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Autore: Orunida    29/04/2017    0 recensioni
Questa è la storia di un paese, delle sue tradizioni secolari, è un racconto di vecchie abitudini, di vicende quotidiane e di amori. Lidia è una ragazza qualunque che trascorre ogni estate al paese in compagnia della sua vecchia e saggia nonna. Ma c'è un evento che spezza la monotonia del luogo, un vecchio rito estivo che profuma di magia e che farà conoscere a Lidia qualcuno di veramente speciale ...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inna, mansarda di Lidia, 3/08/2006


Lidia galleggiava nuda, adagiata nel letto del fiume, petali di rose le sfioravano il corpo e la sua pelle bronzea riluceva al sole sfolgorando nel limpido specchio d’acqua. Piccoli passi sulla ghiaia a riva e Lidia si sollevò grondante; i capelli fluenti aderivano al corpo arrivandole alla vita e coprendole i piccoli seni, era una venere. Un fruscio di fronde catturò la sua attenzione e dalle pendenti foglie del salice piangente ne uscì un corpo maschile, sottile come un giunco, pallido, etereo. Man mano Lidia ne delineò i capelli neri e folti e gli occhi a mandorla che conosceva troppo bene. Era Federico.

I due si guardarono eternamente, uno posava i piedi sul prato verde e rugiadoso, l’altra ancora nell’acqua limpida, lui le prese una mano e gliela fece posare sul suo petto, il suo battito era come lo scalpiccio di un cavallo al trotto. Poi fece altrettanto sul petto di lei e sentì il suo cuore pulsare con la forza di un’onda che si infrange su uno scoglio.
Acqua e terra si unirono, due corpi in uno,  costanza e purezza dell’una con  forza e passione dell’altro. Sentì la mano di lui accarezzarle i glutei e poi si lasciò trascinare a terra in un impeto di baci e sussulti.
Improvvisamente però Lidia e Federico si ritrovarono in una piazza nudi, bagnati e stretti in un abbraccio. Oltre ad essi una folla urlante, indicandoli, rideva mostruosamente di loro.



Si svegliò in un sussulto ansimante, piccole gocce di sudore le ricadevano sulla fronte, guardò l’ora sul telefono, erano le nove e trenta, aveva dormito solo quattro ore ma doveva alzarsi, l’ansia di quella giornata la stava perseguitando dalla notte precedente. Esattamente da quando aveva ricevuto quel messaggio sconosciuto.

Era stata tutta la notte al telefono con Edi, la quale era certa al cento per cento che dietro a quel misterioso appuntamento si celasse Federico e Lidia ci sperava, ma non ne era affatto convinta.
Ginevra in tutta risposta le aveva messo la pulce nell’orecchio: perché Federico si sarebbe dovuto nascondere dietro ad un anonimato ? Non si era affatto vergognato nel prendere Lidia da parte la sera precedente per parlarle, non avrebbe avuto senso quell’atteggiamento.

Edi aveva controbattuto che Federico l’aveva lasciata dicendole che si sarebbero rivisti molto presto. Quale momento migliore se non il giorno dopo ? Era palese.
Lidia non ci capiva più niente. E poi quel sogno … Ma perché ? Era come se qualcuno avesse voluto dirle di stare attenta, perché presto i suoi sentimenti più profondi sarebbero stati messi su pubblica piazza. Quel pensiero la terrificava.

Quella mattina si fece una doccia lunga e fresca, per cercare di purificarsi anche dai pensieri, poi scelse un jeans chiaro e un top ricamato bianco, si legò i lunghi capelli ancora bagnati in una treccia e indossò un vecchio paio di Superga di un verde ormai sbiadito.

Scese in cucina e sua nonna era già in postazione, stava preparando verdure e pesce, lo sentì subito dai profumi che le invasero le narici percorrendo le scale.

<<  Buongiorno mio bel giglio, ti ho preparato il caffè ma le arance sono finite, mi dispiace. Puoi andarle a prendere tu dopo dal fruttivendolo ?  >> Disse Lora sistemando rondelle di limone e freschi ciuffi di prezzemolo sopra un grosso branzino.

<< Certo nonna, tanto devo vedere anche Edi e Ginevra prima di pranzo! Quindi andrò con loro .>>

Lora sollevò lo sguardo dal branzino, un ricciolo bianco sfuggito allo chignon le contornava il viso rugoso e gioviale. Sorrise.

<<  Sta bene. Ma non fare tardi per il pranzo ! Ci sono il branzino e l’insalata di carciofi, ti piacciono tanto. >> Disse brandendo con sicurezza un mestolo di legno.

<<  Sì certo, grazie nonnina . >>  le schioccò un bacio vigoroso sulla guancia e Lora quasi barcollò sulle ginocchia fragili.

Lidia uscì di casa a passo svelto, il paese si era già risvegliato da un po’. Passò per la strada principale; quel giorno le donne appendevano le lenzuola ai balconi e alle finestre delle case, poiché nel pomeriggio sarebbe passata la processione e il prete avrebbe benedetto tutte le case lasciando ad ogni famiglia manciate di spighe di grano. L’odore del bucato steso e delle lenzuola dei letti coniugali sferzò l’animo di Lidia.  
Guardò verso il cielo parzialmente coperto e sentì crescere dentro di sé la voglia di arrivare in fretta a quel pomeriggio, all’appuntamento segreto in piazza. Desiderava tanto il volto di Federico, il tocco delle sue mani e …

Eccolo. Lidia lo intravide da lontano, proprio dal fruttivendolo e parlava con …

No impossibile !

Una ragazza bionda e incredibilmente bella si stagliava al suo fianco. Sterzò di furia dietro ad un albero che si trovava lungo la strada e si mise ad osservare i due . Lei portava un succinto abitino a fiori, con un’alta zeppa che le risaltava due caviglie fini e  gambe muscolose e molto abbronzate. I capelli le arrivavano fino al fondo schiena. Cazzo, anche Lidia riconobbe che era veramente sexy. Vide i due muoversi verso il bar, lui le cinse un fianco con il braccio e lei rise come un’oca.

Lidia, dopo l’allontanamento dei due, uscì allo scoperto, con una faccia da funerale e chiamò Edi disperata.

***
Inna, dal fruttivendolo, dopo lo shock

<< Dieci kg di arance grazie . >> Pronunciò distrattamente Lidia.

<< Vuoi morire per indigestione di arance per caso ? >> Le disse Edi parlando a denti stretti.

Il fruttivendolo, un ragazzo sui venticinque, con ancora i segni dell’acne, le guardò perplesso, con le sopracciglia aggrottate e un’arancia in mano.

<< Ne vorremmo solo tre di kg per piacere, scusaci la mia amica è un po’ fra le nuvole. >> Disse Edi mostrando un sorriso alquanto preoccupato.

Uscirono dal fruttivendolo e fuori dalla porta trovarono Ginevra accanto a Giacomo, il ragazzo presentatole da Edi la sera precedente alla Torretta.

“ Accidenti” sbuffò Lidia nei suoi pensieri “ Possibile che ora si fidanzino tutti tranne me?!”.
Tornarono sulla strada verso casa e si accordarono per quel pomeriggio; Lidia sarebbe andata all’appuntamento da sola, ma le amiche l’avrebbero seguita di nascosto, per raggiungerla in caso di bisogno.
 
 
***
Inna, ore 15.00, la piazza

Aveva mangiato pochissimo e sua nonna non era affatto contenta della cosa. Ma a lei in quel momento non importava, aveva ben altro a cui pensare. L’ansia le stava perforando l’intestino piano piano, le tremava una gamba già da prima di mettersi a tavola, ed ormai la consapevolezza che quel pomeriggio l’appuntamento non fosse con Federico le aveva fatto scendere l’umore sotto i piedi, non ci sarebbe mai andata, ma la curiosità la divorava.

Mangiò solo l’arancia che quella mattina le era mancata e poi liquidò sua nonna con la scusa di un thè a casa di Edi. Non si aggiustò né si cambiò vestiti, era di umore pessimo e non avrebbe voluto far colpo su qualcuno che non fosse stato Federico. Si sciolse solo la treccia e i capelli le ricaddero sulle spalle in onde  meravigliose e perfette, sapeva però che l’effetto sarebbe durato ben poco.

Edi e Ginevra erano già fuori da casa sua, aspettavano che passasse la processione per mischiarsi alla folla e passare inosservate . Lidia le salutò senza farsi troppo vedere e cominciò a dirigersi verso la piazza. In lontananza cominciò già a sentire il suono della banda, si voltò e per un momento vide la grande coda dietro al prete del paese dirigersi nel punto in cui si trovavano le amiche.

Arrivò in Piazza. Era deserta ed il bar aveva appena riaperto dopo il pranzo. Non decise però di controllare chi vi fosse all’interno, non voleva dare troppo nell’occhio, così si limitò a sedersi fuori, aspettando. Passò qualche minuto ma Lidia non vide nessuno. Poi udì il frusciò delle tendine del bar aprirsi dietro di lei, sollevò lo sguardo con un po’ di paura e vide proprio quello che non avrebbe mai aspettato di trovare.

Federico la guardò dall’alto verso il basso, teneva una tazzina di caffè in mano. Una folata di vento gli scompigliò i capelli neri, già arruffati, aveva una camicia aperta con una strana fantasia e sotto una t-shirt a maniche corte. I suoi occhi dardeggiarono in quelli di Lidia e lei si sentì affranta da quello sguardo quasi accusatorio .

<< Che ci fai qui ? >> chiese Federico arricciando le labbra.

Lidia non ebbe tempo di rispondere che vide apparire di fronte a sè un jeans strappato. Sollevò lo sguardo: era … Alessandro ?

<< Ha un appuntamento con me ! >> Alessandro guardò con atteggiamento di sfida Federico che in tutta risposta gli lanciò un’occhiataccia.

<< Quindi mi hai mandato tu il messaggio ieri notte ? >> Lidia era a bocca aperta e già si era pentita di quella domanda.

<< E certo ! Chi pensavi che fosse, questo carciofo di Federico a mandartelo ? >> La risata sguaiata di Alessandro proruppe senza freni e Lidia, in quel momento, avrebbe voluto che la sedia sulla quale era sprofondata finisse nella più ampia e tenebrosa voragine terrena.

Federico guardò Lidia, stavolta sembrava dispiaciuto, teso e molto in imbarazzo. Le tendine del bar frusciarono di nuovo, ma ora ne uscì la ragazza bionda di quella mattina.

Vista da vicino però non le sembrò così bella; aveva un trucco troppo accentuato che le copriva tutto il volto e la sua muscolosità era tanto prorompente da far invidia ad un uomo.

<< Che succede Fede ? >> chiese lei strusciandosi sensualmente alla porta del bar.

<< Niente, andiamo . >> concluse lui lapidario.

Federico si incamminò perentoriamente sulla strada verso la processione, lasciando indietro la bionda che cominciò a camminare sulla sua scia sculettando vistosamente.

Lidia guardava con delusione e tristezza la sagoma di lui sparire fra la folla festante, dove ora poteva chiaramente intravedere anche le sue amiche che la fissavano con aria stupita .

<< Gran bel culo la bionda comunque . >>

L’uscita infelice di Alessandro fece voltare di scatto Lidia, che senza dire una parola si alzò e se ne andò, evitando accuratamente la processione.

I suoni delle campane in festa la fecero piangere e non scoprì consolazione nemmeno nell’abbraccio caloroso delle amiche che la trovarono su una panchina nei pressi del fiume.
Bagnò la terra con le sue lacrime e la terra se le prese .
 
 
***
Misunderstanding e sogni . Tutto è così immaginifico e surreale nel mondo di Lidia che persino le mie certezze vengono a mancare. Sto attraversando un periodo ricco di malintesi e piccoli fraintendimenti quotidiani che forse si riverberano nella mia storia.
Nella speranza che i sogni non si fermino ad essere solo desideri …
O.
   
 
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