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Autore: Soul Mancini    09/05/2017    3 recensioni
[Storia momentaneamente sospesa.]
Hoginery, anime in armeno.
Quante anime avete incontrato durante il tour della vostra vita? Eppure con alcune ci si sente immediatamente a casa, ci si avvicina e ci si conosce inevitabilmente. Ci si scontra anche, perché le anime sono tutte diverse e non possono essere sempre d'accordo.
E allora che importanza ha far parte di una famosa metal band losangelina?
DAL TESTO:
«Serj e John stavano intrattenendo una conversazione con una ragazza dai capelli castano chiaro legati in una crocchia.
Un'altra, quasi identica a lei ma leggermente più bassa e più formosa, girovagava per la stanza come una trottola, aggirando i divanetti disseminati sul pavimento con un vassoio di polistirolo in mano.»
Piccole note sulla storia:
- In ogni capitolo troverete una colonna sonora; potrà trattarsi di una canzone dei SOAD o dei progetti paralleli dei componenti.
- Nella storia appariranno alcuni membri di un'altra band, ovvero i Dub Inc, gruppo reggae francese. Non considero comunque questa storia una multiband perché i Dub Inc non saranno protagonisti e appariranno solo in alcuni capitoli. Comunque potrete trovare anche delle loro canzoni nei capitoli.
- Cambierò spesso POV all'interno dei capitoli, ovviamente specificandolo.
Buona lettura :3
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

Try her philosophy


System Of A Down - Suite-Pee




Johanna ♫


Forse la gente non aveva tutti i torti: era un peccato che avessi deciso di non frequentare l'università, una laurea mi avrebbe di certo dato tante possibilità di lavoro.

Ma nonostante tutto non mi pentivo della mia scelta. Non avevo un'idea precisa su cosa volessi dal mio futuro e avrei finito per scegliere una facoltà a caso. Mi ero voluta concentrare sulla musica, cosa c'era di strano?

Era a questo che pensavo mentre mi preparavo per andare da Lindsay.

Quella mattina, mentre io e mia madre facevamo la spesa nel market vicino a casa, avevamo incontrato una vecchia amica di famiglia; lei ovviamente si era informata su cosa volessi fare da grande e aveva storto il naso quando le avevo spiegato la mia situazione. “Questi sogni a occhi aperti non ti porteranno da nessuna parte, se non ti cerchi un buon lavoro finirai per morire di fame” aveva detto. Io mi ero dovuta trattenere per non portare fuori qualche pungente frecciatina sarcastica; odiavo la gente così, che pensava solo ai soldi e non si accorgeva dell'importanza delle passioni. La vita era la mia e ne facevo quel che volevo, per quanto sbagliato potesse essere.

Mi sentivo dell'umore giusto per indossare la mia adorata felpa con la scritta I ♥ MY DRUM; era nera con la scritta bianca e il cuore rosso, me l'aveva regalata Ellie un paio d'anni prima per Natale.

I capelli, come al solito, li lasciai sciolti sulle spalle.

Ellie, dove hai messo le chiavi?” gridai, vagando per la casa e gettando occhiate in ogni angolo.

Nella ciotola, sul mobile dell'ingresso!” rispose lei dalla sua camera.

Afferrai il portachiavi che stavo cercando e, controllando l'orario, mi precipitai verso la Ford rossa che io e mia sorella condividevamo.

Le decorazioni natalizie per le strade di Los Angeles erano pazzesche e mi sarei volentieri incantata a osservarle se non fossi stata in ritardo come al solito e se non avessi dovuto lottare con il traffico denso e claustrofobico.

Jo! Sei puntualmente in ritardo!” cantilenò Lindsay non appena mi vide entrare in casa, correndo ad abbracciarmi e pretendendo di essere presa in braccio.

Ecco perché, dopotutto, ero soddisfatta del mio lavoretto da baby sitter: amavo quella bambina! In genere non avevo molta pazienza, ma lei era speciale ed ero contentissima quando sua madre, la signora Waits, ,mi chiamava per passare un po' di tempo con lei.

Smettila di copiare le frasi degli altri!” scherzai, scompigliandole i capelli.

Ellie te lo dice sempre: puntualmente in ritardo! Lo sai che oggi all'asilo abbiamo dipinto con le mani?” raccontò la bimba orgogliosa.

Ma non mi dire! Si vede, hai ancora un po' di blu sul naso!”

Johanna, sei arrivata! Okay, allora io vado! Oggi ho il turno fino alle otto, quindi alle otto e mezza sarò qui. Per cena ordinate una pizza, va bene?” intervenne la signora Waits, comparendo dalla porta del soggiorno e precipitandosi di tutta fretta verso l'ingresso.

Perfetto, grazie Sarah. A dopo, buon lavoro!” la salutai, mentre Lindsay correva ad abbracciare la madre.

Una volta sole, chiesi alla bambina: “Cosa ti va di fare oggi?”

Mi insegni ancora a scrivere?”

Lindsay aveva solo cinque anni, ma da quando le avevo insegnato a scrivere le lettere che componevano il suo nome aveva mostrato una voglia di apprendere sorprendente. E io mi divertivo un mondo a insegnare!

Corse a prendere il quaderno riservato alla scrittura e la sua scatola di pennarelli, poi ci accomodammo attorno al grande tavolo del soggiorno.

Guarda, ho scritto il nome di mamma!” Lindsay sfogliò le pagine piene di scritte e scarabocchi fino a trovare ciò che cercava, poi me lo mostrò con un sorriso soddisfatto.

Brava Lindy, è giusto! Adesso vuoi imparare a scrivere il mio?”

Sì!” accettò entusiasta, gettando le braccia in aria e afferrando il pennarello rosso, il suo preferito.

Ma ben presto incontrò qualche difficoltà nel scrivere la lettera J e, dopo aver riempito due righe con quel simbolo per cercare di riprodurlo in maniera corretta, si spazientì e saltò giù dalla sedia.

Dove vai?” le chiesi.

Lei recuperò un vecchio cellulare che era abbandonato tra i cuscini del divano, poi corse da me e mi chiese: “La metti Try her philosophy?”

Scoppiai a ridere. Quella bambina era una metallara incallita: le avevo fatto conoscere la musica che ascoltavo io e lei se n'era innamorata, tanto che sua madre le aveva dato un vecchio telefono senza scheda telefonica e un paio di auricolari per poter ascoltare le sue canzoni preferite, che io le avevo inviato. Tra queste ce n'era qualcuna dei System Of A Down; in particolare in quel periodo Lindsay era in fissa con Suite-Pee.

Non si chiama Try her philosophy” la corressi, tirando una ciocca dei suoi capelli castani e avvicinandomi al tavolino nero di fronte ai divani su cui troneggiava la tv. In genere utilizzavo proprio le casse collegate al televisore per amplificare la musica.

Le accesi, cercai Suite-Pee e alzai il volume.

Lindsay prese a saltellare su e giù ed esultare come una matta, poi mi trascinò a ballare e cominciò a cantare a squarciagola, inventandosi la metà delle parole.

Mi faceva morire dal ridere il suo modo di fare headbanging. Era così piccoletta, eppure sembrava aver già capito tutto del mondo del metal, e poi quella linea di basso la faceva impazzire!

Ancora, ancora!” strepitò Lindsay quando la canzone terminò.

Nel frattempo le note di l Was Made For Loving You dei Kiss si propagarono per la stanza e ci avvolsero. Corsi ad abbassare il volume. “Lindy, i tuoi vicini ci cacciano di casa se teniamo ancora la musica così alta!”

Ma io voglio Try her philosophy!” protestò, mettendo su un broncio indignato.

E va bene!” mi arresi, guadagnandomi un abbraccio dalla bambina.

Proprio in quel momento il mio cellulare, abbandonato sul tavolo, cominciò a squillare, sparando a un volume pauroso They Say degli Scars On Broadway. Quella era la mia suoneria da due anni; in quegli ultimi giorni però, quando qualcuno mi chiamava, il mio cuore perdeva un battito al pensiero di ciò che era accaduto al Troubadour.

Afferrai il telefono: era Jacob.

Jake, che vuoi?” risposi, mettendo in pausa la canzone dei Kiss e facendo cenno a Lindsay di aspettare un attimo.

Dopodomani prove, informa anche El” annunciò.

Okay chitarrista!”

Così ne approfittiamo per parlare della serata di venerdì e ci raccontate tutto sui SOAD!”

Fui tentata di fargli una linguaccia, ma non sarebbe servito a niente perché non mi poteva vedere. “Tu e Noah non ve lo meritate perché non siete venuti!”

Ma... ma... ma...” biascicò lui in tono teatralmente disperato.

Ciao Jake, a presto!” tagliai corto con una risatina, interrompendo la conversazione.

Che cos'è la tua suoneria?” mi domandò Lindsay curiosa.

Una canzone di un gruppo che si chiama Scars On Broadway: ci sono il chitarrista e il batterista dei System!”

Davvero? Me la fai sentire?”

Così collegai il cavo delle casse al mio cellulare e selezionai il brano.

Lindsay ascoltò con interesse le prime note, poi cominciò a saltellare e girare attorno a me, strillando: “La voglio, la voglio, la voglio!”

Sorrisi, contenta di averle fatto conoscere un'altra canzone di suo gradimento. Ma del resto quella piccoletta andava matta per i System Of A Down e tutto ciò che li riguardava!

Le avrei raccontato che avevo avuto l'onore di conoscerli e le avrei mostrato quel comico scatto, ma prima c'era da ballare e cantare They Say!



Ellie ♫


Non potei fare a meno di osservare l'abbigliamento di Noah: indossava una camicia blu in velluto, un paio di jeans neri e delle scarpe sportive dello stesso colore.

Quando incrociai il suo sguardo non riuscii a sostenerlo.

Mio dio, in questo posto si gela!” esclamò Jacob, armeggiando con una stufetta elettrica che fino a quel momento stava a marcire in un angolo.

Attento, quella cosa potrebbe esploderti in faccia” lo avvisai, osservando con circospezione l'oggetto e avvicinandomi maggiormente a lui.

Fate come me: riscaldatevi in maniera alternativa!” esclamò Johanna cominciando a suonare la batteria come una forsennata.

Non eravamo per niente contenti di dover provare in quel buco, ma era necessario. Proprio in quel periodo i genitori del nostro bassista avevano deciso di imbiancare il garage, che fungeva da sala prove, e avevamo dovuto trovare una soluzione.

Jo, piantala, non riusciamo a parlare! Ma dove diamine è finito il mio plettro?” sbottò Noah, girando in tondo con il basso in mano.

Sospirai. “Serj ha proprio ragione: sei un casino che deambula! Ti ci eri seduto sopra!” accorsi in suo aiuto, indicandogli la sedia che aveva occupato fino a qualche istante prima.

Ah... sì, okay, adesso possiamo provare!”

Jake, spegni quell'affare, la stanza si sta riempiendo di fumo! Cazzo, ma io cosa vi ho detto!” strillò mia sorella, saltando in piedi con fare allarmato e lasciando cadere le bacchette della batteria.

Mi voltai di scatto e mi accorsi che effettivamente dalla stufetta si stava levando una nuvola sospetta di fumo biancastro.

Oddio, staccatela!” gridai a mia volta, spaventata.

Il chitarrista abbandonò il suo strumento tra le mie braccia e corse a staccare la spina dalla corrente.

Eheheh... adesso si spiega perché era abbandonata da una parte!” commentò Noah con un'alzata di spalle.

Ma sai che certe volte sembri il personaggio di un anime?” commentai, cercando approvazione nello sguardo di Johanna.

Lei, in tutta risposta, scoppiò a ridere e mostrò il pollice in su.

Di un anime? Ma vi drogate prima di venire a fare le prove?” ribatté lui confuso.

Quant'era tenero! Avevo cercato in tutti i modi di reprimere i miei sentimenti nei suoi confronti, ma era inutile: il suo atteggiamento, il suo tono di voce, perfino il suo viso trasmettevano una dolcezza che mi scaldava il cuore e mi faceva impazzire!

Ma lui era stato abbastanza chiaro: non intendeva impegnarsi in una relazione, non aveva voglia di avere una ragazza. Io convivevo con questa consapevolezza da un anno e, nonostante me ne fossi fatta una ragione, Noah non aveva smesso di occupare il mio cuore.

Scossi la testa. Mi dovevo concentrare sulle prove, a breve ci saremmo dovuti esibire!

Spaccheremo tutto al GrinPub!” proclamò Jacob, dopo un'intensa ora e mezza in cui ripassammo tutta la scaletta del live.

Datti una calmata, Jimmy Page dei poveri, ti ricordo che i nostri fan non superano il centinaio” lo smontò Johanna, inventando un passaggio sul momento.

Taci, io ho suonato al Troubadour e quindi sono importante!”

Presi coraggio. “Ragazzi, vi devo raccontare una cosa.”

Che cosa? Che cosa?” saltarono subito su gli altri tre, puntandomi i loro sguardi impazienti addosso.

Ehi, calmi! Non è niente di che! Quando io e Jo eravamo con i System, Shavo ha detto che gli dispiaceva non averci sentito suonare... così l'ho invitato al concerto del GrinPub” buttai lì, cercando di non dare troppo peso alle mie parole.

Mi ero ripromessa di non dirlo a nessuno, ma ero la persona meno adatta a nascondere qualcosa e alla fine non avevo resistito alla tentazione di rivelarlo ai miei amici.

Cooosa?!” esplosero loro, sgranando gli occhi.

Noah, ancora con il basso appeso addosso con la tracolla, mi si piazzò di fronte con gli occhi che brillavano e mi afferrò le mani. “Tu mi stai dicendo che hai invitato quel fottuto genio di Shavo Odadjian a un nostro concerto?”

Ragazzi, datevi una calmata! Non gli ho detto il nome del locale, gli ho solo spiegato che si trattava di un'inaugurazione, e poi anche se lo dovesse trovare quante probabilità ci sono che venga a vederci?” tentai di tranquillizzarli.

Perché non me l'hai detto? Oh cazzo, ve lo immaginate se invece ce lo ritroviamo sotto il palco? Che figata!” esultò Johanna, correndo ad abbracciarmi.

El ha ragione, è impossibile che ci trovi” affermò Jacob senza scomporsi troppo.

Illusione o no, quel giorno lasciammo la sala prove più allegri e frizzanti del solito.

Oh, finalmente un po' di caldo!” disse Johanna quando fummo entrate in macchina, mettendo il riscaldamento al massimo.

Dal posto del passeggero, osservavo distrattamente le vie caotiche che mi passavano accanto e nel frattempo la mia mente si perdeva. “Però sai che ti dico? Shavo sembrava così entusiasta all'idea di vederci!” Non potevo fare a meno di parlarne, mentre nella mia testa rivivevo quella scena ancora e ancora.

A proposito di Shavo, devo assolutamente ascoltare Suite-Pee! Per colpa di Lindy sono in fissa con quella canzone da giorni!” raccontò, accendendo lo stereo all'interno del quale l'album System Of A Down era infilato da quasi due settimane. “Comunque, secondo me la faccenda si fa interessante. In ogni caso penso che dobbiamo stare con i piedi per terra: come ha detto Jake, ci sono pochissime probabilità che ci trovi. Vabbè, non so nemmeno io cosa pensare!” ammise poi, dondolando la testa avanti e indietro a ritmo con il brano.

Cantammo e ci agitammo come due matte. Io e Johanna eravamo due casi persi.

Comunque tu hai sempre a che fare con i bassisti” commentò poi, approfittando di un semaforo rosso per lanciarmi un'occhiata maliziosa.

Molte volte ti invidio, almeno tu non vuoi nessuno e non corri il rischio di cacciarti in queste situazioni di merda” sospirai, alludendo alla mia cotta per Noah.

Non vale la pena buttarti giù per questa cosa. Noah ti vuole un mondo di bene e questo è palese, ma non potrai mai obbligarlo a ricambiare. Quante volte te l'ho detto?”

Lo so, ma ci ho a che fare quasi ogni giorno, non è facile! Ma adesso basta parlarne, pensiamo a cose più allegre!”

Non avevo voglia di pensare ai miei problemi quel giorno, mi sentivo particolarmente euforica. Poco importava se dopo il concerto di fine gennaio avrei dovuto dare un pesantissimo esame all'università, poco importava se il ragazzo più dolce al mondo non ricambiava i miei sentimenti. Volevo solo rallegrarmi, cantare e mangiare un enorme panino con qualsiasi cosa in mezzo in compagnia della persona più speciale che conoscessi: mia sorella.



♪ ♪ ♪



Ciao a tutti!

Ooooh, ma quanto sono contenta di aver aggiornato!!!

Lo so, in questo capitolo i nostri quattro eroi non ci sono, ma questo capitolo era necessario per presentare un po' le gemelle, la loro vita e gli altri due componenti della band ^^

Che ve ne pare di Lindsay? Ho deciso di inserire come sottofondo la canzone con cui lei è fissata, mentre per They Say dovrete aspettare ancora un po'!

Ultimo avviso: in questo periodo, dato che ho già alcuni capitoli pronti, aggiornerò ogni martedì! Poi tornerò ad aggiornare a settimane alterne, ma per ora vi faccio questo “regalo”... e poi sono troppo curiosa di sapere il vostro parere! :D

Ringrazio infinitamente le magnifiche lettrici che hanno deciso di seguirmi in questa avventura, siete uniche! :3

Un abbraccio a tutti e spero che questo capitolo, così come quelli a seguire, vi piaccia ♥



   
 
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