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Autore: Wolverine00    27/04/2017    0 recensioni
TRADUZIONE! Fanfiction di: ChloeRhiannonX
In un futuro dove i robot vengono utilizzati come domestici solo una ragazza non riesce a sopportarli. Courtney odia i robot per il modo in cui le hanno rovinato la vita. Tuttavia, intenzionata a rivivere una vita come quella di prima, incontra un nuovo ragazzo a scuola, il quale custodisce il più oscuro e profondo segreto.
Presa da: Fanfiction.net
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Cercai di convincere i miei a farmi rimanere a casa il giorno dopo. Non dormire la scorsa notte non ha aiutato a schiarirmi le idee. Era come se fosse tutto annebbiato nella mia mente e i miei pensieri si nascondessero nella foschia,fuori dalla mia portata. Il venerdì non era un giorno particolarmente emozionante, comunque. Tutti sarebbero stati impegnati a parlare della festa che Geoff avrebbe gentilmente organizzato. Non sono più andata a quel tipo di feste, quindi non c’era motivo di andare a scuola.
Il weekend non passò in fretta. Non avevo più parlato con Duncan da quel pomeriggio. Non che avessi parlato con altre persone, non avevo più riacceso il computer o guardato il cellulare. Sono semplicemente stata sul letto per due giorni, ascoltando musica e mangiando quando Giorgio mi portava del cibo.
Nonostante ciò fu un bel weekend, tranquillo e rilassante, ma arrivò il lunedì. Avevo saltato così tanti giorni di scuola che i miei genitori mi lanciarono un succo per colazione dicendomi di uscire di corsa. Partivano per il lavoro presto la mattina e tornavano tardi la sera, sempre quando ero a letto, sarei potuta rimanerci per tutto il giorno per quanto ne sapevano e non potrebbero avere più ragione di così, ma dovevo tornare a scuola prima a poi.
L’autobus arrivò in orario e Bridgette si mostrò più che contenta di spostarsi per sedersi di fianco a me, lasciando Geoff da solo. Ormai era diventata un’abitudine. Mi trascinò sul sedile insieme a lei per cominciare una di quelle chiacchierate tra donne.
“Ti sei persa un’altra festa PAZZESCA!” Mi disse Geoff facendomi alzare gli occhi al cielo, notai che Bridgette fece lo stesso. “Sono serio, al prossimo devi esserci per forza”
“Geoff!” Lo rimproverò Bridgette, il che era insolito, ma si stava solo mostrando protettiva nei miei confronti, non ero ancora pronta per una festa. Geoff si mise ancora più comodo appoggiando la schiena allo schienale e io feci girare Bridgette dandole un colpetto sulla spalla.
“Dov’eri venerdì?” Mi chiese appena il volume nell’autobus ci permise di parlare senza che nessuno sentisse. “E’ tutto ok? Credevo fosse successo qualcosa.”
“Sto bene.” Cercai di sorridere. Non sarei mai riuscita a convincerla che fosse tutto ok, che tutto si sarebbe sistemato. “Ma penso che ci servirebbe fare una bella chiacchierata.”
Non mi ero svegliata con l’idea di parlare a Bridgette del mio compagno per storia, ma alla fine accadde. Ed erano solo le nove! Forse dovevo semplicemente torgliermi il peso e ricevere qualche saggio consiglio dalla mia migliore amica. Duncan era complicato e questo non faceva che intricare la mia situazione. Non voglio ancora complicazioni ora, nella mia ‘condizione’. E come mi aspettavo, Bridgette non mi giudicò. Era gentile ed educata, prestava attenzione ad ogni mia parola, come una madre che ascolta il brutto sogno di suo figlio, fino alla fine.
Finito il racconto non riuscii ad alzare lo sguardo. “E come se passare del tempo con Duncan significasse tradire Trent.”
“No.” Fu la prima cose che mi disse scuotendo la testa. “Non pensarlo nemmeno Courtney, mai. Trent avrebbe voluto che tu fossi felice, giusto? Sai che è così. Ha sempre messo te e la tua felicità prima di tutto.” Era vero. Trent ha sempre messo me prima di qualsiasi altra cosa, anche quando eravamo solo amici. “Duncan è chiaramente attratto da te e io non sprecherei questa opportunità.” Le mie orecchie bruciavano a queste parole. “Gli piaci, ma pensa che tu non condivida.”
“Ma Trent-“
“Avrebbe voluto vederti felice.” Mi disse Bridgette appoggiando entrambe le mani sulle mie spalle. Mi morsi il labbro pensando a Duncan e Trent. Era possibile amare Trent e allo stesso tempo innamorarsi di Mr. Mistero? L’unica conclusione che ottenni era che mentalmente stavo lasciando andare Trent. Non volevo, ma non era giusto possedere qualcosa che non era completamente mia. Trent doveva liberarsi da me, essere libero.
“Voi due scendete?” Guardai Bridgette e subito dopo Katie che ci fissava dalla porta dell’autobus. Tra una cosa e l’altra eravamo arrivati a scuola, ma la mia mente era troppo presa dai pensieri per accorgersene.
Duncan non era nell’aula magna, una delle poche volte in cui non lo vedevo. Quindi passai i successivi dieci minuti a ignorare chi mi circondava. Una cosa a cui ero incredibilmente brava. La cosa mi diede l’occasione per riflettere sulle parole di Bridgette. Credeva davvero che io piacessi a Duncan? Ma proprio quel ‘piacere’? Non mi importa se suona infantile, lei-Bridgette è la mia migliore amica dalle elementari, poi siamo rimaste insieme alle medie e che ci crediate o no, anche adesso. Mi fido di lei, ma ancora non ci credevo fino in fondo.
Alla fine trovai una soluzione. Raggiunsi la mia aula con una lentezza smisurata. Dovevo parlargli. Non c’era altra soluzione. Dovevo sapere direttamente dalla fonte se era vero. Ne avevo bisogno. Non riuscivo a capire esattamente cosa provavo in quel momento, ma non era importante. Mi sedetti e pregai che non fosse uno di quei giorni in cui Duncan non si presenta, ma fu lo scricchiolio della sedia accanto alla mia a mettere fine ai miei dubbi. Era arrivato.
Il fatto che si sedesse sulla sedia di Trent mi infastidiva ancora. Normalmente durante matematica avevo l’abitudine di voltarmi per un momento verso di lui con un debole sorriso. Mi giravo incontrando la sua espressione incuriosita. La mia era solo una vecchia abitudine: io seduta vicino alla finestra con il mio ragazzo di fianco a me, nemmeno Mr. Moore ci fece più caso. Ma Duncan sembrava non averlo ancora capito.
Sta volta non lo feci. Non ero pronta per guardarlo. Apettai che Mr. Moore assegnasse la lezione di oggi dando inizio ad un forte brusio. L’ho presa come un’opportunità. Tutti erano distratti. Mi girai vero di lui per attirare la sua attezione, ma lui mi stava già guardando.
“Posso chiederti una cosa?” Alzò un sopracciglio, quasi stupito. “Suonerà strano…” Mi chiesi se riusciva a percepire il mio apparente nervosismo. Mi tremavano le mani e non riuscivo a guardarlo negli occhi. “Ma-Io ti piaccio?”
“Tu? Piacermi?” Il suo tono e la sua espressione erano difficili da decifrare. “Non sei male.”  Mi rispose alzando le spalle. Devo aver cambiato espressione perché mi chiese divertito: “Non sei abituata ad avere persone che non cadono ai tuoi piedi, eh principessa?” Questo era il Duncan che si divertiva a tormentarmi. “E io? Ti piaccio?”
“Non sei male” Risposi ripetendo le sue esatte parole. Alzai gli occhi al cielo e mi rigirai tornando al lavoro. Continuai a sentire il suo sguardo su di me, mi stava ancora guardando e continuò a farlo finchè non posai la penna per girarmi nuovamente verso di lui, ma appena mi voltai e incontrai quegli occhi così penetranti persi completamente la voce.
“Perché mi guardi così?” Mi chiese incuriosito.
“Così come?”
“Come se provassi…”  
“Provassi…?”
“Compassione”
“Mi dispiace se ti ho dato questa impressione, ma non provo un briciolo di compassione nei tuoi confronti.” Compassione? Non capivo come la espressione nei suoi confronti potesse risultare tutto fuori che ostile. Se era vero che gli piacevo, cosa avrei dovuto dire? Che mi piaceva anche lui? Che non mi piaceva? Ero così confusa. Non sapevo cosa stesse accadendo nella mia mente, ma i miei sentimenti cominciarono muoversi di nuovo dopo tanto tempo.
   
 
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