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Autore: not_clivford    28/04/2017    0 recensioni
STORIA INTERROTTA
Scende la pioggia su Miami, bagnando tutto ciò su cui si posa.
Scende la pioggia su Miami, creando pozzanghere nelle quali ci saltano i bambini e facendo diventare il terreno fangoso.
Scende la pioggia su Miami, bagnando le persone prese alla sprovvista che, senza ombrello, corrono alla ricerca di un rifugio.
Scende la pioggia su Miami, bagnando una giovane coppia che ha appena litigato, portando via, insieme al vento, le parole urlate e le lacrime versate.
Scende la pioggia su Miami e un'altra storia d'amore ha inizio, nata dal nulla, nata da un gesto casuale che ne farà parte fino alla fine di essa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Dylan si guardò un'altra volta allo specchio posto nella sua camera con una smorfia di disappunto. Era forse la quinta volta che si cambiava e il tempo a sua disposizione stava per finire. Era finalmente riuscito a chiedere a Chrystal di uscire, ma se ne stava quasi pentendo. Quella mattina si era svegliato e non era nemmeno riuscito a fare colazione a causa della morsa che gli attanagliava lo bocca dello stomaco. Quello non era il suo primo appuntamento, lei non era la prima ragazza con cui aveva intenzione di stare e aveva già vissuto quella situazione numerose volte, eppure mai aveva avuto così tanta paura di fare una figuraccia. Nemmeno al suo primo appuntamento o alla sua prima volta.
Lanciò un'altra occhiata all'orologio appeso al muro che segnava le quattro meno dieci del pomeriggio, poi si guardò ancora allo specchio e infine sospirò. Prese il giubbotto, il cellulare, le chiavi di casa e uscì dal suo appartamento sbattendo la porta e imprecando contro Chrystal, ché a lui sembrava troppo perfetta per essere vera. A volte la confrontava a Belle di "La Bella e la Bestia" in quanto stava sempre lì, china sui suoi libri a leggere, e sembrava essere troppo intelligente per una ragazza di poco più di vent'anni.
Con passo veloce raggiunse il parco ma, una volta arrivato al luogo nel quale si sarebbero dovuti incontrare, non vide Chrystal. Guardò l'orologio che segnava le quattro e cinque, scoprendo di essere leggermente in anticipo. Perlustrò con lo sguardo l'ambiente intorno a sé pensando al fatto che non sarebbe stato carino presentarsi a mani vuote, quando addocchiò una piccola casettina circondata da fiori e piante. Vi si fiondò guardandosi intorno, senza sapere bene cosa avrebbe potuto regalare a Chrystal.
Gli si avvicinò una signora minuta avanti con l'età, con un sorriso sincero sulle labbra e dei grossi occhiali rotondi, per chiedergli se potese essergli d'aiuto.
«Ehm, sì... » rispose Dylan a disagio «Ho un appuntamento con una ragazza tra una decina di minuti e mi chiedevo cosa potrei portarle»
«Ma certo! Un mazzolino da 10$ dovrebbe bastare» esclamò la signora andando dietro un bancone di legno sul quale stavano alcuni vasi di vetro e della carta decorativa.
«Dimmi: com'è questa ragazza?»
«Beh, ecco... lei ama leggere. È un po' timida e riservata ma allo stesso tempo simpatica e spiritosa...»
La fioraia lo interruppe dicendogli che sapeva già cosa faceva al caso suo. Dopo qualche minuto, durante il quale fece avanti e indietro nel negozietto, tornò da Dylan con uno splendido mazzo di rose bianche.
Il ragazzo pagò e quando, guardando il suo orologio, si accorse di essere in ritardo si fiondò fuori dal negozio, cercando con lo sguardo Chrystal. La vide, e per un attimo volle scappare il più lontano possibile. La vide che si guardava intorno imbarazzata, e pensò a quanta tenerezza le facesse. La vide mentre si sistemava, quasi compulsivamente, la gonna bianca che le arrivava fino alle ginocchia, indossata con un maglione color panna a collo alto, e non poté far a meno di sorridere, perchè ormai lo sapeva; lei sarebbe stata la sua luce nella notte più oscura.
Si decise quindi ad andare verso la ragazza con passo sicuro, subito dopo aver fatto un respiro profondo, ignorando il cellulare che gli vibrava incessantemente nella tasca della giacca di pelle.
 
•••
 
Alexis quasi non scagliò il cellulare contro il muro quando, dopo l'ennesimo tentativo, partì la segreteria telefonica.
 
"Ciao, sono Dylan Martin, probabilmente ora sto dormendo, lasciate un messaggio."
 
Guardò intensamente il dispositivo nelle sue mani e, dopo essersi ricordata quanto l'aveva pagato e dopo aver appurato che non aveva i soldi per comprarsene uno nuovo, si limitò a sbatterlo con violenza sul letto.
Si alzò dal suo giaciglio e prese a girare per la stanza, passandosi più volte le mani fra i capelli. Decise quindi di chiamare Alexandra, con la speranza che, almeno lei, le rispondesse. Dopo tre squilli, fortunatamente, l'assonnata voce della sua amica le rispose.
«Alex... siamo nel pieno della notte... cos'è successo?»
«Sono le quattro passate del pomeriggio.» disse Alexis «Ho assolutamente bisogno di parlare con qualcuno e Dylan non risponde; l'avrò chiamato una decina di volte ma parte sempre la segreteria, e io...»
«Ehi Alex, fermati. Tranquilla. Ora vengo da te e poi ne parliamo»
La neo-rossa annuì e poi chiuse la chiamata lasciandosi cadere sul divano. Non passarono che pochi minuti e il citofo suonò. Alexis si affrettò ad andare ad aprire e accolse con un abbraccio Alexandra. Una volta che le due si furono staccate dall'abbraccio, la padrona di casa guidò l'ospite in cucina, dove si mise a fare un té alla menta con la vecchia teiera che suo padre si era ostinato a conservare in ricordo di sua madre, dato che l'oggetto in questione era stato acquistato proprio dalla donna. Fu solo quando la bevanda venne versata in due grandi tazze che Alexis inziò a raccontare cos'era successo la sera prima.
Dopo il primo bacio ce ne furono altri e la ragazza aveva iniziato ad apprezzare il sapore delle labbra di Michael. Alexis raccontò di come avesse paura di quello che sarebbe successo una volta rivisto il ragazzo a scuola. Più che altro, la turbava il fatto che lui l'avesse chiamata numerose vollte quel giorno e, inoltre le aveva inviato un'incredibile moltitudine di messaaggi ai quali lei non aveva risposto.
«Quindi tu non...non hai provato niente?» chiese Alexandra «Com'è possibile?»
«Non ne ho la più pallida idea» fu la risposta quasi sconvolta di Alexis.
«Facciamo così: trova un modo per vederlo e cerca di capire bene sia cosa vuoi tu che quello che pensa di volere lui. So che poi farai la scelta giusta.»
«E se lui facesse finta che non sia successo nulla?» domandò la ragazza in preda al panico più totale «Era ubriaco; magari non si ricorda più niente! Forse il suo scopo era solo quello di portarmi a letto e non essendoci riuscito farà finta di conoscermi!»
«Se così fosse» la interuppe Alexandra «Non ti avrebbe chiamata un'infinità di volte o non avrebbe provato a contattarti, come minimo. Sei sempre stata la sua unica migliore amica femmina. Forse adesso ha capito di provare qualcosa per te. Provaci; buttati. Non può farti del male in nessun modo.»
Alexis credette veramente a quelle parole. Doveva riconoscere il fatto che l'amica, quando non faceva l'idiota metallara incazzata con il mondo, era molto saggia e disponibile, e inoltre cercava sempre di fare il meglio per lei. A volte, quando aveva una ricaduta, Alexis pensava di non meritarsela e la allontanava, pensando che fosse meglio così. Pensava che, così facendo, non l'avrebbe fatta soffrire. Quello che non sapeva era che in realtà, in quei periodi, Alexandra stava veramente male, perchè non poteva sopportare di vedere la sua migliore amica sull'orlo del baratro. Era un po' come se fossero parabatai: l'una non poteva stare senza l'altra e quando qualcuna fra loro due stava male, l'altra stava ancora peggio.
Da soli non si sopravvive e loro due, nel tempo, lo avevano imparato bene, anzi, fin troppo bene.
 
~~~

HEY EVERYBODY!
Avrei dovuto pubblicare prima questo capitolo, I know, ma ho dovuto studiare una settimana ininterrottamente per poi scoprire che la prof aveva sbagliato a mettermi il voto. 
E poi dicono che non si deve bestemmiare.
Tornando a parlare di cose che vi interessano relativamente, in questo capitolo ho voluto dare maggior spazio a Dylan perchè era da un po' che non ne parlavo e non mi sembrava giusto nei suoi confronti.
Per la situazione fra Alexis e Michael dovrete aspettare il prossimo capitolo, ma non disperate: non muore nessuno. Per ora.
See ya!
P.S. Guardatevi Haikyuu ché è troppo bello!

 
   
 
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