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Autore: Liry_chan    01/05/2017    1 recensioni
Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra. Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Ukoku Sanzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
Rivelazioni

Il bagliore del sole gli faceva dolere gli occhi, anche se li aveva ancora serrati. Forse era morto e quello era il paradiso.
“Chissà se anche l'anima di un demone può ascendere al regno celeste.”
C’era  solo un modo per scoprirlo, ma non ne aveva il coraggio. Si coprì il volto con le mani. Rimase in quello stato di sospensione per qualche minuto, poi sentì il frangere delle onde in lontananza. Il mare. Quel suono lo rassicurò. Cautamente, aprì un occhio; mentre si abituava alla luce, capì di trovarsi in una specie di spiazzo erboso, tra alberi dal fusto esile ma alto. Mise a fuoco: palme, senza dubbio. Tirandosi a sedere, sentiva i polmoni andargli a fuoco. Provò a inspirare profondamente, ma servì solo ad infiammare ancora di più il torace. Tossì e il rantolo si tramutò in vomito, viscido e salato.
«Così debole…?»
Istintivamente assunse una posizione difensiva, pronto a respingere l’attacco del nemico alle sue spalle; la voce che lo compativa pareva provenire da chissà quale cavernosa profondità, anche se aveva qualcosa di familiare.
Quando si voltò, quello che vide lo lasciò senza parole.
«Chi… cosa sei?»
«È strano che proprio tu mi faccia questa domanda»
Goku sembrò non comprendere la risposta del mostro serpentino che, srotolandosi dal tronco al quale era avvinghiato, si avvicinava con danza sinuosa. Era una donna, constatò. Per lo meno, la sua metà superiore.
«Cosa vuoi da me? Perché non mi hai ucciso? Sei qui per rubare il sutra di Sanzo?»
«Quante domande…» ridacchiò lei. «Non ho alcun interesse per il sutra di cui parli» riprese seria. «Riguardo il resto, non voglio ucciderti o farti del male, anzi… sono qui per renderti libero, fratellino»
Goku restò di sale. Fratellino. Quella parola, alle sue orecchie suonava dolce come fiele.
«Il fatto che anch’io sia un demone non fa di me tuo fratello!»
«Oh, sì invece. Vedi, in giro non ci sono molti Seiten Taisei… mi risulta che tu sia unico nel tuo genere» si fermò nel mezzo della radura, a pochi metri dal ragazzo. «A parte me, ovviamente. Solo che sono stata… diciamo pure partorita molto prima; a rigor di logica, quindi, sono tua sorella maggiore»
«Io… Io non capisco…»
Lei si tolse la maschera di ossidiana, scoprendo il viso.
A Goku quasi venne un colpo. «Eri tu al mercato». Lei annuì. «Allora, tutti quei monili servivano a mantenere l’aspetto umano. Così tanti…» La testa cominciò a vorticargli, un milione di domande gli si affollavano nella mente. «Se davvero sei mia sorella, perché non hai gli occhi dorati?»
Haydè assunse un’espressione di compiaciuta saccenza. «Scommetto che ti hanno detto che l’oro dei tuoi occhi è il marchio della colpa che porti». Non attese risposta. «E quale aberrante peccato giustifica l’incarcerazione di un bambino, anche se demone, te lo sei mai chiesto?»
Goku non seppe cosa rispondere. Aveva sempre dato per scontato di essere un abominio. Preso da quelle riflessioni abbandonò la posizione difensiva, ma rimase in ginocchio strappando ciuffetti d’erba per poi lasciarli disperdere alla brezza marina.
«Paura. E invidia» riprese Haydè. «La colpa, per cui siamo stati rinchiusi come bestie, è quella di avere più potere delle divinità stesse. In noi coesistono sia l’energia demoniaca che celeste: non potendo sottrarci o imbrigliare quella forza, l’unica alternativa era sigillarla per l’eternità»
«Ti sbagli!» urlò il giovane. «Sanzo ha udito il mio richiamo di aiuto ed è venuto a liberarmi, e i Sanboutsushin mi hanno affidato alla sua custodia»
«Oh certo…» la voce di Haydè divenne sibilo astioso, «e guarda come sei ridotto: una scimmia ammaestrata, che usa il suo potere per rivoltarsi contro la propria specie»
«La specie di cui parli uccide innocenti, donne e bambini!»
«Anche gli umani uccidono innocenti, donne e bambini… youkay»
«Lo fanno per difendersi…» lo disse con poca convinzione. «E poi non sono tutti uguali»
«Ti riferisci ai tuoi amichetti? Lo fanno per difendersi, loro?»
«Sono i demoni ad attaccare per primi, cercano impossessarsi del sutra di Sanzo»
«Sei un ingenuo, fratello. Youkai o umani non fa differenza: quando si tratta di sopravvivere è l’istinto a primeggiare» dicendolo, frantumò una noce di cocco tra gli artigli lucenti del suo guanto d’acciaio. Il latte scaturito da quell'esplosione, le ruscellava fino al gomito e da lì a terra, formando una pozzetta melmosa.
«Perché adesso? Perché non ti sei fatta viva prima?»
«Gli dei mi avevano imprigionata. Solo da poco, sono stata ridestata dal mio sonno. E ora, sono qui per sciogliere anche te dal vincolo che inibisce la tua vera essenza»
«No!» la voce di Goku ebbe un tremito. «Non controllo il mio potere. Per questo ero rinchiuso; per questo indosso la tiara. Bisogna contenere la mia forza distruttiva…»
Nel pronunciare queste parole, realizzò che lei riusciva a mantenere la piena coscienza anche nella sua forma originale, senza alcun dispositivo di controllo. La curiosità ebbe il sopravvento. «Come ci riesci?»
Haydè si accomodò sulle spire, arrotolate sotto di lei come un giaciglio. Guardava il fratello con quei suoi occhi fumosi. «Ho avuto tutto il tempo di fare pratica seppellita nel ghiaccio. Senza potermi muovere, come addormentata, eppure cosciente. I primi tempi ero convinta che la furia che provavo verso i miei carcerieri mi avrebbe consumata, come una candela che brucia troppo in fretta. A poco a poco, però,  rabbia e odio lasciarono il posto alla disperazione. Quello fu il periodo peggiore perché pensavo di impazzire a ogni respiro. Ma la follia mi ignorò; lentamente la disperazione divenne rassegnazione e la rassegnazione, oblio. A quel punto tutto è scivolato nella quiete»
«A dire il vero, a me sembri ancora piuttosto incavolata»
La donna-drago sorrise maliziosamente, levandosi a sovrastare Goku, ancora carponi. «Forse ti ho giudicato troppo precipitosamente. Non sei così ingenuo come credevo.» Serpeggiando rapida e leggera, in un paio di mosse si spostò dietro di lui, poggiandogli le mani sulle spalle. «Quando ho saputo di avere un fratello, la gioia di questo pensiero è  stata soffocata dal risentimento verso gli dei, che ti avevano riservato la mia stessa sorte»
«Non ti ho chiesto di vendicarmi»
«Non provi rancore verso l’arroganza delle divinità? Non vuoi che sia fatta giustizia?» 
«Che razza di giustizia è, se inquinata dall’odio? Io non sono arrabbiato anzi, sono grato. La mia reclusione mi ha permesso di conoscere Sanzo e Hakkay e Gojyo. Mi ha permesso di trovare una famiglia»
Haydè provò un profondo rammarico nell’udire quell’ultima frase. «Sono io la tua famiglia! Non nel modo in cui vengono generati gli umani o gli altri demoni, ma nelle nostre vene scorre comunque lo stesso sangue»
«Può darsi» disse Goku, con calma, «però io non so niente di te, né tu di me. Mi dispiace, ma la mia vita e il mio affetto sono legati all’uomo che mi ha cresciuto»
Si allontanò da lui con disapprovazione, quasi indignata, l'argentea criniera che si agitava al vento salmastro. Haydè si voltò verso il folto degli alberi e socchiuse gli occhi. Prima che il giovane potesse accorgersene, la mano guantata artigliò l’aria e la tiara dorata di Goku si sbriciolò come fosse stata un biscotto. «Bene. Se ci tieni tanto a lui, vai a dimostrargli il tuo amore. È qui».
   
 
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