin Lannister o uno dei suoi informatori venissero a conoscenza degli eventi accaduti nell'ultima roccaforte Targaryen.

 

Quel che più lo sorprese ad una prima occhiata fu che Stannis Baratheon, presunto Lord di Capo Tempesta, aveva indirizzato la lettera non al suo regale fratello ma a Jon. Del resto, non era un segreto che tra i due fratelli non ci fosse grande affetto.- Dannazione, Ned.- aveva detto una volta Robert durante una cena a Nido dell'Aquila. Era stato dopo una visita di Lord Steffon e il suo secondogenito, che non era sembrato contento di nulla, men che meno di incontrare suo fratello.- Avresti dovuto essere tu mio fratello, non Stannis.-

 

A volte Jon si chiedeva se il motivo per cui il suo vecchio protetto era così fissato con Lyanna Stark era perchè desiderava avere il suo fratello adottivo anche come fratello per legge. Trascurare così tanto i tuoi consanguinei, ragazzo mio...

 

Robert era sempre stato un giovane lord volitivo e testardo. Molto sicuro di sè, perfino più di Elbert, il nipote di Jon. Era stato uno shock quando, a otto anni, era diventato amico del tranquillo, riservato secondogenito di Lord Rickard Stark. Quello era stato uno dei principali obiettivi dell'adozione, naturalmente, ma all'inizio, dopo aver incontrato i suoi figli adottivi, si era preoccupato che i due non sarebbero mai diventati amici. E invece era successo, e presto Robert aveva iniziato a considerare suo fratello più Ned che il ragazzo che gestiva Capo Tempesta per conto suo e il bambino che non avrebbe mai ricordato i suoi genitori. Si sarebbe anche potuto capire, visto che Robert non era cresciuto con Stannis e il giovane Renly, ma Jon aveva l'impressione che la cosa andasse oltre. Per Robert, il sangue della fratellanza era più denso dell'acqua dell'utero, e sarebbe sempre stato così.

 

Perciò, Jon era preoccupato per le parole scritte con una grafia rigida e ordinata che aveva davanti.

 

Robert non si sognerebbe mai di andare contro suo fratello. Risparmierebbe i bambini...

 

Eppure c'era una voce nella sua testa che continuava a sussurrare, molto simile a quella dell'altro suo figlio adottivo. Lo farebbe davvero?

 

Per quanto Jon provasse, trovava spesso difficile dimenticare la scena nella Sala del Trono in cui Tywin Lannister aveva presentato a Robert i corpi della Principessa Elia e dei suoi figli. Era convinto che, se fosse passato un pò più di tempo, sarebbe stato più facile fingere che non fosse mai accaduto, ma per ora il ricordo era fresco nella sua mente.- Genia del drago.- aveva detto Robert, con un bagliore negli occhi che a Jon non era piaciuto. Per un attimo il re era stato una persona completamente diversa. Non sei il ragazzo che ho cresciuto, ricordava di aver pensato quando il bagliore era diventato un ghigno di approvazione per Lord Tywin. Non sei Robert. Non sei lui; non è possibile.

 

Jon aveva perlopiù tenuto a freno la lingua. Robert è un giovane uomo assetato di sangue e vendetta; non aveva avuto intenzione. Non lo avrebbe mai fatto di persona. Solo perchè l'ha accettato come un segno di fedeltà non vuol dire che gli è piaciuto. Ha messo su uno spettacolo per la corte. Non è andato così oltre. Molte notti dopo di ciò era rimasto a letto fissando il soffitto, ripetendo tra sè e sè quelle parole come una preghiera. Era rimasto zitto, servendo fedelmente come Primo Cavaliere del suo figlio adottivo. Non succederà più, si era detto. Eddard non era stato così riservato sull'argomento, e aveva invece litigato pesantemente con Robert. I due erano quasi arrivati a un duello, e di certo non si erano lasciati da amici. Jon temeva per come avrebbe reagito il re alla notizia che il suo fratello di sangue la pensava più o meno allo stesso modo del suo fratello adottivo. O che io stesso la penso così.

 

Robert è un uomo ragionevole, si disse. Non farebbe mai nulla di avventato, mettendosi contro il suo erede o uno dei lealisti Targaryen; non ora che la guerra è finita.

 

Sfortunatamente, nel profondo del suo cuore, Jon sapeva che Robert non era per niente razionale quando si trattava dell'ex Casa regnante.

 

Fissò un incontro del Concilio Ristretto per il giorno dopo, e si assicurò che Robert sapesse bene che si sarebbe discusso di un'importante questione riguardante gli ultimi della "genia del drago", come preferiva chiamarli. Quella poteva essere l'unica cosa in grado di distrarre il re dalle sue altre...attività e portarlo a sedere a capotavola con il Gran Maestro, Lord Tully, Ser Barristan, Ser Kevan Lannister, Lord Varys e lui stesso. Jon non dubitava che l'eunuco capo delle spie sapesse già benissimo cosa era successo a Roccia del Drago, e si chiese quando avesse intenzione di rivelarlo. Probabilmente anche Pycelle sapeva, allertato dal corvo, e aveva avvisato Lord Tywin che a sua volta avrebbe informato Ser Kevan. Tutta quella segretezza nella camera disgustava Jon. La sua spiegazione degli eventi era poco più di una formalità per quegli uomini.

 

- Abbiamo ricevuto un corvo da Lord Stannis a Roccia del Drago.- iniziò Jon con serietà. Ci furono alcuni scambi di sguardi tra Ser Kevan, il Gran Maestro e l'eunuco. Robert si piegò in avanti ansioso.

 

- Allora?- chiese.- Cosa ha fatto mio fratello a quella puttana e suo figlio?-

 

Ser Barristan si mosse nel suo posto, chiaramente a disagio. Jon sapeva che un'altra persona a cui non andava molto a genio il re per la sua reazione all'omicidio della Principessa Elia era proprio il Lord Comandante della Guardia Reale. Il celebre cavaliere non voleva sentir parlare di altre morti innocenti, e Jon trovava difficile biasimarlo.

 

Esitò. Robert e il Concilio attendevano una risposta. Sospirando, lesse ad alta voce dalla pergamena.- "A Lord Jon Arryn, Lord di Nido dell'Aquila, Difensore della Valle, Protettore dell'Est e Primo Cavaliere del Re, da Stannis..."-

 

- Sì, sì, conosciamo i titoli. Vai avanti, Jon, dimmi della genia del drago.- lo interruppe Robert. Jon ebbe un attimo di esitazione, e poi continuò a leggere.

 

- "La guarnigione di Roccia del Drago si è arresa a me dopo la distruzione delle loro navi. La Regina Madre Rhaella non è più tra noi. Sua Grazia ha lasciato questo mondo dopo aver dato alla luce una figlia, chiamata Daenerys in onore della principessa della pace. Terrò Viserys Targaryen e sua sorella come miei protetti mentre assumo il controllo dell'isola per stanare eventuali traditori del Trono di Spade. Ho assicurato alla loro madre in punto di morte che mi sarei preso cura di loro e che essi rimarranno sotto la mia protezione fino al raggiungimento della maggiore età. Salperemo con la Furia per Approdo del Re appena mi sarò assicurato che ai miei protetti non verrà fatto alcun male."-

 

Le reazioni del Concilio Ristretto alla lettera furono tutte diverse l'una dall'altra. Lord Tully sembrava in qualche modo perplesso, mentre Ser Barristan appariva molto sollevato. Il volto di Varys accennava forse a divertimento, ma lui era un uomo difficile da leggere. Jon non riusciva mai a capire cosa stava pensando. Ser Kevan e Pycelle, sapendo già quello che aveva letto, non fecero una piega. Robert, invece...

 

- E' un oltraggio!- gridò con palese rabbia, alzandosi e sbattendo il pugno sul tavolo. Per un attimo Jon pensò che in lui ci fosse abbastanza forza da distruggere la Fortezza Rossa con un colpo solo. Robert divenne rosso in volto mentre afferrava un immaginario martello da guerra con la mano destra.

 

- Non è stato abbastanza veloce da occuparsi di loro prima che quella puttana partorisse, e non mi era nemmeno abbastanza fedele da obbedire al suo re! Questo è quello che ottengo dal mio stesso sangue.- Robert trasudava disgusto.- Fuori. Tutti quanti. No, Jon, tu resta.-

 

I membri del Concilio uscirono dalla stanza. Jon attese che l'altro uomo si calmasse un pò. Robert, ragazzo mio, ti prego, non fare niente di cui poi potresti pentirti. Già così abbiamo abbastanza guai tra le mani. Infatti, c'era parecchio da preoccuparsi per un eventuale maltrattamento degli ultimi Targaryen. I dorniani non si erano ancora sottomessi, e dopo l'omicidio della loro principessa e dei suoi figli, Jon si chiese se ne avessero intenzione. Avrebbe dovuto recarsi personalmente a Lancia del Sole per negoziare un accordo. Sarebbe stato necessario. Non avrebbe permesso a Robert di regnare su un reame a pezzi, e nonostante la bravura del suo ex protetto nel guidare un esercito, nemmeno i draghi avevano conquistato Dorne, La pace era l'unica opzione.

 

La pace è anche la tua unica opzione, Robert.

 

- Litigò con me, sai.- disse all'improvviso il suo ex protetto, il viso contorto in una brutta espressione che non gli si addiceva per niente.- A Capo Tempesta, quando parlai di chiamare i vessilli. Il Re Folle chiede la mia testa, tu ti ribelli, e il mio stesso fratello...mi consiglia di non prendere le armi contro la corona! Ora potrebbe anche prendere come re quel ragazzo, a malapena staccatosi dalla tetta di quella puttana di sua madre. Di sicuro vorrebbe essere il reggente di quel figlio del drago.- ruggì Robert.- A Stannis non è mai piaciuto che fossi io il Lord di Capo Tempesta e non lui. Ora sono il re, quindi non poteva mica accontentarsi che io fossi il suo signore, no?-

 

Jon non poteva dire di sapere cosa accadesse nella mente di Stannis Baratheon, ma la rivelazione di Robert lo innervosiva. Prima, non avrebbe nemmeno considerato che l'erede al trono potesse avere un piano segreto, ma ora...Era davvero possibile che il ragazzo, a malapena un uomo a dire la verità, incoronasse un rivale di suo fratello solo per avere una possibilità di reggenza? Era davvero capace di tanto?

 

- Robert...- iniziò, cercando di farlo ragionare, ma il giovane re lo interruppe.

 

- Mi fidavo di lui, dannazione, gli avevo detto di prendere Roccia del Drago. E come mi ripaga? Il mio sangue, il mio erede, mio fratello. Che gli Estranei lo prendano.-

 

Ripensandoci, le poche brevi conversazioni che Jon aveva avuto con il fratello del re avevano rivelato molto della sua personalità. Stannis Baratheon era un uomo triste e senza senso dell'umorismo, ma sembrava fermo nel dovere verso il re suo fratello. Aveva difeso Capo Tempesta per un anno, in fondo. No, Jon Arryn non pensava che stesse per tradire suo fratello.

 

- Robert.- disse Jon, un pò più gentilmente di come si sarebbe parlato al proprio sovrano.- Forse dovremmo offrirgli un passaggio sicuro fino a qui, sentire quello che ha da dire prima di fare ipotesi. E poi, sarebbe utile per guarire le ferite della guerra e placare i lealisti Targaryen vedere gli ultimi dei loro ex sovrani vivi e trattati bene. Potremmo prendere con noi i bambini, crescendoli in modo che diventino fedeli alla corona. Il ragazzo potrà essere mandato alla Barriera se lo desideri. La ragazza potrà essere sposata in una Casa a noi fedele; una Casa che non si ribellerebbe mai. Il figlio di Ned, magari? Non dobbiamo prolungare la guerra...-

 

- Sono la genia del drago.- rispose duramente Robert. Jon rimase di sasso. No, ragazzo mio, questo non sei tu, perchè ti comporti così?

 

Occorreva tentare un altro approccio, allora.- Robert, la ragazza è nata mesi dopo la morte di suo padre. Da quel che ricordo delle mie visite ad Approdo del Re prima della Ribellione, la regina teneva il ragazzo lontano da suo padre tutto il giorno, ogni giorno. Il Re Folle bruciava vivi degli innocenti, ragazzo mio. Devi capire. Ordinare la loro uccisione sarebbe sacrilego e ingiusto. Sono solo bambini.-

 

L'occhiata assassina che ricevette per aver implicato che Robert potesse essere simile al Folle Aerys non era facile da sopportare. Jon non era mai stato oggetto della furia del suo figlio adottivo. Chi sei? Cercò il ragazzo dagli occhi allegri e il sorriso facile nell'uomo davanti a sè. Cos'è successo al Robert Baratheon che ho considerato un figlio per così tanto tempo?

 

- Il loro fratello ha preso la mia Lyanna. La mia promessa. La mia amata.- disse Robert.- Il loro padre ha assassinato un Lord Protettore, e anche tuo fratello e il tuo erede. Vorresti che vivessero? Sul serio, Jon? Vorresti che la genia del drago viva mentre i resti di Elbert e Ser Ronnel giacciono dimenticati in una fossa nel Fondo delle Pulci?-

 

Jon non aveva bisogno che glielo ricordasse. D'impulso socchiuse gli occhi. Ronnel, Elbert...ho vendicato la vostra morte, vero?

 

- Il Re Folle e il Principe Rhaegar sono morti.- gli ricordò Jon.- Erano loro i colpevoli, e hanno pagato come era giusto che fosse. Viserys e la sua sorella neonata non hanno commesso nessun crimine. Non hanno rapito nessuna donna, nè hanno bruciato dei lord. Non dovrebbero pagare per gli errori della loro famiglia.-

 

Il giovane re rimase immobile al suo posto, guardando Jon con malcelata irritazione.- Targaryen, Jon. Vuoi proteggere dei Targaryen, adesso? Forse tu e Stannis dovreste diventare i loro campioni. Traditori, tutti quanti.-

 

Jon aveva visto abbastanza degli sbalzi di umore di Robert negli anni, ma questo...- Vostra Grazia, dovete capire.- tentò ora.- Non sono colpevoli. Vostro fratello avrà forse scelto le parole sbagliate, ma non potete negare che stia solo facendo quel che crede sia giusto. Dovete riportare la pace nel reame, Vostra Grazia. Quei due Targaryen sono la chiave per la pace.-

 

Non ebbe proprio l'effetto desiderato, ma per un attimo sul volto di Robert comparve l'ombra del dubbio. Ciò nonostante, le parole di Jon non furono apprezzate in quel momento.- Vattene, dannazione. Fuori, ora.- gli fu ordinato. Sapendo che i semi erano stati piantati e che ora il suo signore ci avrebbe pensato su, il Primo Cavaliere obbedì.

 

Più tardi quel giorno elaborò dei piani, e mandò un corvo di avvertimento a Stannis pieno di suggerimenti, sperando che il ragazzo avrebbe ascoltato. Quando la sua giovane moglie gli disse che era stato convocato da Re Robert, Jon lasciò uscire il fiato che non si era reso conto di trattenere.

 

Il suo ex protetto era davanti a una finestra del suo salotto che affacciava su un giardino. In mano aveva un calice di Oro dell'Arbor, e quando la guardia annunciò l'arrivo di Jon non si mosse neanche.

 

- Va bene.- concesse Robert.- Dì a quel traditore di mio fratello che non verrà fatto alcun male alla genia del drago nella Fortezza Rossa. Questa però sarà una tua responsabilità, Jon. Una sola mossa sbagliata, un solo errore...e ricadrà sulle tue spalle.-

 

  
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