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Autore: KiarettaScrittrice92    06/05/2017    2 recensioni
Juliette e Arno sono i due portatori dei Miraculous della Coccinella e del Gatto Nero. Lei è una nobildonna di buone origini, lui il capitano dei moschettieri del re.
Durante la loro battaglia contro Comt Ténèbre e l'imminente rivoluzione francese, scopriranno il loro folle e passionale amore.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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La nobildonna
6 Maggio 1789

Juliette era ancora nel suo letto, coccolata dalle candide lenzuola che l’avvolgevano e dal morbido cuscino su cui adagiava la testa, mentre la luce del mattino iniziava a farsi strada, attraverso le tende bianche del suo letto a baldacchino.
Era sveglia già da una decina di minuti, ma ancora non si voleva alzare, voleva godersi quella tranquillità ancora un po'. Sul cuscino proprio di fianco a lei Tikki, la creaturina rossa che le aveva donato i poteri di Coccinelle, stava ancora dormendo. Allungò una mano verso di lei sfiorando la macchia nera, che aveva sul capino, con il dito: a quel gesto la kwami si svegliò mostrando i suoi grandi e stupendi occhi azzurri.
«Bonjour Tikki.» la salutò lei sorridente.
«Bonjour Juliette. – le rispose la piccola creatura, fluttuando davanti al suo viso – Pronta per una nuova giornata?»
«Se mio padre mi spedisce ad un'altra festa credo impazzirò.» si lamentò la ragazza, rigirandosi sul letto e mettendosi supina.
«Eppure mi era sembrato che il ballo di ieri sera, con quel giovane capitano, non ti fosse affatto dispiaciuto.»
«Cosa?! – chiese sconvolta la ragazza, sentendo le guance diventare incandescenti – Per niente, insomma è stato un ballo come gli altri.»
«Sicuramente non come sarebbe stato un ballo con Chat Noir, vero?» la ragazza divenne ancora più rossa e il calore sul suo viso ancora più insistente, mentre la risata argentina di Tikki le dava la conferma che il suo imbarazzo era evidente.
«Forse è ora di alzarsi...» commentò, tirandosi su e cercando di assumere nuovamente un'aria il più possibile austera.
Tirò le tende del baldacchino, aprendole, mentre Tikki si nascondeva nelle pieghe della sua camicia da notte, infine allungò la mano verso la campanella che era sul comodino e la scosse con un gesto delicato, facendola trillare.
Subito entrò nei suoi appartamenti una domestica con un vassoio in metallo fornito di qualsivoglia leccornia per la colazione, o meglio ciò che di solito preferiva lei.
«Bonjour mademoiselle Ponthieu.» salutò educatamente la domestica, poggiando il vassoio sul comodino e facendo una leggera riverenza.
«Buongiorno Marie.» ricambio a lei, mantenendo il suo solito tono autoritario.
«Mademoiselle, stamattina un messo ha consegnato questa per lei, viene da Sevrès.» disse porgendole una lettera.
Nell'udire quel nome sentì il cuore balzargli in petto: Sevrès era la città in cui viveva Chat Noir, e se fosse stato proprio lui a scriverle? Che sciocca, era impossibile, Chat Noir non sapeva nemmeno la sua vera identità, figurarsi dove abitava.
Prese la lettera dalle mani della domestica per poi congedarla. Appena la donna uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle, la ragazza osservò la busta rigirandosela tra le mani e notando così il mittente.
«Quando parli del lupo...» commentò con un sorriso divertito, leggendo quel nome.
Aprì la busta staccando il sigillo di ceralacca con il simbolo della guardia scelta del re e tirando fuori il foglio di pergamena, mentre il Tikki usciva dal suo nascondiglio per affiancarla e poter così leggere anche lei.

Mademoiselle Ponthieu,
Vorrei davvero rivederla, se accetta incontriamoci all'ingresso dei giardini di Versailles durante la festa di questa sera.
Spero di trovarla lì,
Arno.

«Juliette, gli piaci.» Commentò Tikki euforica.
«Tikki, è un soldato, un semplice soldato, non posso...»
«Andiamo Juliette, ti conosco bene, non ti è mai importato nulla della classe sociale. Tutti i romanzi che leggi e rileggi e che riguardano storie d'amore impossibili ne sono la prova.» la rimproverò la creaturina rossa, cercando di incoraggiarla.
«Sì, ma c'è già Chat Noir, e poi... Hai sentito quello che ha detto Chantal, probabilmente sono l'ennesima nobildonna da conquistare e poi abbandonare. Sinceramente non m'interessa frequentare un uomo così.» disse alzandosi finalmente dal letto e avvicinandosi alla toilette dei suoi appartamenti.
«Fai come vuoi! Sappi però che ogni lasciata è persa, amica mia, e visto che non sai nulla di Chat Noir e non riesci nemmeno a rivelargli quello che provi, con il capitano potrebbe essere la tua occasione. Inoltre, sappiamo tutte e due che ti piace.»
La ragazza sbuffò, mentre si guardava allo specchio, persino in quel verso di stizza riuscì a mantenere quella classe ed eleganza che caratterizzava il suo essere, tanto da farlo sembrare semplicemente un sospiro.
«Ho ancora una giornata davanti, e non intendo sprecarla a decidere se devo andare o no a quella festa.» concluse tornando verso il suo letto e afferrando il bicchiere di latte che stava nel vassoio sul suo comodino.
Consumò con calma la sua colazione, mentre la kwami rossa sgranocchiava dei biscotti con gocce di cioccolato, anch'essi portati poco prima, sullo stesso vassoio.
Quando ebbe finito chiamò nuovamente le domestiche, suonando la campanella e Tikki si nascose nel cassetto del comodino, passandoci semplicemente attraverso, senza aver bisogno di aprirlo.
Questa volta nella stanza entrarono tre domestiche: una, la stessa che le aveva portato la colazione, si diresse direttamente al comodino per prendere il vassoio e riuscire di nuovo, mentre le altre due si avvicinarono a lei.
«Cosa desidera indossare questa mattina, mademoiselle?» chiese cortesemente una delle due accennando un inchino.
«Il polonaise celeste, inoltre vorrei prendere anche l'adrienne verde acqua per questa sera.» ordinò lei con naturalezza.
Le due donne fecero un altro inchino e oltrepassarono la porta che conduceva al suo guardaroba, per poi tornare poco dopo con i due corredi tra le braccia. Intanto Marie era tornata con una serie di nuove lenzuola candide e si era subito messa a rifare il letto.
La ragazza, con l'aiuto delle due domestiche, si vestì, complimentandosi tra sé e sé e per la sua scelta. Quel polonaise le stava davvero bene, molto elegante e comodo allo stesso tempo, perfettamente adatto per stare in casa e presentarsi alle sue lezioni mattutine.
«No, i capelli lasciateli pure così!» disse fermando le donne che stavano già per mettere mano all'occorrente che serviva per l'acconciatura.
Quando fu del tutto pronta, e le domestiche furono fuori dalla camera, Tikki senza un fiato si tuffò tra le pieghe del suo vestito e anche lei uscì dai suoi appartamenti.
La giornata passò in fretta: con le lezioni di piano e di poesia il mattino e il suo solito rintanarsi in biblioteca, tra i libri e i romanzi, nel pomeriggio.

  
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