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Autore: Arsax    01/05/2017    1 recensioni
Non sapevo come eravamo arrivati a questo, sapevo solo che faceva male. Molto male. Non riuscivo a sopportare tutto ciò. Era come se mille lame gelide mi trafiggessero il cuore, e non solo figurativamente.
Come si era arrivati fino a quel punto? Noi due, sotto il potente e scrosciante bacio della pioggia, aggrovigliati in una danza mortale. Piantai i miei occhi nei suoi e pensai che forse era il destino a volere tutte quelle cose. Tutto quel sangue e tutto quel dolore. Tutta quella morte.
Abbandonai la testa all'indietro guardando le nuvole nere sopra di me e lasciando che la pioggia lavasse via ogni mio dolore e che mi baciasse per l'ultima volta.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 12



La rappresentazione teatrale durò molto, ma mi piacque tantissimo. Gli attori erano straordinari e riuscii a capire quasi l'ottanta percento delle battute. A fine spettacolo, tutto il pubblico si alzò in piedi e scoppiò in un applauso.
-Ti sei divertita?- mi chiese zio Wilhelm sorridente.
-Sì, non ho mai avuto dei posti così belli. Per la prima volta sono riuscita a vedere la faccia degli attori.
Zio Wilhelm scoppiò a ridere e ci avviammo fuori dalla sala. Mi guidò attraverso i corridoi del teatro e arrivammo ad una porta socchiusa. Non appena entrammo, notai che c'erano molti vampiri che parlavano in tantissime lingue diverse. Sembravano tutti nobili e degustavano del sangue dai loro calici di cristallo.
-I tuoi genitori devono tornare al castello. Non tutti i vampiri qui presenti la pensano come te riguardo ai mezzosangue.- sussurrò mio zio all'orecchio.
Salutammo i miei genitori e iniziammo a girare in quella sala, parlando con diversi vampiri. Conobbi i sovrani del clan spagnolo, del clan magrebino, del clan svedese e del clan inglese. Erano tutti immensamente felici che dopo secoli di battaglie, il clan Vidrean e il clan Lovinescu avrebbero finalmente trovato la pace grazie al matrimonio tra me e Stefan.
-Dov'è il vostro promesso sposo?- mi chiese la regina Youssra Muhammad, sovrana del clan magrebino.
Mi misi a cercarlo e lo vidi circondato da tante donne, tutte bellissime. Come dovevo aspettarmi, era stato assediato non appena era entrato nella stanza, ma quella volta provai una punta di gelosia, soprattutto perché la rossa che avevo visto alla serata di gala era di nuovo presente e gli stava appiccicata come una patella allo scoglio. Si poteva vedere benissimo anche da quella distanza che tra quei due c'era intesa e la cosa mi irritò parecchio, senza che ne sapessi il motivo.
Strinsi il ventaglio di mia madre molto forte, ma cercai di darmi un contegno.
-Come al solito è assediato dalle signorine.- risposi facendo ridere Youssra e Amine, suo marito.
-Non abbiate timore, l'avete conquistato e nessuna riuscirà a portarvelo via.- affermò Youssra, facendomi l'occhiolino.
-Si vede da come vi guarda che è molto preso di voi. Non avevo mai visto Stefan Lovinescu con uno sguardo del genere e mai avrei creduto di vederlo.- affermò Amine ridacchiando.
-Non dovete preoccuparvi che qualcuno ve lo porti via.- ripeté lei.
Davvero mi guardava come se fosse preso da me? Il suo sguardo era sincero oppure era tutta una finzione, esattamente come il nostro comportamento da "fidanzatini innamorati" che tenevamo in pubblico?
-Ho sentito dire che sapete suonare il piano molto bene.- disse Amine, sorseggiando del sangue.
-Come fate a saperlo?- domandai sorpresa.
-Vostro zio non fa altro che continuare a ripeterlo a tutti da quando siete entrati e afferma anche che siete anche una discreta cantante.- rispose Amine ridacchiando.
-Potete suonare per noi? Sarebbe un onore, vi prego.- mi domandò Youssra e non seppi resistere al suo sguardo.
Era una bellissima donna, con occhi verdi, pelle olivastra e capelli neri. Era molto dolce e mi era piaciuta fin da subito. Suo marito aveva gli occhi neri, pelle olivastra e capelli neri e anche lui era molto bello. Sarebbero stati degli ottimi alleati in futuro, anche perché erano gli unici che avevano mostrato un reale interesse nei miei confronti.
Andai al pianoforte a coda nero con tasti d'avorio. Guardai i tasti per istanti che parvero interminabili e iniziai a suonare "Sonata al chiaro di luna", una delle poche canzoni che conoscevo. Non appena avevo iniziato a suonare, tutti i presenti avevano smesso di chiacchierare e si erano girati ad ascoltarmi. Dovevo restare calma e non farmi prendere dal panico, altrimenti avrei iniziato a fare errori e non volevo fare una figuraccia davanti a tutti quei sovrani e nobili, ma soprattutto davanti a Stefan. Mi lasciai trasportare da quelle dolci note e suonai ad occhi chiusi, fingendo di essere a casa di mio zio e non ad una serata con dei nobili vampiri.
Suonai l'ultima nota e tutti mi fecero un caloroso applauso. Anche quella era andata. Arrivati al castello, avrei ucciso zio Wilhelm per aver detto a tutti che sapevo suonare e cantare.
-Sei stata meravigliosa.- disse Stefan avvicinandosi al piano e sedendosi accanto a me.
Iniziai a suonare "Per Elisa" di Beethoven e Stefan si mise a suonare con me. Non pensavo che Stefan fosse capace a suonare il piano, ma fu piuttosto divertente e presto si trasformò in una competizione. Ci rubavamo i tasti da suonare a vicenda, senza però perdere il ritmo e senza sbagliare una nota e alla fine tutti ridacchiavano divertiti da quella scena. Non appena finimmo, scoppiarono nuovamente in un applauso.
-Mi hai rubato gli accordi.- lo accusai ridendo.
-Eri tu che rubavi gli accordi a me, ladruncola.
Ci ritrovammo a ridacchiare come due ragazzini, ma non appena vedemmo che gli altri ci stavano osservando, molti con sguardi di tenerezza, ci ricomponemmo.
-Sei stata molto brava, principessa.- si complimentò con me, cercando di restare serio.
-Anche tu non sei andato male, principe.
Mi sorrise e mi alzai per raggiungere mio zio, ma notai che non appena mi ero allontanata, quella rossa appiccicosa era andata da lui e non smise un attimo di adularlo e lodarlo. E sembrava che la cosa lo gratificasse moltissimo. La rossa disse qualcosa che non riuscii a sentire e Stefan scoppiò a ridere.
-Potreste farci l'onore di allietarci con una canzone?- mi incalzò di nuovo Youssra.
Mi guardai in giro un po' impacciata e mio zio mi guardò incoraggiante. La cosa che mi convinse a cantare però, fu la rossa che faceva la civettuola e suonava qualche pezzo con Stefan. Le avrei fatto vedere io... cosa? Che cosa dovevo farle vedere? Ero veramente gelosa come avevo creduto?
Scossi la testa e ritornai in me.
-Accetterei molto volentieri, ma avrei bisogno di qualcuno che mi accompagni al piano.
-Vi accompagno io.- si propose mio zio avvicinandosi al piano.
Stefan e la rossa si alzarono e mio zio sedette al piano iniziando a suonare "I dreamed a dream" del musical "Les misérables", un musical che mi era piaciuto davvero tanto. Stefan mi guardava incuriosito, poiché non mi aveva mai sentita cantare. Probabilmente pensava che fossi stonata ed era pronto a godersi la scena, ma quando iniziai rimase sorpreso.
Mio zio continuò a suonare con un sorriso stampato sul viso e intuii che stavo andando bene. Nessuno emetteva un fiato e mi osservavano mentre continuavo a cantare. In quel momento mi sentii raggiante come non mai. Cantare era sempre stato il mio sogno e solo grazie alle lezioni di zio Wilhelm e alle sue povere orecchie torturate, ero riuscita a diventare abbastanza brava.
Quando cantai la strofa "And they turn your dream to shame", quella più difficile a mio parere, Stefan restò a bocca aperta. Terminata la canzone, tutti i presenti iniziarono ad applaudirmi con foga.
-Siete stata bravissima! Allora vostro zio non aveva esagerato a lodarvi.- si complimentò Amine entusiasta, avvicinandosi con la moglie.
-Anche io sono rimasta piacevolmente sorpresa. Temevo che non sarei riuscita ad azzeccare le note più alte.- risposi sorridendo timidamente.
-Non mi avevi detto di essere così brava, principessa.- disse Stefan avvicinandosi.
L'avevo colpito veramente tanto e non stava prestando la minima attenzione alla rossa, cosa che le fece formare un'espressione interdetta e infastidita sul volto. Sorrisi compiaciuta.
-Non lo credevo nemmeno io.- risposi sorridendo teneramente a Stefan.

Tornammo al castello ridendo e scherzando. Non pensavo che mi sarei divertita così tanto ad un ricevimento formale. La serata aveva iniziato a diventare piacevole dopo la mia esibizione, perché Stefan non aveva più degnato di uno sguardo quella stupida rossa. Zio Wilhelm si era complimentato con me per il mio comportamento e si era offerto di accompagnarmi in camera mia.
-Non preoccuparti, ci penso io a scortare la principessa fino alla sua camera. Abbiamo le camere adiacenti, perciò vai pure a riposarti.- disse Stefan.
Vidi che zio Wilhelm era parecchio preoccupato, ma acconsentì e ci augurò la buonanotte.
-Sei stata veramente grandiosa. Quando ti hanno convinta a cantare, pensavo che avresti fatto venire un'otite a tutti e invece mi hai sorpreso. Chissà se anche ai vampiri può venire l'otite.- mi canzonò Stefan.
-E tu perché non hai cantato?- gli chiesi con tono di sfida.
-Be', perché avrei fatto cadere ai miei piedi ogni donna presente e non volevo mancarti di rispetto.
-Ma piantala! E poi ho notato che la rossa non ti si staccava un solo istante. Ti guardava come io guarderei un bignè alla crema e cioccolato.
-Valerie? È solo una donna alla ricerca di un marito, ma sa perfettamente che non sono disponibile.- rispose sorridendo divertito.
-Non mi sembrava che la cosa l'avesse scoraggiata dal buttarsi addosso a te più volte.- borbottai stringendo il ventaglio senza accorgermene.
-Sei gelosa?- mi chiese con un sopracciglio alzato.
-Io? E perché dovrei?- domandai col mio solito tono acuto da agitazione
-Il tuo tono acuto dice il contrario.
-Ti dico di no.
Scoppiò di nuovo a ridere e dopo poco lo seguii. Non pensavo nemmeno che mi sarei mai divertita così tanto con Stefan. Solitamente ridevamo e ci stuzzicavamo, ma non avevo mai riso così di gusto con lui come quella sera.
Arrivammo davanti alla porta della mia camera e in un attimo non seppi che cosa fare. Dovevo augurargli la buonanotte ed entrare, ma mi ero inspiegabilmente bloccata.
-Be'... buonanotte Stefan, e grazie per la bella serata.- dissi imbarazzata e mi voltai per entrare in camera mia, ma lui mi trattenne per un braccio.
-Non mi dai neanche il bacio della buonanotte?- chiese fingendo di essere offeso.
-Piantala di fare l'idiota.- borbottai imbarazzata.
Si avvicinò a me lentamente. Il suo profumo mi mandava in pappa il cervello e il respiro accelerò. Mi dette un delicato bacio sulla guancia e io avvampai.
-Buonanotte, Serena.- sussurrò al mio orecchio, solleticandomelo col suo respiro.
-Buonanotte, Stefan.- borbottai entrando velocemente in camera.
Prima di chiudere la porta, mi era sembrato di vedere Stefan sorridere soddisfatto e... felice. Forse era stata una mia impressione e forse il mio cervello era ancora in pappa, ma andai a dormire col sorriso stampato sulle labbra.

Sono in un enorme salone buio. Dai pesanti tendaggi entrano pochi raggi di sole, ma non bastano ad illuminare tutto l'ambiente. Sembra polveroso e abbandonato da anni. L'unico oggetto che c'è in quel salone è un bellissimo pianoforte a coda.
Mi avvicino con passo sicuro e mi siedo, iniziando a suonare "Per Elisa". Accanto a me si siede Stefan, che mi riserva un dolcissimo sorriso. Inizia a suonare con me e ci stiamo divertendo tantissimo.
Ridiamo e scherziamo fino a quando non sento un dolore lancinante al petto. Vedo un paletto spuntare e il sangue sgorgare copioso. Qualcuno mi ha trafitta alle spalle. Non riesco a vedere la sua faccia, ma so che è una persona che conosco piuttosto bene.
Stefan mi guarda ad occhi sbarrati e il suo volto inizia a farsi sfocato, mentre il mio assalitore estrae il paletto e mi assesta un altro colpo.


Mi svegliai di soprassalto urlando come un ossesso. Era stato un altro dei miei soliti incubi.
Come la volta precedente, la guardia entrò in camera mia alla ricerca di un assalitore, ma dovetti nuovamente spiegarle che avevo avuto un altro incubo.
Non potevo andare avanti in quel modo. Dovevo cercare delle risposte a quei sogni così vividi e palpabili, talmente tanto reali che mi sembrava di sentire ancora il dolore al petto, provocato dal paletto che mi aveva trafitta. Mi venne da piangere, ma non lo feci.
Qualcuno bussò alla mia porta e Stefan entrò nella mia camera. Indossava dei pantaloni della tuta e una maglietta scura come pigiama. Vederlo con abiti diversi da quelli che indossava solitamente mi lasciò stupefatta, ma dovevo immaginare che non fosse il tipo da dormire con il pigiama di flanella e le pantofole con gli orsetti rosa.
-Tutto bene?- chiese preoccupato.
Mi strofinai gli occhi e cercai di rallentare il respiro.
-Sì, solo un brutto incubo.
-Sicura? Perché ti ho sentita urlare dalla mia camera e non sembrava...
-Sto bene, davvero. Anche se non penso che riuscirò a riaddormentarmi.- sussurrai esausta.
-Vuoi che resti qui a farti compagnia? Nemmeno io penso che riuscirò ad addormentarmi, soprattutto dopo aver sentito il tuo urlo disumano.
Era davvero premuroso, ma non credevo che fosse una buona idea restare da sola con lui, dopotutto non lo conoscevo ancora del tutto e la fama della sua famiglia continuava ad incutermi un certo timore.
-Non ti mangio mica.- mi incalzò sorridendo e risvegliandomi dai miei pensieri.
-Non vorrei disturbarti.
-Nessun disturbo. Posso?
Annuii e Stefan si sedette accanto a me sul letto, chiacchierando nel tentativo di non farmi pensare a quel brutto incubo. Era davvero dolce e pensai di averlo giudicato troppo in fretta. Dovevo stare in guardia comunque, era ovvio, ma magari avrei scoperto che non era così malvagio come lo erano i suoi parenti.
-Se vuoi posso cantarti una ninnananna, ma se lo facessi ti farei cadere ai miei piedi alla prima strofa.
-Ma smettila di tirartela. Probabilmente sei più stonato di me.- risposi ridacchiando.
-Allora cosa vuoi che canti?
-Vuoi cantare davvero?- chiesi sorpresa.
-Mi hai sfidato e non posso rifiutare.- rispose divertito.
-Io non ti ho sfidato.
-E invece sì. Allora, cosa devo cantare?
-Mmh... “Chop suey!” dei “System Of A Down”?- proposi.
-Vuoi davvero farmi cantare una canzone metal?- chiese con entrambe le sopracciglia alzate.
-Allora se fai tanto lo schizzinoso, scegli tu.
Iniziò a canticchiare a bassa voce “I dreamed a dream” e ne rimasi meravigliata. Nonostante cantasse a voce bassa per non svegliare nessuno, aveva una voce meravigliosa ed era molto intonato. Si interruppe e ridacchiò della mia espressione.
-Te l'avevo detto che ti avrei fatta cadere ai miei piedi.- affermò soddisfatto.
-Affatto. Sono solo... rimasta sorpresa. Non mi aspettavo che nelle tue lezioni per diventare principe, ci fossero anche lezioni di canto e di pianoforte.
-Devo saper fare tutto per occasioni simili a quella di questa sera.- rispose sorridendo.
Restammo svegli per il resto della notte e parlammo molto, soprattutto di libri. Non accennava quasi mai alla sua infanzia e la cosa lo avvolgeva nel mistero. Ero curiosa di sapere come fosse cresciuto, ma teneva nascosto il suo passato con tantissima gelosia. Alle prime luci dell'alba riuscii ad addormentarmi.
Il mattino dopo mi risvegliai da sola. Come un uomo galante e cavalleresco quale era, Stefan aveva lasciato la stanza non appena mi ero addormentata. Quell'uomo non faceva altro che confondermi e sorprendermi ogni giorno di più.

Angolo autrice.
Buonasera a tutti. Tra Stefan e Serena inizia ad esserci del tenero e tutto sembra andare per il verso giusto, ma per quanto ancora?
Grazie per essere arrivati fino a qui, per le recensioni e per aver messo la storia tra le seguite/preferite. Grazie davvero per questo supporto.
Un bacione enorme.
Arsax <3
  
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