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Autore: H a n a e    30/04/2017    2 recensioni
[NaLu] [AU] [OOC]
Lucy era stanca di vedere il mondo in bianco e nero, voleva sperimentare nuovi colori.
Non ne poteva più di vivere in una felicità apparente, di sopravvivere in quella degli altri. Voleva la sua di felicità.
Lucy voleva dare un tocco di colore alla sua vita e Natsu di colori a disposizione ne aveva tanti.
Si dice che esista l’amore a prima vista, ma in questo caso anche quello a primo scontro non è da meno.
•••••••••
---Dal testo---
~“Soffrire a volte significa solamente soffrire. Non è come molti dicono. Non rende più forte. Non aiuta a crescere e non forma il carattere. Fa solo male.
E Lucy era stanca di soffrire e basta, quella situazione la stava distruggendo.”
~“-Sai, Natsu, ogni volta che siamo vicini, per qualche strana ragione desidero sempre che ci sia una prossima volta. Credo che ci sia qualcosa di sbagliato in me.-
-Vuoi sapere un’altra cosa, Lu? Provo la stessa identica sensazione. Forse c’è qualcosa di sbagliato anche in me. Credo però che insieme riusciremo a capirne il perché, ti va di provare?.-”

⭐⭐⭐⭐⭐⭐
✴E n j o y i t✴
🌸H a n a e🌸
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12


 
 





 
Erano passate settimane da quando Lucy aveva parlato con Purehito e altrettanto tempo da quando Natsu era finito all’ospedale, facendole vivere giorni tremendi. Adesso però stava bene e i medici erano rimasti sbalorditi dalla rapidità con la quale il rosa era riuscito a guarire; dicevano che quel ragazzo aveva doti pazzesche.
Quel giorno però, tutta quella storia si sarebbe definitivamente chiusa, proprio come le pesanti porte dell’ospedale che si chiudevano alle loro spalle.
Natsu camminava davanti a lei con le stampelle tutto felice e sorridente, mentre Lucy, carica come un mulo di tutti i loro averi che si erano portati dietro – perché sì, lei aveva deciso di trasferirsi permanentemente su quel mini letto scomodo della stanza X777 per tutto il tempo della permanenza di Natsu in ospedale -, si fermò a guardare ancora una volta il grande edificio grigio che torreggiava sopra le loro teste.
C’era stata troppe volte dentro quel luogo nella sua vita e sperò vivamente che quella fosse l’ultima.
“Lucy, cosa aspetti?” domandò Natsu che si era fermato a guardarla, cercando di capire per quale motivo si fosse fermata e avesse quello sguardo così triste e perso nel vuoto.
Doveva essere felice, proprio come lo era lui. Non c’era più spazio per le lacrime, solo sorrisi e quello che il rosa voleva vedere di più era quello luminoso di Lucy.
La ragazza scosse la testa in segno di negazione e accennò ad un sorrisetto, “Niente!”, esclamò riprendendo a camminare, “assolutamente niente” sussurrò una volta raggiunto.
Il rosa le prese l’unica mano libera e la tirò a sé, adagiando la stampella al suo fianco e Lucy si lasciò trascinare e poi stringere appena il braccio caldo del ragazzo.
Se c’era una cosa che gli era mancata in quelle settimane erano i suoi abbracci e il suo profumo pungente di cannella.
Con la testa appoggiata al suo petto e il cotone della maglietta intrecciato tra le dita, chiuse gli occhi e si beò di quel bacio delicato che le aveva lasciato sulla testa, e poi sulle labbra così affamate di lui che non riusciva a capire come aveva fatto a resistere per tutto quel tempo senza poterle assaporare, senza poter danzare con quelle lingua calda, o senza di suoi morsi sulle labbra carnose con quei canini appuntiti.
Le era mancato tutto di lui.
Il rosa inclinò il collo verso il basso per far combaciare le loro fronti e baciarle il naso, facendole solletico.
“Grazie,” disse, “per tutto quello che hai fatto per me”
Natsu si era reso conto che per tutto quel tempo, dopo tutto quello che Lucy aveva passato a causa sua, lui non si era mai preso un momento per dirle un semplice grazie, stringerla a sé e pensare a quanto fosse fortunato ad averla accanto.
Sapeva che quel semplice ringraziamento non era ancora abbastanza e che ci sarebbe voluto molto di più per sdebitarsi, ma per il momento era tutto quello che poteva offrirle, insieme al suo cuore.
 
 
 
 
 
 
1 Anno Dopo

Seduta sugli spalti della palestra con le gambe tremanti e il cuore a mille gli occhi di Lucy seguivano senza sosta ogni spostamento rapido di Natsu, che sfrecciava da una parte del campo all’altra, eseguendo schemi ed esercizi che Purehito gli ordinava senza sosta.
Il coach Clive osservava insieme a lei la performance del rosa, e anche se all’esterno sembrava calmo e impassibile Lucy sapeva che dentro era tutto il contrario.
Quello era un giorno importante per tutti, un giorno in cui si potevano finalmente vedere i risultati del duro lavoro di Natsu e della sua riabilitazione che aveva richiesto un lungo e doloroso anno, pieno di sacrifici e sudore.
Lucy lo aveva visto, aveva visto la sua determinazione negli occhi verdi, aveva visto quella luce accendersi ogni giorno che passava e aveva anche visto quando quella forza spegnersi, ma che lei era sempre pronta a riaccendere ogni volta senza mai stancarsi.
Natsu aveva davvero lottato per arrivare fino a quel punto e Lucy non poteva essere più fiera di lui e di tutti i suoi progressi.
Con la lingua in mezzo ai denti per la concentrazione e la fronte imperlata di sudore il rosa fece un arresto al centro campo. Con le ginocchia piegate, la palla in costante movimento accanto a lui e lo sguardo fisso sul canestro prese un bel respiro. Quello era il punto finale e doveva essere perfetto.
A Lucy sembrò un po’ esagerata come distanza quella e guardando lo sguardo perplesso di Purehito ebbe l’impressione che la pensassero allo stesso modo.
Natsu però non sembrava minimamente preoccupato e lo stesso il coach Clive, anzi, avevano entrambi un sorriso spavaldo stampato in faccia.
Lucy deglutì e guardo l’uomo accanto a sé, che con un occhiolino la incitò a continuare a guardare la perfomance del rosa.
“Dai, Natsu” disse in un sussurro.
Il ragazzo, come se l’avesse sentita alzò il pollice destro in alto per farle capire che andava tutto bene e che ce l’avrebbe fatta.
Palleggiò qualche altra volta e spostò il peso da un piede all’altro carico di adrenalina. Nella palestra risuonava solo il battere della palla sul pavimento e lo strusciare delle sue scarpe sportive. Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi, pregustando già quella vittoria che dava per scontato.
Smise di palleggiare e riaprì gli occhi, con un sorriso strafottente e di determinazione stampato sul volto.
Quello era il Natsu che tutti conoscevano e che avrebbe fatto carriera, quello con il fuoco negli occhi e con la lava al posto del sangue nelle vene.
Con un salto lasciò la palla a mezz’aria con una spinta pazzesca.
Il tempo che la palla ci mise per arrivare al tabellone fu infinito, ma una volta colpito e mandato il pallone dentro la rete i pochi presenti non poterono far altro che esultare.
Lucy saltellava dalla gioia, il coach cercava di contenersi ma anche lui non riusciva a stare seduto, mentre Purehito semplicemente applaudì.
Natsu invece urlava come un pazzo e corse incontro al coach che gli diede una stretta di mano e poi un abbraccio per congratularsi.
Aveva appena realizzato un sogno, qualcosa per cui aveva lavorato sodo.
Lucy lo guardava dagli spalti con il sorriso stampato sulle labbra e le lacrime agli occhi per la gioia.
“Congratulazioni, ragazzo” disse Purehito consegnandogli un certificato e una lettera.
“Gliel’avevo detto io che doveva darmi una seconda possibilità!” esclamò Natsu entusiasta.
“Per questo devi ringraziare la tua giovane amica” rispose l’uomo indicando con gli occhi Lucy, la quale non poté far altro che arrossire.
Natsu la guardò a sua volta e avvicinandosi sussurrò un appena udibile “lo so”, che fece sorridere la ragazza.
“Tutto quello che devi sapere è su questa lettera. Sarei stato io a spiegartelo ma sono stato qui anche troppo,” disse l’uomo prendendo la sua valigetta che aveva posato accanto agli spalti “buona fortuna, per tutto.”
 
 
 
“Posso entrare?”
“Natsu, ma quella è la finestra!”
 
 
 
“Allora, cosa farai?” domandò Lucy girandosi verso Natsu che le stava allungato accanto.
Il ragazzo aveva le braccia incrociate dietro la testa e guardava il soffitto bianco illuminato solo dalla luce della luna che arrivava fuori dalla finestra.
Lucy poteva vedere benissimo i suoi occhi verdi guardare la parete pensieroso.
“Non lo so… Cioè, ho ottenuto quello che volevo di più, ma adesso non so cosa viene dopo” rispose il rosa girando la testa sul cuscino per scrutare il volto di Lucy.
La ragazza sapeva benissimo cosa intendesse. Gli prese il volto tra le mani costringendolo a girarsi del tutto verso di lei.
“Tu invece sai perfettamente cosa fare, solo che non vuoi”
Il rosa si mise a sedere e Lucy fece lo stesso. Entrambi sapevano che aveva ragione e proprio per questo era ancora più dura.
Natsu mise un braccio attorno al collo di Lucy e l’avvicinò a sé, abbracciandola forte e lasciandole un bacio suoi capelli biondi.
“Ti amo tanto Lucy”
“Lo so” rispose stringendolo a sua volta e poggiando la testa sul suo petto, “anche io, Natsu”
 
 
 
 
Mi dispiace, non vorrei doverti lasciare, ma non posso rinunciare a questa opportunità e tu lo sai meglio di chiunque altro. Ci ho pensato molto e ho scelto di inseguire il mio sogno.
Lo faccio per me, per Igneel, per il coach Clive e per te.
So che capirai, perché tu mi capisci sempre. So anche che ti spezzerò il cuore e nonostante vorrei chiederti di aspettarmi non lo farò… Potrei stare via anni e tu devi andare avanti.
Spero che non ti arrabbi per averti lasciata dormire, ma non me la sentivo di vederti piangere mentre mi chiudevo la porta di casa alle spalle.
Spero che questo non sia un addio.
Un giorno tornerò e ci rivedremo. Questa è una promessa.
 
 
 
Alcune lacrime andarono ad infrangersi sulle parole scritte in modo frettoloso, sbiadendole e rendendole ancore più illeggibili di quanto già non fossero prima. Lucy strinse la lettera al petto e guardò il letto disfatto che sapeva ancora di lui. Quella notte una piccola parte di lei aveva sperato che lui non se ne andasse, di trovarlo accanto a lei appena sveglia, ma d’altro canto lei stessa lo aveva spinto a scegliere la sua carriera al suo amore per lei.
Per caso si guardò allo specchio che stava attaccato al muro e vide le lacrime scendere copiose e si disse che Natsu aveva ragione: vederla piangere avrebbe solo peggiorato le cose.
Dopo aver riletto la lettera prese un pezzo di carta e una penna e frettolosamente scrisse alcune parole. Con la lettera in mano e il suo foglietto si diresse alla sua finestra e dopo aver staccato due pezzetti di nastro adesivo ce li incollò sopra e poi si allontanò, rimanendo a guardare quelle parole.
 
Un giorno tornerò e ci rivedremo. Questa è una promessa.
Hai promesso, Dragneel.
 
Una promessa era stata fatta e Lucy sapeva che entrambi un giorno l'avrebbero mantenuta.
 
 
 

 
 
FINE









 
Angolo Autrice:
Salve a tutti quanti miei carissimi lettori e lettrici!
Wow, erano mesi che non aggiornavo e adesso eccomi qui con la fine di questo viaggio... o meglio, quasi fine, perché dopo questo capitolo ho intenzione di scrivere un epilogo! Quindi non disperate XD non ancora almeno.
Mi dispiace di aver fatto aspettare chiunque seguisse la storia ma tra la scuola e la mancanza di ispirazione buttavo giù solo qualche riga e anche molto deludente. Spero che la curiosità nello scoprire che cosa succede a Natsu e Lucy sia ancora abbastanza forte da farvi continuare a leggere.
Mi farebbe piacere sapere che cose ne pensate e soprattutto avere il piacere di parlare con voi un'altra volta dopo tanto tempo.
Un bacio,

Hanae

 
   
 
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