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Autore: Emmastory    06/05/2017    1 recensioni
Dieci anni. Questo l'esatto lasso di tempo trascorso dall'ultima battaglia contro i famigerati Ladri, esseri ignobili che paiono aver preso di mira la bella e umile Aveiron, città ormai divenuta l'ombra di sè stessa poichè messa in ginocchio da fame, miseria, dolore e distruzione. Per pura fortuna, Rain e il suo gruppo hanno trovato rifugio nella vicina Ascantha, riuscendo a riprendere a vivere una vita nuova e regolare, anche se, secondo alcune indecisioni del suo intero gruppo, tutto ciò non durerà per sempre. Come tutti ben sanno, la guerra continua, e ora non ci sono che vittime e complici. (Seguito di: "Le cronache di Aveiron: La guerra continua)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VI-mod
 
 
Capitolo XV

Aria di guerra

Il vento aveva da poco smesso di fischiare e ululare minaccioso, e il freddo inverno era ormai in dirittura d’arrivo. Anche la bianca neve si stava sciogliendo, e con il tempo che si muoveva veloce, viaggiavamo. La carrozza di Lady Fatima ci ospitava di nuovo, e Drake teneva come sempre le redini del cavallo. Attorno a noi c’era solo il silenzio. Il sole scaldava la pelle di tutti noi, e mentre il viaggio continuava, nessuno proferiva parola. Dati i nostri trascorsi insieme come una grande famiglia, ormai non servivano più. Ci intendiamo ormai alla perfezione, e in completo silenzio, non faccio che stringere la mano di Stefan. Sorridendo, mi guarda negli occhi, e amandolo, mi fido ciecamente di lui. Intelligente e curioso come una scimmietta, Aaron si guarda intorno, con l’unico desiderio di scoprire i misteri di tutto ciò che lo circonda. Ora come ora, siamo letteralmente immersi nella natura. Il viaggio non è ancora finito, ma spostando lo sguardo, scopro che siamo sempre più vicini. Tacendo, sorrido debolmente. Poi, di punto in bianco, eccoci. Abbiamo ormai raggiunto la nostra destinazione, e scendendo dalla carrozza, solleviamo le armi. Vicino ad alcuni alberi, nel bel mezzo dell’erba, le due Leader hanno piazzato bersagli e fantocci. Notandoli, Rose si avvicina, e poco dopo, imbraccia il suo arco. Estremamente concentrata, chiude un solo occhio per prendere bene la mira, e in un solo attimo, scocca una freccia. Una volta libera, questa vola in linea retta, per poi raggiungere il bersaglio. Soddisfatta, Rose guarda in quella stessa direzione, scoprendo che la sua freccia aveva colpito il centro, e sorridendo, rimise a posto la faretra. Sorpreso, il fratello le si avvicina, toccandole leggermente un braccio. “Guarda qui.” La prega, prendendo in mano la sua piccola spada, e prendendo una veloce rincorsa, si esibisce in una sorta di grido di battaglia, per poi piantare quella lucente arma dritta nel petto di uno de fantocci. Ormai rovinato da un grosso buco, gronda della sabbia con cui è stato riempito, e proprio come le Leader, sorrido. Felice del nuovo traguardo raggiunto dal fratellino, anche Rose fa lo stesso, e non appena i due sono di nuovo vicini, lui inizia a saltellarle intorno come un passerotto. “Hai visto? Hai visto? Ce l’ho fatta!” le dice, con gli occhi che brillano per l’emozione. “Ottimo lavoro.” Le risponde lei, sorridendo e abbracciandolo forte. “Anche tu.” Non manca di farle notare, colpendole il braccio in maniera affatto offensiva. Lasciandosi sfuggire una piccola risata, Rose gli scompiglia la zazzera castana, e poco tempo dopo, Terra si avvicina a sua volta. Estraendo la spada del fratello da quel fantoccio, gliela riporta con calma. “Adesso facciamolo insieme, d’accordo?” propone, sorridendo e sperando che il fratellino accetti. “D’accordo.” Le fa eco lui, regalandole a sua volta un sorriso. Così, l’uno di fianco all’altra, si scagliarono su quell’ormai vecchio e rovinato fantoccio, mettendo a segno altri due colpi e non rendendomi che incredibilmente orgogliosa. Alla loro vista nelle vesti di combattenti, sorrido felice, e accanto a me, Stefan mi imita e stringe la mano. Ben sapendo che li stiamo osservando, i ragazzi fanno del loro meglio, ma poco dopo, Aaron sembra prenderci fin troppo gusto, colpendo quel fantoccio nel petto e sul corpo infinite volte. “Muori, muori sporco Ladro, muori!” grida, mentre i suoi colpi si abbattono su quell’ora malconcio pupazzo senza alcuna pietà. Guardandolo, rido di gusto, ma in quel momento, Stefan interviene. “Su, adesso calmati, piccolo terremoto.” Dice, afferrandolo dolcemente per le spalle e sollevandolo di qualche metro da terra. Non contento, il bambino si divincola, ma nulla pare distrarre il padre. “Ho detto basta, Aaron.” Continua, con sguardo severo. “Perché l’hai fatto? Stava imparando!” replicai, non appena si riavvicinò a me. “Ha fatto bene.” Rispose Lady Fatima, dando ragione e manforte a mio marito. “Vogliamo che si difenda, non che ferisca.” Continuò poi Lady Bianca, calma e seria al tempo stesso. “Avete ragione.” Risposi allora, sconfitta dalla logica. Scivolando nel silenzio, guardai velocemente in alto, notando solo in quel momento la scomparsa dal cielo del sole. L’imbrunire stava arrivando, e con esso la sera. Improvvisamente, un freddo vento ricominciò a soffiare, e colta dal freddo, avvisai subito Stefan. “Credo sia ora di andare.” Azzardai, guardandomi nervosamente indietro. Com’era ovvio, Aaron tentò di resistere, ma per pura fortuna, Rose, Rachel e Terra riuscirono a dissuaderlo. Voleva continuare a combattere i cattivi, e malgrado fosse ormai ora di tornare a casa e ripararci dai rigori dell’inverno che stava per finire, ero certa che avrebbe continuato a farlo. Non lo avevo detto a nessuno, ma dentro di me sentivo che la profezia di Lady Fatima si sarebbe avverata di nuovo, e che il freddo che ora sentivamo si sarebbe presto trasformato da semplice aria fredda ad aria di tensione e guerra.
   
 
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