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Autore: _Qwerty_    06/05/2017    5 recensioni
Andromeda Black si scopre presto più matura della sua età e dei suoi compagni e deciderà di non aver paura delle proprie scelte, anche quando tutto sembra farle male.
Demetra Lestrange, molto talento, molti galeoni e molti complessi di inferiorità, imparerà col tempo che il compromesso non è sempre possibile, ma anche che non tutto il male viene per nuocere.
***
Eccomi qua con una nuova storia, quella che da tempo si nasconde nel pc e che finalmente ho ripreso in mano, ma soprattutto che ho trovato il coraggio di pubblicare qui. Si parlerà di Andromeda, di come ha conosciuto Ted e come ha maturato la decisione di allontanarsi dalla famiglia e scegliere lui, una nuova vita e nuovi valori, ma anche della sua miglior amica, Demetra Lestrange, un personaggio di mia invenzione, sorella minore dei famigerati Lestrange Mangiamorte e a sua volta sempre in bilico fra l’orgoglio purosangue tentato dalle arti oscure e la fedeltà ai sentimenti dell’amicizia e della giustizia.
La storia è stata scritta in parte anni fa e in parte adesso ed è una storia a cui tengo molto, per cui le recensioni sono ancora più gradite!
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Famiglia Lestrange, Nuovo personaggio | Coppie: Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
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3. quaderni malandrini

III


“Merda!”

“Cosa è successo?”
“Ho perso il quaderno piccolo con tutti gli schemi di Trasfigurazione di Bellatrix! Per l'esame! Mi schianterà per tutta la Sala Comune!”
“E Accio non funziona?”
“No, l'ha stregato perché nessuno potesse appellarlo. Tra l'altro, è tuo fratello che le ha insegnato come si fa.”
“Non dirlo come se fosse colpa mia!”
Andromeda rise.
Se c'era una cosa che amava nella sua miglior amica era che riusciva a farla ridere in ogni situazione.
“Ma dove ti sembra di averlo perso? Così andiamo subito a cercare prima che si accorga che l'hai perso, prima che te lo richieda” disse Demetra con un insolito senso pratico.
“Sì, l'ho consultato ad Aritmanzia quando il professore faceva gli esempi sulle Equivalenze Magiche applicabili agli Incantesimi Intraspecie, poi... Me ne sono accorta ora, e siamo stati solo ad Antiche Rune... A meno che, hai visto che quando siamo uscite dall’aula ci sono venuti addosso quei buffoni del quinto di Tassorosso per entrare, forse mi è caduto allora!”
Nell'aula di Rune non c'era nessun quaderno di appunti, ma l'angoscia di Andromeda per il quaderno durò solo fino alle dieci della mattina seguente. Mentre si dirigevano veloci verso la lezione di Trasfigurazione, Andromeda si sentì chiamare a metà corridoio da una voce che non aveva mai udito.
“Scusami, perché mi cerchi? Tu sei...?”
“Ted Tonks. E questo è di tua sorella, credo.”
Il quaderno di Trasfigurazione!, quel benedetto Tassorosso dalle spalle larghe aveva ritrovato il quaderno di Trasfigurazione!
Andromeda sorrise raggiante.
“Grazie mille!”
“Potevo restituirlo direttamente a lei a lezione, ma l'ultima volta che le ho rivolto la parola due anni fa mi ha rotto il naso, per cui ho pensato che era meglio darlo a te.”
Ted sorrise.
“In fondo, mi sono detto, la Black di mezzo sarà più innocua della Black grande, se non altro perché è ancora al terzo anno.”
In condizioni normali Andromeda avrebbe obiettato che l'idea che lei fosse più innocua solo perché più piccola era alquanto opinabile, ma in quel momento era come incantata dal sorriso del Tassorosso.
“No, hai fatto bene. Glielo do io. Grazie mille” rispose macchinalmente e si avviò come in trance verso Trasfigurazione.
Il quaderno di appunti di Trasfigurazione non poteva sapere di aver dato il via a un’inarrestabile catena di conseguenze.
Dopo quel fugace incontro, ad Andromeda Black sembrava che il Tassorosso Ted Tonks spuntasse ad ogni angolo durante il suo percorso verso le aule, sentiva la sua voce in ogni gruppo che incrociava e dietro ogni scaffale della biblioteca, e quando non era un'illusione ottica o un'allucinazione uditiva lui ricambiava il suo sguardo e le sorrideva. Andromeda non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine del ragazzo e, sebbene trovasse inaccettabile l'idea di aver preso una banale cotta per qualcuno, quello che le bruciava in maniera altrettanto intensa era che aveva fatto la figura della stupida di fronte a qualcuno. E i Black non fanno la figura degli stupidi, con nessuno, mai, tanto meno con un Nato Babbano. Tuttavia, il destino volle che ad Andromeda Black fosse data una seconda opportunità. Un pomeriggio era salita in Guferia per spedire una lettera a casa, quando sulla porta che dava sulle scale apparve proprio Ted Tonks.
“Ciao! Non mi dire che mi hai pedinato anche fin quassù!” disse lui in maniera scherzosa.
“Certo che no!” ribatté Andromeda con stizza.
Stupido Nato Babbano, stava per aggiungere, ma qualcosa la trattenne.
“Sono qui per inviare una lettera a qualcuno che sa come ricevere la posta via gufo” concluse con alterigia.
Anche perché, appunto, a chi manda gufi un Nato Babbano?
“E cosa ti fa pensare che a casa mia non sappiano come ricevere un gufo?” ribatté lui, Andromeda notò, senza mostrare alcuna espressione di offesa.
“Beh, è evidente che...”
“Che i Babbani non sanno trattare con i gufi? Forse, ma in questo caso sbagli, perché mio padre è un veterinario e una volta ha perfino curato la zampa di una civetta di un mio compagno, quindi, sa benissimo trattare i gufi e ricevere la posta.”
Andromeda era senza parole.
Eppure, non voleva ammetterlo, ma quel ragazzo la incuriosiva un sacco.
“Oh, allora... Solo, che cosa vuol dire un veterinario?”
“Non segui Babbanologia, immagino! Fra i Babbani un veterinario è uno che di professione studia e cura gli animali.”
“Come il professor Kettleburn di Cura delle Creature Magiche allora?”
“Sì, più o meno.”
Andromeda non poté fare a meno di osservare quanto fosse gentile, con quegli occhi castani così dolci e quella voce così calda.
Ted Tonks andò verso una voliera e scelse un gufo della scuola per la sua lettera.
“Ho capito. Ecco, fatto, lettera spedita – disse guardando il gufo prendere il volo – Ci si vede in giro allora” e infilò la porta.
Non c'era scampo. Andromeda Black era innamorata.

***

“Dem, devo raccontarti una cosa. Una cosa importante.”
Demetra Lestrange staccò gli occhi dagli appunti di Aritmanzia.
“Sì, dimmi.”
“Mi piace un ragazzo. E credo che mi piaccia sul serio. Si chiama Ted Tonks, è nello stesso anno di Bellatrix, ed è...”
“Un Nato Babbano.”
Andromeda si irrigidì.
“Sì, e allora?”
Demetra Lestrange rimase un attimo in silenzio e guardò l'amica con lo stesso sguardo perplesso con cui era solita guardare un Logogramma particolarmente complesso.
“Allora forse avrai bisogno di questo” ed estrasse dalla borsa un libriccino consunto dalla copertina tutta nera.
L'arte dell'Occlumanzia, fondamenti – lesse Andromeda – E cosa c'entra?”
“L'Occlumanzia è l'arte di chiudere la mente, di nascondere il turbinio dei propri pensieri ai maghi che tentino di forzarne i lucchetti con l'arte compagna della Legilimanzia, è...” cominciò Demetra con passione.
“...è magia oscura!” la interruppe Andromeda.
“Oh, no, tutt'altro. L'Occlumanzia è magia prettamente difensiva, e a mio modesto parere il professor Silente potrebbe benissimo riservare alcune lezioni di Difesa a farci acquisire almeno i fondamenti, dato che, per inciso, lui è un abilissimo Legilimens. Il che ci riporta al punto: devi chiudere la mente se non vuoi che qualcuno scopra che ti vedi con un Nato Babbano.”
Qualcuno suonava molto come tua sorella e tua madre, pensò Andromeda. Sì, forse era il caso di dare un'occhiata al libretto.

***

Nei mesi che seguirono Ted Tonks continuò a sorriderle e dopo un po' anche Andromeda cominciò a restituire il sorriso. Si ritrovava molto spesso a pensare a come sarebbe stato stare un po' da sola con lui, per più di due minuti in Guferia o di dieci secondi in corridoio all'uscita delle lezioni. Chissà come sarebbe stato uscire con lui...
Ma questo non sarebbe mai potuto accadere. Punto primo, perché sicuramente lui non era interessato a lei: in fondo, aveva solo dimostrato di trovarla più simpatica di sua sorella e si era comportato in ogni occasione in maniera gentile, cosa che senza dubbio faceva parte del suo carattere e non era certo dovuta ad un particolare interesse per lei. Punto secondo, era un Nato Babbano, ed era chiaro come il sole che un Nato Babbano non avrebbe mai potuto far parte della vita privata di un Black.
“Dromeda, il Parphillinium! La polvere di Parphillinuim va messa quando la pozione è ancora celeste!”
“Oh, sì, hai ragione, che sbadata!”
Menomale che c'era Demetra, altrimenti chissà quante volte avrebbe fatto dei danni a Pozioni, da quanto era distratta.
Già, Demetra: si era mostrata se non del tutto comprensiva quanto meno dalla sua parte quando le aveva detto di Ted, eppure aveva la percezione che la sua miglior amica non riuscisse a comprendere del tutto i suoi sentimenti così contrastanti e ingarbugliati. Non che anche lei ci vedesse del tutto chiaro, ma sicuramente Demetra avrebbe potuto mostrare un po' più di sensibilità e risparmiarsi commenti dissacranti ad ogni suo riferimento a Ted. E poi, se mai un giorno lei avesse deciso di stare con un ragazzo che non fosse un Purosangue, avrebbe dovuto piegarsi alle regole non scritte che da secoli vigevano nella sua famiglia? In fondo, rifletteva Andromeda, lei sapeva di avere una marcia in più rispetto a tanti compagni di scuola perché perlopiù gli incantesimi le riuscivano bene dopo pochi tentativi, ma questo era davvero dovuto al fatto che era una Purosangue? C'erano perlomeno un paio di compagni di sua sorella che avevano i genitori Babbani eppure erano noti a scuola per essere fra i più dotati. I Mezzosangue sono inferiori, questo le era stato insegnato. Sì, ma come faceva a ritenere inferiore un ragazzo così gentile e così carino? Alla fine, non è come uno si comporta che qualifica una persona? Avrebbe voluto parlarne con Demetra, come facevano sempre da quando erano piccole tutte le volte che le veniva in mente qualche pensiero insolito e la sua migliore amica aveva sempre una soluzione più o meno convincente, eppure stavolta non riusciva a non sentirla così lontana.
No, Demetra stavolta non avrebbe capito.
Con uno strano senso di solitudine che non ricordava di aver mai provato prima di allora, Andromeda Black versò delicatamente la sua polvere di Parphillinium nel calderone.

***


NdA: ecco finalmente il primo incontro fra Ted e Andromeda! E vediamo anche come Andromeda si mostri riflessiva e critica, in senso buono, verso quelle convinzioni che la famiglia le ha trasmesso fin da bambina e cominci così quello che io immagino come il suo percorso adolescenziale di ribellione e crescita. Che ne dite? Troppo banale? Il capitolo è troppo corto? Farei meglio ad andare a piantare pomodori? Altro? Recensite!
  
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