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Autore: Liry_chan    03/05/2017    1 recensioni
Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra. Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Ukoku Sanzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8
L'accordo

Dalla torre di guardia, Kougaiji osservava il sole tuffarsi nelle scure acque marine. Yaone alle sue spalle, era silenziosa. Non riusciva a vedere il volto del giovane, ma capiva che qualcosa lo tormentava.
«Mio principe, cos’è che ti preoccupa?» chiese con la sua usuale dolcezza.
«Se potessi porre fine a questa guerra con una sola, semplice, disperata decisione… lo faresti?» I suoi occhi continuavano scrutare l’orizzonte anche se ormai il crepuscolo aveva appiattito ogni cosa in una silhouette violacea.
«A quale decisione ti riferisci?»
«Haydè, la donna-drago, mi ha fatto una proposta. È in grado di risvegliare mia madre, ma il prezzo che chiede è il sacrificio. Una vita per una vita.»
«Un… sacrificio?» la voce di Yaone era piena di apprensione.
«Proprio così. Ci deve essere un legame abbastanza forte da consentire di donare la propria energia vitale senza alcun ripensamento.»
Sapeva che Kougaiji non avrebbe esitato a dare la propria, in cambio della vita di sua madre. Quello che sicuramente lo angustiava era ciò che poteva accadere a coloro che amava, quando non sarebbe stato lì a proteggerli. Per quanto la riguardava, un mondo senza di lui equivaleva al giorno in cui non sarebbe più sorto il sole. Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime ma, mordendosi le labbra, non permise che nessuna scivolasse oltre le ciglia. «Ti prego, consentimi di offrire la mia vita. È il dono e la gioia più grande che tu possa concedermi.» affermò senza esitazione.
Kougaiji le si avvicinò, guardandola dritta in viso accennò una lieve carezza sulla sua pelle levigata. «Non posso permettertelo.» disse semplicemente.
Yaone rimase sola nell’oscurità della torre. Un vento gelido si stava alzando da nord. O forse era solo l’assenza del suo dolce principe che le rubava calore dal corpo. Non aveva idea di come impedirgli di compiere quel grave gesto; forse Dokugakuji avrebbe potuto aiutarla. Senza perdere un minuto, si precipitò nell’armeria. Trovò l’amico intento ad affilare la sua sciabola su una mola. “È un guerriero fino al midollo” pensò, vedendo quale attenzione metteva nella cura della sua arma.
«Sei riuscita a parlargli?» chiese senza distrarsi da ciò che stava facendo. «Non mi piace quando è così taciturno. Ho un brutto presentimento…»
Yaone spiegò la situazione  meglio che poteva. «Non so più di quello che ti ho raccontato.» Kougaiji non era sceso in dettagli. «Ma dobbiamo assolutamente fermarlo!»
«Agitarsi non serve a niente.» cercò di calmarla.
«Forse potremmo parlare con Haydè… convincerla a lasciare perdere.»
«Ci ritiene poco più che insetti, non ci prenderebbe neanche in considerazione. Secondo me quello di cui dovremmo preoccuparci veramente è quell’infame di Ni Jianyi. Chissà cosa trama… in fondo è stato lui a portare qui quel mostro.»
Quasi materializzandosi dalle parole di Dokugakuji, il dottore emerse da un angolo in ombra, facendo trasalire i due giovani. «Non è carino parlare male degli assenti, la tua mamma non ti ha insegnato le buone maniere?» godeva nel sapere esattamente quali tasti toccare per far soffrire gli altri.
Doku serrò la stretta sull’elsa della spada, tanto che le nocche divennero bianche. «Ma tu non sei assente.» rispose a denti stretti. «E non è altrettanto carino origliare: tua madre sono certo che non ti abbia insegnato le buone maniere.»
Ni ignorò l’insulto, avanzando qualche altro passo nell’alone di luce in cui si trovavano i ragazzi. Si spostava da una rastrelliera all’altra, ora gingillandosi con una lancia alla cui sommità pendeva una nappa colorata, ora saggiando il filo di qualche ascia con l’impugnatura di bronzo cesellato.
Stava tastando la loro pazienza. Dokugakuji intuiva che la visita dello scienziato aveva uno scopo, e anche se detestava farlo dovette cedere all’umiliazione di chiedere. «Su parla! …perché sei qui.»
«Credo che abbiamo un problemino comune.» si prese tutto il tempo per pronunciare queste parole, compiaciuto di poter proseguire in veste di solutore.
«Il problemino, come lo chiami, ce lo hai messo tu tra i piedi.»
«Ehi, io che colpa ne ho se il vostro adorato principino ha il cuore tanto nobile da sacrificarsi per la mammina?»
Yaone non poté trattenere la rabbia «Non osare parlare in questo modo del principe Kougaiji! Tu non vali neanche la metà di lui.»
Ni Jianyi la compativa miseramente. “Che terribile morbo l’amore.” «Per vostra fortuna ho uccellini che odono anche i più lievi sussurri nel castello: altrimenti sarei qui a organizzare un bel funerale piuttosto che proporvi un accordo. Anzi, più precisamente uno scambio…» lasciò la frase a metà stuzzicando la curiosità dei due.
«Di che scambio stai parlando?» Dokugakuji diffidava persino dell’ombra del dottore ma se c’era una remota speranza di salvare Kougaiji, non avevano altra scelta che ascoltarlo.
Un sorriso trionfante affiorò sulle labbra di Ni. «Sto mettendo a punto un macchinario, in grado di contenere la straordinaria potenza di Haydè. Se riuscissi a imbrigliare quell’energia potrei sfruttarla a mio piacimento e il principino non avrebbe più motivo di suicidarsi. Vi offro una via d’uscita.»
Doku è Yaone atterrirono alla sola idea di una simile forza nelle mani di quel pazzo. Tuttavia era in gioco la vita del loro signore e amico.
«Cosa vuoi in cambio?» fu Yaone a parlare per prima.
«Mi serve il sutra…»
Dokugakuji rimase un po’ deluso da quella richiesta banale. «Sai che novità! È una vita che cerchiamo di prendere quello stramaledetto sutra…»
«Stavolta è diverso.»
«E perché mai?»
«Stavolta… mi serve anche Sanzo. E mi serve vivo.»
   
 
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