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Autore: Crilu_98    04/05/2017    2 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Aladdin osservò attentamente le pareti della seconda caverna: gli strani ghirigori che vi erano stati disegnati lo affascinavano, ma allo stesso tempo era sospettoso. Gli arabeschi che si intrecciavano gli uni sugli altri senza un senso apparente erano stati tracciati da poco e l'inchiostro ancora fresco aveva creato delle sbavature che stonavano con l'eleganza di quelle pennellate.
"Dev'essere opera di un djnn!" pensò il ladro, spostando lo sguardo al centro della camera in penombra:
"Bene, nessuna pedana pronta a prendere fuoco!"
Con uno sbuffo sonoro, alcuni refoli di vento presero a vorticare davanti ai suoi occhi, fino ad addensarsi e a svelare la figura del secondo djnn. A differenza di Kajiun, questo aveva un'espressione amichevole e un aspetto tutt'altro che minaccioso: i lineamenti erano quelli di un ragazzino, indossava una casacca smanicata e portava un turbante avvolto intorno alla testa, in cui era stata infilata una penna d'oca ancora sporca d'inchiostro. La carnagione verdastra, i denti aguzzi e la sottile nebbia che tremolava al posto delle gambe indicavano senza ombra di dubbio che fosse un demone, ma Aladdin faticava a trovare qualcosa di malvagio o soprannaturale in quegli occhi scuri che lo fissavano con cordialità.
Il ladro tastò il bracciale che aveva al braccio per essere sicuro di non essere sotto l'effetto di un incantesimo:
-Sembri… Giovane, per essere un djnn.-
Il genio rise sguaiatamente, facendo una capriola a mezz'aria ed incrociando le braccia al petto:
-Il tempo… Così come l'età… E' un concetto molto relativo, umano. Soprattutto per un djnn: tra quelli che il padrone ha posto a guardia della ragazza, io sono il più vecchio.-
Aladdin fece istintivamente un passo indietro: adesso sì che aveva visto un lampo cattivo e divertito saettare nello sguardo del djnn! Il demone sembrò deliziato dal suo timore:
-Il mio nome è Libian e sono uno degli djnn supremi. Nei miei ricordi più lontani, il mondo era solo un'infinita e sconcertante distesa silenziosa: poi ho osservato la tua razza nascere e moltiplicarsi ed ho insegnato loro diverse cose… Per un giusto prezzo, ovviamente. E ora sono qui, prigioniero di Jafar che mi ha vinto sfruttando la forza dei miei fratelli: l'ingannatore è stato, infine, ingannato…-
-Taglia!- ringhiò il ladro, insospettito da tanta teatralità -Voglio affrontare la tua prova, non stare a sentire le tue chiacchiere!-
Libian sibilò, indispettito, prima di frugare tra le pieghe del turbante ed estrarre una piccola clessidra:
-Come desideri, umano. La mia prova è la più insidiosa, la più difficile per chi, come te, non ha accesso alla nostra sconfinata saggezza… Devo sottoporti un indovinello e se risponderai correttamente, potrai procedere. Queste sono le condizioni di Jafar.-
-Tutto qui?- chiese Aladdin, incredulo -Allora procediamo, cosa aspetti?-
-L'insofferenza non è una caratteristica che ti gioverà in questo caso, Aladdin. Porta pazienza!-
Turbato dal fatto che la creatura conoscesse il suo nome, il ladro lo ascoltò senza replicare:
-Ti ho detto quali sono le condizioni del mio odiato padrone, ora lasciami esporre le mie. Jafar è potente, ma resta uno sciocco; anche i miei fratelli sono troppo ottusi per comprendere che tu sei la nostra migliore speranza per riottenere la libertà… E spezzare finalmente queste catene.-
Il djnn sollevò le braccia per mostrare i pesanti bracciali che gli chiudevano i polsi:
-Se vuoi che io ti reciti l'indovinello, così che tu possa arrivare dalla ragazza e liberarla, allora dovrai giurare sulle sacre porte di Agrabah che troverai il modo di liberarci da questa schiavitù. Altrimenti, puoi anche andartene!-
-Ti fideresti della mia parola?- domandò il ladro dopo qualche istante di silenzio. Libian svolazzò lungo le pareti, accarezzando con le lunghe dita ciò che aveva disegnato:
-Sono molti anni che soffro in quella lampada e anche se il tempo per me è relativo, sono stati interminabili: so cogliere un'occasione quando mi si presenta, per quanto incerta possa sembrare. Ah, e confido nel fatto che tu sia una persona intelligente: un giorno o l'altro io mi libererò, con o senza il tuo aiuto… E quel giorno non garantirò per l'incolumità di coloro che mi avranno ingannato.
Allora, abbiamo un patto?-
 
Biancaneve faticava a tenere il passo: avevano dovuto lasciare le cavalcature a valle e procedere a piedi perché i sentieri erano troppo stretti e scoscesi, ma James sembrava non avere problemi ad arrampicarsi lungo il fianco della montagna.
Ad un tratto, come se avesse sentito i suoi pensieri, si girò le tese una mano, sorridendo ironico:
-Vostra Maestà… Non vorrei mai lasciarvi indietro!-
Biancaneve sbuffò e lo oltrepassò tenendosi il più vicino possibile alla parete di roccia, evitando di guardare nello strapiombo sottostante ed ignorando la mano tesa:
-E' scortese da parte vostra, maestà!-
-Piantala!- ringhiò la ragazza, aggiungendo a bassa voce:
-Se fossi stata davvero una regnante ti avrei già fatto tagliare la lingua!-
James soffocò una risata, incurante dell'occhiata torva che gli era stata lanciata: fin da quando aveva visto quella ragazza per la prima volta aveva colto la sua natura indecisa e tormentata e non riusciva in alcun modo a rivestirla di regalità. Non riusciva a vederla con una corona sulla testa intenta ad amministrare il suo regno e questo era un male, perché invece continuava ad immaginarla in svariati altri modi, molti dei quali comprendevano loro due, una camera da letto e niente vestiti.
"E' imbarazzante!" pensò il cacciatore, passandosi una mano sul mento non rasato e sforzandosi di non fissare con avidità le curve sinuose della principessa "Neanche a quindici anni ero così ossessionato da una donna!"
Quando lei si voltò di scatto, James era ancora perso nei suoi pensieri, ma bastò il suo sussurro a farlo allarmare:
-Hai sentito?-
Il cacciatore drizzò il capo, confuso:
-Cosa?-
-Questo rombo lontano… Sembrano tamburi!-
James spalancò gli occhi, riuscendo finalmente ad udire il rumore di cui lei parlava:
-Non sono tamburi… Ma piccozze! I nani sono vicini!-
Quasi non aveva finito di parlare che la montagna fu scossa da un brontolio cupo e in un istante grandi blocchi di roccia si staccarono dalla cima per scivolare ruggendo a valle. James sarebbe stato schiacciato, se Biancaneve non l'avesse tirato indietro, fino a farlo aderire con la schiena alla montagna. Pallidi e ansanti, osservarono i massi che si schiantavano nel burrone sotto di loro, poi il cacciatore si voltò verso di lei:
-Grazie…- mormorò, sorpreso dalla sua rapidità.
"Non credevo che potesse reagire così bene in una situazione di pericolo, forse l'ho sottovalutata. Ma del resto, anche i suoi amici pensano che abbia costantemente bisogno di protezione…"
Una ciocca di capelli corvini le era scivolata davanti agli occhi ed il ragazzo mosse la mano per sistemarla, ma Biancaneve si scostò bruscamente, guardandolo in cagnesco:
-Sei impazzito!?- sbottò, gesticolando. Solo allora James si accorse delle linee nere sui palmi della ragazza ed aggrottò la fronte:
-Hai paura di uccidermi… Credevo che lo tenessi sotto controllo!-
La principessa incrociò le braccia al petto, evitando di incrociare il suo sguardo indagatore:
-La maggior parte delle volte è così. In queste situazioni… Beh, è più difficile!-
-E allora perché lo sfrutti?- tuonò lui, improvvisamente adirato: quelle venature nere che deturpavano la pelle della ragazza lo mettevano a disagio. -E' troppo pericoloso, dovresti imparare a controllarlo!-
-Ci sto provando!- ringhiò Biancaneve -Ma non sono comunque affari tuoi!-
-Certo che lo sono! Avresti potuto uccidermi mentre cercavi di salvarmi la vita!-
-Guarda la tua casacca: ti ho afferrato in modo da non sfiorarti la pelle neanche per sbaglio!-
James abbassò lo sguardo: era vero, la casacca in pelle era consunta e sbrindellata nel punto in cui le dita di Biancaneve si erano serrate attorno ad essa. Scese un silenzio imbarazzante che nessuno dei due sembrava deciso a rompere… Almeno fino a quando una voce, al di sopra di loro, non li riportò alla realtà:
-Fratelli, venite! Degli intrusi si sono avventurati sulla nostra montagna!-
 
Aladdin soppesò attentamente la proposta di Libian, mentre il djnn giocherellava distrattamente con la clessidra che aveva in mano.
-Se io non uscissi da qui, tu avresti sprecato la tua occasione…-
-Sono pronto a correre il rischio.- rispose il demone stringendosi nelle spalle -E tu?-
-Anche…- sospirò il ragazzo, pensando agli occhi scuri di Jasmine che lo guardavano con fiducia nella penombra della sua tenda.
"Dov'è ora? Sarà spaventata? Crederà di essere stata abbandonata da tutti?"
Se aiutare un antico e pericoloso djnn a riconquistare la libertà era il prezzo per poterla raggiungere, il ladro era pronto a pagarlo. Libian annuì, soddisfatto:
-Molto bene. Ascoltami attentamente, allora, perché non mi ripeterò una seconda volta e nel momento in cui finirò di parlare, tu avrai esattamente il tempo che la sabbia impiegherà per riempire la clessidra per rispondere al quesito. Dunque… La mia vita può durare qualche ora, ciò che produco mi divora. Sottile, son veloce; grossa, sono lenta. Il vento molto mi spaventa.-
Aladdin chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi e trovare una risposta, ma la sua mente girava a vuoto e nelle sue orecchie risuonava il lento ed inesorabile fruscio della sabbia. Quando riaprì gli occhi, terrorizzato, vide che la clessidra era già piena per metà, ma senza perdere la sua sfrontatezza interpellò il djnn:
-Non dovresti aiutarmi, visto che sono la chiave per ottenere ciò che desideri così tanto?-
-Te l'ho detto, anche se tu fallissi troverei comunque un modo per liberarmi.- ghignò Libian, flettendo gli artigli come se morisse dalla voglia di dilaniarlo.
"La stanza sembra essersi fatta più scura" pensò il ladro, nervoso, mentre si guardava attorno alla ricerca di una via d'uscita. Poi spalancò gli occhi:
"Ma questa stanza è sempre stata buia… Più buia della prima, perché non ci sono luci! Non ci sono…"
-Fiaccole!- mormorò, stupito -La risposta è la fiaccola, che viene consumata dalla fiamma che produce; più è grande il suo sostegno, più tempo impiegherà a spegnersi… Ed il vento! Certo, il vento la può spegnere in un istante!-
Libian ridacchiò, riponendo la clessidra nel turbante:
-Bravo, Aladdin, bravo! La ragazza è da quella parte… E mi raccomando: non cadere nella terza trappola di Jafar! Sarà molto più dura di un semplice gioco di parole!-
 
 
Angolo Autrice:
Sì, beh, diciamocelo: l'indovinello non è granché xD ma ciò che mi premeva mettere in evidenza, in questo capitolo, era piuttosto l'enigmatica figura di Libian e il patto che è riuscito ad estorcere ad Aladdin… E che ne dite di James e Biancaneve??? I nani hanno in serbo delle notizie sconcertanti per loro…
 
Crilu 


 
   
 
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