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Autore: Sonia6    05/05/2017    4 recensioni
Oliver, Felicity, Tommy, Curtis, Laurel e Sarah sono amici da praticamente sempre. Vediamo cosa succede nelle loro vite a partire dal liceo. Affronteranno amori, perdite, delusioni. C'è chi si sposerà, chi verrà creduto morto per anni, chi scoparirà, chi tornerà come Eroe... Questa è la storia di una grande amicizia che si protrarrà negli anni e per tutta la vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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SIAMO GIUNTI AL TERMINE DI QUESTA MIA STORIA. L’HO INIZIATA SENZA PRETESE PERCHE’, PURTROPPO, SO DI NON ESSERE UNA SCRITTRICE. IN OGNI CASO SONO ABBASTANZA SODDISFATTA DI CIO’ CHE HO CREATO. (ABBASTANZA PERCHE’ CHI E’ MAI PIENAMENTE SODDISFATTO DI CIO’ CHE SCRIVE?) COMUNQUE, SENZA ULTERIORI INDUGI, VI LASCIO ALLA LETTURA.
PS. NON L’HO RILETTO PERCIO’ CHIEDO SCUSA SE NON RISULTERA’ SCORREVOLE
 BACI
 
 
 
 
 
La terra sotto i loro piedi stava tremando, le case stavano cominciando a cedere e i mattoni con i quali erano costruite si stavano trasformando in polvere, la luce stava calando ed un boato, come un ruggito, stava nascendo dalle viscere del terreno. Il Team era appena scomparso dietro la porta metallica, mentre Felicity si trovava poco distante e stava controllando sul suo tablet tracce termiche di persone che erano rimaste intrappolate. Non poteva abbandonare gente innocente, non se lo sarebbe perdonata per il resto della sua vita. Le sue dita correvano veloci sullo schermo, mentre imprecava per il poco tempo rimasto. Aveva scandagliato ogni centimetro di quel posto e dopo aver raggiunto una famiglia rimasta intrappolata tra le macerie della propria abitazione ed averla condotta all’uscita, lanciò un ultimo sguardo al suo computer capendo di essere riusciti a portare tutti in salvo. Velocemente corse verso la porta che l’avrebbe condotta fuori, ma quando la sua mano stava per poggiarsi sulla maniglia, un’onda d’urto la scaraventò contro la parete in metallo ed un rumore assordante le attraversò la testa, tra colpi di tosse derivati dall’enorme quantità di polvere, scivolò a terra stordita avvolta dalle tenebre che la cullarono fino a farle perdere i sensi.
 
 
 
Il resto del gruppo era riuscito a raggiungere il covo dopo aver affidato gli abitanti che avevano portato in salvo ai poliziotti che attendevano al limitare del Glades. Secondo i calcoli di Curtis, adesso che l’esplosione era cominciata, il bunker non era in pericolo, i danni sarebbero stati circoscritti nella zona sud del quartiere. Perciò Sarah e Nyssa erano tornate vicino alla zona rossa per prelevare Fel una volta che fosse uscita da quell’inferno. Tutti tenevano lo sguardo fisso sugli schermi dei Pc, mentre Dig passeggiava freneticamente di fronte al tavolo in acciaio dove si trovava il corpo addormentato di Oliver e, tenendo le mani unite sopra la bocca, sussurrava come un mantra –Forza Felicity!-. Improvvisamente dai computer si udì un fragore fortissimo, come un Boing che ti passa a 3 metri sopra la testa, il pavimento cominciò a tremare, la luce divenne intermittente e tutti quanti si bloccarono  sul posto. Dopo quattro minuti tutto cessò. Il primo che trovò il coraggio di parlare fu Dig
 
“Che è successo?”
 
“Ce l’abbiamo fatta” sussurrò Curtis
 
“E Fel?” domandò Roy.
 
Silenzio
 
“Sarah..” chiamò Diggle attivando la comunicazione dall’auricolare “Sarah!”
 
“Jhon…” rispose lei
 
“Felicity…lei….lei è…”
 
“No” fu la risposta in lacrime della bionda dopo lunghi secondi
 
Silenzio
 
“Ragazzi…” continuò lei “Qui è un casino…. C’è un cratere enorme… io non…. Non credo che lei sia riuscita a….” ma le parole le morirono in bocca
 
Silenzio
 
“Jhon, puoi sentirla?” chiese Diggle a Constantine
 
“Ci sto provando…” rispose il biondo concentrato. Si sedette a terra incrociando le proprie gambe fissando un punto indefinito della stanza. I ragazzi notarono come lui stesse osservando un film che però non era visibile, i suoi occhi si muovevano freneticamente a destra e a sinistra e la sua bocca si muoveva senza emettere alcun suono. Poi di colpo tutto cessò “Mi dispiace…” concluse poco dopo. Avrebbe voluto aggiungere qualcos’altro, voleva spiegare cosa aveva appena visto, cosa era riuscito a fare ma venne bloccato dall’urlo straziante di Diggle e dal suo senso di colpa per averla lasciata li.
 
 
 
Dopo circa un’ora il Canarino e la sua compagna tornarono al covo. Nessuno del gruppo si era preoccupato di tornare a casa o anche solo avvertire il resto della famiglia che erano vivi. Perché loro non lo erano. Felicity era morta e Oliver giaceva disteso su un tavolo. Avevano perso. Si, avevano vinto la guerra, ma avevano perso su ogni altro fronte. Una domanda aleggiava tra loro, Roy trovò la forza di porla
 
“Che facciamo con Oliver?”
 
Gli altri guardarono Constantine, perché se qualcuno poteva aiutare Arrow era proprio lui. Il biondo si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e si avvicinò all’amico inerme, poggiò una mano sulla sua fronte, sospirò e, voltandosi verso glia altri, sorrise e disse
 
“Posso aiutarlo”
 
“Allora fallo!” rispose un troppo aggressivo Dig che aveva preso inconsciamente le redini del Team “Scusa, non ce l’ho con te…. sono solo…. Stressato”
 
Constantine sorrise comprensivo annuendo con la testa. Poi si voltò verso Oliver mentre gli altri si avvicinavano per guardare. Lentamente aprì la zip del costume verde lasciando il torace nudo del ragazzo addormentato in bella vista e accostò la sua mano destra sul fianco sinistro. Una luce rossa scaturì dal suo palmo illuminando dello stesso colore la pelle di Arrow. Dopo poco si spostò lasciando gli altri osservare un tatuaggio con idiomi giapponesi apparire lentamente sul corpo del loro amico. Sarah si voltò verso il Mago chiedendo
 
“Precisamente un tatuaggio come ci può aiutare?”
 
“Vedrai…” commentò il ragazzo “Spostatevi”
 
Fecero come richiesto, lui si avvicinò di nuovo ad Oliver, scrollò le sue spalle da tutta la tensione, girò il proprio collo prima a destra e poi a sinistra per sciogliere i muscoli e sospirò profondamente. Avvolse le sue mani intorno al collo dell’amico e cominciando a stringere sussurrò
 
“Coraggio amico mio…”
 
Oliver spalancò improvvisamente gli occhi boccheggiando in cerca d’aria che Constantine gli stava togliendo, la sua pelle stava diventando viola, il suo corpo si divincolava anche se legato
 
“Fermo!!!! Così lo ucciderai!!!” gridò Sarah che si stava avvicinando per colpire il Mago con il suo bastone di ferro
 
“Ferma!” La trattenne Dig con un braccio “Guarda…”
 
Il tatuaggio appena creato sulla sua pelle si stava illuminando, il suo corpo si stava rilassando ed il suo colorito stava tornando normale. Inaspettatamente dalla sua bocca aperta uscì un fumo viola che si disperse velocemente nell’aria e, nell’esatto momento in cui il biondo lasciò andare la sua presa, Oliver cadde nell’oblio.
 
“Uuuhhh-Uuuuhhh…” urlò Constantine saltellando sorridente sul posto “E’ stato intenso…”
 
“Che è successo? Ha funzionato?” chiese Malcolm
 
Un teso silenzio si era impadronito del covo. I ragazzi si guardavano interrogativi negli occhi ed osservavano il loro amico che non dava segni di vita. Poi guardavano Constantine che, nonostante tutto, sembrava  calmo e rilassato. Poco dopo Sarah gridò
 
“Oliver!!!”
 
Arrow aveva aperto gli occhi e stava cercando di abituarsi alla luce. Tutti trattenevano il respiro in attesa di capire se Jhon avesse fatto la sua magia oppure no. Se Oliver fosse tornato oppure no. Il ragazzo si mosse, ma le cinghie che lo bloccavano gli impedivano ogni movimento, spostò la sua testa cercando con gli occhi qualcuno dei suoi amici, e li trovò. Si guardarono per pochi secondi
 
“Che è successo?” domandò
 
Inconsciamente tutti tirarono un sospiro di sollievo nel constatare che era tornato e silenziosamente si congratularono con il Mago che sorrideva in un angolo
 
“Sei tornato amico” rispose Dig mentre gli stava liberando polsi e caviglie
 
“Come sono arrivato qui? E dov’è Darkh?”
 
“Cos’è l’ultima cosa che ricordi?” chiese Malcolm
 
Oliver si mise seduto sopra il tavolo, si tolse la giacca del costume e si infilò la maglietta nera che Roy aveva poggiato al suo fianco e, strofinandosi le mani sugli occhi, disse “Ricordo di aver scagliato una freccia contro il cielo nel mondo sotterraneo di Damien….poi…… il vuoto”
 
“Quando siamo arrivati la sotto, Darkh era riuscito a farti passare al lato malvagio.” iniziò Sarah “Abbiamo combattuto, volevi ucciderci”
 
Ollie la guardò confuso. Nyssa continuò
 
“Curtis ha hackerato i computer di Darkh per distruggere quel mondo mentre il tuo amico magico ha tolto i poteri al cattivo rendendolo un uomo comune, così siamo riusciti ad ucciderlo e a salvare le persone intrappolate. Ti abbiamo sedato, legato e portato qui”
 
Oliver sospirò “Perché non riesco a ricordare niente di tutto questo?”
 
“Perché sei morto” rispose Constantine avvicinandosi a lui
 
“Che vuoi dire?” chiese confuso
 
“Damien Darkh ti ha ucciso. Per un po’ ha fatto entrare la sua magia nera dentro di te rendendoti un suo soldato. Una volta ucciso, ti ho liberato dalla sua influenza e…. sei tornato tra noi”
 
“Wow….” Sussurrò il ragazzo dopo poco “Jhon…” disse mentre si alzava camminando verso il Mago porgendogli la mano “Grazie” concluse. L’altro gliela strinse annuendo sorridente. Oliver si voltò verso i suoi amici e chiese
 
“Dov’è Felicity?”
 
Nessuno trovava il coraggio di rispondere. Questo silenzio lo stava agitando.
 
“Dove diavolo si trova la mia ragazza?” urlò
 
“Amico…” iniziò Dig avvicinandosi con gli occhi lucidi “Lei è…mi…mi dispiace, lei…”
 
“No…” commentò mimando il gesto con la testa, allungando le braccia di fronte a se ed indietreggiando di qualche passo “No”
 
“Oliver….” Sussurrò Sarah “Voleva assicurarsi di salvare tutti…”
 
“No….” Ripeteva lui come una preghiera, quasi non sentisse le parole dei suoi amici
 
“I minuti erano contati” continuò Curtis “Quando è iniziata l’implosione lei si trovava ancora la sotto”
 
Oliver si voltò di scatto verso il suo amico, uno sguardo gelido lo arpionò sul posto, in tre falcate fu sopra di lui cominciando a prenderlo a pugni urlando
 
“Come cazzo avete potuto lasciarla la!!! Perché non hai fermato la distruzione che avevi innescato!!”
 
“Non potevo farlo!” cercò di rispondere Curtis parando i colpi
 
“Oliver fermati!!!” gridò Dig togliendolo da li
 
Il ragazzo si dimenò come una furia, sentiva la necessità di spaccare la faccia a qualcuno. Prendere una persona e farle veramente molto male. Si divincolò dalla presa di Jhon e si allontanò di qualche passo con il fiato corto.
 
“Ollie…” provò Sarah avvicinandosi un po’ all’amico
 
“Lasciatemi in pace!” concluse lui prendendo la sua giacca ed uscendo dal covo
 
 
 
Oliver stava osservando il cratere che si era creato. Una voragine che aveva inghiottito gran parte del quartiere. Ma l’unica cosa che riusciva a pensare era che in fondo a tutto quello, in profondità verso il centro della Terra, giaceva il corpo esanime della sua donna. Le lacrime offuscarono la sua mente, un dolore straziante partì dal suo petto ed un senso di nausea si impossessò di lui. Scese dalla moto e si avvicinò al bordo del burrone. Senza forze cadde in ginocchio ed urlò con quanto fiato aveva in gola verso il cielo. Non seppe quanto tempo rimase li. Sapeva soltanto che non aveva più lacrime da far cadere, non aveva più voce da far sentire, non aveva nemmeno più sentimenti da esternare. La sua anima era perduta e capì che il resto della sua vita l’avrebbe passata in totale stato di apatia nei confronti del resto del mondo. Stava per rialzarsi ed avvicinarsi alla sua moto, quando i capelli dietro la sua nuca si drizzarono, un brivido percorse lungo la sua schiena. Qualcuno lo stava osservando. Cercò il suo arco ed imprecò nel constatare di averlo lasciato al covo. Al diavolo, pensò, posso sempre battermi a mani nude. Lentamente si voltò….
 
“Ciao Oliver…” un sussurro impercettibile a dieci passi da lui
 
“Felicity?!” boccheggiò lui
 
Lei sorrise e poi rise tra le lacrime. Lui le corse incontro abbracciandola stretta, lasciandole piccoli baci su tutto il viso. Controvoglia si staccò da lei
 
“Stai bene? Sei ferita?” chiese preoccupato controllando il suo corpo
 
“Sto bene, qualche graffio. Mi fa male soltanto la gamba sinistra che era rimasta bloccata sotto le macerie” rispose sorridente “Tu stai bene?”
 
“Mai stato meglio di adesso che ho te tra le mie braccia di nuovo. Credevo di averti persa per sempre”
 
“Sono proprio qui” rispose ancorando gli occhi nei suoi
 
“Dio stavo morendo…. La vitalità stava abbandonando il mio corpo”
 
“Oliver” sussurrò
 
“Io non posso perderti di nuovo Fel, ne morirei. E non nel senso filosofico, ma in quello reale, carnale. Morirei. Io ti amo e questo mio amarti è ciò che mi tiene in vita. Non lasciarmi mai più”
 
“Mai più” rispose lei
 
Si guardarono negli occhi e finalmente si baciarono. Un bacio furtivo, anelato, bramoso. Si staccarono per riprendere fiato
 
“Andiamo al covo” propose lui. Lei annuì
 
 
I ragazzi stavano discutendo se andare o meno alla ricerca di Oliver. Probabilmente era meglio lasciargli i suoi spazi, anche per evitare la morte di qualcun altro di loro. La loro discussione venne interrotta dalla porta d’entrata che si chiuse rumorosamente. Si voltarono e videro Arrow in compagnia della sua ragazza
 
“Felicity!!!!” gridò Sarah correndo incontro all’amica
 
“Oh mio Dio” sussurrò Diggle
 
Tutti si avvicinarono per salutarla, Oliver la fece sedere sul tavolo per disinfettarle le ferite.
 
“Ma come….? Credevamo fossi morta la sotto”
 
“Si bhè…. Sono stata aiutata” rispose sorridente verso Constantine
 
“Tu?” chiese Dig al Mago
 
“Si bhè…. Non mi hai fatto finire di parlare prima…. Ti avrei detto in che modo l’avessi aiutata”
 
“Puoi farlo adesso” esortò Malcolm
 
“Ecco io….l’ho posseduta”
 
Oliver si voltò di scatto verso il suo amico. Quest’ultimo si rese conto dell’ambiguità della cosa
 
“Non posseduta nel senso di posseduta…ma…. Posseduta?!” Lo guardarono confusi
 
“Wow….. sembri me” commentò Curtis
 
“Ad ogni modo” continuò Constantine “Sono entrato in lei e… Oh mio Dio, non entrato in quel senso.. cavolo!”
 
“Sembri decisamente me!” concluse l’informatico
 
Oliver sorridente rispose “Abbiamo capito Jhon, vai avanti”
 
“Bhè, quando ho fatto…questa cosa…. Lei era inerme ai piedi della porta di uscita da quel mondo. Il terremoto era già iniziato perciò c’era poco tempo. L’ho fatta alzare e l’ho fatta uscire dalla porta. Poi il boato e il tremolio sono diventati sempre più forti e la nostra connessione si è interrotta quando lei stava attraversando il tunnel. Non riuscivo più a sentirla. Non ero sicuro di esserci riuscito”
 
“Adesso lo sei” concluse Fel “quando ho cominciato a non sentirti più, sono riuscita a riprendere il pieno possesso del mio corpo. Ero riuscita quasi a tornare in superficie quando le macerie mi sono crollate addosso. Ero bloccata li e non riuscivo a muovermi. Piano piano mi sono liberata ed eccomi qui”
 
“E noi siamo contenti che tu sia qui” rispose Dig
 
“Siamo riusciti a salvare tutti quanti e Darkh non sarà più un problema” concluse felice lei mentre stringeva le mani del suo uomo
 
“Tutto questo è veramente molto bello” iniziò Curtis “Ma c’è ancora una cosa che dobbiamo fare stasera. Tornare a casa e vedere la famiglia”
 
I ragazzi concordarono mentre si avviavano ai loro mezzi, Oliver si voltò verso Felicity e, poggiando una mano sulla sua guancia, disse
 
“Io sono già con la mia famiglia. E’ proprio qui di fronte a me” e baciandola dolcemente la accompagnò alla moto.
 
 
 
UN ANNO DOPO…
 
“Arrow, Spartan! Una rapina in un negozio di gioielleria a tre isolati da voi”
 
“Andiamo subito!”
 
Fel sentì il suo uomo ed il suo amico in poche mosse disarmare i rapinatori e atterrarli
 
“Hakima, chiama Quentin.”
 
“Consideralo fatto. Rientrate”
 
La bionda attendeva i ragazzi al covo come ogni notte e come ogni notte si mangiava le unghie in attesa di vedere quante ammaccature avesse subito il suo uomo. Quella sera era particolarmente eccitata, perché il giorno seguente lei ed Oliver sarebbero partiti per le Barbados. Proprio l’isola sulla quale si erano concessi l’un l’altra la prima volta. Era emozionata per il viaggio un po’ per la destinazione ed un po’ perché era la prima vera vacanza che si prendevano dalla sconfitta di Darkh.
 
“Ehi!” urlò Oliver
 
“Cosa?! Cavolo, non farlo mai più, mi hai spaventata!”
 
“Ti ho chiamato due volte Fel”
 
“Non ti ho sentito, scusa. Jhon?”
 
“A casa. Andiamo anche noi?” lei annuì.
 
 
 
Il giorno seguente…
 
“Non ci posso credere che tu abbia affittato lo stesso bungalow”
 
“Non potevo fare diversamente. Ci sono troppi ricordi qui” rispose sorridendo
 
“E’ enorme per due persone!”
 
“Non importa. E’ il nostro posto sicuro” disse avvinghiando le sue braccia intorno a lei
 
“Giusto” rispose baciandolo. “Sai” continuò maliziosamente “Potremmo renderlo ancora più speciale….” Prendendolo per mano e accompagnandolo verso la camera da letto
 
“Non c’è altro che vorrei di più nella mia vita” concordò lui con la voce già roca dalla passione “Tranne una cosa” concluse bloccandola sul posto e rendendola confusa
 
“Di che stai parlando?”
 
Lui sorrise e tirandola per la mano la condusse fuori, sul portico “Guarda la” disse indicando la spiaggia mentre la abbracciava da dietro. Fel seguì il suo dito che indicava proprio di fronte a loro e mentre osservava sentì il suo uomo allontanarsi da lei. Mise a fuoco e notò sulla spiaggia un gazebo in stoffa bianca sventolare alla corrente e mazzi di fiori colorati ovunque. Lei non capì e voltandosi verso Oliver lo trovò dietro di lei inginocchiato, visibilmente emozionato e con un anello stratosferico in mano
 
“Felicity Meghan Smoack, c’è un modo per far diventare le nostre vite perfette. Vuoi rendermi l’uomo più felice del mondo sposandomi?”
 
Lei rimase a bocca aperta. Giusto quei 3 nanosecondi per capire cosa stesse succedendo, poi sorrise e rispose
 
“Se me lo chiedessi milioni di volte la mia risposta sarebbe comunque si….” Disse piangendo “Milioni di si!!!”
 
Quel pomeriggio si sposarono sulla spiaggia delle Barbados. L’unica obiezione che lei aveva inoltrato era la mancanza della famiglia, ma Oliver, che aveva già programmato ogni cosa nei minimi dettagli, aveva previsto un secondo matrimonio a Starling City. Ma per quella volta voleva concedersi il lusso di avere una cosa solo loro.
 
Dopo le promesse e le congratulazioni dell’officiante della cerimonia che, giurò, non aveva mai visto una coppia che si amava e si cercava con gli sguardi come loro, Oliver la portò nel suo bungalow e passarono la serata nel loro letto. Da marito e moglie. Fecero l’amore. Come la prima volta. Ogni volta era come la prima. La settimana corse velocemente ed era ora di rientrare in città. Lo fecero consapevoli di lasciare un pezzo del loro cuore in quel posto magico.
 
Erano passati due mesi dalla loro vacanza. La vita procedeva come sempre. A lavoro durante il giorno, al covo durante la notte. La famiglia sempre presente, le cene con gli amici. Ma non quel giorno, non quel sabato. Quel sabato si sarebbe svolto il loro matrimonio. O meglio il matrimonio che Thea, Donna, Moira, Laurel e Sarah aspettavano. Tutto era organizzato, nemmeno una cosa era lasciata al caso.
 
Oliver e Felicity erano molto contenti anche se, in cuor loro, il giorno del matrimonio lo avrebbero associato a quello sull’isola. Era in corso il ricevimento. Gli sposi erano al loro tavolo come da consuetudine, quando Tommy, il testimone dello sposo, prese la parola
 
“Ehm scusate…. Vorrei fare un brindisi. Conosco questi due ragazzini da praticamente tutta la vita. Ricordo che al ballo del liceo già ci chiedevamo quando sarebbe successo. Quando avrebbero capito di essere perfetti l’uno per l’altra. E, a proposito,” disse voltandosi verso di loro “dovreste farci un regalo di scuse per averci fatto aspettare questo giorno così tanti anni.” Tutti risero. Lui continuò tornando serio “Ad ogni modo, molte cose sono successe, tu sei sparito per anni, ti credevamo morto. Abbiamo seppellito una bara vuota. Hai passato l’inferno, ma anche noi. Noi che siamo rimasti qua senza sapere cosa fosse successo. E’ come non aver vissuto tutti quegli anni. E Fel?! Lei è unica  e speciale. Lei non si è mai arresa, lei ti ha amato incondizionatamente anche quando ti davano per morto. Ma tu sei Oliver Queen! E Oliver queen ha sempre un asso nella manica… infatti sei tornato, sei qua. E, amico, non potevi farci regalo più bello! Agli sposi! A Oliver e Felicity!” concluse alzando il calice
 
“A Oliver e Felicity!” replicarono in coro gli invitati
 
Ollie si voltò verso Fel e le prese la mano stringendola nella sua, poi si accostò al suo orecchio dicendo
 
“In verità il dono più bello non l’ho fatto io, l’ho soltanto ricevuto. Sei tu. Ti amo Felicity”
 
Lei sorrise e rispose “Ti amo anche io Oliver” e si baciarono. Poi lei si staccò dicendo “Credo sia arrivato il momento di darti il mio regalo” si voltò e da sotto la sedia tirò fuori una busta che porse a suo marito. Lui la guardò confuso e l’aprì. Dopo attimi di silenzio lui alzò gli occhi su quelli di lei e notò che erano colmi di lacrime.
 
“Sei incinta?” Lei annuì mentre le lacrime scendevano “Oh mio Dio…” sussurrò alzandosi in piedi e tirandosela contro il suo petto abbracciandola stretta “Io… Io… E’ possibile che io ti ami ancora di più adesso??? Cioè è umanamente possibile amare così tanto?”
 
“Quindi sei felice?” chiese lei
 
“Felice?! Sono elettrizzato!” rispose baciandola “Aspetta…quando..?”
 
“Barbados” rispose lei. Lui la baciò con ancora più passione
 
“Ragazzi!!!!! Ci sono dei minori” commentò Tommy suscitando l’ilarità generale “Potete per favore questo nella vostra camera?”
 
Ollie guardò Fel che annuì dando il consenso
 
“Grazie del consiglio Tommy” iniziò lui cogliendo l’attenzione di tutti “Ma lo abbiamo già fatto, e la prova è proprio qui, davanti a voi. Mia moglie porta dentro di se il frutto del nostro amore” concluse posizionandosi dietro di lei ed unendo le loro mani sulla sua pancia. Un attimo di silenzio bruscamente interrotto da
 
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa la mia bambina è incinta!!!!”
 
Tra pianti di commozione si concluse la serata.
 
 
 
 
DUE ANNI DAL MATRIMONIO
Ma che fine avevano fatto tutti?
 
Thea e Roy convivevano in un appartamento, erano felici e la famiglia non aspettava altro che lui le facesse la proposta.
 
Sarah si era definitivamente stabilita a Starling City, dopo la morte di Ras, l’erede aveva sciolto la Lega. Adesso abitavano insieme Sarah aveva aperto una scuola nella quale insegnava autodifesa, mentre Nyssa teneva corsi privati di arabo.
 
Curtis e Paul avevano un matrimonio  sereno e stavano cercando di adottare un bambino.
 
Tommy e Laurel avevano, oltre a Meghan, un bellissimo bambino di 7 mesi di nome Nicholas Oliver Merlyn, ma tutti lo chiamavano Nick.
 
Dig e Lyla erano entrati a far parte della famiglia a tutti gli effetti.
 
Quel giorno era il compleanno di Tommy e si erano ritrovati a Villa Merlyn, in piscina. Ovviamente aveva fatto le cose in grande, proprio nel suo stile. Oliver era fuori ed osservava l’immagine che aveva davanti. La più bella immagine che avesse mai visto. Tutte le persone che amava, vive, salve, che si divertivano. Lanciò un’occhiata a sua sorella. Thea stava giocando con i suoi nipotini. I gemelli. Jane e Robert J. Queen. Le fotocopie esatte di Oliver e Felicity. Sorrise nel vederli rincorrere la zia. Si può essere più felici di così?! Pensò. Con un sospiro si addentrò nella calca di persone in cerca di sua moglie. Dopo dieci minuti la trovò mentre, al tavolo delle bevande, si stava versando un po’ di limonata. Lui sorrise e l’abbracciò appiccicando il suo torace nudo contro la schiena altrettanto nuda di lei.
 
“Ehi….” Disse lei
 
“Ehi” rispose lui affondando il viso nei suoi capelli
 
“I bambini?”
 
“Con la zia Thea”
 
Lei sorrise e si voltò nel suo abbraccio “Tommy esagera sempre. Ha invitato mezzo mondo, credo conosca solo la metà di queste persone”
 
“E’ fatto così”
 
“Ti stavo cercando prima, ma non sono riuscita a vederti in mezzo a tutta questa gente. Giuro ti avrei chiamato! La fortuna di essere sposata con Arrow che ha la vista di una pantera”
 
“No amore, indipendentemente da Arrow. Io ti ritroverò sempre, non importa dove ti nasconderai, ti cercherò e ti ritroverò. Sempre. Pensavo che questo concetto fosse chiaro ormai” disse sorridendo
 
“Oh lo è Signor Queen. Lo è da quasi 20 anni…” rispose lei baciandolo
 
 
 
 
FINE!!!
 
BENE SONO PRONTA A RACCOGLIERE I POMODORI CHE LANCERETE!!! AD OGNI MODO SE SIETE ARRIVATE FINO A QUI, MI SENTO GIA’ FORTUNATA. VI RINGRAZIO TANTISSIMO PER AVERMI LETTA. CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA STORIA (ED AL CONTINUO DI FRATELLANZA E LIBERTA’)
:*
 
 
 
 
 
   
 
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