Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    08/05/2017    1 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 71 – Priorità




«Padre».


Piano, Pitch distoglie lo sguardo dal paesaggio al di fuori della finestra che è rimasto a osservare negli ultimi, lunghi minuti, e si volta concedendo un poco della propria attenzione alla nuova presenza.


«Non dovresti affaticarti così. Non hai ancora recuperato le forze. Sarebbe forse più saggio se tu rimanessi a riposo ancora per qualche tempo, non pensi?» azzarda Emily Jane, soppesando il padre con sguardo preoccupato.


«Mh» soffia Pitch, poco convinto.


I suoi occhi sono rivolti nella sua direzione, ma la sua mente è altrove e non trova la possibilità di dare retta a ciò che lei ha da dirgli.


«Padre» riprova Emily Jane, mentre l’ansia sale.


«Non so… cosa fare. Io… credevo di saperlo ma, ormai, nulla è più chiaro. Qualunque decisione io possa prendere, non sarà mai…».


Abbassa lo sguardo, fissandolo sulla sua mano aperta verso l’alto e un tremulo respiro abbandona le sue labbra.


«Vorrei… continuare a esistere, ancora per un po’. Solo… solo un pochino ancora. Credi che… questo mio desiderio sia egoista?».


Emily Jane annulla la poca distanza che li separa e circonda i suoi fianchi con le sottili braccia, poggiando la fronte sulla sua spalla.


«No, non lo è, papà. Lo vorrei anche io, e sono pronta a scommettere che sia così anche per Katherine e Akh». Solleva gli occhi, puntandoli nei suoi e sostenendo con decisione il suo sguardo malinconico e un po’ perso. «Se esistesse un modo, uno solo, sarei pronta a sfruttarlo. Se fosse solo per un mese, perfino per un singolo giorno, non mi importerebbe. Sarebbe comunque un giorno in più nel quale poterti avere con me» mormora, sospingendo il volto contro la sua spalla.


Pitch chiude lentamente gli occhi e posa un bacio fra i suoi lunghi capelli, accarezzandoli dolcemente fra le dita.


«Grazie» soffia.



ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ



La punta del suo dito scorre lenta e leggera, sfiorando le nere sopracciglia aggrottate e sostando qualche momento sulla tempia, quasi in ascolto di qualcosa, qualcosa che non è in grado di sentire ma che ronza assillante nella sua testa, in attesa che qualcuno si faccia avanti. Ed è proprio ciò che lui ha intenzione di fare; non è più tempo di attendere, è necessario che prenda in mano la situazione e che sistemi qualcuno dei problemi che si sono fastidiosamente accumulati durante la sua assenza.


«Katherine» bisbiglia al suo orecchio. «Sono qui. Ascolta me, non loro. Segui me. Loro ti stanno mentendo, Katherine. Ascolta la mia voce e torna da me. Puoi fidarti; non ti deluderò di nuovo, te lo prometto. Ma adesso, Katherine, è tempo che tu faccia ritorno. Ora, prima che sia troppo tardi».


Il suo cuore trema mentre, piano, poggia la fronte sulla sua e prega che lei possa sentirlo e decida di dargli ascolto.


Non c’è più tempo; Pitch sente che, ormai, non è più possibile tornare indietro, né fermare gli eventi. Tutto finirà, e lo farà in fretta, troppo perché lui possa evitarlo. E allora stringe i denti e raddrizza le spalle: se è così che deve andare, Pitch è pronto ad accettarlo e a fare ciò che è necessario perché, quando tutto sarà concluso, coloro che rimarranno siano al sicuro. E, per cominciare, deve riportare indietro la sua piccola, dolce Katherine che, negli ultimi due anni, ha gelosamente custodito e accudito una parte della sua anima. Lui le appartiene, dopo tutto; lei è ciò che lui non è mai stato e che mai potrà essere: una casa alla quale fare ritorno e nella quale sentirsi al sicuro, finalmente.


«Katherine» mormora incessantemente sulla sua tempia. «Ti prego, apri gli occhi. Torna da me, Katherine, torna da me» soffia, lasciando che le sue labbra si posino leggere sulla sua pelle fresca.


Le sue palpebre si abbassano, lentamente, impedendo momentaneamente ai suoi occhi di vedere ciò che hanno di fronte, concentrandosi invece su ciò che non possono scorgere ma che è comunque lì, poco oltre la sottile barriera fisica che racchiude l’essenza della bambina.


Nero, è tutto ciò che riesce a scorgere inizialmente. Un nero molto più profondo del buio della notte e dei suoi occhi chiusi. Il buio della paura e della confusione; l’oscurità del caos.


«Non potete averla» sibila Pitch, immerso in quella oscurità. «Non sarà mai vostra» promette, tendendo una mano nel buio.


Fievole e incerto, un tremulo bagliore rischiara timidamente una piccola porzione di quella sconfinata oscurità, che sembra addensarsi attorno a lui come vischioso petrolio. Inspira. Uno sfrigolio serpeggia attraverso le sue terminazioni nervose, disperdendosi all’esterno.


«Katherine» mormora, mantenendo gli occhi ostinatamente chiusi. «Ascolta la mia voce, ti prego. Vieni da me. Ti mostrerò la strada, faremo ritorno insieme» promette, concentrandosi fermamente sul ricordo della sua anima azzurra. «Ti aspetterò, Katherine. Non ti lascerò più sola».


«Davvero?» soffia incerta una piccola voce poco lontano.


Le labbra di Pitch si distendono in un morbido sorriso e, piano, annuisce.


«Sì, davvero» conferma sicuro.


«Io… non voglio perderti, Pitch» prega, con voce tremante.


«Non accadrà, Katherine. Te lo prometto. Una parte di me rimarrà con te per sempre».


Una piccola mano tiepida si stringe alla sua ancora tesa nel vuoto e Pitch, cautamente, riapre gli occhi, osservando con stupore e gioia insieme la bambina che lo guarda con i suoi occhi verdi accesi di speranza e… fiducia.


«Io ti credo, Pitch» sussurra Katherine, appoggiando il volto contro la sua veste e aggrappandovisi tenacemente con le corte dita. «Portami via, Pitch. Portami a casa, con te».


E Pitch annuisce, sollevando un angolo delle labbra. Le si inginocchia di fronte, l’avvolge fra le braccia e la stringe al petto. Le sue labbra si muovono piano, mentre insieme scompaiono dal mare di oscurità per riemergere nel mondo reale. Katherine riapre finalmente gli occhi e offre a Pitch uno dei suoi sorrisi che tanto erano mancati allo spirito.


«Ti voglio bene anche io, Pitch».



"La speranza. La quintessenziale illusione umana è al tempo stesso la fonte della vostra massima forza e della vostra massima debolezza." (Matrix Reloaded - film)


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"Le cose reali nel buio non sembrano più reali dei sogni." (Murasaki Shikibu)



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"Vi dirò soltanto che mi lasciai pilotare nel buio da qualcheduno che m’aveva preso in silenzio per la mano.” (Giorgio Bassani)






  
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