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Autore: siriopg    10/05/2017    2 recensioni
Un nuovo caso da risolvere, un altro omicidio per la squadra.
Ff interamente inventata da me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jane Rizzoli, Maura Isles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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adesso si Salita in macchina, ricevetti un sms da Maura dicendomi che avevano i primi risultati e mi aspettava nel suo ufficio. Risposi con un freddo Ok e tornai alla centrale. Passai per il garage e raggiunsi il suo ufficio.
“Che novità abbiamo?” chiesi senza tanti giri di parole.
Per un secondo mi guardò, non capiva il mio stato d’animo ma decise di non approfondire. Non lì e non in quel momento.
“La vittima è stata avvelenata con la ricina che si estrae dai semi di ricino.”
“Che si trova?” chiesi non sapendo nulla di veleni.
“In piccole quantità anche in farmacia ma qui ce ne è voluta abbastanza.”
“Pensi ad un commercio sottobanco?.”
“Qui in America è illegale, quindi sì. E’ l’unico modo.”
Stavamo parlando quasi come due estranee, domande e risposte come fossimo robot.
“Ok, salgo da Nina e iniziamo le indagini. Grazie.”
“E’ il mio lavoro” rispose .
Feci cenno di si con la testa e me ne andai. Non era da noi non parlare di altro oltre che del caso. Di solito avevamo mille argomenti da trattare ma in quel momento non ne avevo voglia. Lei mi contraccambiò con la mia stessa moneta credendo di essere nel giusto della discussione.  Sì, forse aveva ragione ma non era prudente andare a cena con un sospettato e lei lo sapeva bene. Conosceva la sua fama ma non di certo che uomo fosse.
Nina iniziò le ricerche sul veleno e sulle farmacie che potevano averlo venduto all’assassino. Frankie trovò l’indirizzo della vittima e andammo subito lì. Abitava a Beacon Hill, non lontano dalla casa di Maura.
“Ecco un’altra riccona” pensai.
Suonammo più volte ma nessuno venne ad aprire. La cassetta della posta era vuota ma c’era un’etichetta che diceva di consegnarla nell’appartamento accanto.
“Forse con il lavoro che faceva, stava via molti giorni e la vicina l’aiutava” disse Korsak.
“Probabile. Proviamo a vedere chi ci abita.”
Suonammo e questa volta ci aprirono.
“Salve? Cercate qualcuno?” ci disse.
“Siamo della omicidi di Boston, possiamo parlarle?.”
Rimase sbigottita per qualche secondo poi tornò lucida.
“Omicidi? Che sta succedendo?.”
“Ci faccia entrare, parleremo con più calma.”
“Sì certo, accomodatevi.”
Ci fermammo in cucina e ci sedemmo intorno al tavolo.
“Come si chiama?” le chiesi.
“Rachel Russell, mi spiegate che succede?.”
“Purtroppo non abbiamo belle notizia da darle…"
“Siete della omicidi, chi è morto?.”
“Jenny Blake.”
“Oh Mio Dio… Jenny? Non è possibile!. L’ho sentita due giorni fa, stava benissimo. Come?.”
“Stiamo indagando e non possiamo dirle molto, ci racconti qualcosa di lei” disse Vince.
“Era divorziata da un po’ e con il suo ex le cose non andavano molto bene. Lui non ha mai accettato la separazione.”
“Avevano figli?.”
“Per  fortuna no, lei aveva scelto il lavoro. Li avrebbe voluti ma più avanti” ci spiegò.
“Il marito invece cosa fa?.”
“E’ un medico e lavora nella farmacia a tre isolati da qui.”
Guardai Korsak e mi fece cenno di aver capito. Il veleno forse veniva da una farmacia e guarda caso, l’ex marito era medico e poteva procurarsela molto facilmente.
“Può darci l’indirizzo del lavoro e dell’abitazione? “ chiesi.
“Certo, si chiama Samuel Simpson.”
Prese carta e penna e scrisse tutto.
“La ringrazio, ci è stata molto utile.”
“Di nulla, mi trovate qui se avrete bisogno di qualcosa” disse Rachel.
“Perfetto, arrivederci.”
Saliti in macchina, ci prendemmo cinque minuti per fare il punto della situazione. La farmacia era chiusa per la pausa pranzo e visto che il mio stomaco cominciava a far brutti rumori, decidemmo di mangiare qualcosa anche noi. Dalla centrale non avevamo nessuna notizia, segno evidente che le tracce trovate, non avevano portato a niente.
“Questa sera Maura andrà a cena con lo chef del ristorante” dissi a Korsak.
“Bene, fosse la volta buona!.”
“Ma che dici? È ancora un sospettato.”
“No, non credo sia stato lui. Tu si?.”
“All’inizio sì ma ora mi sto ricredendo” spiegai.
“E allora la dottoressa Isles non ha nulla da temere.”
“Già.”
Aperta la farmacia, entrammo.
“Buonasera, cerchiamo Samuel Simpson” disse Korsak mostrando il distintivo.
“Mi spiace ma non c’è, ha fatto il turno di mattina.”
“Sa dove possiamo trovarlo?.”
“Di solito torna a casa, non saprei” rispose il suo collega.
“Grazie.”
Uscimmo intenti a verificare se fosse tornato a casa. Ricevemmo un sms da Nina, diceva che avevano scoperto alcuni siti dove poter comprare veleni di contrabbando.
“Quindi tornano tutti sospettati” dissi a Korsak.
“Beh, a questo punto dobbiamo trovare il movente, altrimenti siamo al punto di partenza.”
“Esatto.”
La mia mente tornò a Marcus e alla cena con Maura. Samuel Simpson non lo trovammo, chiamai Frankie e misi la sua abitazione sotto controllo. Da qualche parte dovrà pure essere finito. Tornammo alla centrale e scesi direttamente da Maura.
“Ciao” mi disse  “Avete novità?.”
“Non molte a dire il vero. Stiamo cercando il marito della vittima ma sembra essersi volatilizzato. Nina ha rintracciato alcuni siti per procurarsi veleni indisturbati. Li sta studiando. Tu?.”
“Niente di quello che già sai, Jenny ha sempre curato il suo corpo, non fumava, non beveva e si teneva in allenamento. “
“Quindi capisci che da ora sono tornati tutti ad essere indiziati?.”
“Sì Jane, ho capito.”
“Quindi la cena di stasera la rimandi?” domandai.
“No, non ne vedo il motivo. E’ solo una cena in un locale dove volevo andare da tanto tempo.”
“Perché fai così Maura? Io non ti capisco.”
“Saremo in un locale pubblico, cosa vuoi mi succeda?.
“Per esempio,mmmm  fammi pensare, avvelenata?” dissi.
“Oppure ceneremo, parleremo di cucina e poi tornerò a casa. Non ti è mai venuto in mente? Pensi sempre al peggio!.”
“Forse perché esci con un sospettato di omicidio?.”
“Vuoi venire con me?” mi propose Maura.
“No grazie, non vorrei rovinare l’idillio.”
“Dovrei ridere?.”
“No Maura, dovresti essere più prudente e spostare la cena.”
“Puoi sempre mettere due agenti a sorvegliarci, così non ci saranno problemi.”
“Ci rinuncio, fai come vuoi. Buon divertimento allora.”
“E’ una cena, non un ballo di corte.”
La guardai arrabbiata e tornai disopra. Korsak stava parlando con Nina e li raggiunsi.
“Novità?.”
“Si Jane, abbiamo scoperto che il marito della vittima non è proprio un santo. Da giovane è stato arrestato per svariati crimini” mi spiegò Nina.
“Sembrano più ragazzate adolescenziali però, inquadrò Korsak. Furti di biciclette e qualche birra al market.”
“Dobbiamo trovarlo, voglio parlarci. Torniamo alla sua casa?.”
Korsak diede un occhio al suo orologio, fece due conti a mente e dedusse che forse lo potevamo trovare.
“Sì, andiamo.”
Scesi nel parcheggio del dipartimento, notai che il posto riservato a Maura era vuoto. Di sicuro era uscita qualche minuto prima, per essere perfetta e puntuale al suo appuntamento. Strinsi i pugni dalla rabbia e salii in macchina. Samuel Simpson era in casa e ci facemmo una bella chiacchierata. Non lo portammo in centrale per mancanza di prove ma salì di diritto in cima alla classifica dei sospettati. Aveva dato risposte generiche e molti “non ricordo”. Uscimmo da lì che erano quasi le otto, salita sulla mia macchina, spensi il radar da detective e accesi quello di amica preoccupata.  Non tornai a casa mia e decisi di andare a mangiare qualcosa al Dirty. Mia mamma era di turno e si accorse subito del mio stato d’animo.
“Ciao amore, come mai da queste parti?.”
“Ciao Mà, sono venuta per mangiare qualcosa” dissi cadendo di peso sullo sgabello.
“Mamma mia Jane, che ti sta succedendo? Hai una faccia!.”
“Niente, lascia stare. Mi fai un doppio hamburger  con tante salse e una birra per favore?.”
“Tieni d’occhio il colesterolo a quanto vedo.”
“Stasera che non c’è Maura, ti ci metti tu?.”
“Sì infatti, dové?.”
“A cena in uno dei suoi ristoranti di lusso” tagliai corto.
“Capisco. Ecco il panino, buon appetito.”
“Grazie.”
Mi sedetti in quello che era diventato il nostro tavolo, Korsak lo prenotava apposta per noi. Quell’angolo del locale conosceva tutti i nostri segreti, lì avevamo risolto molti crimini e lì ci andavamo quando volevamo estraniarci dal resto del mondo.  Mangiai alla svelta e tornai nel mio appartamento. Avevo guardato l’ora centinaia di volte, mi aspettavo un sms da Maura ma niente. Tornai a casa e mi addormentai sperando che tutto fosse andato bene.

Arrivata alla centrale, passai nel regno dei morti per indagare sulla serata di Maura.
“Ehi, tutto ok?” chiesi subito.
“Certo ma ho delle novità?.”
“Riguardo il caso o della serata con lo chef?.”
“Tutte e due a dire il vero. Malgrado quello che puoi pensare, ieri sera ho anche lavorato” disse lei quasi prendendomi in giro.
“In che senso?.”
“Non possiamo escludere Marcus dai sospettati e… “
“Come scusa?.”
“Parlando con lui ho scoperto molte cose.”
“Ne vuoi parlare o girarci intorno?”reclamai cominciando ad essere curiosa.
“Ho scoperto che Marcus è un appassionato di erbe aromatiche e che le ha studiate per molti anni. Ne usa moltissime nelle sue ricette.”
“Sarà per questo che il suo cibo è così sublime.”
Mi fece il suo solito sguardo come a dirmi: “Mi stai ancora prendendo in giro?.”
“Ok scusa, vai avanti.”
“Conoscendo molte varietà di erbe, avere venditori sparsi in mezzo mondo, non dovrebbe essere stato difficile procurarsi anche della Ricina.”
“E brava la nostra dottoressa, ottima deduzione. Chiederò un mandato per farci dare i nomi dei suoi fornitori, forse avremo fortuna” dissi facendo mente locale. “Com’è stata la cena?.”
“Ti interessa davvero o lo chiedi solo per cortesia?.”
“Dai Maura, ero solo preoccupata per te.”
“La cena è stata divina, una delle mie migliori. Quell’uomo ha un vero talento davanti ai fornelli.”
“L’ho immaginato dalla lista chilometrica che ha per prenotare un tavolo.”
“A questo proposito, stasera siamo a cena lì.”
“Quando dici siamo… intendi…”
“Sì Jane, tu ed io. Ho prenotato un tavolo.”
“Io non mangio quelle cose strane, interiora e animali strani, non fanno per me.”
“Tranquilla, lo sospettavo” mi disse prendendomi in giro.  Gli ho chiesto una cena molto tranquilla e tradizionale, più che poteva.”
“Perfetto, allora manderò Korsak e Frankie oggi con il mandato altrimenti stasera mi avvelenerà. Grazie.”
“Di nulla.”
Raccontai tutto agli altri e Korsak chiamò subito il giudice Miller per il mandato. La giornata proseguì con le ricerche on-line di Nina e poco altro.


Alle 18:30 ricevetti un sms da Maura che mi diceva se fossi pronta.
“Pronta per cosa?” pensai.  Oh Dio, la cena, ma allora non scherzava?.”
“Certo che si, aspettami che scendo” risposi. “Ragazzi io vado, ci vediamo domani. Nel caso trovaste novità, fatemi sapere ok?.”
Scesi da Maura e mi stava aspettando davanti alla porta dell’ascensore.
“Non ti sei cambiata?” mi disse subito.
“E cosa dovrei mettermi? E’ una cena!.”
“Sì sì va bene, andiamo.”
Marcus ci aveva riservato un tavolo un po’ appartato e apparecchiato in modo eccellente. Ci portò una bottiglia di vino e del pane fatto in casa.
“Ci vuole comprare per caso?” chiesi a Maura sottovoce.
“Jane, smettila. Questo locale è molto chic, non mi far fare brutte figure.”
“Ok.”
Iniziarono a portarci le pietanze e devo dire che non erano per niente male. Maura era in estasi, le sue papille gustative stavano godendo mentre io avevo sempre gli occhi vigile nella sala.
“Siamo sicure che non ci stia avvelenando?.”
Maura scrollò la testa e non mi rispose. L’unico modo per farmi smettere di dire cretinate.
“Oddio Maura, coprimi, coprimi, coprimi” dissi abbassando la testa all’altezza tavolino.
“Che ti prende? Chi hai visto?.”
“Sono appena entrati il marito di Jenny con Rachel Russell. Che cavolo ci fanno insieme?. Credo che dobbiamo indagare meglio su questa cosa. Mi puzza molto.”
“Pensi che siano coinvolti sull’omicidio?” mi chiese Maura. “E alzati, non ti possono vedere, siamo abbastanza appartate.”
“Hai ragione. Sì, non ho indagato in profondità su Rachel. Qui gatta ci cova.”
“Ora però possiamo mangiare in santa pace, per favore? Questo cibo va deliziato e onorato.”
“Hai ragione Maura, scusa è solo che non potevo prevedere questo incontro. Ordino un altro po’ di vino, è davvero buonissimo.”
“Sono felice che ti piaccia, quattrocento dollari a bottiglia. Assaggia quei mini soufflé alle verdure. Divini” disse facendo il segno con la mano da leccarsi i baffi.
“Cosa? Tutti quei soldi per un vino? Vuoi siete pazzi. Sai quante partite dei Red Sox ci vedrei con quella cifra?”
“Sei sempre la solita. Bevilo e gustati la cena.”
Mangiammo cercando di non parlare di lavoro e la cena fu un successo. Marcus si faceva vedere di tanto in tanto e con Maura parlava di cucina. Gli chiesi cosa sapesse di Samuel e Rachel e rispose che non li aveva mai visti prima di allora. Tornammo a casa soddisfatte della serata e Maura parlò sempre di cibo.
“Grazie della serata, dissi a Maura, avevi ragione sulla cucina di Marcus.”
“Lo so, grazie a te per essere stata professionale e seria” mi disse prendendomi in giro. Ci vediamo domani in ufficio.”
“Certo che sì, buonanotte.”



   
 
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