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Autore: SmixaLegion    03/05/2017    0 recensioni
[Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali]
Una nuova casa in Irlanda, un nuovo anello, nuove avventure e nuovi speciali.
"Eravamo partiti per l'ignoto, senza una meta ben precisa. Olive aveva fatto funzionare i motori di quel vecchio relitto su cui ci eravamo imbarcati per settimane, fino allo sfinimento. Enoch era rimasto sempre accanto a lei per supportarla, e a fine giornata di navigazione lei si accasciava sulla sua spalla ormai esausta, mentre Miss Peregrine calava l’ancora per la notte, un gesto che faceva ufficialmente terminare l’ennesima giornata trascorsa tra le acque.
Miss Peregrine, Fiona e i Gemelli si erano dati alla pesca, unica fonte di sostentamento in quel lungo viaggio che sembrava non avere fine."

Cosa accadrà ai bambini speciali di Miss Peregrine dopo essere salpati da Blackpool? Questa storia proverà a dare una valida risposta!
[Jake/Emma con aggiunte Enoch/Olive]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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EMMA

Finalmente eravamo riusciti a visitare la città dopo interi giorni passati a pulire e ristrutturare la nuova casa. Io, Miss Peregrine e gli altri bambini ci eravamo dati molto da fare, e dopo tanta fatica, la struttura cominciava a diventare un posto confortevole.
Wicklow era leggermente più grande di Cairnholm, piena di piccoli negozi sparsi per le vie centrali che vendevano tutto ciò che serviva per vivere.
Gli abitanti erano principalmente agricoltori e pescatori, grandi campi coltivati e numerose barche a vela erano ormeggiate al porto, l’unico punto più attivo della città.
Alla nostra prima visita ci scrutarono tutti, guardandoci dall’alto verso il basso; il proprietario di un negozio di alimentari dove entrammo per comprare da mangiare chiese a Miss Peregrine chi fossimo e lei rispose che eravamo un gruppo di orfani di guerra e che il suo compito sarebbe stato occuparsi di noi. Una scusa già usata precedentemente in Galles che funzionò alla grande, il proprietario parve commosso e ci regalò del cibo in più, dicendoci che in caso di difficoltà si sarebbe reso disponibile ad aiutarci.
Una volta tornati a casa riuscimmo a riempire pienamente la dispensa grazie ai risparmi che Miss Peregrine era riuscita ad accumulare negli anni con qualche piccolo furto di Millard. Per lui era un gioco, ma avere soldi conservati, si era rivelato molto utile quando qualcuno di noi si ammalava o semplicemente bisognava comprare regali di compleanno a un membro della famiglia. Eravamo costretti a procurarci soldi in quel modo perché né lei né noi speciali potevamo lavorare. Non che a Millard dispiacesse così tanto.
Prima di tornare a casa, appena fuori la città, Millard Enoch e Jake tornarono al centro a prendere alcune cose che Millard aveva dimenticato di comprare, andarono solo loro tre senza chiedere a me e Olive di accompagnarli e questo ci insospettì non poco. Cosa volevano combinare? Cosa stavano architettando? Dannato Jake, mi stavi facendo letteralmente uscire fuori di me.
Quando mi ero svegliata durante la notte dopo averti sognato tra le mie braccia, tu eri lì, addormentato e seduto accanto al mio letto, mi era preso un colpo e una strana sensazione allo stomaco, e solo dopo più volte che ti avevo chiamato ti eri svegliato; avevi lo sguardo assonnato, un po’ perso, e non avevo resistito dal farti stendere sul mio letto.
Sperando che Miss Peregrine non ci scoprisse, ti avevo fatto poggiare al mio petto, stringendoti a me. Quella notte fece molto freddo, ma i nostri corpi abbracciati diventarono così caldi che non lo soffrimmo. Accarezzandoti dolcemente ti addormentasti subito. Presi sonno anche io dopo un po’, non prima di essere rimasta a osservare come riposavi sereno accanto a me.
Al mattino ci eravamo svegliati ancora più stretti, sembravi quasi non volermi lasciare andare.
«Jake…» dissi accarezzandolo dolcemente, lui non sentì la sveglia.
«È ora di alzarsi»
«Potrei restare così per sempre» mi rispose lui, e nonostante avessi voluto rispondergli allo stesso modo gli dissi di non farci l’abitudine. Non gliel’avrei data vinta così facilmente, anche se desideravo con tutta me stessa che continuasse a farmi visita la notte; avrei accettato ogni scusa da parte sua, anche la più assurda, perché stringermi a lui con quella certa intimità e vederlo imbarazzato al mattino, mentre si risvegliava stretto a me, mi piaceva da morire.
Dopo essere tornati dalla città, quella sera cenammo alla grande, come non facevamo da settimane. La tavola era imbandita di ogni tipo di carne, contorni e dolciumi. Mangiammo fino a scoppiare e dopo andammo tutti in salotto ad assistere ai nuovi sogni di Horace.
Proiettò una cavalla con il manto color panna che correva libera in una prateria, somigliava così tanto a Daisy che tutti pensammo che sarebbe stata lei, in futuro, lasciata libera di pascolare una volta che Miss Peregrine l’avrebbe rieducata. Fummo felici pensando che avrebbe avuto un futuro roseo e felice con noi nella nostra casa.
Dopo il sogno, andai in camera mia e mi preparai per la notte, ma poco dopo qualcuno bussò alla porta; sperai che fosse Jake, con la scusa di un altro incubo. Prima che potessi chiedere chi fosse lui aprì la porta e entrò leggermente.
«Hai fatto un altro incubo?» gli chiesi dolcemente.
«No Emma… dobbiamo parlare di una cosa in laboratorio con Enoch, vieni con me!» 
«Non verrò con voi, in auto, senza dirlo a Miss Peregrine».
«Abbiamo trovato un’alternativa all’auto, andiamo a parlare in un posto riservato».
Senza lasciarmi tempo per rispondere mi prese la mano e mi portò con sé fuori dalla stanza fino al laboratorio di Enoch.
«Enoch e Olive sono qui ad aspettarci» mi disse, entrammo senza bussare e la scena che ci ritrovammo davanti non fu delle più consone, visto che Olive era stesa sul tavolo da lavoro di Enoch con lui che aderiva al suo corpo e la baciava con un’intensità sconosciuta a Jake, mentre le teneva bloccati i polsi sopra la testa. Restammo immobili per l’imbarazzo, e per un momento, solo per un momento, pensai che avrei voluto Jake sopra di me, a baciarmi in quel modo e con quella foga. Scacciai subito via quel pensiero così come mi era venuto e schiarii la voce. Enoch fece un sussulto e si tolse subito da sopra Olive, guardandoci sconcertato.
«Non si usa più bussare?!»
«Ehm noi… non credevamo che -» Jake più imbarazzato di me provò a dire qualcosa senza successo e Olive lo interruppe con un sorriso «Perdonateci».
Enoch era rosso in viso più di tutti -non l’avevo mai visto così- e per un po’ ci fu in silenzio imbarazzante fin quando Millard non entrò nella stanza in giacca da notte.
«Oh siete tutti qui, spero mi abbiate aspettato!» 
«Certo che ti abbiamo aspettato» esclamò Enoch rompendo l’imbarazzo, «Io e Jake abbiamo controllato gli orari» disse, poi guardò Jake invitandolo a continuare.
«Ci sono tre treni diretti per Dublino al mattino e due per Wicklow al ritorno, nel pomeriggio! I biglietti non sono costosi e il treno impiegherà circa un’ora e mezza ad arrivarci»
«Quindi saranno tre ore solo di viaggio, e la nostra passeggiata quotidiana ne copre appena due» esclamai.
«Alla prossima fiera di Paese potremo farci concedere un giorno libero per visitarla!» disse Millard.
«Potremo chiedere di andare alla fiera e invece di farlo seriamente prendere il treno e andare a Dublino» propose Jake;
«Anche i bambini vorranno venire con noi… alla fiera… e pure Miss Peregrine, non lascerebbe mai i piccoli da soli» esclamò Olive
«In passato abbiamo già provato ad allontanarci di casa di nascosto, ma non andò a buon fine…» dissi voltando lo sguardo altrove. Tanti anni fa ci allontanammo di nascosto oltre il limite concessoci, prendemmo il traghetto da Cairnholm per visitare una città vicina ma restammo bloccati lì perdendo l’ultima corsa che potesse riportarci indietro. Miss Peregrine ci raggiunse in volo da falco durante la notte, arrivò da noi preoccupata e agitata come non l’avevo mai vista in vita mia. La sua delusione era palese e restò arrabbiata per settimane, fu un periodo terribile e il pensiero di farla preoccupare di nuovo in quel modo non mi ispirava, per questo ero così contraria ad allontanarmi da Wicklow senza il suo esplicito permesso
Enoch e Olive sembravano essersene dimenticati, io no. Miss Peregrine faceva affidamento su di me per ogni cosa, dalla cura della casa a quella dei bambini quando non poteva farlo per altre faccende, e non volevo assolutamente deluderla una seconda volta.
«Se non possiamo andare di nascosto da soli, le chiederò di portarci un giorno a visitarla, io sono nuovo e potrebbe ascoltarmi, non mi sembra una cosa così impossibile!» disse Jake deciso.
«Non saremo da soli però» aggiunse Enoch.
«Se glielo chiederà Jake non sarà così restia a portarci in un posto nuovo, l’anello non è stato ancora creato e potrebbe concedercelo, poi voi coppiette vi troverete un angolo appartato e farete quello che volete Enoch»
«Allora proverai tu a parlarci Jake, e poi ci farai sapere, siamo tutti d’accordo?» esclamò Enoch ignorando la frecciatina di Millard.
«Sì» rispondemmo tutti.

✦✦✦

Una volta organizzati e stravolti i nostri piani iniziali per mia enorme felicità, ci ritirammo nelle nostre stanze, ma prima che Jake entrasse nella sua gli presi la manica del pigiama e lo tirai verso di me.
«Vieni… vieni in camera con me».
Lui parve sorpreso ma si lasciò trascinare dolcemente senza dire niente.
Chiusi la porta e mi girai verso di lui, guardandolo negli occhi. Il desiderio che mi baciasse con foga, dopo ciò a cui avevo assistito, era stato accantonato solo per il resto della conversazione con gli altri, ed era ritornato subito dopo usciti dal laboratorio. Mi sedetti sulla scrivania e battei le mani sulle gambe sperando che capisse cosa volessi che facesse, lui si avvicinò lentamente e le aprii leggermente per accoglierlo.
«E-Emma» esclamò lui notevolmente arrossato in viso. Non dissi niente e appoggiai la testa sul suo petto cingendogli i fianchi con le mani per farlo avvicinare ancora di più verso di me. In quella posizione mi sentivo bene, ma c’era ancora troppa distanza tra di noi.
«Muovi… Muovi il bacino verso di me» gli dissi. Il fatto che fosse alle sue prime esperienze lo imbarazzava non poco, e sarei stata io a doverlo guidare, non avrebbe mai preso iniziativa nonostante ogni giorno mi desiderasse sempre di più. Si strusciò timidamente su di me per diversi minuti, guidato dal movimento delle mie mani; alzai lo sguardo verso di lui, aveva il respiro affannato e la bocca leggermente aperta, gli occhi semichiusi. Ci demmo una serie di baci a stampo, premendo sulle labbra, ma a un certo punto si staccò e abbassò lo sguardo.
«Così finirò per-», non gli lasciai finire la frase che lo spinsi ancora di più verso di me, circondandogli i fianchi con le gambe, lui sussultò.
«Ti piace, Jake?» gli chiesi accarezzandogli la guancia, lui annuì senza rispondere e alzai la camicia da notte, in modo che potesse aderire alla mia biancheria.
Lui scattò in avanti all’improvviso, facendomi stendere di schiena e premendo verso le mie labbra con una certa insistenza mentre cominciava a fare pressione con il suo corpo su di me.
Restammo lì, in quella posizione, a baciarci e ad assecondarci nei movimenti fin quando un rumore in corridoio non ci fece sobbalzare.
«Qualcuno deve essersi alzato» mi sussurrò, nel suo tono una nota di dispiacere.
«Meglio metterci a letto…» dissi, e interrompendo il nostro contatto sorrisi quando notai che era eccitato, tanto.
Lui non disse una parola, si limitò a stringermi forte, come non aveva mai fatto prima.
Ci mettemmo sotto le coperte tirandole su fino alla testa e continuammo a baciarci dolcemente fino a quando i nostri occhi non si chiusero dal sonno e dalla stanchezza del giorno appena passato.



 

*Angolo autrice*
Ho appena finito di scrivere la prima volta tra Emma e Jake, se mai avrò il coraggio di pubblicarla sarà accorpata a questa storia principale :')
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, alla prossima!

  
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