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Autore: Lola1991    09/05/2017    2 recensioni
-    SEQUEL DI “From the beginning”
Thorin e Laswynn sono diventati re e regina di Erebor; gli anni del loro regno trascorrono pacifici sotto la montagna e i loro figli sono oramai grandi e pronti ad assecondare la volontà della stirpe di Durin.
La prima figlia femmina, Eriu, viene promessa in sposa al figlio di Dáin, Thorin, sui Colli Ferrosi. Dopo aver accettato questa difficile decisione, alla giovane Eriu non resta altro che iniziare una nuova vita lontana da Erebor e imparare ad essere una buona compagna e una buona moglie.
Ma accanto alla comunità dei Colli Ferrosi sorgono le terre selvagge e i villaggi di Rhûn, abitate dagli Esterling e da uomini creduti malvagi e corrotti. 
Vran, giovane cacciatore, incontrerà per caso Eriu, salvandola da una morte certa. La guerra per l’anello incombe, e il male si diffonde sulla Terra di Mezzo e sui suoi abitanti.
Ma Vran e Eriu non hanno nessuna intenzione di seguire un destino imposto da altri…
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dain II Piediferro, Nuovo personaggio, Thorin III Elminpietra, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo II


La delegazione dei Colli Ferrosi si trattenne per qualche giorno, ma dovetti sopportare la compagnia di Dáin e del suo seguito soltanto a cena, perché per il resto della giornata i nani sembravano troppo impegnati nelle loro lunghe trattative.  
Li vedevo uscire e entrare nelle sale del Consiglio, seri e scuri in volto, mentre parlottavano a bassa voce, e io e mia sorella chinavamo rispettosamente il capo, prima di precipitarci un’altra volta fuori dalla fortezza per goderci il sole primaverile.
Non capivo di cosa discutessero così a lungo, e in realtà me ne importava poco; anche mio fratello Frerin partecipava assiduamente a quelle riunioni, in quanto erede al trono, ma quando a sera tarda i miei fratelli lo supplicavano curiosi di dire loro ciò che era stato deciso tra i membri del consiglio, lui alzava le spalle e rispondeva soltanto: « Cose importanti ».

Il giovane principe Thorin, figlio di Dáin e nostro cugino, non era un nano di molte parole: a cena teneva spesso il capo chino e non parlava quasi mai, al contrario del padre, che – specialmente dopo numerosi boccali di birra – diventava irrequieto e molto chiassoso. Una sera lo vidi alzarsi sulla panca della grande tavolata e indire una gara di resistenza, e giurò di consegnare enormi montagne d’oro a chi avesse bevuto di più a quel tavolo senza svenire. Anche mio fratello Gwáyn partecipò, ma la gara non continuò a lungo: dopo tre boccali colmi di birra, Dáin si addormentò pesantemente sul tavolo con un tonfo sordo, e io cercai di soffocare la mia risata nella ciotola di minestra quando vidi l’espressione disgustata sul volto di mia madre.
 
Una mattina il nostro precettore concesse a me, Alun e Morud di uscire all’aria aperta, perché l’umidità estiva era penetrata nel castello e faceva decisamente troppo caldo per studiare.
Afferrai uno dei miei libri preferiti e mi diressi sul tronco basso di un albero all’ombra, mentre mio fratello e mia sorella giocavano poco distanti. Ero così immersa nella lettura che non mi accorsi del giovane che si avvicina e mi si sedeva accanto. Per un attimo pensai si trattasse di uno dei miei fratelli, ma quando finalmente alzai lo sguardo dal libro mi accorsi che i suoi capelli erano decisamente troppo rossi per essere uno della mia famiglia. Era il principe Thorin.
Istintivamente allungai la gonna e mi rassettai la veste. Lui sorrise impercettibilmente: era la prima volta che non lo vedevo serio e composto. Rimasi in silenzio, in attesa che dicesse qualcosa, e mi sistemai meglio sul basso tronco che ci ospitava.
« Ti piace molto leggere ».
La sua non era una domanda, ma un’affermazione. Deglutii senza aprir bocca; la sua presenza mi metteva incredibilmente a disagio e i suoi occhi grigi erano impossibili da decifrare. Lui parve capire il mio imbarazzo, ma rimase ancora a fissarmi qualche istante. Le mie guance erano diventate scarlatte dalla vergogna, e lui le sfiorò con un dito, delicatamente.
« Andrai bene », disse, ritraendo la mano; poi si alzò e si allontanò in fretta.
 
Non capii il senso di quella frase o di quell’incontro, e rimasi parecchi minuti immobile, incapace di parlare, chiedere o fare qualsiasi cosa. Cosa voleva dire Thorin? Qual era il significato della sua frase? Cercai istintivamente lo sguardo di mia sorella, ma lei e Alun non si erano accorti di nulla, presi com’erano a giocare sul prato verde.
Chiusi il libro e corsi dentro la fortezza. Dovevo cercare l’unica persona che avrebbe potuto spiegarmi il significato di quel comportamento e di quella frase: mia madre. Non era nella sala consiglio, e nemmeno nella biblioteca. Mi recai direttamente nella sala reale e puntai dritta nella stanza dei miei genitori. Ancora prima di avvicinarmi, sentii la sua voce urlare, insieme a quella di mio padre. Era chiaro che stessero discutendo animatamente, e mi avvicinai in silenzio alla porta per origliare il motivo di quel litigio.
 
« Non puoi! Ti supplico Thorin, non farlo! ».
La voce di mia madre era isterica e colma di lacrime. Mi si mozzò il fiato: non l’avevo mai sentita parlare così.
« Non abbiamo altra scelta, Laswynn. Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi », rispose a voce bassa mio padre.
« Ma non da loro! Lui mi odia, lo sai, e suo figlio non sarà tanto meglio. E’ troppo piccola! ».
« Dáin non le torcerà nemmeno un capello, te lo assicuro. Deve andare da loro ».
 
Continuavo a non capire. Di chi stavano parlando? A chi Dáin avrebbe potuto fare male? Sentii mia madre singhiozzare, e dallo spiraglio della porta vidi mio padre circondarla in un abbraccio e baciarle la testa. Continuavo a non capire e mi allontanai di qualche passo. Notai improvvisamente mio fratello Frerin, che mi fissava. Mi aveva visto origliare la conversazione dei nostri genitori, e si premette un dito sulle labbra, intimandomi di seguirlo. Mi trascinò in una stanza poco distante.
« Perché mamma e papà litigano così? Di chi stavano parlando? » chiesi non appena ci trovammo soli, con voce carica d’ansia.
Frerin mi guardò alzando un sopracciglio. « Non hai ancora capito? ».
Lo guardai allarmata, incapace di rispondere e sgranando gli occhi.
« Papà e Dáin hanno firmato un accordo di pace. L’accordo prevede che tu vada sui Colli Ferrosi e che sposi suo figlio, il principe Thorin ».
 
Il mondo mi crollò improvvisamente addosso.
   
 
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