Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: _Leef    04/05/2017    6 recensioni
Dean Winchester, diciassette anni, è un liceale popolare e ribelle che vive nella piccola Lawrence assieme alla madre e al fratellino Sam.
Castiel Novak, diciassette anni, è un ragazzo semplice, figlio del reverendo e di grande fede, che nel tempo libero fa volontariato ed è appassionato di astronomia.
Pur essendo così diversi, tra i due nascerà qualcosa quasi per caso, ma niente andrà come previsto.
[ Ispirata al romanzo "A walk to remember" :) ]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Walk To Remember



Epilogo – Dieci anni dopo

 

-Dottor Winchester, l'appuntamento delle diciannove è annullato.-

Sorrido con gentilezza all'infermiera e appoggio lo stetoscopio sulla mia scrivania. -Ti ringrazio, Amelia, puoi andare allora.-

Il mio sorriso di cortesia svanisce nell'esatto momento in cui la mia infermiera-barra-segretaria si chiude le porte del mio studio alle spalle. Mi concedo di sbattere la fronte contro la scrivania e di imprecare sonoramente per quella che è tipo la centesima volta in una giornata.

E' stata una mattinata infernale, quindi sono davvero sollevato che il mio ultimo paziente abbia annullato l'appuntamento -anche se di solito le persone che disdicono all'ultimo mi fanno girare le palle in una maniera allucinante, ma insomma-.

Per qualche strano scherzo del destino, la mia vita è cambiata moltissimo nel giro di due anni: sono riuscito a laurearmi in medicina e adesso ho uno studio tutto mio nello stesso ospedale dove lavorava mio padre, mi sembra ancora strano essere riuscito a realizzare il mio sogno. Certo, a volte se ho tempo passo comunque ad aiutare Bobby all'officina perché è qualcosa che mi piace fare, ma alla fine il mio lavoro mi rende felice, mi piace aiutare le persone. Cazzo, spesso faccio fatica a credere di essere diventato una di quelle persone rispettabili che per tanto tempo avevo disprezzato e preso in giro, quando ero più giovane, ma sono successe così tante cose da allora che alla fine mi sembra tutto un po' più accettabile.

Ho ancora la fronte premuta contro la scrivania come un perfetto adolescente in crisi quando il cellulare nel taschino del mio camice prende a vibrare come un ossesso, facendomi sobbalzare. Lo afferro con uno sbuffo e me lo avvicino all'orecchio, mugugnando un -Pronto?- con la tipica voce di chi ha appena passato una giornata di merda, senza nemmeno leggere da chi proviene la chiamata.

-Dean, sono io.-

La voce di mio fratello ha sempre uno strano effetto su di me: ancor prima che mi dica il motivo per cui mi chiama mi fa sia venire voglia di alzare gli occhi al cielo lanciando il cellulare contro il muro e frantumarlo, e quella di sorridere perché lui rimarrà sempre il mio fratellino nerd, e non posso evitare di volergli bene.

Per questa volta, vince la voglia di sorridere. -Cosa vuoi, Sammy, sono a lavoro, lo sai?-

Il mio fratellino -che adesso in realtà non è più tanto ino, è diventato più alto e grosso di me, ha dei capelli che farebbero invidia a quelli di Rapunzel e soprattutto è un avvocato con i controcazzi- sbuffa e si schiarisce la voce. -Volevo solamente ricordarti del compleanno della mamma, domani sera. Hai preso il regalo, vero?-

Mi mordo le labbra e aggrotto la fronte. -Ma.. Certo, ovvio, pff, il regalo. La festa.-

-Sapevo che te ne saresti dimenticato- dichiara lui e giuro di poterlo sentire sogghignare attraverso il cellulare. -Così ci ho già pensato io.-

-Mi hai chiamato solo per farmi la paternale, quindi?- Inarco un sopracciglio e incastro il cellulare tra la spalla e la guancia, mentre mi sfilo frettolosamente il camice ed inizio a raccattare tutte le mie cose per andarmene a casa.

-Perspicace.-

-Fesso.-

Il mio sorriso si allarga, trasformandosi in un ghigno. -Puttana.-

-Dean, mi sto per sposare, quando la smetterai di dire certe cose?-

A quelle parole, trattengo un po' il fiato, come sempre quando qualcuno mi ricorda di questo piccolo dettaglio.

Già, perché in questi dieci anni sono successe più cose di quelle che avrei potuto prevedere: Sammy ha frequentato Stanford e lì ha conosciuto una ragazza adorabile, perfetta per lui, Jessica, e dopo un anno di relazione hanno deciso di fare il grande passo. Quando mio fratello me lo ha detto per poco non gli sono saltato addosso dalla felicità -una reazione che avrebbe stupito persino un palo della luce-, ma quella notizia mi ha inevitabilmente fatto pensare al mio, di matrimonio, facendomi salire un magone incontrollabile, come succede ogni volta che ci ripenso.

E poi, i miei genitori sono anche tornati insieme: in fondo si sono sempre amati, mio padre ha fatto di tutto per recuperare il rapporto con i suoi figli e ha smesso di trascurare la mamma per il lavoro e così la loro passione è riscoppiata -letteralmente, visto che sono stato io a fare la scoperta ritrovandoli in posizioni sconvenienti e giuro, rimarrò traumatizzato a vita dopo quella pessima esperienza-.

-Va bene, Samantha, allora ci vediamo domani- butto lì, senza riuscire a trattenere una risata, mentre mi infilo il mio cappotto da uomo rispettabile -nonostante mi sia dispiaciuto da morire dover rinunciare ad andare a lavoro con la mia amatissima giacca di pelle-.

Chiudo la telefonata senza nemmeno aspettare la risposta di mio fratello e mi ficco il telefono nella tasca, uscendo finalmente dal mio studio senza dimenticarmi di arraffare l'ombrello visto che a rendere la giornata ancora più merdosa ci ha pensato una pioggia torrenziale che tipo non si vedeva dai tempi di Mosè.

Chiudo a chiave lo studio e poi percorro il corridoio dell'ospedale il più velocemente possibile, visto che muoio dalla voglia di tornare a casa e mangiare qualcosa e poi sprofondare immediatamente nel letto e dimenticarmi di questo schifo di giornata. Saluto distrattamente qualche mio collega e poi affretto il passo perché , e il prima possibile mi infilo nell'Impala -che è rimasta mia, nonostante mio padre sia tornato a casa-.

Quando finalmente, dopo parecchi semafori rossi e minuti estenuanti di traffico, apro la porta di casa, impreco immediatamente -tanto per cambiare-, scrollando l'ombrello nel pianerottolo per evitare di trascinarmi dentro un mare di pioggia. Sto imprecando coloritamente anche perché delle gocce coraggiose hanno appena osato cadermi sui pantaloni, chiazzandomeli tutti.

-Dean?-

Anche solo sentendo questa voce, sento immediatamente tutta la rabbia e la frustrazione e la stanchezza accumulati durante il giorno scivolare via assieme alla pioggia, come se mi avessero appena purificato. Abbandono l'ombrello all'ingresso e sposto lo sguardo su una matassa di capelli neri che spunta dalla porta della cucina.

Gli occhi blu di Castiel mi scrutano curiosi, poi lui fa qualche passo verso di me e stampa un bacio sulle mie labbra. -Bentornato, doc.-

-Ma ciao.- Sorrido come un idiota perché vedermelo venire in contro così, appena torno dal lavoro, mi fa sempre lo stesso effetto dei primi tempi in cui abbiamo iniziato a vivere insieme. Mi accorgo solo in questo momento del fatto che sta stringendo tra le mani un mestolo e indossa un grembiule di dubbio gusto. -Che stai facendo?-

-Tento di cucinare la cena- borbotta lui, mentre sulle sue labbra nasce un broncio adorabile perché entrambi sappiamo quanto lui sia negato a cucinare, e nonostante questo si sforza sempre di preparare qualcosa di buono per me appena i nostri turni di lavoro glielo permettono e io non posso fare a meno di sentire la famigliare sensazione di calore allo stomaco nascere come sempre, quando si tratta di lui.

Avvolgo le braccia attorno ai suoi fianchi e lo attiro contro di me, premendo subito la fronte contro la sua e respirando su queste labbra dannatamente invitanti che si ritrova, carnose e screpolate, perfette da mordicchiare. -Sei carino quando ti prendi cura di me come una mogliettina premurosa.-

Per tutta risposta, Castiel mi dà una spintarella oltraggiata ma non mi allontana; anzi, sorridendo come solo lui sa fare, in maniera dolce e furba allo stesso tempo, avvolge le braccia attorno al mio collo e mi attira in un bacio vero, con tanto di lingua e denti e mani che scorrono sui capelli corti della mia nuca.

E beh sì, bentornato a me.

Alla fine, il miracolo per cui tanto ho pregato si è avverato. Nessuno ci credeva più ormai, nemmeno Castiel, ma poco tempo dopo le nostre analisi, quando Cas era davvero sul punto di lasciarmi per sempre, è saltato fuori un donatore misterioso.

Ho ringraziato Dio ogni giorno per questo senza nemmeno sapere se lui ci sia davvero, ma quella notizia ha rischiarato la mia vita come il sole fa con il mondo quando spunta dietro alle nuvole dopo mesi di pioggia incessante. Ho voluto vedere il tutto come un premio, per tutte le cose che ero riuscito a fare per Cas, per l'uomo migliore che ero, sono, diventato.

Castiel si è sottoposto al trapianto e ci ha messo un po' a riprendersi, ma finalmente stava di nuovo bene: era mio, era vivo, e stava bene. Eravamo sposati, felici ed entrambi sani, e per me non poteva esserci momento migliore.

Poi io sono stato accettato alla facoltà di medicina, con mio grande stupore se devo essere sincero -mi sono dovuto sorbire i Che ti avevo detto, sei intelligente, Dean di Cas per tipo un mese-, mentre Cas ha deciso di iscriversi alla facoltà di teologia -adesso è un professore e questo non fa che farmi venire strani kink, perché andiamo, sexy com'è quando porta gli occhiali e ha i capelli arruffati, non poteva davvero finire con il fare qualche altro mestiere, magari il pornodivo, ma non gli si addice e io sono un tipo geloso, nonostante tutto- e le nostre strade si sono divise per un po'.

E sì, siamo andati a vivere insieme dopo la laurea ed ancora sì, non abbiamo affatto mantenuto una specie di voto di castità, per quanto questo possa sembrare strano. Inizialmente pensavo che con Cas sarebbe stato difficile rapportarsi sotto quell'aspetto, sotto l'aspetto del sesso; non ci avevo mai dovuto pensare prima di quel momento, non ne sentivo il bisogno, lui non era mai stato con nessuno e nonostante il fatto di essere la sua prima volta mi rendesse felice, la cosa mi metteva un po' sotto pressione. Ma infondo eravamo sposati e dopo aver fatto l'amore per la prima volta, mi era sembrato stupido l'aver aspettato così tanto.

 

Accarezzo i capelli spettinati di Cas con una mano, studiando il profilo del suo naso e cercando di riprendermi ancora dal secondo fantastico orgasmo della serata: non pensavo che farlo con un uomo potesse essere così soddisfacente e nonostante Cas fosse vergine, si è dimostrato un amante provetto. E cosa sa fare con questa bocca, cazzo.

-Com'è stato?- chiede lui subito dopo in maniera insicura e il suo respiro finisce direttamente contro un mio capezzolo, facendomi rabbrividire. Alza la testa, premendo il mento contro il mio petto e mi fissa con i suoi occhi blu carichi di aspettativa. Accoccolato tra le mie braccia come si trova, sembra un bambino e la voglia di saltargli addosso e ricominciare tutto da capo si fa più forte.

Alzo un po' la testa per lasciargli un bacio a fior di labbra e lascio affondare la mano tra i suoi capelli scuri, soffici come piume. -Fantastico, direi.-

-Pensavo non accadesse più- brontola lui, sistemando la testa nell'incavo tra il mio collo e la spalla, in quel punto che sembra apprezzare moltissimo, da sempre.

Aggrotto la fronte e con la mano libera gli accarezzo un braccio, che lui ha mollemente abbandonato sui miei fianchi. -Che intendi?-

Cas rimane un secondo in silenzio e poi ridacchia a labbra chiuse: un suono piacevole, maschile e roco, che viene dal centro del suo petto e mi manda una scarica di brividi su per la colonna vertebrale. -Lo avrei fatto prima.-

-Vuoi dire, anche senza il matrimonio?-

Castiel sorride in una maniera strana, maliziosa e sexy, stendendosi completamente su di me. Passa le dita sulle mie guance e le lascia scorrere lungo i miei bicipiti, muovendo i fianchi in maniera provocante contro i miei, strappandomi un gemito. -Probabilmente sì.-

Sono sicuro che i miei occhi si allargano come palline da ping-pong, mentre avvolgo le braccia attorno al suo bacino e cerco le sue labbra. Ghigno e gliele mordicchio, per poi parlare contro il suo orecchio. -Recuperiamo il tempo perso, allora.-

 

-A cosa pensi?-

La voce di mio marito mi strappa dai miei pensieri e mi costringere a fare un sorriso che non ci mette moltissimo a trasformarsi in un ghigno. -Alla nostra prima volta- ammetto, senza quasi accorgermi del fatto che le nostre labbra si sono separate, talmente ero preso dal mio flusso di pensieri.

Castiel arrossisce furiosamente, un piccolo strascico di quel ragazzino timido che era stato quando andavamo al liceo, ma i suoi occhi tremendamente blu si tingono subito di una furbizia accattivante. -Vorresti replicare?-

Scoppio a ridere, come sa farmi fare solo lui, rovesciando per un attimo la testa indietro. Gli premo un bacio sulla fronte e gli sfilo gentilmente il mestolo di mano. -Magari dopo cena, adesso muoio di fame.-

Dopo tutti questi anni, la quotidianità che siamo riusciti a creare ancora mi stupisce: non ne avrò mai abbastanza della gioia che provo quando mi sveglio accanto a Cas al mattino, sotto al suo sguardo assonnato e curioso mentre ha ancora i segni del cuscino sulla faccia o ancora di trovarlo addormentato sul divano con un libro sulle gambe quando torno tardi da casa, con gli occhiali ancora calati sul naso.

Cas è tutto quello che potrei volere dalla mia vita, tutto quello che mi serve per vivere felice. 

E mentre lo guardo tentare di salvare la cena che ha provato a prepararmi, ringrazio per l'ennesima volta Dio o chiunque per lui per averlo salvato e per averlo messo sulla mia strada. 

Perché le cose belle, evidentemente, accadono davvero.

 

E siamo arrivati alla fineeeee!

Non mi sembra vero, un miraggio, mi sto per commuovere.

Chiedo scusa, ma ovviamente essendo un epilogo è tutto molto corto -vi ho fatto aspettare quattro giorni per poi pubblicare questo, ma ehi, abbiate pietà-. Come vi avevo promesso (più o meno, diciamo poi fatto intendere), c'è stato il lieto fine.

Ammetto che ho scritto la scena iniziale dell'epilogo tentando di fuorviarvi, facendovi credere solamente che Dean sia solo riuscito ad entrare a medicina, non so se ci sono riuscita... Mentre scrivevo la storia sono rimasta indecisa fino al penultimo capitolo se mettere il lieto fine o meno, (avevo anche scritto una lettera che Dean avrebbe dovuto dare a Cas prima che lui morisse) ma poi ho deciso di farli essere felici insieme, so eccoci qui.

Quanto sono carini, due maritini adorabili. Il kink di Cas professore è qualcosa di mio, quindi mea culpa se Dean si è lasciato influenzare. Siete felici?

Beh, queste sono le note finali della storia e dovrei sforzarmi di scrivere qualcosa di intelligente ma la verità è che non ci riesco, perché non mi sembra vero di aver già finito con le pubblicazioni! T.T

Voglio ringraziare tutte le lettrici che hanno recensito questa piccola opera: le vostre recensioni mi hanno incoraggiata a continuare, mi hanno fatta sorridere e mi sono divertita da morire a rispondervi e a prendervi anche un po' in giro perché sono cattiva dentro, quindi GRAZIE per tutto l'appoggio che avete dato.

Grazie alle lettrici silenziose, a chi ha inserito tra le seguite/preferite/ricordate!

Mi sono affezionata a voi e spero di ritrovarvi nella mia prossima long; ovviamente ho scritto un paio di capitoli ma preferisco aspettare di averne pronti di più, prima di iniziare a pubblicarla!

Sicuramente ho dimenticato di dire qualcosa perché ormai non ci sto più con il cervello, ma non importa. Un abbraccio enorme a tutti!

Alla prossima!

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: _Leef