Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Arsax    04/05/2017    1 recensioni
Non sapevo come eravamo arrivati a questo, sapevo solo che faceva male. Molto male. Non riuscivo a sopportare tutto ciò. Era come se mille lame gelide mi trafiggessero il cuore, e non solo figurativamente.
Come si era arrivati fino a quel punto? Noi due, sotto il potente e scrosciante bacio della pioggia, aggrovigliati in una danza mortale. Piantai i miei occhi nei suoi e pensai che forse era il destino a volere tutte quelle cose. Tutto quel sangue e tutto quel dolore. Tutta quella morte.
Abbandonai la testa all'indietro guardando le nuvole nere sopra di me e lasciando che la pioggia lavasse via ogni mio dolore e che mi baciasse per l'ultima volta.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 13


Passarono altre due settimane e arrivò la nostra festa di fidanzamento, che si sarebbe tenuta nel castello Vidrean. Stefan e io avevamo deciso di annunciarlo, ma di non fissare una data precisa per le nozze, visto che dovevamo aspettare lo sviluppo dei miei canini. Tutti i vampiri erano contrari e pretendevano che fosse fissata una data, ma Stefan aveva affermato di voler continuare a corteggiarmi e a conoscermi e altre scuse simili. Ovviamente nessuno l'aveva contraddetto, perché l'aveva annunciato con un tono che non ammetteva repliche e con uno sguardo truce.
Per l'occasione avevo scelto un vestito nero con scollo a cuore, sottogonna bianca e tulle nere sopra. Il corpetto era nero, con ricami raffiguranti rose rampicanti nere e bianche. Avevo anche dei guanti di pizzo neri, che arrivavano a metà mano e lasciavano libere le dita. Lo chignon che avevo deciso di fare, aveva una treccia che gli passava intorno a mo' di corona e avevo deciso di indossare un semplice girocollo d'argento.
Durante il ricevimento, notai con piacere che molti vampiri stavano ammirando il lavoro svolto da me e mio zio per far riprendere lustro al castello Vidrean. Persino molti Lovinescu si erano complimentati con noi. Erano presenti i miei genitori, nonostante il ribrezzo che i vampiri rumeni provavano per i mezzosangue, e avevo messo loro due guardie che li controllavano a vista, ma con discrezione. C'erano anche Erica, Renzo e tutti gli altri e si stavano comportando in modo impeccabile.
Mi raggiunse Stefan, mettendomi una mano sulla schiena e mi baciò sulla guancia, gesto che mi sorprese molto. Stava facendo intendere a tutti i presenti che io ero la sua futura sposa e che non dovevano osare avvicinarsi. Quel gesto mi lusingò e infuriò al tempo stesso, perché in realtà eravamo obbligati a sposarci e non lo stavamo facendo per amore.
Lui non provava nulla per me, forse un poco di affetto, dato che avevamo passato tanto tempo insieme e si era dimostrato molto amichevole e premuroso nei miei confronti, ma nulla di più. Quel bacio sulla guancia non era come quello che mi aveva dato davanti alla mia camera, dopo lo spettacolo a Vienna. Era secco e senza la minima emozione. Un bacio da teatro.
-Finalmente ti ho trovata. Sono tutti piacevolmente sorpresi per il lavoro che hai svolto.- mi disse sorridendo.
-L'ho notato da come guardavano l'argenteria.- risposi facendo scoppiare a ridere Stefan.
Notai che le giovani donne che erano presenti alla festa, mi guardavano piene d'invidia, soprattutto Valerie, la rossa che non aveva mai perso l'occasione di appiccicarsi a lui. Probabilmente era perché avevo portato via loro il vampiro più avvenente d'Europa, ma se proprio volevano glielo avrei ceduto con molto piacere. Oppure no? Le emozioni che avevo provato durante la sera a Vienna, mi avevano messo confusione. Mi dimostravo stizzita quando vedevo che una ragazza faceva la civetta con lui, ma non riuscivo a capirne il motivo.
-Non vedo mio padre.- disse Stefan scrutando in mezzo alla folla. -Tu l'hai visto?
Un tipo inquietante come Ionut Lovinescu lo si notava subito, ma quella sera non si era fatto vivo.
-No, ho salutato quasi tutti, ma lui non l'ho visto.
-Non importa, lo troveremo.- rispose sorridendomi con un sorriso abbagliante.
Quella sera era veramente molto bello e quando mi sorrise, mi si attorcigliò lo stomaco.
-Ti va di ballare?- mi chiese guardandomi malizioso e con occhi pieni di desiderio. Ma desiderio di cosa?
-Certo.
Andammo a ballare e vidi che i miei amici mi facevano l'occhiolino e gesti molto poco casti. Fortunatamente per me, la maggior parte dei vampiri presenti avevano più di cento anni e passavano poco tempo in mezzo agli umani, quindi non sapevano cosa significassero quei gesti. Mimai con le labbra un "piantatela", ma continuarono imperterriti. Stavano cercando di convincermi che sposare Stefan non sarebbe stato male e Marika e Amanda, influenzate da Erica, facevano odi al suo corpo mozzafiato e al suo aspetto. Io le mandavo tutte a quel paese, ma continuavano insistentemente.
-I tuoi amici ti stanno facendo gesti che...- si bloccò e capì.
Poggiai la fronte sulla sua spalla con rassegnazione e anche per non fargli vedere che ero diventata rossa. Sentii i miei amici ridere e li incenerii con lo sguardo. Stefan mi guardò malizioso, alzandomi il viso con due dita.
-Per usare uno dei vostri strani termini, i tuoi amici ci... shippano?- mi chiese con un sopracciglio alzato.
-Potrei farli arrestare e mandare nelle segrete. In questo momento non mi sembra una cattiva idea.-dissi ironica e Stefan rise.
-Ho mandato vampiri nelle segrete per molto meno. A quindici anni, ho fatto arrestare un servitore perché l'avevo sentito darmi del viziato.- mi raccontò.
-E aveva ragione!
Stefan rise di nuovo. Stava per aprire bocca e rispondermi a dovere, come facevamo sempre quando ci stuzzicavamo, quando entrò una domestica urlando. Aveva il lembo della lunga gonna sporco di sangue. Mi avvicinai a lei assieme a mio zio, seguito da Stefan, e le chiesi cosa fosse successo. Ancora prima che mio zio traducesse, per continuare a tenere in piedi la messinscena, ero corsa fuori dalla sala da ballo insieme a Stefan, anche se non era regale.
Stefan aprì la porta di una camera e rimase di ghiaccio. Mi avvicinai a lui e anche io restai basita. Sul pavimento della camera c'era il corpo di Ionut Lovinescu e accanto, col paletto insanguinato e gocciolante ancora in mano, Alin Vidrean.
Le guardie e qualche ospite ci avevano raggiunto per vedere quello spettacolo raccapricciante. Stefan riusciva soltanto a fissare il corpo di suo padre e il suo assassino, così decisi che era meglio intervenire. Ordinai alle guardie di arrestare Alin Vidrean in rumeno perfetto e dissi a mio zio di far allontanare tutti i presenti.
Nella stanza restammo io, Stefan e il corpo ancora caldo di Ionut Lovinescu. Stefan si inginocchiò accanto a lui e gli abbassò le palpebre con due dita. Lo guardò per svariati minuti, macchiandosi i pantaloni di sangue, fino a quando non si alzò di scatto e si diresse a passo di carica verso la porta. Era furioso, glielo leggevo in faccia e decisi di afferrarlo per un braccio.
-Che cosa vuoi fare?
Si liberò dalla mia presa con uno strattone, ignorando del tutto la mia domanda e continuò ad avanzare verso la porta. Corsi e mi buttai contro di essa per impedirgli di uscire.
-Fammi passare. Potrei non rispondere delle mie azioni.- disse minaccioso Stefan, senza guardarmi negli occhi.
-Vuoi andare da Alin e distruggerlo, è vero?
Non mi rispose e piantò i suoi occhi nei miei. Ricambiai il suo sguardo cercando di non fargli capire che ero abbastanza spaventata. Era importante che non facesse nulla di avventato, anche se avrei fatto la stessa identica cosa al suo posto. L'idea di vedere mio padre a terra, coperto di sangue mi faceva provare molto dolore, ma anche una furia omicida verso il suo assassino. Non potevo biasimare Stefan per la sua reazione, ma non volevo neanche che si distruggesse con le proprie mani.
-Se ti azzardi a farlo, ti giuro che ti prendo a schiaffoni. Non puoi fare una cosa simile. Ti uccideranno. Stabiliremo un processo e verrà distrutto per aver compiuto un tale gesto.
Nonostante le nostre innumerevoli discussioni e la mia lieve, ma costante paura nei suoi confronti, mi ero un poco affezionata a lui e non volevo che rischiasse la vita solo per un gesto compiuto d'impulso.
Feci come facevo con i bambini che si facevano male quando facevo l'animatrice al capo estivo: gli presi la testa e la posai sulla mia spalla, iniziando ad accarezzargli i capelli. Sperai che non si allontanasse e non lo fece, anzi mi strinse forte incastrandomi tra la porta e il suo corpo da modello. Continuai ad accarezzargli la nuca e restammo in quella posizione per svariati minuti.
Avevo il cuore che batteva a mille ed ero inebriata dal suo intenso profumo. Sperai che non sentisse il mio cuore battere all'impazzata, anche se sapevo che era quasi impossibile, perché sembrava un forte rullo di tamburi. Si staccò dopo un po' e mi guardò con occhi più tranquilli, abbozzando un sorriso.
-Grazie.- lo sentii sussurrare. -Ma non dirlo in giro, ne va della mia reputazione.- aggiunse col suo solito tono altezzoso.
-Certo che no, principe Stefan.- risposi sorridendo timidamente.
Gli sistemai il papillon e gli lisciai le pieghe che si erano formate sulla giacca, proprio come avrebbe fatto una madre. O una fidanzata.
-Io sono con te.- gli dissi per rassicurarlo e lui annuì.
Chiamò due servi per preparare il corpo di suo padre e ritornammo nella sala da ballo. Mandammo a casa tutti i presenti, tranne i membri del Consiglio, che si sarebbero dovuti riunire in una riunione straordinaria immediatamente. Dovevamo decidere come procedere, quando fissare il processo di Alin e quando il funerale di Ionut. Sarebbe stato un evento molto importante; brutto, ma importante, perché era stato assassinato un re e sarebbero accorsi vampiri da ogni parte del mondo per porgergli l'ultimo saluto.
Quando fummo riuniti nella sala delle udienze del castello Vidrean, Stefan non si perse in inutili convenevoli e andò dritto al punto. Aveva assunto un'espressione glaciale apparentemente calma, ma sapevo che dentro di lui una tempesta di ira cieca imperversava.
-Il funerale si terrà tra una settimana esatta, per fare in modo che la notizia della morte di mio padre arrivi ovunque. Per il processo, io e la principessa Serena abbiamo deciso di compiere delle indagini approfondite per trovare delle prove attendibili.
Quando Stefan terminò di parlare, si levò un mare di proteste.
-Non è sufficiente aver trovato Alin Vidrean macchiato di sangue e col paletto ancora in mano?-chiese Lucian scioccato.
-Vogliamo rinnovare i metodi di indagine e di processo, poiché sono molto medievali e infondati.-risposi attirando l'attenzione di tutti. -Io e il principe Stefan ne abbiamo parlato a lungo ed entrambi siamo d'accordo.
-Voi volete soltanto difendere Alin Vidrean e trovare un modo per scagionarlo, visto che fa parte della vostra famiglia.- mi accusò Lucian. -La morte di un Lovinescu non vi tocca per niente, anzi vi compiace sapere che il nostro re è morto per mano di un Vidrean!
Stefan era pronto a rispondere, ma lo anticipai. Mi alzai di scatto dalla sedia, facendola cadere, e puntai il mio sguardo di fuoco verso Lucian. Strinsi uno degli innumerevoli ventagli di mia madre e mentre parlavo lo puntai contro Lucian piena d'ira.
-Come osi? Pensi che la morte di Ionut Lovinescu, un grande e potente sovrano, non mi importi solo perché non fa parte della mia famiglia? Pensi che io voglia favorire la mia famiglia e il mio clan?! Io non sono come te. Gli omicidi mi disgustano, che siano di vampiri, di mezzosangue o di umani. Io e il principe Stefan vogliamo rinnovare il metodo giuridico perché pensiamo sia antiquato, senza prove concrete e corrotto! Con uno stupido e infondato pettegolezzo, si potrebbe spargere la voce che sia stato tu a programmare il suo omicidio, o peggio che sia stato proprio tu a distruggerlo!- risposi con rabbia e coraggio che non pensavo di avere.
Mi stavo trattenendo dal ringhiargli contro come ogni vampiro avrebbe fatto, perché non volevo che si vedesse che ero sprovvista di canini, ma riuscii ad ottenere l'effetto che avevo desiderato: Lucian Lovinescu mi guardava con occhi pieni di timore e rabbia. Le gambe mi tremavano da impazzire e l'adrenalina in circolo mi faceva tremare di rabbia. Me l'avrebbe fatta pagare cara per quell'umiliazione pubblica, ne ero certa.
-Voi non volete essere accusati per un crimine che non avete commesso solo perché è stata messa in giro una voce, vero?- chiesi pacatamente a tutto il Consiglio, guardandoli uno ad uno negli occhi, e questi scossero la testa. -Allora per tutelare tutti, bisogna cambiare metodologia. La testimonianza della mia domestica e il sangue sugli abiti e sul paletto di Alin sono prove molto importanti, da non tralasciare assolutamente, ma vogliamo essere completamente sicuri prima di prendere una decisione.
-Direi che la mia futura sposa ha spiegato perfettamente le nostre intenzioni. Ricordate che la principessa Serena entrerà a far parte della nostra famiglia, così come noi entreremo a far parte della sua, e nessuno vuole favorire nessuno. Lucian, la prossima volta che osi rivolgerti a lei come hai fatto poco fa, ti spedisco nelle segrete all'istante.- lo minacciò Stefan con uno sguardo glaciale.
Stefan dovette essere ancora più convincente di me, perché Lucian deglutì rumorosamente e sbiancò. Non fiatò più per tutta la durata della riunione e alla fine furono tutti d'accordo. La riunione stava per volgere al termine e ci eravamo alzati tutti, ma prima che io e Stefan potessimo lasciare la stanza, una guardia entrò in sala correndo.
-Principe Stefan, principessa Serena. Chiedo scusa per la brusca interruzione, ma Alin Vidrean intende confessare.
-Direi che il nuovo metodo di indagine non sarà testato oggi.- affermò Lucian a bassa voce, facendo ridacchiare qualche vampiro intorno a lui.
Lo fulminai con lo sguardo e si zittì. Mi avvicinai a Stefan e gli feci cenno di abbassarsi verso di me.
-Dobbiamo parlarci io e te, per capire se la sua confessione è volontaria o meno. Purtroppo ho capito come funzionano le cose e non vorrei che qualche membro del Consiglio possa averlo influenzato in qualche modo.
-Temo che tu abbia ragione, Serena. C'è la possibilità che sia stato influenzato, ma con una confessione possiamo fare ben poco. Dovremo affidarci alla sua parola.
-Lo interrogheremo io e te, senza nessun altro. Se ci andassi da sola, qualcuno potrebbe pensare che stia cercando di coprirlo e di farlo scagionare, come ha detto poco fa tuo zio Lucian, ma se venissi con me nessuno avrà nulla da ridire.
Ci pensò un attimo e alla fin e annuì.
-Andremo ad interrogarlo immediatamente.- annunciò Stefan e i vampiri del Consiglio annuirono con approvazione, iniziando ad avviarsi verso la porta. -Ma saremo solo io e la principessa Serena.
Sì levò un brusio di sorpresa, ma Lucian non osò fiatare. Al suo posto, prese la parola Damian Vidrean.
-Se posso chiedere, perché volete interrogarlo senza di noi?
-Per essere sicuri che la sua confessione non sia influenzata da nessuno.- iniziò Stefan. -Io voglio trovare l'assassino di mio padre, così come lo vuole la principessa Serena. Lei però non vuole giustiziare un innocente, cosa che condivido in pieno, ed entrambi vogliamo avere la più totale sicurezza che a scontare la pena sia proprio il colpevole.
Senza aggiungere altro, Stefan mi mise una mano sulla schiena e mi condusse verso la porta. Fece cenno a due guardie e queste iniziarono a condurci verso le segrete.

Angolo autrice.
Una nube oscura le nostre vite dei nostri amici, ma non è di certo finita qui. A breve si terrà il processo di Alin Vidrean e presto si scopriranno molte altre cose.
Vi ringrazio per essere arrivati fin qui, per aver commentato e per aver inserito la storia tra le seguite/preferite. Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Vi mando un bacione enorme
Arsax <3
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Arsax