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Autore: Wolverine00    30/04/2017    0 recensioni
TRADUZIONE! Fanfiction di: ChloeRhiannonX
In un futuro dove i robot vengono utilizzati come domestici solo una ragazza non riesce a sopportarli. Courtney odia i robot per il modo in cui le hanno rovinato la vita. Tuttavia, intenzionata a rivivere una vita come quella di prima, incontra un nuovo ragazzo a scuola, il quale custodisce il più oscuro e profondo segreto.
Presa da: Fanfiction.net
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Devo essermi addormentata il mercoledì pomeriggio. Cominciai a trovare la ‘siesta’ pomeridiana abbastanza rilassante visto che cominciavo a sviluppare la paura per il buio. Da quella chiacchierata con Duncan nel cuore della notte l’oscurità mi ricordava costantemente di Trent. Continuo a vederlo. E a vedere l’incidente. Mi immagino la sua faccia, mentre eravamo nell’acqua… Mi perseguitava e sonnecchiare durante il giorno significava poter rimanere sveglia durante la notte.
Vedevo nero, ma il caldo respiro sulla mia faccia era inconfondibile. Mi stiracchiai, aprii a fatica gli occhi cercando di mettere a fuoco. Come sospettavo, non ero sola. Un viso molto simile al mio mi osservava da lontano. Pelle olivastra, occhi neri e lunghe ciocche castane.  Sostanzialmente quella era l’unica cosa che distingueva me da mia cugina, i miei capelli mi arrivavano alle spalle, i suoi raggiungevano almeno la metà della schiena. Le persone ci scambiavano per sorelle da piccole, gemelle nel peggiore dei casi. Ci scherzavamo su molto spesso.
“Finalmente sei sveglia!” Sorrise luminosa sedendosi sul bordo del mio letto. “Ci crederesti mai?” Non c’era modo per descrivere la felicità con cui mi fece questa domanda. Era sicuramente successo qualcosa, mia cugina ha solo due tipi di umore: tristezza cosmica o felicità incontrollata.
“Come mai così allegra?” Mormorai scendendo dal letto cercando disperatamente una spazzola.
“Ho una notizia fantastica! Mamma mi lascerà organizzare una festa questo venerdi!”
“Zia Shari ti lascia organizzare una festa!?” Non era possibile. Zia Shari non avrebbe mai, per nessuna ragione lasciato Andy fare una festa. Lei non è quel tipo di madre. Nonostante le volessi un mondo di bene dovevo ammettere che fosse un tantino iperprotettiva e dispotica. Non lasciava nemmeno che Andy prendesse l’autobus da sola. Come poteva farle organizzare una festa?
“Eh si, e voglio che tu venga.” La sincerità con cui me lo disse mi spaventò. Andy venne a farmi visita durante il mio periodo di depressione, ma non riuscii mai a parlarle. Entrava in camera mia, ci scambiavamo un abbraccio e se ne andava subito via. Succedeva piuttosto spesso. Questa era la prima volta che la vedevo in camera mia dopo il mio ritorno a scuola. Venne a trovarmi anche in mensa una volta, ma ormai ci ero abituata.
“Andy, sai che non ci vado più alle feste.” Mia cugina lo sapeva già dato che non se ne perdeva una. “Non faccio più quel tipo di vita-“
“Ti prego Court.” Era così strano sentiglielo dire. Andy era una che otteneva sempre quello che voleva quando lo voleva. “Fallo per me. Ho bisogno di te. Se no ti vengo a prendere e ti ci porto con la forza.”
In molti avrebbero rifiutato la proposta/minaccia di Andy. Ma mi fece sorridere. Era l’unica che sapeva di questa cosa tra me e Trent. Ci teneva che andassi a tutte le feste, se no mi ci portava contro la mia volontà. Era una cosa nostra. Mi mancava.
“Devo proprio?” Mi lamentai. Annuì velocemente e in quel momento realizzai che non c’era più modo di tornare indietro. Aveva bisogno di me, era la sua prima festa dopotutto.
Non potevo lasciarla da sola, era mia cugina. Così era deciso, sarei stata impegnata ad organizzare la festa di venerdì con Andy. L’unica cosa che mi venne in mente il quel momento era ‘Geoff sarebbe fiero’. E infatti, il giovedì, sarebbe stato così. Ci saremmo seduti nel nostro solito posto e avrei cominciato a parlare della festa che avrebbe fatto mia cugina il venerdì sera. Mentre sembrava tutto fantastico ed elettrizzante, qualcosa non lo era.
Un certo ragazzo dai capelli verdi era seduto di fronte a me. Fu uno shock salire sull’autobus e incontrare il sorrisetto compiaciuto di Duncan. Bridgette era seduta dietro di lui, lanciandomi sguardi di incoraggiamento che si traducevano con un ‘siediti con lui, non con me’. Ma non avevo intenzione di farlo. Volevo sedermi vicino a Bridgette. Era la mia dose di comfort la mattina.
Non potei non interrogarmi sul perché Duncan fosse sull’autobus, ero sicura che ne avrebbe tirata fuori una delle sue, quindi non gli chiesi perché fosse qui, ma: “Pensavo avessi una macchina.”
“Si è rotta e ho colto l’occasione per provare l’emozione di salire sull’autobus.”  Disse facendomi l’occhiolino. Alzai gli occhi al cielo. Appena mi sedetti sulla poltroncina dell’autobus cominciai a parlare a Geoff del fatto che stavo aiutando mia cugina ad organizzare la sua festa. Un sorrisetto non lasciò la sua faccia per tutto il tragitto.
“Andy è il tuo clone?” La mia testa si girò verso il sedile di fronte al mio.
“La conosci?”
“Non penso di piacerle.” Mi rispose guardandomi negli occhi. “Mi lancia sempre delle occhiataccie in atrio. Fa paura.”
“Mia cugina ti fa paura? Andrea Martenelli ti fa paura?” Questa era una delle cose più assurde che avessi mai sentito. Andy non faceva paura. Certo, sa mandare degli sguardi glaciali, ma non fa paura. La cosa diventa ancora più assurda se è Duncan a dirlo, quello che dovrebbe essere un punk senza-paura. Mi rispose con un’alzata di spalle.
Cademmo in un silenzio imbarazzante. Bridgette mi diede una gomitata. “Andy farà una festa domani, vuoi venire?”
“Non sono molto un tipo da festa, ecco.”
“Mai stato ad una festa al Liceo?” Non era una domanda, lo sapevo già.
“Ho preso lezioni private a casa, ricordi?”
“AMICO!” Disse Geoff a Duncan, che stava a tre posti di distanza. “Devi assolutamente venirci, sarà una figata!”
“Una figata?”
“Si, fuori di testa.” Guardai con attenzione la reazione di Duncan alla proposta di Geoff. Sembrava interessato. C’era una reale possibilità che decidesse di venire alla festa-non che lo volessi lì per me, è solo per aumentare il numero di partecipanti. Duncan era già abbastanza fastidioso a scuola.
L’autobus si fermò davanti alla scuola e i ragazzi cominciarono ad uscire. Io apettai un po’, per evitare di essere travolta. Non ero nell’umore per farmi calpestare da una mandria impazzita di studenti che corrono per arrivare in orario a lezione. Stavo per scendere finchè Katie non mi prese il braccio tirandomi da fuori l’autobus.
“Ha un tatuaggio!” Mi sussurrò emozionata.
“Chi ha un tatuaggio?”
“Duncan! Sul fianco, me l’ha detto DJ. Lo copre con del nastro, i ragazzi lo hanno notato e glielo hanno chiesto.” Katie sembrava davvero emozionata. E non potevo negare di esserlo un po’ anch’io. Duncan ha un tatuaggio? C’era qualcosa di attraente in tutto questo. Ma non riuscivo a capire cosa.
Dopo il mio incontro con Katie e la conversazione nell’autobus mi sentivo un pò confusa appena arrivai davanti l’ufficio di Laura. Era giovedì e questo significava un altro appuntamento con la psicologa. Non che mi piacessero le chiacchierate con Laura. Abbiamo sempre parlato di argomenti stressanti, ma sta volta…
“Duncan ha un tatuaggio.” Le parole mi uscirono di bocca di nuovo prima di realizzarlo. “Me l’ha detto Katie sta mattina.”
“Lo so, è una mia priorità conoscere tutto dei miei clienti.” Mi disse con un sorriso diverso. Non che fosse strano, ma non era il solito. Era un sorriso nascosto. Sapeva qualcosa. Su di me? Su Duncan? Non avevo il coraggio di chiedere.
“Mia cugina Andy fa una festa domani. Mi ha chiesto di aiutarla ad organizzarla e di esserci. E’ la mia prima festa dall’incidente.” Dissi con tranquillità. Laura annuì, sapeva che non era facile per me.
“Penso sia una buona idea.” Mi disse subito dopo. “Devi provare a ricominciare.”  Ma io non sapevo come fare.
   
 
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