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Autore: marta_granger    07/05/2017    0 recensioni
Hermione, Ron e Harry decidono di tornare a Hogwarts affrontare il settimo anno. Orgogliosi di poter definire quell'anno, l'anno della “tranquillità” prendono l'espresso per Hogwarts. Ma si sa, le cose non vanno mai come ci si aspetta...
Dopo la sconfitta di Voldermort molte cose sono cambiate. A questo avvenimento ognuno ha reagito in modo diverso. Il magico trio si scontrerà contro un nuovo vento. Nasceranno nuove amicizie e nuove rivalità. Tutte le case saranno pronte a reagire? E gli insegnanti? Chi ha il coraggio di combattere ancora?
Ma la vera domanda è: in tutto questo Hermione Granger e Draco Malfoy riusciranno a trovare una storia tutta per loro?
Chi non aprirà non saprà.
Dal testo:
-sveglia ragazzi!-esclamò Hermione ricevendo in risposta solo due grugniti.
-Hermione cara- disse Ginny guardando suo fratello e il suo ragazzo ronfare- tu sbagli metodo. Non si svegliano così due dormiglioni cronici... ma così!- tirò fuori la bacchetta e con sguardo maligno sussurrò -accio!- e in men che non si dica , la rossa si ritrovò in mano un mestolo e una pentola - SVEGLIA PIGRONI, SI DEVE PARTIRE PER HOGWARTS!-e iniziò a sbatterli
I ragazzi caddero dal letto.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fear of the Dark

Hermione deglutì, arretrando di alcuni passi. Alla luce della bacchetta i capelli di Draco Malfoy sembravano ancora più chiari di quanto già non fossero. I suoi occhi era puntati attenti e assassini su di lei. Le pupille erano ridotte al minimo rivelando il freddo grigio dei suoi occhi che in quel momento le fece ghiacciare il sangue nelle vene. Le labbra sottili erano piegate nel suo solito ghigno e la sua posa era fiera ed elegante, come quella di un vero Purosangue altolocato come lui. Aveva abbandonato la divisa scolastica, quella sera, per degli abiti scuri che creavano un netto contrasto con la sua pelle chiara. Sembrava un vampiro. Un vampiro assetato di sangue perfettamente a suo agio nell'oscurità della notte. Capì immediatamente che il Serpeverde era nel suo territorio mentre lei era una preda in gabbia, in balia di un lupo affamato. Un senso di inquietudine l'attraversó procurandole brividi di paura che la percossero dalle dita dei piedi alle punte dei capelli.  Il tempo parve fermarsi con i due ragazzi schierati ai lati opposti della torre, come era sempre stato. La ragazza, nonostante la paura, cercò di non mostrare i suoi veri sentimenti. Alzò la testa in alto, in modo fiero e orgoglioso come era solita fare, aspettando cosa le avrebbe riservato la sorte. Dal canto suo Draco, invece, era tranquillo. L'unica cosa che voleva sapere era cosa esattamente avesse spinto la sua nemesi, nonché la studentessa più diligente e insopportabile della scuola, ad  infrangere le regole. Restarono così a fissarsi per diversi minuti, quando Malfoy decise di interrompere quel noioso silenzio scandito dal ticchettio delle grandi lancette dell'orologio di Hogwarts.
-Cosa ci fai qui Granger?-  recuperato tutto il contegno e il coraggio che ancora le rimaneva, rispose scontrosa -Non penso che siano affari tuoi, Malfoy.- incrociò le braccia al seno. Draco in contemporanea alzò gli occhi al cielo lasciando che un gusto amaro a lui conosciuto scivolasse lentamente fino al fondo della gola. Come faceva quella lì a rendersi odiabile in qualsiasi momento? Cavolo. La voglia di andare da lei, prenderla per le spalle e urlargli in faccia il suo disgusto era davvero troppa. Fece un gran respiro per non perdere la pazienza.
-Stai violando il regolamento della scuola. È mio dovere di Caposcuola chiedertelo.- rispose  imitando l'insopportabile  voce stridula e saccente della ragazza.
-Peccato che siamo in due su questa torre. Potrei farti la stessa domanda, Malfoy.- Aveva sempre la battuta pronta. Odio. Ecco cosa provava. Puro odio. Perché non si mostrava mai fragile o indifesa. Eppure era lui ora quello con il potere in mano. Poteva gridare a tutti che la “perfettina”, miss “io sono Hermione Granger” aveva trasgredito le regole. Poteva farla mettere in punizione. Si immaginò la faccia della McGranitt sul punto di svenire e sorrise. Oh si! Sarebbe stata una cosa davvero soddisfacente. Sicuro di sé avanzò verso di lei ma nel farlo si accorse di qualcosa di inaspettato. La Granger arretrava. Una nuova consapevolezza lo investì. Gli occhi gli si dilatarono tingendosi di un meschino rosso. La Granger aveva paura di lui forse? La  risata malefica e folle raggiunse l'udito della ragazza in pochi secondi. Rabbrividì.
-Sai Granger, se non ti conoscessi bene direi che hai paura di me.-  A quelle parole l'orgoglio di Hermione prese il sopravvento sulla paura facendole alzare la voce di un'ottava – è evidente che non mi conosci bene allora. Io non ho paura di uno schifoso Purosangue come te.- Mentiva. Mentiva a sé stessa e al ragazzo che aveva davanti. Lo sapeva lei, come lo sapeva lui. Ma non lo avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura. Si convinse che era l'aria di quella notte che faceva sembrare tutto scuro, tenebroso e spaventoso. In vita sua non aveva mai avuto paura del Serpeverde, non poteva iniziare ad averne ora. E forse dopotutto non si sbagliava neanche di tanto. Quella notte c'era veramente qualcosa di sinistro che si aggirava tra le mura del castello. Una magia antica e oscura che qualcuno aveva avuto il coraggio di risvegliare.
-Granger non sai mentire.- continuò a infastidirla Malfoy, divertito.
-Credi quello che vuoi.- Non la ascoltò -Bene, bene, bene.- si sfregò le mani- La serata sta prendendo una piega interessante. Ho beccato la Granger impaurita da me a infrangere le regole senza una garanzia tutta sola soletta e..-
-Cosa vuol dire “Senza garanzia”?- lo interruppe scontrosa. Il ragazzo sbuffò -Come se non lo sapessi.- Lei veramente non capì ma lui non la lasciò prendere ancora la parola-  In ogni caso questa volta ho io la “bacchetta” dalla parte del manico. Potrei dire tutto alla McGranitt e farti buttare fuori dalla scuola.- espose teatrale. Alle ultime parole la ragazza impallidì. La parola “espulsione” ripiombò a caratteri cubitali nella sua mente. Eccolo lì la sua più grande paura, capace di fargli dimenticare tutto. Dopo anni di studio, impegno e lavoro sodo avrebbe rischiato l'espulsione perché si era fermata più del dovuto fuori dal letto ed era stata sorpresa da un doppiogiochista di Serpeverde. Cercò di rimanere lucida. -Malfoy se andrai dalla McGranitt temo che dovrai spiegare il perché eri anche tu fuori dal letto a quest'ora della notte, oppure ti sei già dimenticato come è andata a finire l'ultima volta che hai provato a  fare una cosa  del genere? -Draco impallidì di disgusto al ricordo- non so te, ma io ricordo ancora la foresta di notte e le tue urla da femminuccia.-
-Questa volta non andrà così.-
-E come credi di fare? Sentiamo la tua brillante idea. Su forza!-
-Io..-Draco non finì mai la frase. Un forte rimbombo attirò l'attenzione di entrambi, interrompendo la discussione.
-Hai sentito anche tu?-
-Non sono sordo Mezzosangue.- Lei alzò gli occhi al cielo e tirandogli una spallata lo sorpassò diretta verso le arcate che davano sul giardino. Lui oltraggiato la seguì a ruota pronto a dirgliene quattro quando la terra iniziò a tremare a tratti facendogli perdere l'equilibrio.
-Ma che cazzo succede?- si rialzò.
-Non lo so. -Ma non è l'unica cosa strana Malfoy. Guarda là!- Hermione puntò l'indice steso verso il lago nero. A quella vista non poterono che restare entrambi senza fiato.

 

Ginny si aggrappò al braccio di Theodore. Il cunicolo aveva iniziato a tremare.
-Che cos'è questo rumore?- chiese la ragazza, urlando per farsi sentire. Entrambi tesero l'orecchio.
-Sembra...Acqua!- rispose il Serpeverde impallidendo alle sue stesse parole -Dobbiamo uscire di qui subito!- ordinò poi. Entrambi iniziarono a correre per istinto di sopravvivenza mentre il frastuono si avvicinava secondo dopo secondo a una velocità inverosimile. Con il fiatone e il cuore alla gola i due ragazzi attraversarono tutti i tunnel della camera. Il rumore dei loro passi rimbombava sulle pareti e in pochi minuti i due arrivarono all'ultimo cunicolo che portava al bagno delle ragazze. In salvo. Theodore si spostò di lato facendo arrampicare prima Ginny- Vai, Vai!- urlò incitandola. Quando la vide sparire si girò indietro, sgranando gli occhi. In lontananza, all'inizio del tunnel, un'onda d'acqua di altezza anomala stava venendo verso di lui. Il turbine girava imperterrito su sé stesso, sbattendo con forza disumana sulle pareti. Il violento impulso era in continua mutazione creando della schiuma bianca che scompariva per magia. Theodore sbatté gli occhi un paio di volta. Poi l'acqua si trasformò, formando un branco di giganti bestie rabbiose. In quello stesso istante un rumore sinistro si levò dall'acqua. Il serpeverde deglutí dandos dell'idiota. Non poteva starsene lì, doveva scappare. Quella non era acqua normale. Diede le spalle all'onda che entro pochi secondi lo avrebbe travolto, e iniziò ad arrampicarsi nel cunicolo da cui la Weasley era scomparsa. L'ansia di non uscire in tempo iniziò a farlo sudare. Continuava a girarsi per vedere a che livello fosse. Ancora una trentina di metri. Fece una smorfia e poi riprese ad arrampicarsi. Quella salita pareva non finire mai e quando vide la luce provenire dal bagno, non potè che esclamare entusiasto, ma nel farlo le sue mani scivolarono facendolo cadere all'indietro. Preso dal panico si aggrappò velocemente alla parete per fermare la sua caduta, procurandosi così dei graffi sui palmi delle mani. Si lasciò sfuggire un gemito di dolore per poi imprecare quando vide che nel suo brusco movimento la bacchetta era scivolata a diversi metri da lui.
Doveva recuperarla, pensò. Si girò di schiena e si lasciò scivolare giù. Si allungò per prenderla. Le sue dita fecero solo in tempo a sfiorarla che l'acqua lo travolse con forza disumana, sbattendolo al muro. Theodore combatté con tutte le sue forze per trattenere il fiato mentre la corrente iniziava a sbatterlo da un lato all'altro. Ogni suo movimento pareva essere vano. L'acqua sembrava avercela con lui impedendogli di fare qualsiasi cosa. Theodore sentì l'aria venire meno. Si portò la mano alla gola. Non avrebbe resistito ancora a lungo. Lentamente gli occhi iniziarono a chiudersi.

Ginny saltò fuori dal buco del pavimento urlando -Siamo salvi!- Ma nel non ricevere alcuna risposta si girò indietro rimanendo di sasso. Dov'era Nott? Immediatamente si affacciò, in ginocchio, giù per il passaggio segreto ma quello che vide fu solo buio e oscurità. Un senso di inquietudine l'attraversò. Rimase immobile nella speranza di veder sputare la chioma mora del ragazzo da un momento all'altro mentre il rumore dell'acqua si faceva sempre più vicino. Dopo alcuni  minuti che aspettava capì che c'era qualcosa che non andava. Nott doveva essere già lì, con lei. Il suo cuore iniziò a battere incontrollato. In quel momento sentì scivolare sulla sua fronte delle goccioline d'acqua. Si asciugó alzando la testa sorpresa. Non capì subito da dove stessero arrivando e impallidì nel vedere che provenivano dal cunicolo, sfidando così la forza di gravità. Poco dopo ne seguì un getto d'acqua. Arretrò d'istinto quando vide il turbine alzarsi in aria e cambiare forma. Una terribile verità la investì. Nott era stato sommerso.  Intanto, sopra di lei, l'acqua era in continuo movimento. Doveva andarsene. Scappare. Tanto per Theodore non c'erano più speranze. Doveva mettersi in salvo almeno lei. Diede le spalle al bagno e iniziò a camminare. Dopotutto era pur sempre uno schifoso Serpeverde. Si meritava di morire. Dopo diversi passi il ricordo della serata la investì.

-Ti vuoi ubriacare?- gli domandò divertita.
-Rendiamo la cosa interessante.- si sedette davanti a lei e dopo aver fatto un lungo sorso le passò la bottiglia.

Imprecò dandosi dell'idiota. Si rigirò di scatto tornando sui suoi passi. Con un movimento secco della bacchetta si fece comparire intorno alla bocca una bolla di ossigeno e con la bacchetta salda nella mano si buttò coraggiosamente nel tunnel. Doveva salvarlo a tutti i costi. Nuotò per pochi minuti contro corrente con tutte le sue forze, ma era tutto inutile. Non si muoveva di un millimetro. L'acqua sembrava volerla mandare a tutti i costi verso l'uscita. Un lampo di genio la illuminò. Sperò con tutte le sue forze che la sua idea funzionasse. Con fatica ruotò il corpo verso l'uscita è lanciò uno Stupeficium. Il rinculo dell'incantesimo la fece partire all'indietro. Nonostante avesse usato un incantesimo non-verbale la potenza fu sufficiente per farla arrivare accanto al ragazzo. In quel momento sgranò gli occhi vedendolo senza vita. Con un colpo secco delle gambe lo raggiunse. Lo prese sotto braccio pronta a ritornare in superficie, quando vide una bacchetta a pochi metri da lei che veniva sballottolata da un lato all'altro. Con un gesto fulmineo l'afferrò per poi lasciarsi trasportare dalla corrente verso l'alto. Appena ritornata nel bagno l'acqua terminò di fuoriuscire dal tunnel per aggrovigliarsi in un'unica palla a mezz'aria. In un attimo iniziò a cambiare forma sotto gli occhi della Grifondoro, creando un branco di quelle che dovevano essere -puzzole!?- bisbigliò Ginny con un sopracciglio alzato. Il branco di animali, oltre a ogni previsione della ragazza, non la attaccarono. Ma corsero via verso l'uscita, come se fossero una cosa sola, verso una destinazione ignota, non lasciando nessuna traccia del loro arrivo. La ragazza, ancora perplessa, rimase a guardare immobilizzata la porta quando si ricordò della figura inerte ai suoi piedi. Di colpo impallidì lasciandosi cadere in ginocchio accanto al ragazzo. Non dava segni di vita. Lo smosse. Niente. Gli mise due dita sul collo bagnato per sentire il battito e le venne un colpo non sentendo nulla.
-Nott!- lo chiamò smuovendolo per la seconda volta. Silenzio. -Nott!- urlò di nuovo andando in panico. Iniziò a tirare colpi secchi sullo sterno. Ma lui continuava a non rinvenire. Gli occhi le si inumidirono. -Nott!- singhiozzò. L'aveva fatta andare nel tunnel per prima e ora era ridotto così. Si sentì in colpa. No, non poteva fargli questo. Continuò a fargli il massaggio cardiaco sentendo il naso pizzicare. Urlò disperata di nuovo il suo nome incurante che Gazza o qualsiasi altro professore sarebbe potuto passare di lì e scoprirli. Si asciugò una lacrima solitaria. Non poteva essere morto così. Non poteva essere vero tutto questo. Era stata lei a trascinarlo laggiù questa notte. Era colpa sua. Sua. Sua. Si ranicchiò su se stessa con la testa nascosta tra le gambe. Non sarebbe più riuscita a guardarsi allo specchio senza vedere quello che aveva fatto...
Theodore tossì sputando tutta l'acqua ingoiata. Ginny alzò la testa di colpo e vedendolo che si teneva il petto dolorante, ma vivo, non riuscì a non sorridere. Sollevata e sinceramente felice per lui, lo abbracciò di slancio. Lui imbarazzato, senza capire, ricambiò. -Ehm tutto okay, Weasley?- chiese. Ginny si asciugò le lacrime traditrici e annuì, sforzando un sorriso. Theodore le diede delle pacche consolatrici sulla spalla e nel farlo si guardò intorno. Era nel bagno delle ragazze e la sua bacchetta era accanto a lui. La prese in mano. Come c'era arrivato lì? L'ultima cosa che ricordava era la sensazione di soffocamento. Notò in quel momento che la ragazza era fradicia quanto lui. Non ci mise molto a collegare tutto. Era stata lei a salvarlo. - Grazie- bisbigliò senza pensarci, creando un'atmosfera di imbarazzo generale. Ginny evitò di guardarlo negli occhi per poi rispondere rossa in volto -Te lo dovevo. Tu hai salvato la vita a me una volta. Era il minimo.- Theodore sorrise. Poteva andarsene tranquillamente, lasciandolo da solo. Aveva messo in pericolo la propria vita per salvare lui. Era molto di più di quello che aveva fatto lui, ma preferì cambiare discorso. Non era abituato a ringraziare le persone e non sapeva come comportarsi.
-Ma qui intorno è tutto asciutto. Com'è possibile?- l'unica zona bagnata era dove c'erano loro due. Dell'onda anomala neanche l'ombra. Ginny si alzò in piedi indicando il soffitto -Non era acqua normale. Era impregnata di una strana magia. É rimasta sospesa per aria per poi schizzare via sotto forma di un branco di puzzole.- Il ragazzo si mise a ridacchiare- Puzzole?!-chiese. La ragazza si unì a lui e riconfermò quel bizzarro avvenimento. - Si puzzole.-
-Attenzione Hogwarts! Ci stanno invadendo delle puzzole giganti fatte d'acqua!- scoppiarono a ridere all'immagine. Tutta la paura provata pochi minuti prima si dissolse. -Che cosa strana però.- continuò Theodore.
-Si, non è normale quel che è successo.- In quel momento entrambi sentirono dei passi fuori dal bagno e si affrettarono a nascondersi. Rimasero immobili, con il fiato sospeso, fino a quando non sentirono il rimbombo allontanarsi.
-Weasley, qua sta succedendo qualcosa di strano -osservò il ragazzo uscendo dal suo nascondiglio- è il caso di non farci trovare fuori dai nostri dormitori sta notte.- l'altra annuì e in comune accordo uscirono dal bagno. Camminarono uno accanto all'altro con la bacchetta serrata nel pugno pronta per l'uso. Nessuno dei due fiatò, ognuno immerso nei propri pensieri. Quando arrivarono alle scale, dopo essersi assicurati che non ci fosse nessuno dei paraggi, si divisero.
-Buonanotte Nott!- augurò Ginny a bassa voce pronta per dirigersi verso la torre. -e fai attenzione.-
-Buonanotte Weasley! Lo stesso vale per te.- replicò il ragazzo. Subito lei iniziò ad allontanarsi e lui rimase immobile a guardarla per poi attirare la sua attenzione ancora una volta senza pensarci – Sai forse è il caso di chiamarci per nome.- Ginny si girò sorpresa. Poi sorrise. Dopo tutto quello che avevano passato quella notte era la cosa meno strana.
-Va bene, Theodore.- calcò il nome con sguardo furbo. Lui ghignò di rimando girandosi verso le scale facendo un cenno di saluto. La Grifondoro lo guardò allontanarsi per poi correre verso i dormitori della sua casa.

Lungo la linea d'orizzonte una timida luce iniziava a risvegliarsi. L'azzurro chiaro del nuovo giorno si tuffava nel blu scuro della notte. Sotto questi colori magnifici il lago nero si estendeva maestoso facendosi spazio tra  le colline inglesi. Dove la casa di creature acquatiche terminava, la foresta iniziava con i suoi alti e fitti alberi scuri. In lontananza si poteva udire solo il rumore di un animale notturno che cantava nel buio di quelle chiome. A disturbare la quiete di quell'immagine ero lo zampillio dell'acqua che ballava a mezz'aria creando un gioco di luci magico. Hermione si sporse dal davanzale affascinata, mentre Draco le stava dietro immobile. L'aria aveva un sapore umido e fresco. Ogni secondo che passava una colonna d'acqua di alzava dal lago per raggiungere la maestosa fontana che girava su sé stessa facendosi trascinare dai venti della notte. Getti magici si alzavano e abbassavano al ritmo di una musica silenziosa. Era impossibile non rimanere incantati da quell'immagine. Hermione strabuzzò gli occhi. Le piccole gocce solitarie che volavano nel cielo, grazie alla luce lunare, si trasformavano in piccole pagliuzze argentate. Sorrise ricordandosi dei giochi d'acqua che aveva visto da bambina con i suoi genitori. Allora li aveva trovati maestosi, eleganti e magici eppure non erano niente in confronto a quello che aveva davanti ai suoi occhi in quel momento. -è stupendo!- si lasciò sfuggire.
Dietro Draco era senza parole quanto lei. Era davvero una vista mozza fiato. Quando la Granger parlò si ricordò della sua presenza e rimase qualche secondo a osservarla. Sorrideva spensierata. Si vedeva che era nel suo mondo. Quel mondo che lui non avrebbe mai compreso. Quel mondo in cui lui non sarebbe mai entrato. Quel mondo lontano anni luce dal suo. Sospirò tra i suoi pensieri. Era la seconda volta che la vedeva così spontanea in una sola notte. Alzò leggermente le labbra verso l'alto ritornando a guardare i fuochi d'artificio fatti d'acqua. In quel momento comparvero nel suo campo visivo quattro masse informi di colore azzurro, ognuna proveniente da un lato diverso. Assottigliò gli occhi per capire meglio cosa fossero e si sorprese nel constatare che erano quattro animali che si correvano addosso. Nel frattempo la danza in mezzo al cielo stava diventando sempre più magnifica. Lo spettacolo si stava per concludere.
Draco e Hermione rimasero con il fiato sospeso. Come a rallentatore le quattro masse d'acqua si fusero proprio al centro della fontana magica, creando una luce abbagliante. Draco chiuse gli occhi per istinto mentre un forte profumo di cacao lo investì. C'era qualcosa di così familiare in quell'odore...
Un potente verso attirò la sua attenzione. Riaprì gli occhi di scatto. Una sfera enorme di colore azzurro si alzò ancora più in alto tra le poche nuvole del cielo per poi scoppiare in un enorme cerchio d'acqua che andava mano a mano allargandosi. Degli schizzi erano diretti a velocità super sonica verso di loro. Il Serpeverde si sentì più pesante. C'era qualcosa di anomalo in quella magia. Capì immediatamente che si dovevano spostare. In due falcate raggiunse una colonna e si riparò. Poi si guardò indietro e vide la Granger ancora immobile. Quella sciocca. Stava sorridendo come se niente fosse, con la testa in avanti pronta per essere colpita dal getto. Ma non sentiva quella strana sensazione che li circondava? Doveva andarsene da lì.
-Granger!- la chiamò ma lei non lo sentì.
-Granger!- riprovò ma come prima non sortì nessuno effetto. Decisamente c'era qualcosa che non andava. Pareva congelata. Imprecò. Tra meno di cinque secondi l'acqua l'avrebbe colpita.
Il tempo parve rallentare. Non ci pensò troppo. Draco uscì dal suo riparo e corse verso la ragazza gridando. La spinse di lato chiedendosi perché lo stesse facendo. Purtroppo per salvare lei, la lama d'acqua lo colpì di striscio sulla guancia procurandogli un profondo taglio.
Hermione si riscosse nell'esatto momento in cui cadde a terra. Non capì subito cosa fosse successo. Era rimasta abbagliata da quella magia e poi si ricordava solo di non riuscire più a fare niente. Sentiva i suoni ovattati. Non vedeva che quell'acqua.  Era pronta a urlare contro a Malfoy per averla spinta quando si accorse della ferita. Ci mise un attimo a capire e il cuore iniziò a batterle furiosamente nel petto. Malfoy l'aveva salvata. Se lui non ci fosse stato a quest'ora avrebbe un buco in testa. Rabbrividì. Doveva sdebitarsi. Non le piaceva avere debiti, soprattutto non con uno come lui. A malincuore si strappò un pezzo della camicia della divisa per poi piegarla in piccole parti. Con passi veloci si avvicinò a Malfoy che si teneva la guancia con la mandibola serrata. Gli tolse la mano  e iniziò a tamponare la ferita senza guardarlo negli occhi. Al suo toccò il ragazzo si irrigidì.
-Si sta infettando. È strano.-
Lui non l'ascoltò neanche -Granger che cavolo stai facendo?-
-Ti sto ringraziando.- Lui tolse di colpo il braccio della ragazza.- Non ti montare troppo la testa. Non mi importa niente di te. Ti ho salvato solo perché se saresti morta avrebbero dato la colpa a me.- scocciata lei riafferrò la sua faccia per continuare a medicarlo. -Lo so. Ma resta il fatto che ora non sono stesa a terra impalata.-
Sbuffò e tra sé disse -non sarebbe stata male come immagine. Una Grifondoro impalata...- Hermione non rispose. Le sue attenzioni erano rivolte tutte alla ferita. La sua fronte era aggrottata e il suo sguardo sicuro. Draco si ritrovò a fissarla. Nessuno si era mai preso così cura di lui. Rimase con gli occhi puntati su di lei fino a quando la ragazza non incolló, con la bacchetta, la sua benda improvvisata sulla faccia. Provò uno strano senso di  solitudine quando lei si allontanò da lui per guardare verso il lago Nero. Ora era calmo. Tutta l'acqua era tornata al proprio posto. Nessun segno di quello che era successo. Una luce attirò la sua attenzione. Sgranò gli occhi terrorizzata.- Malfoy dobbiamo andarcene!-
Draco si preoccupò del suo tono -Che succede?- chiese raggiungendola e tornando in sè.
-La luce della camera della McGranitt è accesa. Vuol dire che sa che cosa è successo e a quest'ora ha già...-
-Svegliato tutti gli insegnanti per allarmarli. Se ci trovano qui finiamo in guai seri.- concluse al suo posto, capendo la situazione. Si lanciarono una sguardo di strana intensa e subito corsero verso la porta della torre.
Sfortunatamente né Hermione né Draco quella sera si accorsero della figura coperta da un mantello scuro che arcigna ritornava nel castello.
 

fear of the dark
I have a constant fear that someones always near
-Fear of the Dark, Iron Maiden-

 

   
 
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