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Autore: soffio di nebbia    27/04/2017    2 recensioni
«Prompto... lo sai che è una follia, vero?»
La voce di Gladio venne accolta dal silenzio. Prompto ignorò volutamente la sua obiezione e strinse le labbra nel tentativo di mantenere i nervi saldi mentre infilava le ultime provviste nello zaino.
«Cerca di ragionare. Quando è stata l'ultima volta che hai visto un chocobo? Io ne ho visto uno circa otto anni fa, durante una caccia, ed era già ridotto a una carcassa. Cosa ti fa pensare di poterne trovare qualcuno ancora vivo?»
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2



Il viaggio verso la regione di Duscae era iniziato piuttosto bene.
«Grazie, Talcott, sei veramente gentile ad accompagnarmi per tutto questo pezzo» disse Prompto voltandosi verso il giovane alla guida del furgone.
«Figurati, è solo una piccola deviazione» rispose il più giovane «Senti, ma com'è che ti interessano così tanto i chocobo?»
Prompto fece spallucce.
«A te com'è che interessano così tanto i cactuar?»
Talcott ridacchiò.
«Ognuno ha le sue fissazioni, immagino»
Prompto sorrise di rimando spostando poi la sua attenzione sulle bestiole in miniatura che il ragazzo esponeva ancora fieramente sul cruscotto. Lo ricordava ancora bene il momento in cui, circa undici anni prima, Noctis gli aveva regalato la statuina più rara della sua collezione.
Prompto non credeva di aver mai visto un bambino più felice di quanto lo era stato Talcott quel giorno.
Come se i loro pensieri si fossero incontrati, il giovane sorrise tristemente.
«Sai, ci penso spesso a Sua Maestà Noctis» disse «Era così...»
Scosse leggermente la testa cercando il termine più adatto.
«Già...» mormorò di rimando Prompto.
Dopo qualche istante di silenzio, Talcott indicò la strada dinanzi a loro.
«Siamo quasi arrivati» annunciò.
Il panorama roccioso della faglia di Cauthess venne lentamente coperto da una vegetazione più fitta e di lì a poco il furgone iniziò a rallentare fino a fermarsi nei pressi della vecchia stazione dei chocobo di Wiz.
Prompto aprì lo sportello del furgone e balzò giù.
«Ti accompagnerei volentieri anche oltre, ma quella roba non si trasporta da sola fino ad Insomnia» disse Talcott indicando il retro del furgone ricolmo di rifornimenti.
«Hai già fatto tanto, grazie ancora» rispose Prompto «Ah! Se ti fermi ad Hammerhead ricordati...»
«Sì, di salutare la signorina Cindy da parte tua... lo so già» ridacchiò Talcott «Buona fortuna per la tua ricerca»
Prompto richiuse lo sportello e salutò l'amico con un cenno della mano mentre quest'ultimo rimetteva in moto il furgone spariva all'orizzonte.
A passi lenti, Prompto scese lungo il sentiero che portava lì dove un tempo sorgeva la stazione dei chocobo.
Era la prima volta che vi metteva piede alla luce del giorno e, al chiarore del sole, lo spettacolo era ancora peggiore di quanto ricordasse.
Quello che una volta rappresentava per Prompto un luogo di genuina felicità era ora ridotto ad un cumulo di macerie.
L'insegna "Wiz Chocobo Post" giaceva distrutta tra i mattoni e i teloni gialli del negozio. Le stalle erano ormai inesistenti.
Facendosi strada, Prompto riconobbe con fin troppa facilità alcuni frammenti biancastri dalla forma allungata cui erano ancora attaccati gli ultimi resti di un piumaggio dorato.
Degli animali cui Wiz aveva dedicato l'intera vita non restavano altro che pallide ossa.
Seppur non riuscendo a trattenere un lieve tremore delle mani, Prompto si fece forza e si mise alla ricerca di alcuni supplementi che gli sarebbero tornati utili durante la sua personale missione. Si fermò lì dove c'erano i resti di un vecchio magazzino e cominciò a rovistare tra il legname delle macerie.
Al calar della sera, Prompto era riuscito a recuperare il necessario per proseguire il viaggio. Infilò in una parte vuota della zaino alcune scorte di erba ghisal e energizzanti e si mise al collo un fischietto che fungeva da richiamo.
Infine, soddisfatto del proprio lavoro, si accampò ad un rifugio poco distante nutrendosi di alcune delle provviste preparategli da Ignis.
Mentre il fuoco crepitava davanti ai suoi occhi, Prompto cercò di non pensare agli inevitabili ricordi che quello scenario gli rievocava. Poi, però, avanzando oltre la soglia del dormiveglia, la voce di Noctis gli sembrò reale come quando aveva vent'anni.

 

I primi giorni l'entusiasmo volò alto. Prompto si spostava da una regione all'altra di Lucis esplorando in lungo e in largo le zone selvagge e nutrendosi di quello che trovava. La maggior parte delle volte prediligeva muoversi a piedi, qualche altra volta, per i lunghi spostamenti, si affidava alla gentilezza di qualcuno dei rari viaggiatori che potevano ancora permettersi un veicolo a motore.
Le prime quattro settimane passarono in fretta.
Trascorsi quattro mesi senza alcun risultato, però, il morale di Prompto cominciò a vacillare.
La tristezza cominciò a farsi largo dentro di lui insieme ad un familiare senso di inutilità che pensava di essersi lasciato alle spalle in gioventù, ma che ora tornava invece più spietato di prima.
Perso, senza alcuna strada da seguire, cominciò a porsi pericolose domande sul suo posto nel mondo.
Poi, mentre marciava distrattamente per un sentiero sopraelevato della foresta di Myrl, sentì un rumore seccò all'altezza delle caviglie e nel giro di un attimo fu strattonato verso l'alto.
Colto di sorpresa, Prompto gridò e un secondo più tardi si accorse di dondolare a testa in giù legato ad una corda che pendeva da un albero.
«Merda!» imprecò tra i denti. Qualcuno aveva deciso di piazzare delle trappole.
Il rumore di uno sparo riecheggiò in lontananza seguito da un verso che gli parve di riconoscere.
Dopo un primo momento di agitazione, Prompto respirò a fondo cercando di riflettere sul da farsi.
La corda poteva tagliarla con facilità, ma il sentiero lungo cui si trovava era affiancato da un pericoloso strapiombo. Gli sarebbe bastato sbagliare di pochi centimetri il punto di atterraggio per cadere nel vuoto.
Prima di tutto doveva cercare di raggiungere un punto sicuro, quindi iniziò a darsi alcune spinte per dondolare verso l'interno. Afferrò il coltello dalla cintura e concentrò la forza sugli addominali per sollevarsi verso le caviglie. Con un colpo secco incise la corda che legava, ma si accorse subito che un solo taglio non sarebbe stato sufficiente.
Riprese a dondolarsi e si risollevò verso l'alto buttando fuori aria dalla bocca.
Un improvviso rumore proveniente dalla fitta vegetazione lo fece deconcentrare e il coltello gli sfuggì dalle mani.
Prompto imprecò di nuovo. Intanto delle voci confuse cominciarono giungere alle sue orecchie, sempre più vicine, insieme al suono di foglie secche e rami spezzati.
«Oh, ma guarda un po' che strana bestiola abbiamo catturato!»
Prompto si voltò di scatto in direzione della voce. Due uomini armati di fucile lo stavano guardando con aria divertita. Il sorriso sulle loro labbra non prometteva niente di buono.
«Mi dispiace» disse Prompto, cercando di essere diplomatico «Ero sovrapensiero e non ho guardato dove mettevo i piedi, ma giuro che non l'ho fatto apposta»
«Sarebbe preoccupante il contrario» ironizzò il secondo uomo «Sei un cacciatore?»
«Cosa? No no! Io...»
«Se non sei un cacciatore allora che ci fai qui?»
«Se mi fate scendere posso spiegarvi tutto» riprese Prompto «Sto solo cercando dei chocobo, nient'altro...»
Il primo cacciatore gli si avvicinò di qualche passo e senza dire una parola gli appoggiò una mano sulla schiena, dando una leggera spinta. La corda si mosse e Prompto cominciò a ondeggiare. Lentamente. Pericolosamente. Il cuore del biondo cominciò a battere più velocemente.
«Bestie rare i chocobo» disse il cacciatore «Ce ne è appena sfuggito uno, ma non deve essere andato molto lontano»
Nonostante il sudore che cominciava ad imperlare la sua fronte sentendosi andare avanti e indietro tra le rocce e il precipizio, Prompto non poté evitare di sgranare gli occhi, incredulo.
«Che cosa?!» Prompto era incredulo «Dove l'avete visto? Da che parte è andato?»
Il cacciatore si spostò sotto di lui e raccolse il coltello che era caduto in precedenza dalle mani di Prompto. Lo osservò attentamente, come se si trattasse di un oggetto raro.
«È il simbolo della vecchia Guardia Reale» disse tra sé spostando finalmente la sua attenzione sugli occhi dell'uomo appeso a testa in giù davanti a lui «E così eri anche il lecchino di Re Regis e di quell'altro smidollato di suo figlio?»
Nonostante Prompto non avesse idea di dove l'uomo volesse andare a parare con quel discorso, di colpo si irrigidì stringendo i pugni.
«Non ci provare» disse tra i denti.
Il volto del cacciatore si fece più serio. Con il pugnale iniziò a recidere la corda che imprigionava Prompto e intantò continuò a parlare:
«Voi di Insomnia vi siete rifugiati per anni dietro quella vostra barriera e avete abbandonato il resto di Lucis al suo destino. Avete servito un re che sarebbe stato pronto a cedere le nostre case all'Impero pur di salvare se stesso, ma adesso che vi fa comodo vi prendete la libertà di invadere i nostri territori?»
Prompto iniziò ad agitarsi nel tentativo di allontanare i suoi aguzzini.
«Tu non hai idea di cosa stai parlando, fammi scendere!»
In tutta risposta venne colpito al volto da un manrovescio che fece balenare un lampo davanti ai suoi occhi.
Poi, mentre i suoi occhi rimettevano a fuoco, Prompto si accorse che il cacciatore stava puntando il coltello contro il suo viso.
«Questo è il nostro territorio di caccia»
Con un ultimo movimento secco, il cacciatore recise di netto la corda.
Prompto gridò cadendo nel vuoto.

  
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