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Autore: TwistedDreamer    07/05/2017    0 recensioni
«Cioè, fammi riassumere un attimo la situazione. Il famoso "punto" della questione è che Brian voleva solo scopare e tu ti sei innamorato?»
«Dom, perché nei tuoi riassunti io sembro sempre la ragazzina sedotta e abbandonata?»
«Perché lo sei, Matt!!! Sei una fottuta ragazzina! Come ti salta in mente di innamorarti di Brian Molko? Dopo che lui ti ha chiaramente intimato di non farlo, per di più!»
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Matt si avventò su Brian famelico, frustrato, sfogando quel velo di irritazione che Brian aveva coltivato in lui per tutta la sera. Sentiva le labbra dell'altro che non riuscivano ad adattarsi a quel bacio violento e infatti non passò molto tempo prima che Brian lo scostasse e gli dicesse, scocciato, mentre si girava per spegnere la sigaretta: «Ma si può sapere chi ti ha insegnato a baciare? Un branco di iene?»
Matt assunse un'espressione offesa, ma non riuscì a pensare ad una risposta adeguata che non lo facesse sembrare un bambino capriccioso, perché nel frattempo Brian l'aveva fatto indietreggiare di nuovo fino all'isola e gli stava sussurrando, con la bocca quasi sulla sua: «Ora ti faccio vedere io come si fa.»
Le labbra di Brian erano morbide, delicate ma decise, la sua bocca sapeva di fragole e di tabacco e la mano che gli aveva infilato tra i capelli li carezzava pigramente.
Matt pensò che avrebbe volentieri passato tutta la vita a baciare Brian - o a farsi baciare da lui, comunque.
Ma in quel momento c'erano pensieri più importanti e Brian doveva essere sulla sua stessa lunghezza d'onda, perché cominciò ad indietreggiare e gli afferrò la camicia per tirarselo dietro e trascinarlo in camera da letto.

 
*

«Ok, stop, STOP. Puoi risparmiarmi il resto.»
«Ma come?!? Pensavo che volessi sapere tutto!» lo prende in giro Matt.
«Ho cambiato idea. Voglio sapere tutto, tranne le scene a luci rosse. Solo il pensiero di quella… quello… nudo…» Dominic rabbrividisce.
«Non sai che ti perdi…» sospira Matt.
Dom lo guarda scandalizzato.

 
***

Stefan si lascia cadere pesantemente accanto a Brian sul divanetto del tour bus.
«Che fai?» gli chiede.
«Niente, controllavo le e-mail.»
«Che pensa il tuo computer, stamattina?» scherza il bassista.
Brian accenna a un sorriso, ma scatta sull'attenti. Non è da Stefan cercare di fare conversazione spicciola, a meno che non stia cercando di tastare il terreno o di indorare qualche pillola.
«Spara.» gli dice, quindi. Meglio saperlo subito, qualunque cosa sia.
Stefan si gratta la nuca, chiaramente a disagio.
«Sai dove stiamo andando?»
«Mmmh… no. Dovrei?»
«Stasera suoniamo al Werchter.»
«E quindi?»
«Lo sai che anche i Muse suonano lì, stasera?» butta lì casualmente.
Brian cerca di rimanere impassibile, ma il suo cuore ha appena deciso che è una buona idea precipitare nelle viscere e poi risalire per pompargli sul viso una quantità spropositata di sangue, in modo da vanificare tutti i suoi sforzi.
Ovviamente sapeva che sarebbe successo, prima o poi, ma aveva pensato con logica inappuntabile che allontanare il pensiero avrebbe fatto sparire il problema.
«Stef… ma tu… come…?» non riesce ad articolare la domanda fino in fondo. Come accidenti aveva fatto Stefan a sapere di Matt?
Riceve un'occhiata esasperata.
«Ti conosco da vent'anni, Steve ha la bocca larga e so fare due più due. Comunque, se può consolarti, dovremmo suonare su palchi diversi.»

***

Con la testa poggiata sullo stomaco di Brian, Matt si guardava intorno nella camera da letto e sentiva nascere un sorriso spontaneo. I mobili erano di legno chiaro, le tende bianche celavano la vista della camera alle enormi finestre e la moquette era di un morbido azzurrino.
«Sapevo che eri più un tipo da legno.» commentò.
Brian si mosse un po', forse infastidito, e sbuffò una nuvola di fumo.
«Io non sono più un tipo da legno. Smetti di far finta di conoscermi.»
Matt si girò per guardarlo negli occhi e con un sorriso malizioso ribatté: «Oh, io credo di conoscerti abbastanza a fondo. Anzi, se proprio dobbiamo essere precisi, ho passato l'ultima ora della mia vita a conoscerti
Brian non riuscì, suo malgrado, a trattenere un sorriso, ma cercò di darsi un tono alzando gli occhi al cielo.
«Tieni fuori da questa stanza i sensi biblici, per cortesia.»
Matt ridacchiò sommessamente, poggiando la fronte su Brian e chiudendo gli occhi.
«Se proprio vuoi saperlo, ho gusti molto vari e ho arredato ogni stanza della casa con uno stile diverso, a seconda dell’uso a cui è destinata.»
«Mmh… e la stanza con l’altarino per i Muse com’è arredata?» chiese Matt, ironico.
Brian scoppiò a ridere e gli diede un colpetto sul braccio nudo, mentre lui lo seguiva a ruota. Era piacevole stare lì, così; la tensione che avevano sentito per tutta la sera si era finalmente dissolta, facendo spazio ad un’atmosfera rilassata e complice.
Il sesso con Brian era stato molto, molto più di quello che si era aspettato, più intenso, travolgente. Brian aveva uno strano modo di porsi, nella vita e sotto le lenzuola: per la maggior parte del tempo sembrava tenere in mano la situazione, guidare qualsiasi cosa e aspettarsi di essere seguito in tutto e per tutto, senza neanche contemplare la possibilità di incontrare un no e poi, all'improvviso, mollava le redini, allentava gli effetti di quel carisma opprimente che esercitava su ogni cosa e si lasciava andare, spensierato e quasi… innocente. Matt si ritrovava affascinato da entrambi i lati della sua personalità. Il Brian carismatico lo attraeva, lo incuriosiva, gli faceva venire in mente mille modi per metterlo alla prova, per stuzzicarlo, per tentarlo, mentre il Brian più spontaneo gli faceva provare sensazioni da tempo dimenticate, lo faceva sentire un ragazzino, lo avrebbe facilmente fatto arrossire. Così, dopo averlo trascinato in camera da letto e avergli praticamente strappato i vestiti di dosso, si era seduto ed aveva intrecciato le dita alle sue, piantando gli occhi nei suoi con un'espressione che Matt avrebbe definito dolce, se non si fosse trattato di Brian Molko.
Comunque quegli occhi sembravano aspettarsi qualcosa, e Matt si era avvicinato di un passo e l'aveva baciato, spingendolo indietro sul letto e salendogli sopra.
***
 
Il sole di inizio estate picchia forte sulla radura sterrata che è stata adibita al parcheggio dei tour bus degli artisti e che ora brulica di gente che va avanti e indietro. Non appena il bus dei Placebo si ferma nell'area riservata a loro, Steve salta giù stiracchiandosi rumorosamente e scrollandosi di dosso le nove ore di viaggio ininterrotto, seguito a ruota da Nick, Bill e Fiona. Stefan dorme, mentre Brian è seduto sul divanetto della zona giorno, in posa apparentemente rilassata, con le braccia allargate sullo schienale, la testa voltata verso il finestrino e l'espressione assorta. Solo l'immobilità del collo e la rigidità delle mani ne tradiscono la tensione. Matt ha smesso di chiamarlo da una settimana. Brian non sa che cosa sia successo o come abbia deciso di desistere, può solo immaginare che a un certo punto l’altro si sia rassegnato.
Sente il passo leggero di Cody che si avvicina.
«Papà, non scendiamo?»
«No, Cody, fa troppo caldo per scendere ora.»
«Io non ho caldo. Ti pregooo, andiamo a fare una passeggiata! Non ce la faccio più a stare qui dentro!» si lagna il bambino.
Brian lo guarda incerto. Il parcheggio è grande, ci sono oltre cento autobus parcheggiati, quindi almeno un migliaio di persone in giro. La possibilità di incontrare Matt c'è, ma non è così concreta, anche perché i Muse potrebbero essere ancora in viaggio, o Matt potrebbe essere andato a rilasciare qualche intervista.
Inoltre, costringere Cody a rimanere rintanato in un autobus solo per il suo timore infantile di incontrare Matt non lo fa certo sentire il padre migliore del mondo.
«E va bene.» acconsente quindi, in fondo troppo desideroso anche lui di prendere una boccata d'aria e di sgranchirsi un po' le gambe.
L'afa estiva lo investe in pieno, facendogli subito rimpiangere il fresco del bus, ma suo figlio si sta già dirigendo a passo spedito verso Steve che sembra assorto in una conversazione telefonica.
Il bambino raggiunge il batterista e gli tira gentilmente la camicia per attirare la sua attenzione.
«Cody, lascialo stare, non vedi che sta parlando al telefono?» gli grida, cominciando ad avvicinarsi anche lui. Quello lo ignora bellamente e dice qualcosa al batterista che annuisce e poi torna alla sua conversazione.
Il bambino si dirige nuovamente verso Brian.
«Steve viene con noi.» gli dice, tutto allegro, «Finisce la telefonata e poi andiamo.»
«Ok.» risponde Brian. E poi un brivido gli corre lungo la schiena.
Lo sguardo di Cody si illumina, fissandosi su un punto imprecisato dietro di lui e Brian sa esattamente cosa sta guardando suo figlio.
Come uscito dal peggiore dei suoi incubi, Cody grida eccitato: «Angus!» e fugge in quella direzione.
Brian valuta per un momento l'idea di non girarsi, di far finta di niente e continuare per la sua strada, ma si rende conto che sembrerebbe troppo ridicolo anche per lui. Inoltre, non può dare a vedere quanto sia realmente sconvolto.
D'altra parte, lui e Matt non hanno litigato. Certo, Brian l’ha evitato come la peste senza alcun apparente motivo per l'ultimo mese, ma non gli risulta che ci fosse una regola che lo obbligasse a rispondere al telefono quando Matt Bellamy lo chiamava. O a richiamarlo. O a rispondere ai suoi messaggi.
O ad aprirgli la porta quando lui era fuori da casa sua.
Nessuna regola.
Non erano amici e sicuramente non erano una coppia; non erano mai stati una coppia, Brian l'aveva messo in chiaro fin da subito.

***

«Matt, ti prego, ti prego, puoi arrivare al punto della storia?»
«Dom, se tu smettessi di interrompermi in continuazione sapresti che il punto è quasi arrivato.»
«L'hai detto anche due ore e mezza fa!»
«Ma ti serviva l'antefatto!»
«Mi sarei accontentato del riassunto.»
«No che non ti saresti accontentato, avresti continuato ad interrompermi per farmi domande.»
«Forse hai ragione…»

*
 
«Bellamy, non per sembrare inospitale, ma credo che sia ora che tu te ne vada.»
Matt guardò Brian di sbieco, cercando di capire cosa significasse quella frase.
«Che c'è?» si sentì domandare.
«Sbaglio o mi stai cacciando come si fa con una prostituta?»
«Sbagli. Le prostitute vengono pagate.» rispose Brian con un sorriso sornione.
«E se volessi restare?» gli chiese a bruciapelo.
«Noi non dormiremo insieme, Matthew. Non ci conosciamo abbastanza bene e soprattutto non siamo una coppia.»
«Beh, no, ma…»
«Niente ma. Sono stato chiaro, per me è un gioco. Facciamo sesso perché ci va, ma non pensare che ci sarà mai altro tra noi due.»
Matt sentì una fitta. Non intendeva certo diventare una coppia: la sua rottura con Kate era troppo recente e lui doveva ancora capire come adattarsi alla sua nuova vita, prima di pensare di lanciarsi in un'altra storia. Con un uomo, per giunta. Non aveva mai contemplato la possibilità di avere effettivamente una relazione con Brian, ma il vedersela negare a priori lo ferì, in qualche modo.
Si sentiva stupido a prendersela per un rifiuto del genere, ma era sicuro che darlo a vedere non l'avrebbe aiutato. Brian l'avrebbe con tutta probabilità preso in giro e poi sbattuto fuori per non farlo entrare mai più e questo non era quello che Matt voleva.
Così ingoiò il rospo e tirò fuori un sorriso.
«Ma chi la vuole una relazione con te, Molko? È solo il sonno che al momento mi fa passare la voglia di rivestirmi e alzarmi di qua.» gli disse, «Però hai ragione. Dormire insieme è troppo intimo.» confermò, alzandosi e mettendosi alla ricerca dei suoi vestiti sparsi qua e là per evitare di incrociare il suo sguardo.

 
***

Finalmente, Brian si gira. Strizza gli occhi per mettere a fuoco la figura accanto al cane, ma quello decisamente non è Matt: troppo alto, troppo grosso, troppo coordinato.
Tira un sospiro di sollievo e comincia ad avvicinarsi. Man mano che la figura si ingrandisce, Brian riconosce Christopher Wolstenholme, il bassista dei Muse che, con aria estremamente annoiata, trattiene il guinzaglio e guarda perplesso Cody e Angus che si fanno le feste reciprocamente.
Non appena Brian raggiunge il gruppetto, Christopher alza lo sguardo e sgrana gli occhi sorpreso, quando lo riconosce.
«Brian!» esclama, tendendogli la mano.
«Christopher.» risponde, stringendogliela cordialmente.
«Papà, guarda, mi dà la zampa!» esclama Cody, «Si ricorda!»
«Certo che si ricorda, Cody.» fa Brian, pazientemente, cercando di reprimere il disagio che lo irrigidisce. Non sa quanto il bassista dei Muse sappia di quello che è successo tra lui e Matt e sicuramente non vuole essere lui a rivelargli più del dovuto.
«Ma scusa, tuo figlio conosce il cane di Matt?»
Eccola, la domanda più spontanea di tutte, fatta con l’ingenuità di uno che, decisamente, non sa.
Si rassegna a dover rivelare qualcosa.
«Sì, Matt abita nel mio stesso palazzo e così Cody ha avuto modo di giocare col suo cane, qualche volta.»
Brian cerca di comportarsi con naturalezza davanti all’espressione di genuina sorpresa di Chris.
«Diciamo che è un po’ anche mio.» borbotta il bambino e Brian finge di non accorgersene, per evitare altre rivelazioni scomode.
Il vibrare del cellulare nella sua tasca lo salva da ulteriori interazioni e gli fa tirare mentalmente un sospiro di sollievo. Controlla il numero sul display: è Helena.
«Cody, sta chiamando la mamma, sicuramente vorrà parlare anche con te.» lo richiama. Fa un cenno di saluto e di scuse al bassista di fronte a lui e poi risponde al telefono.
«Pronto?»
«Brian! Come va?» gli chiede la voce serena della sua ex.
Cody nel frattempo ha messo su un broncio lunghissimo perché non vuole saperne di separarsi dal cane, ma Brian gli lancia una di quelle occhiate da padre che, ha capito, riescono ancora a incutere a suo figlio un certo timore reverenziale e vede il bambino staccarsi riluttantemente dal cane e seguirlo in direzione del tour bus.
«Tutto bene, tu?»
«Eh, sai, solita Londra d’estate: caldo atroce e umidità peggio.»
Brian ridacchia.
«Voi dove siete?» gli chiede.
«In Belgio. Werchter.» risponde stringato Brian.
«Ma al Werchter…» comincia subito Helena.
«Sì.»
«L’hai…»
«No.»
«Hai intenzione di lasciarmi finire una frase?»
«Solo se cambiamo argomento.» tenta di scherzare lui.
Helena sospira.
«Ok… Cody come sta?»
«Sta bene, è qui. Te lo passo?»
«Sì, grazie. Noi ci vediamo fra tre giorni.»
«Perfetto. Ho già detto ad Alex di mandare una macchina a penderti.»
«Oh, non dovevi disturbarti.»
«Nessun disturbo. Ti passo Cody.»
«Ciao.»
«Ciao.»

***
 
«Cioè, fammi riassumere un attimo la situazione. Il famoso "punto" della questione è che Brian voleva solo scopare e tu ti sei innamorato?»
«Dom, perché nei tuoi riassunti io sembro sempre la ragazzina sedotta e abbandonata?»
«Perché lo sei, Matt!!! Sei una fottuta ragazzina! Come ti salta in mente di innamorarti di Brian Molko? Dopo che lui ti ha chiaramente intimato di non farlo, per di più!»
Matt si sgonfia come un palloncino bucato e finalmente il suo migliore amico può vedere la profonda tristezza che lo pervade.
«Non si può scegliere chi amare, Dom. E lui… io so che provava qualcosa di più.»
  
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