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Autore: MaryFangirl    08/05/2017    0 recensioni
Rick è sul punto di capire cosa Michonne significhi per lui, ma questo nuovo mondo consentirà loro di trovare la felicità insieme? [Ambientata dopo la fine della 5° stagione].
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michonne, Rick Grimes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il fuoco divampava appena fuori dai cancelli. Il fumo nero copriva la maggior parte del cielo, rendendo difficile la respirazione. Il caos era tutto intorno a Rick mentre correva per le strade di Alexandria, abbattendo le teste di ogni vagante sul suo cammino.
"Carl!" gridò. Le lacrime gli uscirono dagli occhi. Non ebbe tempo di chiedersi se fossero il prodotto del fumo o se fosse per il fatto che non riusciva a trovare né suo figlio né Michonne.
L'indice gli prudeva per la necessità che avvertiva di tirare fuori la Colt e rendere più semplice l'eliminazione dei non morti. La paura di attrarre altre creature dalle strade glielo impedì. Con così tanti abitanti che correvano impanicati, non voleva nemmeno che un proiettile andasse accidentalmente a colpire un innocente.
"Tutti quanti. Rientrate. In. Casa" gridò a denti stretti. Nessuno degli abitanti di lunga data di Alexandria era pronto per un attacco di quella grandezza. Aveva il machete sollevato sopra la testa mentre lo abbassava per squarciare un altro vagante, quando la testa di quello esplose. Sangue e altro materiale sconosciuto volarono sporcandogli la pelle. Sollevò lo sguardo e vide Sasha sul tetto di casa sua, con un fucile e un silenziatore. Si scambiarono un rapido cenno prima che Rick si rimischiasse nella zuffa.
Una freccia sfiorò la testa di Rick, terminando nell'occhio di un vagante. Daryl si sbrigò a rimuoverla e a caricare la balestra, abbattendo gli intrusi uno dopo l'altro. Abraham, con un fucile attaccato dietro la schiena, superò Rick con un coltello in entrambe le mani. Le grida di Maggie, Glenn e Rosita erano dietro di lui mentre cercavano di radunare le persone nelle loro case, facendo fuori tutti i vaganti che superavano il gruppo. Avendo finalmente raggiunto il cancello principale, Rick vide che l'incendio era più vicino di quanto si fosse aspettato.
"Papà!" sentì la voce del figlio. Corse tra i boschi più velocemente che poté, sperando di evitare il fuoco. La cima del suo vecchio cappello da sceriffo era visibile attraverso il fumo, vicino alla casa abbandonata dove aveva nascosto la pistola molte settimane prima. L'adrenalina pompava nel suo corpo mentre correva più rapidamente, sperando che non fosse troppo tardi per salvare suo figlio.
 
 
 
2 ore prima
 
Il vapore della doccia offuscava il bagno con una densa nebbia. Rick non riuscì a vedere di fronte a sé mentre usciva fuori dalla cabina. Camminando lentamente, si fermò bruscamente quando urtò contro la mensola. Tolse la condensa dallo specchio e un appannato ritratto di se stesso lo fissò. Una peluria leggera e morbida gli copriva il volto. Lo stesso rasoio che aveva usato il primo giorno in cui erano arrivati alla comunità stava sulla mensola, ma lo ripose nel cassetto. Si sentiva più se stesso con la barba. Un Rick rasato era il prodotto di una vita passata. Di un mondo passato. Appoggiò le mani sulla mensola e si inclinò in avanti finché il suo naso non toccò quello del suo riflesso. Occhi iniettati di sangue lo salutarono. Era stanco. Fisicamente e mentalmente stanco.
Il sonno finalmente aveva preso possesso di lui poco prima, quando era crollato in un breve sonnellino che non lo aveva ristorato. Si era svegliato con un principio di sudore a causa di un incubo che era già diventato un ricordo perso prima che fosse pienamente consapevole di ciò che lo circondava. Era stato preso dal panico quando si era reso conto di essere nel letto da solo. Afferrando la fondina, era corso in corridoio un secondo dopo, gridando il nome della sua bambina, prima di sentire il dolce suono di 'Itsy Bitsy Spider' ruzzolargli in testa. La voce di Michonne era salita su per le scale. Rick non era riuscito a trattenere il grande sorriso che gli era comparso in volto. Ma presto era sparito quando quello di cui era stato testimone in precedenza gli tornò in testa. Voleva dimenticare il modo in cui lei aveva guardato un altro uomo, con l'amore negli occhi, ma il ricordo aveva preso residenza e non se ne sarebbe andato per un po'. Aveva abbassato la testa e si era diretto in bagno.
Lì era rimasto, tentando di radunare la forza di vestirsi e di presentarsi a cena. Non sapeva a cosa stava pensando quando aveva acconsentito. Non era mai stato uno da grandi cene. Anche alla prifione, di solito mangiava dopo che tutti gli altri se n'erano andati dalla caffetteria. Aveva la sensazione di dover fare cose più importanti, ma l'aveva promesso a Jessie. Jessie. Non sapeva come se l'era ritrovata intrecciata nella vita, ma sentiva di doverle qualcosa. Con un profondo sospiro, uscì dal bagno. Oltrepassò la camera di Michonne e riuscì a udire i farfugliamenti di Judith. Michonne le stava rispondendo come se la bambina stesse ponendo vere domande. Rick non poté trattenersi dal sorridere di nuovo. Appoggiò la mano sulla porta per bussarla, ma con la stessa velocità la tolse. Si girò e andò in camera sua per vestirsi. Si mise i jeans, e l'unica bella camicia che possedeva. Si sentiva sempre un impostore quando indossava quella bianca. I suoi logori stivali da cowboy produssero morbide tacche nel tappeto mentre scendeva le scale verso la cucina. Aprì la porta del frigo e fu contento di vedere un paio di bottiglie di birra nascoste sul retro. Ne aprì una e andò fuori. Un foglio bianco che sbucava dalla porta colse il suo sguardo.
"Merda" imprecò Rick fissando l'ordinata calligrafia, "come se questa giornata non fosse già abbastanza brutta". Accartocciò il foglio e lo strinse nel pugno. Seduto sul primo dei gradini in veranda, lasciò che il fresco liquido della birra gli scorresse in gola. Era una bella sensazione ma servì a poco per aiutare il suo umore. La mano stringeva il foglio con tanta forza da riuscire a vedere le vene sporgenti. Tutte le piccole cicatrici che adornavano le sue mani apparivano più visibili. Alcune cicatrici erano dovute alle battaglie, altre erano il risultato di attacchi di follia. Appoggiò il capo all'indietro, sulla ringhiera, e chiuse gli occhi. Si domandò se si sarebbe mai più sentito un uomo sano. Di domandò se sapesse ancora riconoscere quella sensazione.
"Hai l'aria di uno a cui hanno cagato nel caffè" una voce dal marciapiede fece aprire gli occhi a Rick. Daryl era lì con due bottiglie in mano. Rick non si era accorto di essere corrucciato. Non voleva che Daryl sapesse che si stava ancora ponendo dei dubbi sulla propria sanità. "Deanna" disse semplicemente. "Sono stato convocato a casa sua domani per una riunione. Uno dei suoi lacchè ha lasciato questo alla porta" sollevò la mano per mostrare a Daryl il foglio appallottolato. "Non ha avuto le palle di bussare e darmelo" lanciò il foglio in un punto imprecisato e bevve un altro sorso di birra, guardando Daryl con aria confusa. "Che stai facendo qui? Pensavo che te ne fossi andato per qualche giorno"
"Avrei dovuto. Ho pensato però che sarei stato più utile qui. Non volevo lasciarvi a corto di uomini. Non è che abbiamo chissà quale gruppo di combattenti"
Rick sbuffò. "Guarda tu se non è la verità"
"Non ho fatto più di otto chilometri prima di decidere di tornare indietro. Ho trovato una vecchia casa, comunque, con una bella scorta di buon liquore. Sono venuto a condividere, altrimenti berrò tutto io" Daryl salì i gradini del portico e porse a Rick una bottiglia di scotch.
"Ma guarda un po'" disse Rick esaminando la bottiglia. "Proprio quello che mi serve". La birra non stava eseguendo il compito di rendergli possibile il trascorrere di quella serata.
Daryl osservò i capelli ordinati di Rick e la sua bella camicia. "Perché sei così in tiro? Un'altra festa o cosa?" chiese.
"No, Jessie verrà a preparare la cena con noi" disse Rick, quasi imbarazzato di ammetterlo a Daryl.
"Jessie, eh?"
"Sì"
"Non è un po' strano?"
"Tutto di questo cazzo di posto è strano"
"Sfondi una porta aperta" borbottò Daryl. "Michonne è qui?"
"Di sopra con Judith" -A farsi bella per Craig- voleva aggiungere, ma si tuffò in un altro sorso di birra.
"Ho una cosa anche per lei" sollevò una bottiglia di vino rosso con un lussuoso nome francese. Daryl aveva sempre pensato a Michonne come a un tipo acculturato. Pensava che meritasse qualcosa di classe. Rick guardò l'altra bottiglia che Daryl aveva in mano. "Vino rosso, eh? Sì, sembra da lei" sbadigliò Rick, chiudendo gli occhi, tornando contro la ringhiera. "Dovresti rimanere per cena. Viene Carol"
"Nah, passo. Io e Carol non siamo esattamente culo e camicia ultimamente"
Rick aprì gli occhi e sollevò un sopracciglio. "Che succede?"
"Questa farsa che ha messo su fin da quando siamo arrivati qui" Daryl scosse il capo, "non è più se stessa. Sempre a cospirare e a preparare biscotti e a indossare maglioni"
"Sono i maglioni che ti lasciano molto perplesso?"
"Fanculo"
Rick rise e tornò a bere.
"Beh, guarda se quello non è Daryl Dixon". Entrambi si voltarono verso la porta d'ingresso mentre Michonne usciva con la piccola Judith sul fianco. "Torni qui, lasci giù qualcuno, e te ne vai ancora prima di salutare come si deve la tua famiglia"
Daryl abbracciò Michonne. Baciò Judith sulla fronte prima di guardare Michonne e scrollare le spalle. "A volte è difficile stare qui. La gente sorride sempre, è felice e tutto il resto. Come se non ci trovassimo durante la fottuta fine del mondo"
"Mi ricordo quando una certa persona mi disse che io non facevo che fuggire. Ma sai, quando la situazione si capovolge..." gli fece l'occhiolino.
"Mpf" grugnì Daryl, ma l'angolo della bocca si sollevò appena quando Judith avvolse il suo dito con le manine. Gli era mancata la sua famiglia.
"Dovresti rimanere per cena" gli disse Michonne.
"Ci ho già provato. Niente da fare" disse Rick da dov'era seduto.
Michonne guardò Rick. Sembrava stanco e un po' triste. Era preoccupata; si domandava perché fosse seduto al freddo a bere. "Beh, io posso essere un po' più persuasiva delle persone medie" e tornò verso Daryl. "Allora, rimani?"
"Sì, va bene. Come ti pare" porse a Michonne la bottiglia di vino. "Ho preso una cosa per te"
Michonne sorrise quando vide la bottiglia. "Vosne-Romanée, Domaine d'Eugénie" pronunciò con perfetto accento francese, "E' un grande rosso. Ricordo di averlo bevuto per la prima volta quando sono andata in Europa dopo l'università"
"Felice che ti piaccia. Se rimango, mi servirà molto più alcool. A che ora si comincia?" chiese Daryl. Michonne guardò Rick e scrollò le spalle. "Quando tutti saranno qui"
"D'accordo. A più tardi"
"Sarà meglio, Daryl" disse Michonne e sorrise quando lui le rispose con un cenno disinvolto.
Si voltò verso Rick e notò che la stava fissando come se non l'avesse mai vista prima. I suoi occhi scorsero lungo il suo corpo senza rendersi conto che era praticamente inebetito. Michonne indossava un maglione bianco, pantaloni neri, e stivali al ginocchio neri alti. Ogni capo d'abbigliamento abbracciava tutte le sue curve splendidamente. I capelli erano sollevati in uno chignon alto. Matita per gli ochi e un tocco di lucidalabbra accentuavano il suo già bellissimo viso. Era un look semplice, ma lo sfoggiava come se stesse sfilando su una passerella di Parigi. Con aria assente, le sue dita tamburellavano sulla propria gamba mentre la osservava sedersi davanti a lui. Rick le colpì piano lo stivale col proprio. "Carina" disse, complimentandosi col suo look.
Lei gli sorrise. "Grazie. Maggie trova sempre delle miniere d'oro per quanto riguarda i vestiti nascosti in diversi posti" fece posandosi Judith sul grembo. L'aveva vestita con un cappottino viola, a richiamare le scarpe. "Allora, che ci fai qui fuori? Io e Judith facevamo troppo rumore dentro?"
Rick rise. "No. Avevo solo bisogno di un po' d'aria"
Michonne lo guardò con preoccupazione. Le cose si erano fatte un po' tese quando avevano parlato quella mattina. Voleva assicurarsi che fosse tutto a posto. "Stai bene? Ti stavo cercando prima. Sono rimasta sorpresa di trovarti addormentato"
Rick sollevò le spalle. "Suppongo di essere crollato"
"Probabile. Non dormi per più di un paio d'ore da dopo la prigione"
"Ricordi il vecchio detto 'Dormirò quando sarò morto?', sembra appropriato oggigiorno. Chi baderà a noi se sono occupato a dormire?"
"Non puoi fare tutto, Rick. Siamo qui per aiutarti"
"Allora perché tutti aspettano me per ogni decisione? E poi mi guardano con biasimo e accuse quando le cose vanno male?" disse sfregandosi gli occhi.
Michonne osservò le sue spalle abbassarsi. Il pesante fardello di essere un leader lo stava lentamente schiacciando. Desiderò di potersi fare carico di tutto il suo dolore e delle sue preoccupazioni, ma sapeva che il senso di colpa nel suo cuore non sarebbe stato facile da sradicare. "Ehi" lui sollevò lo sguardo e la fissò negli occhi. "Io non lo faccio"
"No, tu no" disse sorridendole. "Tu sei sempre con me"
"Sempre" gli rispose sorridendogli. Fu lui a distogliere lo sguardo, alzandolo verso il tetto e poi di nuovo sulla strada. "Ma" disse Michonne reclamando di nuovo la sua attenzione, "non ho nemmeno paura di dirti quando stai facendo delle cazzate"
"Sì, l'ho imparato a mie spese" disse lui sfregandosi dietro la testa, fingendo dolore.
"A volte circostanze estreme richiedono misure estreme. Giusto, piccola Judy?" disse alla piccola, facendole il solletico sullo stomaco. Sia Rick che Michonne risero quando Judith strillò allegramente.
"Perché mi stavi cercado prima?" chiese Rick.
"Nessuna ragione in particolare". Michonne non era sicura di cosa lui fosse stato testimone, per quanto riguardava lei e Craig. La cosa la infastidiva più di quanto volesse.
Lui riusciva a ricordare il bordo del lago, dal punto in cui i due si erano trovati. La gente ci andava con coperte e cesti per il picnic e giocattoli per i bambini, impedendo all'aria fredda di fermarli dal divertirsi fuori. Rick non sapeva se si sarebbe mai abituato alla normalità quotidiana di quel posto. Si sentiva sempre all'erta e pronto per la guerra. "Carl mi diceva sempre che voleva vivere vicino all'acqua dopo una vacanza al lago Burton. Suppongo che un lago artificiale durante l'apocalisse sia più di quanto possiamo chiedere"
"Mike e io andavamo al lago Burton ogni estate. Forse i nostri cammini si sono incrociati in passato e non ce ne siamo accorti"
"Penso che mi sarei ricordato di te". La sua mente andò alle immagini di Michonne che cincischiava sulla battigia del lago, indossando un bikini colorato che completava la sua bellissima pelle scura. Riusciva a vederla sorridere, spensierata. Sì, si sarebbe sicuramente ricordato di lei. Quando l'immagine cambiò in quella in cui Craig era steso con Michonne al lago di Alexandria, scosse il capo per allontanarla. "Ti ho vista" sussurrò.
"Cosa?" domandò Michonne. Ma sapeva a cosa si stava riferendo. Sapeva che l'aveva vista con Craig.
"Ti ho vista prima. Con Craig"
"Oh...io..."
Rick mosse la mano. "Non devi spiegarmi niente. Sembravi felice. Mi piace vederti felice" e se non poteva essere lui a renderla felice, era contento che qualcun altro ne fosse in grado. Era difficile ammetterlo a se stesso. "Mi dispiace aver esagerato stamattina. Stavo facendo lo stronzo. Suppongo di tenere troppo a te"
Michonne abbassò lo sguardo, impaurita di cos'avrebbe visto nei suoi occhi. Impaurita di cosa lui avrebbe potuto vedere nei propri. "Impossibile. Sono contenta che ci tieni"
Rick si avvicinò a lei. Ginocchio contro ginocchio; spalla contro spalla. "Sei davvero felice?" le chiese.
Michonne non sapeva veramente cosa rispondere a quella domanda. La felicità sembrava un lusso. Qualcosa che avrebbero potuto raggiungere quando non si fossero più dovuti preoccupare del cibo, di tenersi il loro rifiugio, e di eliminare tutte le minacce. Non sapeva se quello sarebbe mai successo. "Ho i miei momenti. Molti, a volte. Ma la vera felicità? Non lo so. Sembra un pio sogno". Si guardarono nello stesso momento. Quasi trovavano impossibile evitare i reciproci sguardi per troppo a lungo. "E tu?" gli chiese.
Rick sorrise tristemente. "Penso che tu conosca la risposta"
Lei sentì il proprio cuore spezzarsi per lui. Alzò una mano e gliela passò fra i riccioli. "Non permettere ai demoni di vincerti, Rick. Sono successe anche delle belle cose"
Lui chiuse gli occhi, esalando intensamente, poi li riaprì. Il suo tocco gli stava inviando brividi lungo la spina dorsale. "I miei figli vivi e al sicuro mi rendono felice" disse, "la risata di Judith non smette mai di farmi sorridere. Carl che diventa un magnifico e coraggioso giovane uomo in questo mondo mi rende più orgoglioso di quanto riesca a esprimere", esitò. "Tu mi rendi felice"
Lei tolse la mano dai suoi capelli e lo guardò incuriosita. "Cosa faccio per renderti felice?"
"Sei semplicemente tu. Probabilmente avrei ancora le allucinazioni se non ti fossi mai presentata alla prigione"
"L'avresti superata per i tuoi figli"
Rick inclinò il capo di lato, poi lo alzò di nuovo. "Non lo so"
"Quand'è l'ultima volta che l'hai vista?" chiese Michonne riferendosi a Lori.
"E' passato un po', ma" alzò e abbassò gli occhi in strada, "i fantasmi invisibili sono ovunque"
Michonne rise piano. "Ho detto una cosa simile ad Abraham ieri". Si sorrisero. Comprendendosi. Un silenzio confortevole si stanziò tra loro.
"Voglio solo che tu sia felice, Michonne" disse lui infine.
"E' quello che voglio anch'io per te, Rick"
"Beh, tu lo meriti di più"
Michonne scosse il capo, esasperata. "Dobbiamo davvero lavorare sulla tua autostima"
"Shane mi diceva la stessa cosa al liceo. Non pensavo mai che potessi piacere alle ragazze" ridacchiò mestamente.
"E' la prima volta che ti sento dire il suo nome"
"Ho pensato un sacco a lui e a Lori da quando siamo qui"
"Fantasmi invisibili" disse Michonne, "ti mancano?"
Rick ci pensò un po' prima di rispondere. "Penso che mi manchi avere il conforto di una moglie e di un migliore amico che sono stati presenti per la maggior parte della mia vita. Mi manca quella vita così semplice e prevedibile. Ma la verità è che non avevo più quelle cose quando erano ancora vivi. Io e Lori ci allontanavamo giorno dopo giorno. Shane avrebbe dovuto essere come un fratello per me, ma mi trattò come se fosse in competizione con me. Come se io fossi il nemico. A volte mi domandò se sapesse che ero ancora vivo, in quell'ospedale"
Michonne gli carezzò il ginocchio, capendo esattamente cosa intendeva. "Mike mi mancava quando ero ancora con lui. Fece delle cose...diventò un uomo diverso. Uno che non riconoscevo"
"Oppure erano sempre stati così e noi non l'avevamo capito prima"
"Ma guarda le tue intuizioni da psicologo" scherzò lei.
"Ho frequentato una lezione di psicologia, una volta" la guardò con un sorrisetto che presto divenne un cipiglio. "Suppongo di essere diventato qualcuno che nemmeno io riconosco"
"Io ti ho visto. Nel profondo, eri lì" Michonne fece un cenno col capo e gli prese gentilmente la mano. Lui rispose stringendole la mano di più, non capendo come lei avesse sempre tanta fiducia in lui, ma ne sarebbe stato per sempre grato.
"Jessie mi ha detto quello che le hai detto" disse lei separando le loro mani, spostandosi per guardare Rick. Lui alzò entrambe le sopracciglia, confuso.
"Del fatto che tu non avresti salvato nessun altro in quel modo"
Rick scosse il capo e si strinse la base del naso. "Non so perché l'ho detto. Penso che stessi solo cercando di salvarla da Pete come meglio sapevo fare"
"Provi dei sentimenti per lei?" chiese Michonne con cautela, non sapendo se volesse conoscere la risposta.
"No. Non lo so. Probabilmente no. Penso che mi piaceva il pensiero di lei. Mi ricordava Lori"
"C'è conforto nella familiarità" disse lei, pensando al pomeriggio trascorso con Craig.
"Ecco. Aveva sempre voluto vivere in un posto come questo"
"Questo sarebbe stato il mio peggiore incubo" sbuffò lei.
Rick le sorrise. "Davvero?"
"Ero una ragazza di città, del tutto. Non ero tipo da andare in giro con furgoncini e da fare la casalinga disperata"
"Sì, non riesco a vederti in queste cose. Saresti una mamma grandiosa, però. Penso che questa piccolina sia d'accordo" disse lui accarezzando la testa di Judith. Alzò lo sguardo e vide Michonne con le lacrime agli occhi.
"Ehi" disse togliendo le lacrime col pollice. "Stai bene? Ho detto qualcosa che non va?"
Michonne scosse il capo. "No. Significa molto detto da te". Voleva dire a Rick di Andre, ma ogni volta che era sul punto di farlo, le labbra si chiudevano; non era pronta a condividere quel dolore privato.
Rick non sapeva se fosse il coraggio proveniente dalla birra o se fosse il fatto di non sopportare la vista di lei che piangeva. Sentì quasi di avere un'esperienza extra corporea mentre si abbassava per baciarla sulla fronte. Le sue labbra poi andarono a eliminare le lacrime su entrambe le sue guance. Michonne riuscì ad avvertire la salinità quando finalmente lui incontrò le sue labbra con le proprie. Il bacio fu leggero e fugace. Lui si separò a la fissò negli occhi.
"Non funzionerebbe mai con Jessie" le sussurrò carezzandole le guance coi pollici.
"Perché no?" chiese lei. Le labbra le formicolavano per il bacio. Il suo corpo era in stato di shock per tutto quello che stava succedendo.
"Perché io ti amo", Rick era sul punto di abbassarsi per baciarla di nuovo quando il rumore di passi sul marciapiede giunse alle loro orecchie. Si separarono proprio quando i passi si fermarono davanti a casa loro.
"Spero che siate tutti pronti per le lasagne" disse Jessie tenendo sulle mani due grandi piatti. Porse a Michonne un'occhiata cortese, ma Rick ebbe la sua totale attenzione. Lui guardò rapidamente Michonne, poi abbassò gli occhi. Si grattò dietro l'orecchio, evitando lo sguardo della bionda.
"E stufato" disse Carol. Guardò sia Rick che Michonne con un sorrisetto. "E guarda chi abbiamo incontrato". Craig era dietro Carol con altri piatti e un enorme sorriso, fisso su Michonne.
"Mi sa che mi hanno già messo a lavorare" disse.
"Beh, andiamo tutti in cucina. Rick e Michonne, potete rimanere qui. Pensiamo a tutto noi" disse Carol seguendo Jessie sulle scale e sorridendo ai due con l'aria di chi la sapeva lunga.
Michonne scosse il capo per spezzare l'incantesimo sotto cui Rick l'aveva messa. Si alzò con Judith ancora in braccio. "No, va bene. Vieni, Craig, lascia che ti mostri la casa"
Rick la fissò, sentendo l'esigenza di attirarla giù di nuovo per divorarle completamente le labbra. Invece, fece un cenno a Craig mentre questi gli passava vicino. Si alzò e si avvicinò a Michonne. Leccò via i rimasugli del suo lucidalabbra appiccicoso dalle proprie labbra. "Suppongo che dovremo finire più tardi" le sussurrò all'orecchio prima di prendere Judith in braccio.
Lei annuì e si toccò le labbra. Guardò le proprie dita come se avessero le risposte su quello che era appena accaduto. "Grande". Sollevò la bottiglia di vino ed entrò in casa con Craig dietro di sé. Si voltò a guardare Rick un'ultima volta prima di chiudere la porta d'ingresso. 
  
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