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Autore: SallyBlack87    09/06/2009    2 recensioni
Tutti noi ricordiamo l'oscura vicenda del Fantasma dell'Opera... Un mistero, mai del tutto chiarito... E se la storia fosse finita diversamente?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi appartengono a Gaston Leroux e a Andrew Lloyd Webber. Questa Fanfiction non è stata scritta a scopo di Lucro. Ho scritto questa storia, perché credo profondamente, come Gaston Leroux prima di me, che il Fantasma dell’Opera sia realmente esistito e che il suo amore per Christine vivrà per sempre. Questa storia mostra quello che avrebbe potuto essere se la storia fosse andata in modo diverso.
Sono tornata…grazie a tutti per le belle recensioni!;-) siete statti gentilissimi!!!
Scusate il mostruoso ritardo del secondo capitolo, ma la mia vita mi lascia poco tempo libero…spero ardentemente che il seguito vi piaccia.


Capitolo 2
“Angelo…la Nostalgia Trema”

Christine sedeva sconsolata sul tetto dell’Opera di Parigi.
Dopo la chiacchierata con Meg aveva sentito l’impellente bisogno di aria, così si era scusata con la sua amica ed era corsa nel luogo più solitario e appartato che conoscesse, aveva bisogno di chiarirsi le idee.
Continuava a risuonargli nella mente le parole di Lui “Va via! Va via per sempre!”
Lui l’aveva esiliata…e ora lei non lo avrebbe visto mai più.
Ripensò a quegli ultimi attimi di rabbia e dolore…le incomprensioni, le accuse e le rivelazioni.
Quel bacio…Christine non ricordava più bene cosa aveva provato in quel momento…le sue emozioni erano troppo confuse…La sua indignazione, la collera di Erik, l’astio di Raoul…

Era tutto confuso in un gioco di sguardi e follia.
Un attimo odiava Erik più di qualsiasi cosa al mondo e l’attimo dopo era tra le sue braccia e poi fuggiva con Raoul. Era tutto troppo difficile e doloroso…
Aveva fatto la scelta giusta? Ma alla fine che importava?
Il Fantasma dell’Opera non esisteva più…

Il suo cuore si contrasse dolorosamente…come può un uomo sopravvivere al fuoco?
Christine sentì una lacrima solitaria scenderle dalla guancia, mentre il vento gliela portava via.
Seduta sotto la Statua di Apollo Christine fu invasa dalla tristezza…Il suo Maestro…Meg, Madame Giry, tutto il Teatro dell’Opera ormai le era precluso.
Quando aveva fatto la sua scelta quella sera fatale…non aveva capito che aveva rinunciato non solo al suo oscuro Angelo della Musica, ma a tutta la sua vita…
Per Raoul…

Christine sospirò…ricacciò indietro le lacrime, il dolore e l’angoscia, e scese la scala a chiocciola per tornare ai piani inferiori, per tornare alla realtà.
Mentre scendeva i vari livelli del teatro Christine cercò di imprimersi nella memoria tutto ciò che vedeva, per costruirsi dei ricordi che l’avrebbero consolata negli anni a venire.
Ma mentre percorreva quei corridoi familiari e incrociava i volti degli abitanti del teatro, non riusciva a fare a meno di pensare a quei corridoi inesplorati, a quei cunicoli oscuri che erano il regno del Signore delle Botole, la casa del Fantasma dell’Opera.
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Christine continuò a scendere ma arrivata nella zona dei camerini cominciò a cercare Madame Giry.
C’era una domanda che le ronzava in testa da un po’ e l’unica ad avere la risposta era proprio Madame Giry.
La zona dei camerini era molto vasta, tutto il corpo di ballo e le studentesse vi abitavano, la consideravano la loro casa… c’erano giovani ballerine che andavano e venivano, chiacchierando allegramente spensierate.
Christine ripensò a quando era una di loro…sembrava passata un’eternità.
Madame Giry era impegnata a dare consigli a una giovane ballerina, ma appena scorse Christine le si accostò osservandola attentamente.
La donna sapeva che Christine avrebbe preteso delle risposte…era naturale. Avrebbe dovuto essere attenta e guardinga.
“Christine cara…vedo nei tuoi occhi che hai delle domande per me, ma questo non è un luogo per le risposte che tu vuoi sentire. Seguimi nel mio camerino”

Madame Giry condusse Christine nei suoi alloggi, ripensando alla fatidica sera in cui vi aveva condotto il Visconte per rivelargli la vera storia di colui che era conosciuto come il Fantasma dell’Opera. Aveva fatto la scelta giusta rivelando i suoi segreti?
Ora aveva qualche dubbio…
Madame Giry si sedette sulla sponda del suo letto e fece cenno a Christine che le si accomodò a fianco.

Christine fece una pausa prima di cominciare, era timorosa, ma decisa a scoprire la verità.
“Madame devo chiedervi una cosa ed esigo da voi la verità…la notte dell’incendio, perché portaste Raoul nei sotterranei? Voi sapevate meglio di tutti che Erik non mi avrebbe fatto del male…perché avete condotto Raoul da Lui?”
Madame Giry osservò attentamente il volto di Christine mentre parlava, anche lei voleva capire…voleva penetrare nel cuore di quella ragazza a cui voleva bene, e carpire i segreti che si celavano nel suo cuore.
“Christine, io sapevo che Erik non ti avrebbe toccato nemmeno per sbaglio, lo conoscevo bene,ma se devo essere sincera lo sarò, anche se la verità non ti piacerà!” Mentre parlava il volto di Madamè Giry si indurì dimostrando la tempra d’acciaio di cui era fatta quella minuta donna.

“Non ti sei resa conto sciocca bambina che quella situazione vi stava distruggendo tutti? La tua incapacità di scegliere! L’ossessione di Erik! La caparbietà di Raoul! Vi stava gettando in un baratro da cui nessuno di voi sarebbe riuscito a salvarsi…Forse ho sbagliato ad intromettermi ma dovevo…non potevo restare a guardare. Così ho fatto in modo che arrivaste ad un confronto…che metteste fine a quella pazzia…Tu hai fatto la tua scelta, Raoul ha rinunciato alla sua caccia all’uomo e Erik ha cessato di desiderare la sua vendetta.”

Christine non sapeva che dire…di tutto si era aspettata, ma non quella velata accusa negli occhi di Madame…Lei era stata incapace di scegliere? Non era vero!...Oppure si?
Aveva davvero dato quell’impressione? Lei amava Raoul…era il suo dolce amico d’infanzia!
Un amico? Era solo questo? No c’era un dolce amore tra loro! Solo dolce?
Eppure lei aveva provato una passione travolgente…aveva provato qualcosa che le aveva fatto volare il cuore! Ma non per Raoul….Il suo cuore aveva battuto frenetico solo per un uomo…
Ma era amore o paura? Non lo sapeva…Non riusciva a capire!

Madame Giry vide molteplici emozioni susseguirsi sul volto di Christine come farfalle svolazzanti, ma più di tutto vide una latente, ma crescente disperazione.
Una compassione materna invase il cuore di Madame Giry.
Abbracciò dolcemente la confusa Christine che tra le braccia della sua Madame scoppiò in un pianto silenzioso, sfogando in quelle lacrime tutti i suoi dolori e le sue pene.

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Madame Giry e Christine passeggiavano tra i corridoi del teatro vuoto parlando, o meglio Christine parlava sfogandosi e Madame Giry ascoltava dando consigli.
Christine sentiva un peso sollevarsi dal cuore, mentre confidava i dubbi che la vita con Raoul le suscitava.
Racontò tutto a Madame Giry, le difficoltà ad adattarsi ad un modo di essere, di vivere e di pensare che apparteneva ad una classe sociale che lei difficilmente sentiva affine.
Raccontò della nostalgia per il teatro e per il canto, e del suo desiderio di evadere…
Ma non disse nulla sul dubbio che più le divorava il cuore…anche se Madame Giry intuì che la ragazza le nascondeva qualcosa.

“ Madame Giry, non posso abbandonare il mondo del Teatro…è troppo radicato nella mia anima…
Come posso dirlo a Raoul? Lui non capirebbe! Non ne ha mai fatto parte, per lui era solo un investimento familiare…non sente il suo richiamo come lo sento io! Che dovrei fare Madame?”

Madame Giry restò silenziosa per un po’.
La sua Christine era una ragazza giovane, inesperta e innocente, la gente tendeva a dimenticarlo… non c’era malignità in lei, solo ingenuità…era naturale che avrebbe trovato grosse difficoltà ad adattarsi a quella vita che probabilmente il Visconte reputava naturale.
Probabilmente Christine non se ne rendeva nemmeno conto, ma forse Lei aveva amato più il teatro che i due uomini della sua vita.
Uno la voleva portare nell’ombra, lontano dai colori del palcoscenico, l’altro la voleva portare alla luce, ma strappandola alle luci di quel mondo che per lei era sinonimo di casa.
Non c’era da stupirsi che Christine non sapesse scegliere.
Così Madame Giry prese una decisione per lei.

“Christine il tuo cuore è turbato…non troverai mai la felicità se non farai chiarezza in te stessa, sei giovane ed insicura, ma devi trovare la tua strada da sola.
Manda una lettera al Visconte spiegagli che hai bisogno di un po’ di tempo per sistemare delle faccende qui al teatro. Prendi questo tempo per pensare a ciò che vuoi dalla tua vita bambina.
Il Visconte è un gentiluomo e so che ti vuole bene, ti ama, ha affrontato molti guai per te e so che capirà…nel frattempo, mi aiuterai come assistente nella direzione delle ballerine.
Di al Visconte che lo incontrerai di nuovo qui tra un mese, al ballo di Carnevale, per allora però bambina, dovrai fare la tua scelta.”
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Erano passati due giorni dalla conversazione con Madame Giry e Christine non faceva che pensarci.
Le piaceva davvero la vita al teatro, seguiva le giovani ballerine di fila nei loro primi passi di danza, e ne ricavava una profonda soddisfazione, certo le mancava molto cantare, ma non sapeva se ne era ancora capace…
Non aveva più cantato da quell’ultima volta, quando era con Lui, il suo ricordo le faceva ancora sanguinare il cuore, non poteva ammetterlo con nessuno, neppure con se stessa, così cercava di non pensarci, di scacciare quel ricordo, ma inesorabile esso tornava a turbare i suoi sogni.

 “Su piccole mie, seguite il ritmo! Non perdetevi in chiacchiere! Cosette sta più dritta non sei gobba! Marie cerca di essere più aggraziata, non sei certo un sacco di patate! Su bambine impegnatevi! Brava Lisette! Dai il buon esempio, ma non pavoneggiarti non è elegante!”

Christine rimbrottava spesso le sue allieve più indisciplinate ma sempre con un sorriso sulle labbra che difficilmente incuteva timore nelle bambine.
Le bambine per contro cercavano di impegnarsi con tutte le loro forze, adoravano Christine, che ai loro occhi era così bella e brava e buona.
Ma in quel momento la lezione fu interrotta da Meg che ansante per la corsa tra i corridoi, prese la mano di Christine e cominciò a strattonarla cercando di trascinarla via di lì.
Christine non capiva che stava succedendo e non volendo turbare le sue allieve, puntò i piedi a terra resistendo agli strattoni di Meg.

“Buon Dio Meg Giry! Si può sapere che ti è preso!?”
Meg si girò trafelata “Devi nasconderti Christine, i Direttori del Teatro hanno scoperto che sei qui, non so come quei due siano stati informati, ma ora lo sanno! E vogliono assolutamente vederti… devi nasconderti! Non capisci?”
Christine non si mosse “Meg stai calma, lascia che mi trovino, sono la futura Viscontessa de Chagny non mi succederà niente di male, vedrai.” Almeno quello nella sua permanenza alla villa di Raoul lo aveva imparato.
Una Viscontessa, non corre a nascondersi come una popolana.
Quante volte glielo aveva ricordato Raoul?
Così attesero, Christine seria e tranquilla e Meg non troppo convinta, con un pubblico di piccole ballerine curiose alle spalle.

Le voci dei Direttori si udirono dopo pochi istanti, erano concitate e ansiose.
Come sempre! Pensò Christine.

“Andrè! Sei sicuro di quello che vuoi fare?! Non mi sembra una Buona idea!”
“Richard non c’è altro modo, è l’unica soluzione plausibile e lo sai anche tu!”
“Lo so Andrè, ma la faccenda non mi piace per niente!”
“Neanche a me Richard, ma la questione è chiusa.”

I Direttori dell’opera di Parigi entrarono nell’aula di danza come un ciclone, per poi fermarsi stupefatti di fronte al pubblico che li aspettava.
Gill Andrè alla vista di Christine si schiarì la voce accennando un lieve inchino poco convinto a cui seguì quello esitante di Richard Firmin.
“Madamoiselle Daeè…siamo felici di rivederla in salute.”
Christine fece un leggero inchino.
“Anche per me Signori Direttori,è un piacere.”

Firmin si avvicinò a Christine “Abbiamo saputo che avete deciso di alloggiare per un certo periodo qui al teatro è vero?”
Christine sospirò. “Si Signor Direttore…devo sistemare alcune faccende personali e nel frattempo ho pensato di dare una mano, se per lor signori non è un disturbo sia inteso.”
Ecco Raoul sarebbe stato orgoglioso di lei, dignitosa, diplomatica, gentile, ciò che una nobildonna dovrebbe essere.
Andrè nervoso si sporse verso Christine.
“Il Visconte è informato di questo Madamoiselle?”
“Gli ho spedito una lettera questa mattina, ma non creerà problemi, se è questo che vi preoccupa Signori Direttori.”
Andrè e Firmin si guardarono, tra di loro passò una veloce e silenziosa conversazione di sguardi alla quale fece seguito l’unica cosa che Christine non si sarebbe mai aspettata.

“Madamoiselle ci troviamo in una situazione di grave urgenza. Giselle la ballerina che questa sera avrebbe dovuto interpretare Puck nel Sogno di una Notte di Mezza Estate, è febbricitante, non abbiamo nessuno disponibile per sostituirla.”
Christine rimase interdetta, guardo Meg li accanto, ma nemmeno lei sembrava capirci qualcosa.
“Signori, non capisco cosa centri questo con la mia presenza qui.”

Firmin guardò Andrè incitandolo.
“Madamoiselle Christine lei è stata una grande Cantante, ma era anche una leggiadra ballerina. Noi ci chiedevamo… se avrebbe voluto interpretare il ruolo di Puck solo per questa sera!”
Firmin aggiunse concitato “Sappiamo che le chiediamo molto, ma siamo disperati! E poi…se lei non dice niente al Visconte, noi saremo muti come una tomba! Il ruolo di Puck è mascherato, nessuno riconoscerà la futura Viscontessa de Chagny!”
“Sarà un nostro segreto madamoiselle! Lo giuriamo!” aggiunse Andrè.

Christine era stupefatta. Lei salire di nuovo sul palco dell’opera?
No…era impossibile…eppure…sarebbe stato come tornare indietro, al tempo in cui era felice, piena di sogni e di speranze. Solo per una notte…che male avrebbe potuto fare? Raoul non avrebbe saputo nulla…Gli occhi di Christine scintillarono…si sarebbe di nuovo sentita viva!
Avrebbe di nuovo sentito gli applausi della gente che la acclamava mentre metteva in gioco se stessa…
Il pensiero del suo Angelo le sfiorò il cuore…Lui non sarebbe stato lì.
Non l’avrebbe guidata ne acclamata. La tristezza le invase il cuore. Stava per rifiutare…
Ma qualcosa nel suo cuore si ribellò, se doveva sottostare a una vita di regole restrittive voleva almeno un ultimo ricordo di libertà.
Quello sarebbe stato il suo Sogno di Mezza Estate!

“Signori Direttori…io…accetto la vostra proposta!”
Meg guardò Christine incredula, mentre alle loro spalle un coro di ragazzine esultava.
I Direttori sorrisero felici che quell’intoppo fosse finalmente stato risolto.

Una sola persona, che aveva assistito alle ultime parole dette e che aveva visto e capito i mutamenti di emozioni sul viso di Christine, non era contenta della sua decisione.
Madame Giry che era sopraggiunta qualche attimo prima non sapeva se essere fiera della sua pupilla, o se preoccuparsi.
“Certo tutto questo non porterà a nulla di buono.”pensò.

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“Non riesco a capire perché hai accettato Christine! Sono mesi che non interpreti Puck e non hai nemmeno partecipato alle prove!”sbottava preoccupata Meg mentre aiutava l’amica ad infilarsi il variopinto costume da folletto di Puck nel camerino di Christine.

“Oh Meg, tu non puoi capire…mi sento viva come non mai in questo momento!”
Christine era uno splendore, l’abito le stava a pennello nonostante non fosse stato cucito per lei.
Il suo viso risplendeva di eccitazione, era radiosa, Meg non l’aveva più vista così da prima che il giovane Visconte e l’oscuro figuro noto come Fantasma dell’Opera entrassero nella sua vita.
“Sono felice per te Christine, ma sta attenta amica mia, va bene? Mi preoccupo solo per te.”
Disse Meg con un sospiro finendo di allacciare il verde corsetto pieno di lustrini all’amica.

Christine guardò con gratitudine la giovane amica che le era sempre rimasta accanto nei momenti difficili e la abbracciò con affetto.
“Ora vai Meg anche tu devi prepararti, sei una delle Fate di Titania, non te ne dimenticare. Ci vediamo dopo dietro le quinte.”
Cristine guardò la sua amica andarsene, poi controllando di essere sola chiuse gli occhi rivolgendo una preghiera al Suo Angelo, anche se Lui  non poteva più sentirla.

“Mio Angelo della Musica, sei stato il mio Maestro, sostienimi ora in questa notte, guidami.”
Una lacrima scese dagli occhi chiusi di Christine, ma il suo volto era risoluto.
Il suo Angelo quella notte sarebbe stato orgoglioso di lei.
Aperti gli occhi si diresse verso il tavolo del trucco dove era appoggiata la maschera demoniaca del folletto Puck.

“Questo Sogno di Mezza Estate, lo dedico a te, Erik…”
Christine prese la maschera e la indossò.

“Che lo Spettacolo cominci!”

  
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