Quel giorno
Kara si voltò nel letto e osservò le
due piccole figure davanti alla porta.
“Cosa succede?” Chiese con voce
impastata dal sonno, mentre le due bambine salivano sul grande letto
matrimoniale gattonando fino a lei.
“Dov’è mamma?” Chiese Lianne stropicciandosi gli occhi.
“In ufficio.” Spiegò Kara. Lena aveva
un progetto a cui lavorare ed era scesa al piano inferiore subito dopo aver
messo a letto le bambine.
“Possiamo stare un po’ qua?” Chiese
Lily con un grande sbadiglio.
“Avete fatto un brutto sogno?” Le
interrogò Kara mentre scostava le coperte e le faceva entrare nel letto.
Lily si infilò e fu subito imitata da
Lianne, rimasero in silenzio e se Kara non avesse
potuto sentire il loro respiro avrebbe creduto che si erano addormentate.
“Ma’…” Iniziò dopo un poco Lianne, era tipico che fosse lei ad andare avanti per
prima. “Ti hanno fatto male, oggi?” Kara inarcò un sopracciglio a quella
domanda.
“No, pulcino… perché pensi una cosa
simile?”
“Abbiamo visto una cosa...” Ammise
subito Lily ma Lianne le sfiorò la spalla e lei si
zittì, avevano un modo tutto loro di comunicare.
“Cosa avete visto?” Insistette però
Kara, conscia che se erano state turbate da qualcosa era bene che ne parlassero
subito.
“Mon-El è
andato a comprare il gelato, ha messo i cartoni in tv, ma poi lui non tornava e
il cartone è finito…” Spiegò con voce titubante Lianne.
Sapeva che Lena non voleva che guardassero la TV.
“E c’era il telegiornale e tu e mamma
eravate tanto tristi e una voce cattiva ha detto che avrebbe fatto esplodere
mamma e tu hai preso una cosa verde e l’hai messa nel collo e…” Lily scoppiò a
piangere e Kara l’attirò contro di sé, mentre Lianne
le dava dei piccoli bacini sulla testa, cercando di consolare a sua volta la
sorella.
Kara sospirò, si era dimenticata che
quel giorno era l’anniversario di quell’evento, non era certo qualcosa che lei
e Lena festeggiassero. Il telegiornale doveva aver riproposto la vicenda in un
servizio e, malauguratamente, le bambine lo avevano visto.
“Va tutto bene, Lily, lo vedi che
stiamo bene, vero? Io sono qui e mamma lavora, come sempre.” Le accarezzò la
schiena fino a quando non sentì che si calmava.
“Io gliel’ho detto.” Assicurò Lianne, ma, per quanto fingesse, era chiaro che fosse
altrettanto toccata da quello che aveva visto. Kara si allungò e le diede un
bacio sulla fronte.
“Hai fatto bene, Lianne.
Non dovete preoccuparvi, lo sapete che io torno sempre a casa e che…”
“Nessun cattivo può farla franca!”
Mormorarono in coro le bambine. Sul viso di Lily si aprì un piccolo sorriso e
Kara le accarezzò le guance per far sparire le lacrime.
“Credo sia ora di smetterla di
lasciarvi da Mon-El…”
“Oh no! Lui è simpatico! Fa sempre le
facce buffe, dice che possiamo mangiare tutto il gelato che vogliamo e poi ha
spiegato a Lily come si fa un atterraggio figo!” Kara aprì la bocca e Lianne arrossì conscia di aver usato un linguaggio che le
sue mamme non approvavano.
“Scusa ma’.” Mormorò la piccola e
Lily ridacchiò, di nuovo felice.
“Però Lianne
ha ragione, è proprio… shifiuuu” Con le mani imitò un
atterraggio e Kara sospirò. Ora le due bambine erano in ginocchio sul letto, il
sonno dimenticato, mostrandole le posizione che aveva suggerito loro Mon-El: un ginocchio a terra, il pugno accanto, la testa
piegata che si sollevava lentamente. Di certo le due piccole erano comiche
nell’imitazione di un atterraggio a dir poco spavaldo, ma se Lena fosse tornata
e le avesse trovate sveglie si sarebbero prese tutte e tre una bella
strigliata.
“Va bene, domani, a colazione, mi
fate vedere, ma ora a nanna, su.” Cercò di farle ragionare. Ma Lily era già
sospesa sul letto, con Lianne a cavalcioni sopra che
le spiegava come mettere le braccia e come inclinare il corpo.
Il suo telefono squillò e Kara si
allungò per prenderlo e rispondere.
“Abbiamo bisogno di te.” Le disse
laconica Alex.
“Oh… è urgente?”
“Ti avrei chiamata alle undici di
sera, se non fosse urgente?” Le chiese la donna, con aria scontrosa. Da quando
era nato suo figlio dormiva poco e il suo umore altalenava tra una gioia
infinita e una pericolosa scontrosità. “Arrivo… devo solo sistemare i pulcini.”
“Non dormono ancora?” Chiese Alex e
la sua voce si addolcì immediatamente.
“Direi di no.” Kara si voltò e si
ritrovò ad osservare una Lily rossa in volto che volava in cerchio sul letto
con Lianne stretta alla sua schiena erano passate a
giocare alle aviatrici intuì Kara dal rumore emesso dalla bocca di Lily.
“Buona fortuna. Ti aspettiamo tra
cinque minuti.” Alex riattaccò e Kara fece una smorfia, Lena non sarebbe stata
troppo felice.
Lena confrontò le due colonne e storse
il naso, i dati non combaciavano il che significava che qualcuno aveva fatto un
errore da qualche parte e che scoprilo le avrebbe richiesto numerose ore.
La porta del suo ufficio si aprì e
lei corrugò la fronte sorpresa. Poi quando vide entrare Kara non riuscì ad
impedirsi di sorridere. La giovane aveva Lianne tra
le braccia e appesa al collo, come una bandiera Lily, i piedini nudi che
sventolavano nell’aria.
“Solo le undici, perché non siete
tutte e tre a letto?” Chiese incrociando le braccia e guardandole con aria
severa. Lily smise immediatamente di volare appoggiandosi alla schiena di Kara
e guardando la madre con aria mortificata, mentre Lianne
si divincolò affinché Kara la posasse a terra, poi, rapida, corse nel suo
pigiamino verde, fino a lei, le salì sulle gambe e incollò le labbra al suo
viso in un grande bacio.
Lena sorrise perdendo la severità che
aveva finto e guardando Kara con aria interrogativa.
“Mon-El le
ha lasciate davanti a un cartone, poi è arrivato il telegiornale e…”
“Oggi è quel giorno…” Comprese lei
con un sospiro, sempre rapida a intuire i nessi. Si alzò, con Lianne tra le braccia, e raggiunse Kara. Poi guardò
entrambe le sue figlie con un sorriso dolce. “Ma’ torna sempre a casa…”
“E nessun cattivo può farla franca.”
L’anticipò Lily tendendo le braccia affinché Lena prendesse anche lei, poi
affondò il viso nel suo collo ed emise un grande sbadiglio, immediatamente
imitato dalla sorella.
“Dobbiamo smetterla di lasciare le
piccole da Mon-El…” Borbottò Lena e Kara strinse le
labbra, annuendo.
“Se questa sera c’è gliene dirò
quattro.”
“Mon-El è
simpatico…” Brontolò Lianne, ormai gli occhi quasi
chiusi.
“Iniziano a diventare pesanti.” Si
rese conto Lena, nel reggerne due, sorridendo a Kara che le venne in soccorso
recuperando i due corpicini.
“Siamo scese perché Alex ha bisogno
di me e non volevo lasciarle sole dopo quello che hanno visto.” Lena annuì alle
parole di Kara, poi raggiunse l’armadio e ne estrasse una coperta e due
cuscini, mentre Kara posava le bambine sul divano. Era folle il modo in cui
passavano dal sonno alla veglia e viceversa in pochi istanti.
Lena sistemò i cuscini e le coprì con
la coperta, sorridendo nel vedere il modo in cui si sistemavano una contro
l’altra, come quando erano nel suo ventre.
“Non ti disturberanno?” Le chiese
Kara, lei si voltò e si lasciò avvolgere dalle sue braccia.
“No, non mi disturberanno.” Le
assicurò. “Ora vai da Alex, scommetto che ti ha concesso solo pochi minuti.”
“Cinque…” Lena annuì, poi le depose
un bacio sulle labbra e la lasciò andare, tornando alla scrivania.
“Per favore, abbassa le luci prima di
uscire.” Le chiese e la kryptoniana obbedì, mentre
lei accendeva una lampada da tavolo, ora le bambine avrebbero dormito
tranquille e indisturbate.
Kara raggiunse il balcone, ma prima
di spiccare il volo si voltò a guardare la sua famiglia: non poteva desiderare
niente di più. Sorrise e si lanciò verso il cielo notturno.
Note: Altro momento della famiglia Luthor-Danvers! Che vogliamo farci, posso andare avanti così all’infinito. XD No, scherzo, dopo questa, per il momento, ne ho solo più una pronta quindi… siamo alla fine ragazze.
Fatemi sapere cosa ne pensate. J