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Autore: strayheart00    07/05/2017    1 recensioni
Andrea è da sempre conosciuta con l'epiteto di "regina dei ghiacci". Ha una vita che molti definirebbero perfetta, eccetto lei e chi la conosce davvero.
Giulio è invece "il re degli stronzi" soprannome affibbiatogli da Andrea l' istante dopo essersi conosciuti.
Sin dal loro primo incontro sono in lotta per il potere e la fama e ogni volta che uno dei due fa un passo verso la vittoria, l'altro gli mette i bastoni tra le ruote. Dopo ben quattro anni di continue battaglie arriva finalmente l'occasione che potrà decretare il vincitore: la possibilità di candidarsi alla carica di rappresentante d'istituto. A questo punto la guerra tra i due diventa più spietata che mai, con colpi bassi e terribili piani che porteranno a conseguenze inaspettate.
Si trovano infatti costretti a firmare un armistizio quando un bacio gli fa provare sensazioni che non dovrebbero. Così quella che è la loro eterna guerra si trasforma in un gioco, fatto di odio e attrazione. Le scommesse sono aperte: chi tra i due si farà male per primo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Fate una cosa bella ma bella davvero

La prossima volta che dite una stronzata
Ammazzatevi da soli

[Mi sono rotto il cazzo - Lo Stato Sociale]



Respira. Inspira. Respira. Inspira.

Posso farcela. Non devo svenire. Non devo uccidere nessuno. Non devo saltare alla gola del cretino. Testa in alto, petto in fuori, un ultimo respiro e varco i cancelli della scuola. Un solo passo e tutti mi fissano, neanche fossi un fenomeno da circo. Da lontano vedo Marti correre nella mia direzione, nemmeno avesse il diavolo alle calcagna. Il brutto presentimento che mi accompagna da ieri pomeriggio si fa più insistente. Cosa diavolo ha combinato quel figlio di puttana? Marti ormai è davanti a me con il fiatone, si ferma a respirare poggiando le mani sulle ginocchia (è davvero fuori allenamento, le dico da una vita di venire a Pilates con me per essere più in forma).

 

«Mi dispiace così tanto!» Il suo sguardo è davvero dispiaciuto, il che mi preoccupa non poco.

«Ti dispiace? Per quale assurdo motivo Martina?» la mia voce esce tagliente come un coltello affilato.

«Per... quello... Giulio» quella della mia amica invece è così bassa da rendere incomprensibile quello che dice.

«Ascolta tesoro la mia giornata è iniziata già male quindi evita di farmi girare ancora di più le palle. Dimmi adesso, ad alta voce, cosa cazzo è successo» la mia coscienza mi rimprovera dicendomi che sembro una stronza senza cuore, ma non si può essere più gentili con questa ansia che attanaglia l'anima.

«Giulio sta attaccando una tua foto in ogni angolo della scuola» Martina fa fatica a guardarmi negli occhi, troppo preoccupata per la mia reazione da pazza.

«voglio entrare subito» dichiaro incamminandomi verso l'ingresso con una migliore amica al mio fianco sconvolta.

« non credo che se una buona idea! Forse è meglio se ti racconto che tipo di fotografia sia» Martina sta provando in tutti i modi a farmi tornare indietro, ma sa bene che non ci riuscirà mai.

« sono troppo curiosa per aspettare e poi abbiamo un piano da mettere in azione» detto ciò finalmente entro.

Mi pento il secondo dopo di questa mia scelta perché tutte le persone presenti nel corridoio centrale si sono girate verso di me. Ridono e mi indicano quasi fossi un fenomeno da circo, così presa dalla rabbia mi avvicino alla bacheca degli annunci e vedo ciò che mai e poi mai avrei voluto fosse pubblico. Davanti a me una foto dell'anno scorso mi fa quasi venire le lacrime agli occhi. Quelli che si stanno baciando sono Cristian e la sua migliore amica mentre lui stava ancora con me. Il tradimento mi brucia ancora e trovarmi davanti la testimonianza dell'accaduto non fa che farmi stare peggio. Sotto c'è una scritta a caratteri cubitali: "la più bella del nostro liceo tradita, che divertente la vita eh?".
Sento una mano toccarmi la spalla,  così mi volto e trovo Martina a fissarmi come se fossi un cucciolo bastonato. Questo mi fa riprendere dal mio stato di shock e mi dà la carica necessaria per iniziare il piano. Con una grinta, che per circa tre secondi avevo perso, mi allontano da quella cazzo di bacheca e con Martina alle calcagna mi dirigo in classe pronta a scatenare l'inferno. Salgo velocemente le scale maledicendo la preside per aver buttato la mia classe all'ultimo piano accanto ai laboratori.

« Rea forse dovresti fermarti a pensare almeno per due secondi a quello che farai quando te lo troverai davanti» la mia amica tenta di farmi riflettere, come sempre. Martina è famosa per i suoi discorsi preparati a tavolino, che si dia il caso facciano davvero schifo.

« sai che al contrario tuo non mi piace prepararmi, preferisco l'improvvisazione» un ghigno si forma sul mio volto al solo pensiero di ciò che farò.

« ma devi avere qualche idea! non puoi entrare lì e fare una scenata. Gli dareistì esattamente ciò che vuole» lo dice annaspando tra un gradino e l'altro.

« credimi tesoro sto benissimo cosa farò solo che è molto più divertente non dirtelo» finalmente faccio l'ultimo scalino e mi ritrovo al mio odiato piano.

« qualche volta sai essere una vera stronza» Marti è evidentemente offesa dal fatto che non voglio condividere con lei la mia idea.

«Non fare la permalosa!» le dico nell'esatto momento in cui vedo Giulio appoggiato alla porta dell'aula.

« hey queen! piaciuta la foto?» il cretino si accorge fin troppo presto di me e mi fa subito una battuta su quello che la sua mente diabolica ha pensato.

Vuol farmi innervosire è chiaro. Forse c'è anche riuscito per pochi secondi, peccato che io ormai sia insensibile a molte emozioni e questo mi permette di essere davvero stronza.

« non so come tu abbia fatto a trovare quella foto ma sono contenta che tu l'abbia fatto» glielo dico con la mia miglior faccia di bronzo.

« che cazzo vuol dire che sei contenta? Quella è una foto con il tuo fidanzato che ti tradisce! Non dovresti che ne so... strapparti i capelli e piangere come farebbe una qualsiasi ragazza?!» a perdere le staffe questa volta e lui, infastidito dal mio comportamento menefreghista.

«e perché dovrei scusa? Ci siamo lasciati molto tempo fa e per me non è mai stata una storia importante» continuare a mentire non mi fa di certo stare meglio ma almeno fa star peggio Giulio.

« ho mosso mari e monti per trovare quella foto, non dovresti essere almeno un po' infastidita?» si avvicina a me tanto da permettermi di sentire il suo profumo. È acqua di Gio, devo ammettere che lo adoro.

« ti ripeto che non lo sono e che hai sbagliato a pensare che lo sarei stata,  perché per me quella storia non ha avuto alcun significato» mi avvicino anch'io a lui per permettere a Martii di scattarci una foto.

« non ci credo che non è stata niente  te. sembravi così coinvolta» Giulio mi afferra una mano, stringendola forte, e per qualche strano motivo questo mi fa aumentare i battiti del cuore.

« sai che sono brava a fingere» il mio volto ormai è vicinissimo al suo. Se lui facesse anche il minimo movimento nella mia direzione il bacio sarebbe inevitabile. Mi ritrovo a pensare: ti prego Dio fa che Marti abbia scattato.

« certo che lo so e proprio per questo non ti credo, perché ti conosco meglio di quanto tu creda» si distanzia un po' da me e questo mi permette di riprendere a respirare, non mi ero nemmeno accorta di stare trattenendo il fiato.

« adesso dovresti lasciarmi, non abbiamo più niente da dieci. hai preso un abbaglio, arrenditi» detto ciò mi allontano di scatto dando un po' di sollievo al mio cuore che sembra impazzito.

« io non prendo abbagli, non mi sbaglio Mai. Troverò il modo di far crollare la tua armatura e dimostrare al mondo come sei fatta davvero. E quando questo succederà la mia vittoria sarà ancora più gustosa» si volta in direzione della porta.

« Giulio non hai ancora capito che a vincere sarò io? Non hai alcuna possibilità contro di me, ritirati adesso prima di perdere la dignità e la reputazione» gli dico prima di spingerlo di lato ed entrare.

Questa battaglia l'ho sicuramente vinta io. Che soddisfazione.

~~~~

La professoressa Grimaldi sta spiegando qualcosa su Virgilio da una buona mezz'ora. Una metà della classe sta dormendo mentre l'altra usa il telefono. Solo i due idioti dietro di me stanno parlando da quando la lezione è incominciata. Non riesco a sentire un cazzo però è la cosa mi rode. Sono sicura che stanno parlando di me, non sono scema. Voglio capire la prossima mossa del mio nemico ma mi è impossibile se non alzano un po' quella voce. Per distrarmi dallo spionaggio inizio a dare fastidio a Marti. Con la matita le dò dei colpetti sul braccio con l'intenzione di farle smettere di ignorarmi. È dalla prima ora che non mi dà retta perché offesa. Devo ricordarmi di non dire mai più ad una permalosa di essere permalosa. Continuo con quella matita è quando arrivo al ventiseiesima colpo finalmente la mia amica mi parla.

«Che vuoi?» non si volta ma continua a guardare la cattedra, credo sia l'unica ad ascoltare davvero la Grimaldi.

«Mi dispiace Marti, non volevo dire che sei permalosa» provo con la voce da cucciolo, per esperienza so che a quella non resiste.

«Non ci provare! so che lo pensi e so di esserlo. Non sono arrabbiata con te per quello» questa volta si gira a guardarmi, nei suoi occhi lampi di puro divertimento.

«Allora per quale motivo? Sono due ore che non mi parli» forse alzo un po' troppo la voce perché Gilda, a due banchi a distanza del nostro, si gira incuriosita. Quando vede me e Marti litigare si sporge ancora di più verso di noi. Che pettegola.

«Abbassa la voce. Adesso smettila di darmi fastidio» questo è quello che dice Marti prima di prendere il libro di latino ed iniziare a scrivere qualcosa.
Si allontana nascondendo ciò che sta facendo con il braccio. Che odio.
Solo quando smette mi passa il libro, permettendomi di leggere.

Quando suona la campanella manderò la foto alla pagina Ask.

Le ridò il libro che ormai è diventato il nostro bigliettino.

Perché hai aspettato fino alla terza ora?

Appena legge il suo solito sorriso da superiore fa capolino sul viso. Inizia a scrivere per poi farmi leggere.

Ho aspettato la conferma di cui avevo bisogno

Conferma? Di che conferma può mai aver bisogno?

Cioè?

Marti continua a sorride mentre mi risponde.

Gilda è una delle amministratrici della pagina.

La mia mascella rischia di crollare al suo. Quella cazzo di pettegola! Che razza di verme sputtana così la gente nascondendosi dietro lo schermo di un computer? Evito di dire tutto questo a Marti perché non avrebbe alcun senso discutere.

Non ci credo! Ma questo che ti cambia?

Voglio che mi spieghi quello che ha in testa.

Tutto.

Ok. È arrivato il momento di parlare.

«Ti puoi spiegare meglio?» prendo la gomma dal borsellino e cancello quelle frasi per evitare che qualcuno le legga.

«No, mi diverte vederti sclerare» nel dirlo le scappa anche una risata. Che stronza.

«Sai che ti odio?» o almeno ci provo ogni tanto, ma non c'è bisogno che lei lo sappia.

«Tu mi ami troppo» ormai Marti mi sta proprio prendendo per il Culo alla grande.

Le faccio il dito medio senza più risponderle, che se ne vada al diavolo!

~~~~
Mancano ancora dieci minuti al suono della campanella. Cosa faccio ancora per un quarto d'ora? Marti è persa nel suo mondo, sta scrivendo per la milionesima volta delle frasi sul banco. Sono sempre le stesse, le bidelle puntualmente le cancellano e lei ogni volta le riscrive. Questa storia va avanti da quattro anni, non credo che finirà mai prima della maturità. Non so più cosa guardare o con cosa giocare o a chi fare fastidio. Le ore della Grimaldi uccidono la mia già instabile sanità mentale. Sbuffo per l'ennesima volta prendendo la testa tra le mani. Che disperazione! Sono costretta a riprendermi quando sento dei colpetti alla schiena. Mi giro è trovo Giulio, tutto sorridente, con in mano delle palline di carta che ovviamente prima stava lanciando a me.

«Cazzo c'è?» avrei potuto essere più delicata o più femminile, articolare una frase degna di un intelletto superiore come il mio, ma sarebbe stato tutto inutile. Troppe energie cerebrali sprecate per parlare con una scimmia.

«Io mi annoiavo perché il mio compagno di banco è fuori da mezz'ora, tu ti annoiavi perché la tua non ti dà retta, così ho pensato di parlare un po'. Non ti va?» mi sorridere ancora, come se questo potrebbe rendermi più morbida nei suoi confronti. Per un solo istante nella mia mente si forma un pensiero sbagliato: è davvero bello quanto sorride. Mi riprendo velocemente per poter rispondergli come si deve. Anche il cervello adesso mi gioca britti scherzi.

«Di cosa vorresti parlare? Della prossima idea che hai per farmi perdere? O del fatto che non ne funzionerà nemmeno una?» lo dico con la mia solita aria da saputella, alzando anche il sopracciglio in una espressione provata mille volte allo specchio.

«Puoi lasciare fuori l'argomento "elezioni"? Volevo chiederti... si insomma... scssa» Abbassa la voce così tanto che non riesco a capire quello che dice. Prima Marti, adesso lui, ma è un vizio di classe?

«Puoi ripetere? Non ho capito bene» mi giro dietro così da averlo faccia a faccia.

«Ti ho chiesto scusa» questa volta lo dice più ad alta voce facendomi capire benissimo.

Scoppio a ridere come una pazza, tanto che tutta la classe inizia a fissarmi. Peccato che non riesca a fermarmi. Persino la Grimaldi si accorge di quello che sta succedendo, evento assolutamente raro.

«Abate vuole condividere con la classe il motivo di tanta ilarità?» il suo sguardo da strega è fisso su di me.

«Professoressa non è niente. Continui pure con la sua lezione» cerco di ritrovare il mio autocontrollo, ma cazzo se è difficile.

«Come vi stavo dicendo, prima che la signorina interrompesse la spiegazione, per colpa di Aristeo Orfeo perde la sua sposa Euridice. Ma gli dei...» lei riprende il discorso e la mia mente la silenzia.
Mi rivolgo di nuovo a Giulio cercando di tenere bloccata la risata.

«Per caso sei impazzito? Hai battuto la testa? Stai male?» la mia preoccupazione è vera in quanto non è per niente dal mio nemico comportarsi così.

«Smettila di scherzare. Ho sbagliato ok? Voglio che la nostra sia una gara leale, senza doppi giochi» quando lo dice sembra sincero, ma non gli credo.

«Perché dovresti volere una cosa del genere? Non è da te» cerco di abbassare la voce, non voglio rischiare che la strega mi rimproveri ancora.

«Tu non sai assolutamente cosa è da me o no. Non mi conosci» lo dice in un modo così duro da farmi sentire piccola piccola.

«Tu dici di conoscere me, ma io non posso dire lo stesso di te?» mi sporgo, non so bene il perché, verso di lui sempre di più.

«Tu sei la classica ragazzina viziata che vuole avere tutti ai suoi piedi. Una di quelle che crede che con i soldi si possa avere il diritto di fare quello che cazzo le pare» mentre lo dice mi guarda fisso negli occhi e io per poco non scoppio a piangere per la seconda volta nel giro di tre ore.

«Giulio tu non sai niente. E per quanto riguarda la tua offerta di pace puoi ficcartela su per il buco del culo» la voce mi esce tagliente come lame di rasoio.

«Non volevo offenderti, ma è la verità» cerca di giustificare le cattiverie che mi ha detto ma non funziona con me, dovrebbe saperlo.

Sto per rispondere, mandandolo a fanculo come ogni volta, ma vengo interrotta dal suo della campanella. Questa è musica per le mie orecchie perché vuol dire: vendetta.

Mi giro verso Marti che, con il telefono alla mano, aspetta il mio ok. Mi guarda in attesta e, quando le sorrido, lei preme invio.

È ora di iniziare la vera guerra.

~~~~

È ricreazione. Sono tutti nel giardino della scuola quando io e Marti facciamo il nostro ingresso. Gli studenti si voltano a guardarmi incuriositi, confabulando tra di loro su una certa foto. La voce si è sparsa a macchia di petrolio in meno di due minuti, l'unico a non aver ancora visto quella foto sembra essere proprio Giulio quindi mi sembra giusto essere io la prima a fargliela vedere. Mentre ci dirigiamo allo storico posto sul muretto, lo individuo fra la massa. È come se il mio corpo percepisse la sua presenza ancor prima di vederlo. Mi avvicino a lui con la mia amica che sembra non accorgersi di nulla. Si certo, come no... Era già tutto organizzato. Quando lo raggiungo Giulio è solo stranamente e per un momento sembra non fare nemmeno caso a me.

«Piaciuta la sorpresa?» lo guardo accorgendomi solo ora di quanto sia bono in jeans e camicia. Cristo devo riprendermi.

«Non puoi capire quanto. È sempre stato il mio sogno poter dire di venire a letto con te» alza la testa per poter fissare il suo sguardo nel mio. Gli occhi che, non lo dirò mai e poi mai ad anima viva, io adoro sono verde scuro. Brutto segno, è davvero incazzato.

«Sei arrabbiato, si vede. Ammetti di essere stato sconfitto da me, ritirati e torniamo a comportarci come prima» gli dico quello che voglio per far smentire la notizia, senza dire esattamente che questo è un vero ricatto.

«È come ci comportavamo prima di questa storia? Non è cambiato niente. Io continuo a guardare te di nascosto e tu fai lo stesso con me, non provare a negarlo» si avvicina per poi passare un braccio attorno ai miei fianchi e stringermi a lui.

OH GESÙ ADESSO MUOIO. Non riesco a respirare e il cuore batte così veloce che sembra voglia uscire fuori dal petto per andare a correre una maratona. La sua vicinanza stordisce i miei neuroni, nel mio cervello risuona il vuoto dannazione. Devo recuperare il controllo,non posso essere in balia delle emozioni. Così con un gesto deciso mi stacco dalla sua presa per poter ritornare a respirare e, cosa più importante, a pensare.

«Non negherò niente. Perché dovrei? Non mi interessa quello che pensi tu. Voglio solamente che tu ti ritiri da queste elezioni» dicendo queste parole metto altra distanza tra me e lui, non mi fa bene averlo vicino.

«La risposta è no. Contenta? Puoi mettere su tutti i piani che vuoi ma io non mi ritirerò mai» afferma deciso, così tanto che sembra serio per la prima volta in vita sua.

«Cosa vuoi? Dimmi cosa vuoi per toglierti dalle palle. Lo so che stai facendo questa cosa per arrivare ad uno scopo preciso» per poco non lo urlo, troppo nervosa anche solo per accorgermene.

«Un bacio, da te e non sulla guancia» prova di nuovo ad avvicinarsi e io non riesco a respingerlo,troppo sconvolta dalla sua proposta.

«Perché dovresti volere un bacio sulla fronte?» cerco di salvarmi in calcio d'angolo, pregando tutti gli dei di riuscire nell'impresa.

«Va bene Rea. Allora te lo dico ora è non lo farò mai più: voglio un bacio vero, una limonata,come devo spiegartelo? Tu dammi questo e io mi ritiro» senza giri di parole mi spiega il suo di ricatto, lo stronzo.

«Preferisco perdere che baciare te» mentre lo dico una voce dentro di me nostra il suo dissenso, ma la metto subito a tacere. Non scenderò a patti con il diavolo.

«Perfetto, che vinca il migliore allora» e ne va là lasciandomi sola.

Ho come il dubbio che questa battaglia l'abbia vinta lui. Vaffanculo.

 

 

Angolo autrice

Ed ecco il nuovo capitolo di Empty Heart. Sono molto affezionata a questi personaggi, specialmente a quello di Andrea e Giulio, perchè sono basati su una storia che sto vivendo da inizio anno e che mi ha dato lo spunto per iniziare a scrivere questa nuova mezza schifezza. Grazie e al prossimo capitolo!

 

   
 
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