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Autore: jarmione    03/05/2017    2 recensioni
Cosa accadrebbe se Peabody gratificasse i detenuti con un gemellaggio?
E se il suddetto gemellaggio venisse fatto con il penitenziario femminile?
Riuscirà Evelyn a tenere buoni i fratelli e a tener nascosto il suo lato competitivo?
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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Evelyn rimase chiusa nella sua cella per tutto il resto della giornata.

Non scese neanche a pranzo e nemmeno a cena, nessuno si era accorto della sua assenza...persino Jack.

Ogni volta che si affacciava alle sbarre della finestra lo vedeva sorridere come un ebete e questo la infastidiva.

Si sentiva tradita, umiliata, lei che lo amava davvero.

Se avesse potuto lo avrebbe preso a bastonate.

Avrebbe voluto andare da lui la notte e parlare ma sapeva che sarebbe stato inutile oltre che impossibile, dato che i fratelli erano chiusi a chiave mentre lei no.

Non essendo una vera detenuta, aveva certi privilegi in confronto agli altri, che comunque sapevano la situazione e accettavano Evelyn come una di loro.

Era persino riuscita, inconsapevolmente, a rendere mansueto Stinky Bill, cosa che nessuno era mai riuscito a fare.

Uno dei tanti privilegi che aveva, era proprio la cella perennemente aperta e la possibilità di girare per tutto il penitenziario liberamente, persino negli alloggi della signorina Betty e di Peabody.

Decise di sfruttare quel suo privilegio per raggiungere Jack durante la notte.

Pensando ai fratelli sapeva che non c'era da stare tranquilli.

Pensava anche al povero Averell, che per tutto il giorno veniva sfruttato da queste ragazze per ottenere informazioni e lui, stupido, ci cascava.

Però notava che non era felice e che per la maggior parte del tempo se ne stava nel loro angolo.

Avrebbe dovuto parlare anche con lui...e chiedergli scusa per le sberle prese a causa sua il giorno prima.

Attese la sera e quando tutti erano a dormire, ne approfittó per uscire ma, quando tentò di aprire la porta...essa era chiusa a chiave.

Tentò di forzarla ma niente, non aveva nemmeno una forcina.

Chi diavolo era stato a chiuderla dentro?

Le guardie avevano ordine preciso di non farlo.

Sapendo che la sua cella distava di una da quella dei fratelli, tentò il gesto disperato di richiamare la loro attenzione dalla finestra.

"Joe!" Tentò di avere un tono un po' alto ma, essendo notte, le veniva spontaneo bisbigliare "Joe!...sono chiusa a chiave!"

Ma niente

"William...Averell...Jack! Aiuto!"

Nessuno rispose.

Evelyn si mise in ascolto e ciò che udì la fece rabbrividire.

Sentiva i fratelli ridere e bisbigliare, parlando di piani di evasione, assieme ad altrettante voci...femminili.

Solo il russare si Averell le fece capire che lui non stava facendo nulla.

Come facevano le ragazze a trovarsi nelle celle degli uomini?

Si sentì morire.

Rinunciò persino a voler uscire e si accasciò a terra, lasciandosi andare nuovamente alle lacrime.

 

*********

 

Il mattino seguente, dopo una nottata passata a fissare il soffitto, Evelyn si avvicinò alla porta per udire se qualcuno passava di lì per aprirle.

Sentì il fischiare di Stinky Bill

"Ehi!" Batte le mani sulla porta "ehi!"

Il fischiettio cessó

"Stinky Bill!"

Due secondi dopo bussó sulla porta di Evelyn

"Fammi uscire!"

"Sei chiusa dentro?" Persino lui si stupì

"Se fosse aperta non te lo chiederei testone!"

"E perché sei chiusa dentro?"

Evelyn sbuffó esasperata, convincendosi che Stinky Bill è peggio di Averell.

"Stinky Bill aprimi immediatamente o ti giuro che dico a Peabody che le limette che trova in lavanderia sono le tue!"

Di sottofondo si udì Ming Li Fu cinguettare "Ola posso limale anche le unghie dei piedi!"

Sarà stata la fifa, sarà stato il pensiero di altri anni alla condanna, stava di fatto che Stinky Bill aprì la cella servendosi, per l'appunto, di una lima, che si portava sempre a dietro ben nascosta non si sa dove.

Appena aperta, Evelyn corse fuori, ignorando il povero Stinky Bill che la implorava di stare zitta con Peabody.

Giunta a mensa, venne accolta dalla stessa scena del giorno prima.

I detenuti che cadevano come pere cotte davanti alle ragazze e quest'ultime a renderli loro schiavi.

Ma solo lei notava queste cose?

Possibile che le guardie e Peabody non lo notassero?

Altro che gemellaggio per scambio culturale, qui qualcuno ci lasciava davvero due gemelli.

Persino la signorina Betty, che stava assieme alle guardie, si sentiva inerme davanti a quello scenario.

Nel vedere al tavolo dei fratelli le ragazze che passavano mani e dita tra i capelli e i baffi, ebbe lo strano impulso di fare una strage.

La stessa voglia le venne quando vide Fantine, la capa, lanciarle uno sguardo sfida.

Ebbe la sensazione che fosse stata lei a chiuderla nella cella.

Cercò di stare calma e si avvicinò a Joe

"Joe devo parlarti"

"Si si dopo" rispose lui senza degnarla di uno sguardo, in quanto troppo impegnato a flirtare

"Ma Joe è importante"

"Senti un po' pulce!" La guardò minaccioso "non vedi che sono molto impegnato!? Sto escogitando un piano per evadere e tu mi distrai!"

"Ma..."

"Sparisci pulce o ti riduco un colabrodo!"

Evelyn rimase di sasso, mentre Fantine ridacchiò, attirando nuovamente l'attenzione di Joe su di se.

Provó con William 

"William ti devo parlare"

"Ne parliamo dopo Evelyn ok?"

Evelyn non disse altro e tentò infine con Jack

"Jack...Jack ti devo parlare" niente "Jack mi vuoi ascoltare!?"

Ma nulla, sorrideva e arrossiva sotto le attenzioni della ragazza al suo fianco.

Annette si chiamava.

Era al limite.

Non fece colazione e si andò ad appostare nel loro angolo.

Li vi trovò Averell, seduto a terra con le gambe raccolte al petto e lo sguardo imbronciato.

Lei fece lo stesso.

"Non ti degnano di uno sguardo vero?"

Averell annuì "Nemmeno le ragazze"

"Io sono una ragazza"

"Ma la mia sorellina, non è la stessa cosa" precisò lui

"Io però non cercherei mai di tradirti e non ti volterei le spalle" Evelyn fece un profondo sospiro, mentre i suoi occhi divennero tristi.

Averell tolse il broncio e la guardò attentamente.

Forse, in quel frangente, la capiva più di quanto lei si aspettasse.

Evelyn tirò su con il naso ed infine, non riuscendo a trattenersi, inizio per l'ennesima volta a piangere, stringendosi al petto di Averell, che rimase di sasso senza sapere cosa fare.

"Mi trattano come un estranea e Jack non mi guarda nemmeno"

Averell non era mai stato bravo a consolare le persone, di solito faceva solo disastri.

Lui mangiava quando era triste, e non solo in quel caso, quindi era inerme di fronte allo scenario che aveva davanti.

Una cosa era certa, nessuno poteva farla piangere.

Poco dopo Evelyn si calmò e rimase stretta ad Averell.

"Ti prego stringimi Averell" anche se in modo impacciato, Averell la strinse

"Ti andrebbe di aiutarmi? Ho un piano" Gli chiese alzando lo sguardo e implorandolo.

Evelyn non era Joe e quindi di lei si fidava.

"Il tuo piano prevede del cibo?" Chiese "ho una certa fame"

"Prevede che ti do la mia dose di macinato per un mese"

Ad Averell si illuminarono gli occhi

"Affare fatto!"

Evelyn sorrise, suo fratello Averell era fantastico.

"Ti adoro Averell"

  
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