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Autore: ElfaNike    30/04/2017    1 recensioni
Cosa succede quando degli adolescenti, rifiutati dal loro mondo e dalla loro famiglia, si ritrovano a fuggire in groppa a un drago, per salvare un prezioso potere? Quando l'incontro di mondi diversi porta a crescere e a capire...
"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."
Il Piccolo Principe
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando finalmente il giovane MacIntosh si decise ad alzarsi, Gothel si diresse al Bell'Anatroccolo per procurarsi un cavallo per il suo cavaliere. Era meglio fornirgli tutti i mezzi necessari, perché così com'era nutriva per lui ben poche speranze anche solo per uscire dalla foresta.
Jack, per la prima volta, benedisse la sua invisibilità. In piedi accanto a loro, osservava ora MacIntosh ora Gothel, ora perplesso ora disgustato. Lo straniero, che in fondo per lui straniero non era, lo preoccupava più per lo scarso controllo che dimostrava su quanto gli stava attorno che per la flebile minaccia che rappresentava, mentre la donna lo terrorizzava per la sua scaltrezza. Lei era l'incarnazione perfetta del suadente potere del fascino: difficilmente qualcuno di leale avrebbe osato iniziare un combattimento contro di lei, poiché disarmata, né sarebbe stato in grado di salvarsi dalla sua arte nel parlare, nata da una profonda conoscenza e comprensione di chi le stava di fronte.
Jack volò via, nella direzione che aveva visto prendere ai tre ragazzi. Non poteva intervenire in prima persona contro quei due, perché del ghiaccio improvviso avrebbe scatenato il panico, lo straniero avrebbe cominciato a gridare al demonio e tutto il Bell'Anatroccolo sarebbe accorso. E lui non era il tipo di spirito da scatenare il suo potere contro una folla intera per raggiungere i suoi obiettivi. Accidenti!

Sdentato camminava in silenzio accanto a Hiccup e alle ragazze. Le nubi si stavano diradando e il cielo stava acquisendo i toni rossi accesi del sole al tramonto. Rapunzel aveva smesso di tremare e risplendeva degli ultimi raggi. Anche la sagoma di Merida si infiammava in quei colori intensi. Hiccup si sentiva finalmente un po' più tranquillo, nonostante fosse ancora scosso.
-E adesso dove andiamo?- chiese dopo un po' Merida.
Hiccup alzò le spalle, mentre Rapunzel strinse le mani all'altezza dei gomiti.
-Mi dispiace per quello che è successo.- disse infine il ragazzo.
Rapunzel scosse piano la testa, un sorriso rassegnato a curvarle le labbra: -Non devi scusarti. Voi ci avete provato.-
-Sì ma non era così che doveva finire.- replicò amaramente Merida.
-Non importa.- la ragazza si dondolò un po' -Mi avete salvato la vita. Devo ammettere che non mi sono mai sentita così viva come quando ero con voi in città.-
-Sì!- si eccitò Merida -E con quella treccia... quanto eri carina!-
-Davvero? Mia mad... non me l'ha mai detto nessuno!- rispose con un grande sorriso Rapunzel.
-Be', preparati, perché noi siamo la compagnia dei complimenti!-
Rapunzel rise e Hiccup, addolcito, si stupì della loro capacità di riprendersi così in fretta.
-Va bene!- si raddrizzò infine Rapunzel -Visto che stiamo andando un po' a ramengo, propongo di tornare alla torre. Ci mangeremo un'altra fetta di torta e ci faremo una bella dormita. Tanto mia madre non dovrebbe tornare già domani.-
-Hai intenzione di tornare in quella trappola?-
-Be'... è l'unico posto che possiamo chiamare casa, per il momento.-
-Va bene.- concesse Hiccup -Faccio un giro con Sdentato per capire dove siamo e ci dirigiamo subito lì.- saltò sul drago e prese il volo. Le ragazze lo guardarono
sparire nel cielo.
-Secondo me non vedeva l'ora.-
-Scherzi? Da quando siamo partiti passa più tempo in aria che con i piedi per terra. Scommetto quello che vuoi che si trasformerà in un drago anche lui, prima o poi.-
-E tu? Non ti piace andare lassù?-
-Io adoro andare lassù! Ma non sono a mio agio come lui. Preferisco sfrecciare a cavallo nei boschi, arrampicarmi e tirare con l'arco.-
Rapunzel rise, Merida riprese: -Ti posso insegnare, se vuoi.-
-Mi piacerebbe un sacco. E io posso insegnarti a cucinare!-
-Meglio evitare! I miei dolcetti potrebbero avere effetti piuttosto nefasti.-
-Come trasformare la gente in draghi?-
-O in orsi!-
Hiccup atterrò in quel momento: -Se giriamo a destra al prossimo incrocio dovremmo rimetterci sul giusto sentiero... cosa c'è?-
-Niente...- ridacchiò Merida -parlavamo di dolci.-
-E draghi.-
-E orsi.-
Hiccup le guardò perplesso ma Sdentato attirò la sua attenzione: -Cosa c'è, Sdentato?-
Il drago indicò col muso un cumulo di neve che si andava formando tra un tronco e una roccia.
-Credo che il tuo amico sia tornato.-
-Vuole scriverci qualcosa?-
Rapunzel scosse la testa: -Sta disegnando, guardate.-
Sulla neve compatta comparve una sagoma umana con una lunga gonna, riccioli che partivano da tutte le parti e uno sguardo molto cattivo, e accanto una figura coperta solo da un gonnellino, un'enorme chioma, una spada e dei motivi sul braccio.
-Da come disegna sembra un bambino.- considerò Merida, e si beccò una palla di neve in faccia.
-Non sono un bambino! E dai, ragazzi! Come faccio a farvelo capire, sennò?- Jack si agitava, mentre i tre studiavano gli schizzi.
-Questa- Rapunzel indicò la donna riccioluta -assomiglia a mia madre.-
-Oh no.- Merida si mise le mani nei capelli -Ti ha scoperto?!-
-Va bene, ma questo qui?- Hiccup si avvicinò a studiare l'altra immagine -Conosciamo forse qualcuno con un gonnellino, una spada e... cosa sono questi segni che gli cancellano il braccio? Delle correzioni? Si è forse sbagliato?-
-No... No! Non è possibile! Cosa ci fa qui?-
-Di chi parli?-
-Uno dei miei pretendenti? È davvero arrivato fin qua?!-
Rapunzel strabuzzò gli occhi: -Uno dei tuoi pretendenti?-
Hiccup si era voltato di scatto verso di loro: -Accidenti! Immagino ti cerchino... Dopotutto sei scappata di casa, no?-
-Non mi pare di essere stata l'unica.-
-Sì ma ma ma... oh, non ci credo! Non possiamo farci prendere così. Potrebbero far del male a Sdentato!-
-E cosa proponi, di andare via?-
-Mi... mi sembra la soluzione più logica.-
-Non possiamo andarcene e lasciare Rapunzel in questa situazione!-
-Oh, certo, restiamo qui a farci ammazzare tutti. Dopo quello che è successo al castello potrebbero avercela anche con lei, ci hai pensato?-
-E cosa proponi, genio? Ce la portiamo dietro?-
-Ecco... sì. Sì, questa sarebbe una buona idea.-
-Ragazzi... RAGAZZI!- intervenne allora la diretta interessata, attirando la loro attenzione: -Sentite... a questo punto non possiamo più tornare a casa. Che ne dite di... trovare un posto dove riposare... ormai è buio, e siamo stanchi. Scommetto che, domani mattina, saremo tutti più freschi.- propose con un sorriso.
-Non possiamo abbassare la guardia, se ci danno la caccia, Rapunzel...-
-Sì, hai ragione... ma penso che, se non ci hanno ancora trovati, probabilmente avranno ancora più difficoltà col buio. E noi abbiamo bisogno di riposo.-
Hiccup e Merida si scambiarono un'occhiata, per poi accettare.
Trovarono un albero dal tronco abbastanza grande da poter essere nascosti e riparati e, tra le sue radici ampie, accesero un fuocherello vivace con legna molto secca per evitare di produrre fumo, che avrebbe potuto tradirli. Sdentato si accoccolò in un angolo e Pascal si rannicchiò sopra la sua zampa, prendendo anche lui una tinta nera e lucida.
Seduta per terra, Merida giocava con un rametto a toccare i ciocchi di legno ardenti, la guancia appoggiata alla mano, mentre Rapunzel la guardava di sottecchi, con le dita intrecciate in grembo. Hiccup tornò con una fascina di rami secchi di riserva e la lasciò cadere pesantemente accanto a loro, per poi sedercisi sopra, i gomiti sulle ginocchia.
-Dunque...- esordì dopo un po' Rapunzel, stufa di quel silenzio -Hiccup, com'è che vi siete conosciuti, tu e Sdentato?-
-Oh, lunga storia... guerra fra vichinghi e draghi, ci hanno attaccato e noi ci siamo difesi. Io l'ho colpito, l'ho quasi ammazzato, e poi siamo diventati amici.-
-Capisco... e la guerra?-
-È ancora là. Mio padre odia i draghi. Hanno portato via mia madre.-
Merida sollevò la testa per guardarlo, ma non disse niente, così lui continuò: -Mio padre non l'ha presa bene, quando l'ha scoperto. Per questo siamo dovuti fuggire.-
Rapunzel rimase un momento sovrappensiero, poi si rivolse all'altra ragazza: -E tu? Perché sei partita?-
Merida alzò le spalle: -Grossi problemi con mia madre.- minimizzò.
-E non ti manca?-
-Scherzi?- lei lasciò cadere il rametto -Non mi ha mai ascoltata e mi ha quasi rovinato la vita. Ovviamente non mi manca!- si alzò e andò a mettersi in un angolo, sdraiandosi e dando loro la schiena.
Rapunzel la guardò sbigottita, ma Hiccup le mise una mano sulla spalla: -Fa sempre così, quando parla di sua madre. Non ti preoccupare, non ce l'ha con te.- poi si alzò con un sorriso e andò a stendersi accanto a Sdentato.
La ragazza rimase a fissare il fuoco ancora un po', poi si alzò e si immerse nella luce blu della luna. Davanti a lei c'era un cumulo di neve assolutamente fuori stagione. Fece un passo avanti, godendo del freddo a contatto con i suoi piedi. Inspirò profondamente: -Andrà tutto bene.- sorrise, beandosi dei raggi candidi -Sono davvero fantastici, anche se un po' strani. Ti ringrazio.-
Davanti a lei, in piedi, Jack ricambiò il sorriso e le sfiorò la guancia con un dito.

Il mattino dopo Merida fu la prima a svegliarsi. Si sentiva molto più tranquilla. Fischiettando, decise di cercare da mangiare per i due dormiglioni, in particolare per Rapunzel che, sicuramente, doveva ritrovare le energie dopo il suo primo giorno fuori da quella torre.
Prese arco e frecce e si avventurò nel sottobosco. Seguì piste fresche e puntò subito verso una zona dove pensava di trovare dei cervi, o al limite qualche coniglio. La foresta in quel regno lontano era davvero diversa da casa sua: gli alberi dal verde meno scuro, coi tronchi più dritti, lasciavano crescere tra le loro radici un'erbetta tenera. Rocce, legno, tutto era molto rado rispetto alla sua regione, più umida, dove la natura cresceva fitta. Abituata com'era ad avere sempre qualche pietraia o qualche tronco caduto dove nascondersi in caso di emergenza, si sentiva scoperta in quel verde dorato dai primi raggi del sole.
Arrivò alla chiostra di alberi che circondava una vasta radura di un verde chiaro, piena di botton d'oro e pratoline. Individuato un branco di cerve con i piccoli poco lontano, si acquattò dietro un tronco candido e incoccò la sua freccia, pronta a replicare il trauma della morte della mamma di Bambi. Aveva altre tre bocche da sfamare, dopotutto, fra cui una particolarmente famelica. La mano sinistra si aggiustò sull'impugnatura, mentre le dita si appoggiarono delicatamente alla corda tesa, l'indice sopra, il medio e l'anulare sotto il punto d'incocco. Socchiuse gli occhi e rallentò il respiro per elevare al massimo la sua concentrazione. Aveva molto probabilmente una sola possibilità, perché una volta scagliata la prima freccia il branco si sarebbe messo in allarme e sarebbe fuggito fuori dalla sua portata. Se fosse stata abbastanza veloce da scoccare altre frecce in pochi secondi forse sarebbe riuscita a raggiungerlo ancora un paio di volte, ma preferiva non affidarsi a troppi “forse”. Quando si sentì pronta raddrizzò le spalle e con un passo e un volteggio su se stessa uscì allo scoperto, l'arco teso, per trovare la radura già in fermento. Qualcosa doveva star arrivando, e il muso sollevato delle cerve ne era segno: qualche sciocco cacciatore doveva essersi avvicinato sopravento, facendosi scoprire subito e mettendo in allarme il branco.
Pochi preziosi secondi dopo il sospetto divenne certezza, e lei tornò fulminea a ripararsi dietro l'albero: un giovane comparve con la spada sguainata cercando di agguantare qualche preda rimasta indietro. A Merida ci volle molto poco per riconoscerlo, e benedisse la sua esitazione a scoccare: si trattava del giovane MacIntosh; se lei avesse tirato e lui avesse visto la sua freccia piantata nella radura si sarebbe sicuramente fatta scoprire.
Approfittò della concentrazione del ragazzo nella caccia, sgusciando via il più silenziosamente possibile. Doveva tornare assolutamente dagli altri e avvertirli. Se MacIntosh era lì, probabilmente doveva esserlo anche la madre pazza di Rapunzel. Non dovevano trovare la sua amica. E non dovevano trovare lei! Appena si sentì abbastanza lontano prese a correre a perdifiato, ma il rumore improvviso di un galoppo la raggiunse e sentì una mano artigliarle i capelli.
Il dolore fu inaspettato e lancinante, e lei non poté impedirsi di urlare.

Sdentato si mise in guardia nel momento in cui sentì il grido. Hiccup si tirò su velocemente e si guardò intorno: -Merida?- cercò con lo sguardo in giro, prima di realizzare che la voce di poco prima fosse davvero la sua -Merida!-
Rapunzel si alzò sulle mani, intontita, poco pratica della vita da campo e col sonno non ancora abbastanza leggero: -Hiccup, che succede?-
-È Merida! Dev'essersi allontanata prima che ci svegliassimo e adesso è nei guai!- Hiccup stava già rimettendo la sella a Sdentato.
La ragazza schizzò in piedi: -Cosa?!-
-Dobbiamo andare a cercarla! Presto, monta!-
-Va bene...- Rapunzel era già pronta, ma... -Hiccup! I miei capelli!-
Il ragazzo era già in groppa al drago: -Come? Oh no...- si guardò intorno e estrasse velocemente da una sacca della sella un mantello: -Riesci ad avvolgerli qui dentro?-
Lei annuì e in pochi minuti erano in volo: -Merida, stiamo arrivando!-

Merida era per terra, con le mani tra i capelli. Con lo strattone di prima era caduta, perdendo tutte le frecce, ora in pezzi sotto gli zoccoli dello stallone nero da cui Gothel era smontata. La donna brandiva un pugnale affilato e si avvicinava con sguardo assassino: -Dunque sei tu la famosa principessa con i capelli di fuoco che ha portato via mia figlia.-
-E tu sei la madre pazza di Rapunzel!-
La donna scoppiò a ridere: -Oh, ragazzina, con quale coraggio!-
-Tu... l'hai rapita, non è vero? Sei stata tu...- la ragazza si rialzò lentamente, senza staccare gli occhi dalla lama.
-Sciocchezze!- ribatté Gothel -Quella mocciosa mi appartiene. L'ho cresciuta per tutti questi anni... Oh, ma perché te lo dovrei raccontare? In fondo tu sei morta.-
-Morta?!-
-Ma certo!- sollevò il pugnale, Merida allungò le mani per difendersi e lei ne approfittò per afferrarle di nuovo i capelli con la sinistra. Merida cacciò un altro urlo acuto, portandosi una mano all'attaccatura, le lacrime agli occhi: -Se il tuo giovane spasimante scoprisse che sei ancora viva perderei un prezioso (benché imbecille) alleato. Devo approfittare che è concentrato nella caccia, altrimenti perdo la mia occasione.. per fortuna era troppo preso per vederti mentre ti nascondevi dietro quell'albero, ma a me non sei sfuggita, sai?- alzò l'arma per calarla sul petto della ragazza.
Merida si difese a mani nude, afferrando il suo polso e la lama, ma Gothel ritirò l'arma per colpire di nuovo. In quel frangente era scoperta, e Merida ne approfittò subito: con una tallonata cercò di colpire il ginocchio della donna. Le prese la tibia, ma la forza bastò a farle piegare la gamba e perdere l'equilibrio. In quel momento di instabilità, Merida riuscì a liberarsi dalla morsa di quelle mani bianche e fredde e cadde indietro. Spingendosi con i piedi e le mani arretrò, perdendo il mantello, senza staccare gli occhi da quella pazza. Appena fu fuori portata si rialzò e spiccò una corsa nella foresta.
A Gothel ci volle qualche secondo per riprendersi dal colpo alla gamba, ma appena alzò lo sguardo vide la chioma rossa perdersi fra gli alberi. Digrignando i denti partì all'inseguimento, senza perderla mai di vista.

Jack sentì le urla di Merida mentre vagava senza meta per il bosco. Dopo che Rapunzel era andata a dormire si era stufato subito del silenzio e del buio del fuoco morente ed era partito a farsi un giro. Si era spinto lontano, senza immaginare che i tre ragazzi che seguiva si sarebbero messi nei guai di primissimo mattino.
Allarmato si librò subito in volo, alla ricerca di Merida, sperando che Sdentato stesse vegliando su Hiccup e Rapunzel. Non gli ci volle molto per trovarla, e per capire perché stesse fuggendo: Gothel le stava dietro con passo veloce e deciso.
Portò il bastone sotto i suoi piedi e si lasciò cadere nelle fronde degli alberi per precipitarsi da lei, ma nel momento in cui toccò terra uno stallone nero comparve dalle ombre degli alberi e lo caricò in un assalto violento. Jack si ritrovò per terra sotto i suoi zoccoli: -Ah!- ringhiò -Pitch, maledetto! Dove ti nascondi?-
-Sono qui, Jack.- un sorriso si materializzò sopra di lui.
-Lasciami andare immediatamente! Come hai...-
Pitch scoppiò a ridere: -Povero spiritello illuso. Ovviamente ho seguito le urla della tua amichetta dalla voce fastidiosa. Ti aspettavo, sai?-
Jack afferrò con entrambe le mani il suo bastone e con una saetta gelata si liberò di quella trappola di sabbia nera -Mi dispiace deluderti, ma io ora ho da fare.-
-Oh no.- lo spirito oscuro si materializzò sul sentiero dove Merida e Gothel erano scomparse: -Io sono qui per distruggerti, Jack. E temo... che anche l'altra mocciosetta abbia le ore contate.-
Jack si lanciò all'attacco per aprirsi una via, ma fu prontamente respinto indietro da un'onda oscura: -No! MERIDA!-

Hiccup, Rapunzel e Sdentato aguzzavano al vista alla ricerca della ragazza. Erano abbastanza sicuri che la sua voce provenisse da quella direzione.
-La vedi?-
Rapunzel si sporse un po' di più: -No.-
-Com'è possibile?! Con quei capelli dovrebbe risaltare in mezzo a un bosco!-
-Hiccup, calmati. Se ti innervosisci rischi di perdere la concentrazione.-
Hiccup si passò una mano fra i capelli, ma fu costretto a darle ragione. Rapunzel indicò giù: -Guarda! Un cavallo!-
Il ragazzo seguì il suo dito: -È vero! E quella sagoma per terra?-
Atterrarono. Il cavallo prese a nitrire spaventato all'arrivo di Sdentato, ma fu pateticamente ignorato: Hiccup aveva sollevato da terra il mantello di Merida: -Guarda, Rapunzel...-
-È il suo. Come può averlo perso...?-
I due si scambiarono uno sguardo atterrito, quando un'esclamazione di angoscia li costrinse a sollevare la testa: un giovane straniero dai tatuaggi blu e i capelli arruffati era comparso davanti a loro e indicava il mantello con un indice tremante: -TU!-
Hiccup si indicò perplesso: -Io...?-
-Sì! Tu! Tu sei lo straniero il cui drago ha aggredito la mia principessa!-
-Cosa?!-
-No, non è stato lui...-
-Zitta, ragazza!- il nuovo arrivato sguainò la spada e la puntò verso il cielo -Io sono l'erede del clan MacIntosh e vendicherò la dolce Merida! Fatevi sotto, barbari!-

 



Angolino dell'autrice:
Inizia la battaglia! Cosa succederà, adesso? Non commento, per lasciarvi la suspense in attesa del prossimo capitolo, dove i nostri quattro grandi si batteranno tutti per la loro vita!
Vorrei solo fare i doverosi riferimenti di copyright: la battuta sulla trasformazione di Hiccup in drago è stata fortemente ispirata alla fanfiction L'eco di un urlo di spel, che io ho adorato e che consiglio fortemente a tutti gli appassionati del nostro quartetto preferito!
Rignrazio tantissimo chi ancora non si è stancato e mi segue fedelmente, lettori e rencensori!
Nike

  
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